16/01/2012 11:42 |
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| | Post: 1.783 | Registrato il: 19/03/2004
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Una fantasia ricorrente che mi capita di fare è immaginarmi di essere trasportata nel tempo e nello spazio in un determinato momento storico o in una situazione particolare, continuando però a possedere le conoscenze dell'età contemporanea.
Così ieri sera sono andata nel bel mezzo dell'Ottocento a tenere compagnia a Mr Wallace, in Papua Nuova Guinea, devastato dalla febbre malarica e impossibilitato a salvare la sua collezione di nuove specie e consolidare la teoria dell'evoluzione, proprio mentre Darwin ci rimuginava su nel calduccio di casa sua.
"Un po' di chinino e starebbe subito meglio, diamine" mi sono detta. Bello eh, avere la soluzione in tasca! Già ma che diavolo di albero è l'albero del chinino? E ci sarà qualcosa di simile in Papa Nuova Guinea? E in che diavolo di lingua e con quali espressioni potrei cercare di spiegarmi con gli indigeni per andare a cercarlo?
Quindi, anche ad essere lì sapendo tutto sugli effetti benefici del chinino sulle febbri malariche, sarei rimasta impotente a tenere la mano a Wallace febbricitante e nulla più.
Quello che mi piace di queste fantasie è che ti ricordano che il sapere in astratto non è nulla, che ci vuole una rete fittissima di condizioni, relazioni, feedd back per dare a un'informazione consistenza. E pensare a questa "rete" mi dà una sensazione di vertigine, come credo altri la provino pensando alla distanza delle stelle, a Dio, o all'infinitezza dei numeri.
Ma voi che fantasie fate?
(p.s. naturalmente anch'io ne faccio talvolta di molto più banali, come immaginare piccole situazioni in cui faccio una bella figura o cose così)
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16/01/2012 12:10 |
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| | Post: 4.643 | Registrato il: 29/04/2004
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Ecchediamine, potevi portarti un ipad, già che c'eri |
16/01/2012 12:20 |
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| | Post: 13.105 | Registrato il: 28/10/2003
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Il chinino si estrae dalla corteccia di china, immagino...ma l'albero in questione in Nuova Guinea dubito che ci fosse.
Ma come sei immaginifica, Jude, le mie fantasie (o film) sono molto più banali...non vale la pena nemmeno di raccontarle. |
16/01/2012 20:27 |
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| | Post: 4.125 | Registrato il: 22/09/2002
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uguale a Laura.
Anzi, da un pò di tempo mi sono espressamente vietata di fantasticare.
Cioè, a volte lo faccio, ma solo per flash. Mai situazioni complesse, mi coinvolgo troppo.
Sono una fantasticatrice esagerata, è necessario che mi dia un limite. Maria, Roma
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16/01/2012 23:24 |
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| | Post: 2.445 | Registrato il: 08/04/2003
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Jude, c'è una mitica scena ne "L'isola misteriosa", una delle bibbie della mia gioventù, in cui i naufraghi si dicono proprio che avrebbero bisogno di chinino per curare il giovane botanico Herbert (Il mio idolo) che era stato ferito - dopo aver provato a salvarlo se non sbaglio con la corteccia di salice.
E poi naturalmente il Capitano Nemo fa trovare loro una fialetta di chinino.
Cavolo, potrei riscriverlo quel libro, per quanto si è scolpito nella mia coscienza, per quanto l'ho amato, e per quanta parte del mo immaginario infantile si è nutrita delle sue pagine! [Modificato da alevin 16/01/2012 23:25] |
17/01/2012 06:51 |
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| | Post: 2.768 | Registrato il: 02/01/2009
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Ale, siamo in due. Per me altrettanto ha fatto "Robinson Crusoe"... chissà forse già quando ero infante sentivo il desiderio di fuggire su un'isola lontana e moooooooolto poco abitata. |
17/01/2012 09:02 |
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| | Post: 2.446 | Registrato il: 08/04/2003
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Per me non era la voglia dell'isola lontana... in quel libro mi affascinava l'industriosità del gruppo di naufraghi, la loro sterminata cultura scientifica, le loro capacità tecniche, il modo con cui ognuno mette a disposizione degli altri le proprie peculiarità, il modo in cui si confrontano con una natura primigenia e ne sfruttano le risorse... Ero un po' positivista all'epoca.
Il bello poi è che sono finita a studiare letteratura e storia medievale... ma questa è un'altra puntata.
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17/01/2012 09:06 |
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| | Post: 4.644 | Registrato il: 29/04/2004
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Anch'io mi sono immedesimato con Robinson per anni ed anni, rileggendo il libro allo sfinimento. L'isola misteriosa invece, sinspiegabilmente, credo mi manchi (di sicuro ho letto I figli del capitano Grent e Ventimila leghe sotto i mari). Ale, credi che sarebbe adatta ad una lettura in età avanzata? |
17/01/2012 10:06 |
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| | Post: 13.111 | Registrato il: 28/10/2003
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Embè? Io negli ultimi anni mi sono nutrita di libri scritti per lettori ben più acerbi (tipo Mary Poppins, per intenderci)...e sono molto più vetusta di te
Ahhh, il capitano Nemo. Devo dare una ripassatina allo storico Ventimila. [Modificato da thevivons 17/01/2012 10:06] |
17/01/2012 10:56 |
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| | Post: 1.785 | Registrato il: 19/03/2004
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Chi lo sa, forse certe fantasticherie vengono fuori come reminiscenze delle mie bulimiche letture di bambina. Ma l'isola misteriosa non era fra i miei preferiti. Anzi, tutto Jules Verne non era fra i miei preferiti. Ho invece amato moltissimo Kipling, specialmente i racconti del Libro della giungla, e poi Stevenson, soprattutto L'isola del tesoro, ma credo sia stata una lettura un po' più tarda.
Comunque, una decina di anni fa, ritrovando una copia di Robinson Crusoe e rileggendola, credo di aver capito perché la classica lettura per l'infanzia di allora spesso non mi piacesse. Molti di quei libri erano vecchie edizioni, e le traduzioni catto-fasciste erano terrificanti. Lo stesso mi è capitato, molti anni dopo, con le edizioni Dall'Oglio, scoprii per la prima volta quella meraviglia che è Manhattan Transfer di John Dos Passos, ma mi faceva scompisciare quel gruppo di indolenti studenti americani che si salutavano al grido di "Camerata!!" .
Gran parte di quella letteratura l'ho riletta da dulta, apprezzandola assai di più: anzi con la sensazione che proprio non sono letture per bambini! Come fa uno a 9,10 anni a leggere Conrad?
Comunque Ale, anch'io mi sono nutrita per anni di letture avventurose, il mio idolo era Jane Goodall, conoscevo Lorenz come le mie tasche e poi mi sono infarcita di filologia romanza, neurolinguistica e altre amenità da tavolino... tu almeno in qualche modo alla giungla ci sei tornata. |
17/01/2012 11:00 |
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| | Post: 13.113 | Registrato il: 28/10/2003
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Molti di quei libri erano vecchie edizioni, e le traduzioni catto-fasciste erano terrificanti.
Non solo: quelle che venivano ammannite ai ragazzi erano le famose "riduzioni", non i libri interi... |
17/01/2012 12:56 |
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| | Post: 2.769 | Registrato il: 02/01/2009
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alevin, 17/01/2012 09.02:
Per me non era la voglia dell'isola lontana... in quel libro mi affascinava l'industriosità del gruppo di naufraghi, la loro sterminata cultura scientifica, le loro capacità tecniche, il modo con cui ognuno mette a disposizione degli altri le proprie peculiarità, il modo in cui si confrontano con una natura primigenia e ne sfruttano le risorse...
Era quello che affascinava anche me... il fatto dell'isola è arrivato poi, molto poi...
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31/01/2012 12:48 |
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| | Post: 429 | Registrato il: 19/08/2009
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Nella mia infanzia ero una divoratrice di libri, non mi fermavo mai (compresa la notte) e leggevo tutto quello che trovavo a casa e che acquistava mio padre (altro divoratore) compresi gialli e altri libri più adatti a lettori adulti, che capivo solo in parte.
Il mio difetto è (tutt'ora) l'avversione a leggere un libro per la seconda volta.
Conclusione, non ricordo più i titoli dei libri e gli autori ... ma i miei preferiti erano proprio quelli dove l'uomo si ritrova in mezzo alla natura selvaggia e deve ingegnarsi a sopravvivere.
Oppure, molto più romantico, il genere "Pigmalione" dove una persona insignificante si trasforma in un mito!
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31/01/2012 13:35 |
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| | Post: 2.467 | Registrato il: 08/04/2003
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Io sono cresciuta a botte di Salgari e Verne, ma il PRIMO libro assoluto della mia vita è stato "Il giardino segreto" di Burnett. Avevo appena impaato a leggere, e l'ho divorato.
Vi giuro, a dirlo adesso sembra pazzesco, ma there and then ho deciso che quello era il mio destino.
Di Salgari adoravo le pallosissime, prolisse descrizioni della jungla e in genere della natura, che lui poveraccio plagiava dalle enciclopedie e tutti i bambini saltavano.
Ricordo che lì ho letto per la prima vota nomi come "Mussaenda" oppure "Banjano o fico delle pagode" , e non li ho mai dimenticati.
Luca, perchè no? Leggi l'isola misteriosa! Secondo me da adulti è divertentissimo. |
31/01/2012 13:43 |
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| | Post: 13.220 | Registrato il: 28/10/2003
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Parlando di padri, il mio quando avevo undici o dodici anni non voleva che leggessi Salgari, perché secondo lui era una lettura troppo superficiale... alla mia avanzata età dovevo leggere qualcosa di più impegnativo.
Meno male che c'era mia nonna che me li comprava di contrabbando, bellissime edizioni integrali rilegate. Quanto mi piacevano!
Io le descrizioni non le saltavo, perché ero molto deutsch e leggevo tutto. Sono diventata più elastica invecchiando.
Vi giuro, a dirlo adesso sembra pazzesco, ma there and then ho deciso che quello era il mio destino.
A me sembra una cosa bellissima!!! Io quel libro l'ho letto da MOLTO grande (non più di una decina di anni fa) e mi è piaciuto tantotantotanto...
[Modificato da thevivons 31/01/2012 13:45] |
31/01/2012 15:20 |
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| | Post: 1.376 | Registrato il: 17/01/2010
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Da piccola ho letto sia Salgari che Verne perchè li leggeva mio fratello maggiore.Mi piacevano tanto e li ho sempre regalati ai figli di amici e a qualche nipote. |
31/01/2012 16:09 |
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| | Post: 431 | Registrato il: 19/08/2009
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.... quanto me piace 'sto forum.....
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