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Papà di un piccolo angelo di nome Alessandro

Ultimo Aggiornamento: 02/03/2013 12:13
Paolo_67
[Non Registrato]
04/01/2012 23:11
 
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Caro Federico,

ho 44 anni e sono il papa’ di Emma, nata per il cielo il 24 marzo 2006, e di Emanuele, un vivace bimbo di quattro anni e mezzo.
Leggendo le tue parole, dalle quali si capisce quanto sia viva e lancinante la mancanza di questo bimbo tanto desiderato, ho rivissuto tutte le emozioni di sei anni fa.
La nostra Emma era nata viva, ma era subito entrata in crisi respiratoria non appena venne reciso il cordone ombelicale. Dopo tre ore di attesa fuori dal reparto di patologia neonatale, quando il medico di turno mi disse che la nostra piccola non ce l’aveva fatta, mi sentii crollare il mondo addosso. Ed era la seconda volta in poco tempo, pochi mesi prima una triste telefonata mi avevo annunciato che il cuoricino del mio nipotino Matteo si era misteriosamente fermato all’inizio del nono mese di gravidanza, così come il vostro Alessandro.
In questo lungo tempo abbiamo imparato a convivere con la mancanza della nostra piccola, a trasformare il dolore in emozioni meno sconvolgenti, a cogliere tutti i segnali d’amore che Emma ci manda ogni giorno. Bisogna avere pazienza, perché il cammino è molto difficile, prima di riuscire a rompere quella corazza che il dolore costruisce tutto intorno al nostro sentire, e che ci impedisce di cogliere invece l’amore che questi figli speciali portano con se’.
La cosa più importante è realizzare che il vostro piccolo Ale è quotidianamente parte della vostra famiglia, anche se non potrà mai essere un “bimbo vero”, come avreste voluto. Sono figli speciali e bisogna imparare ad amarli in modo diverso.
Succede raramente che, nella coppia di genitori, sia il papà a “farsi avanti” nell’esprimere i sentimenti e le emozioni che contraddistinguono questo periodo terribile nella vita della famiglia (ne è prova l’esiguita’ della sezione del forum a noi riservata). Noi uomini più facilmente neghiamo il dolore, ci chiudiamo in noi stessi o cerchiamo di mitigarlo “facendo altro”.
Credo invece la via migliore sia proprio quella di condividere con la propria compagna tutto questo processo di elaborazione del lutto: il vostro rapporto ne uscira’ rafforzato, e sarete in grado di sorridere più facilmente alla sorellina di Alessandro. E lei ha tanto bisogno di serenità, perché comunque sta vivendo nel suo “mondo di bimba di tre anni” la mancanza di questo fratellino vero, che fino a due mesi fa era nella pancia della mamma.
E non dimenticate mai che non siete soli in questo duro e lungo cammino. In questa piccola piazzetta “virtuale” trovate sempre qualcuno pronto ad ascoltarvi, ed a cercare di esservi di aiuto.

Un abbraccio
Paolo

PS: se ci dici l’iniziale del cognome, Ilaria puo’ aggiungere la stellina di Alessandro nel nostro cielo
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