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IL SENSO DELLA VITA: UN MISTERO RIVELATO

Ultimo Aggiornamento: 31/10/2012 23:42
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09/11/2011 22:14
 
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III

NOI E DIO

1 -L'iniziativa dell'uomo: la religiosità umana.

CHIUNQUE, o perché illuminato dalle pagine precedenti o per suo proprio intuito, sia giunto a condividere i pen­sieri fin qui esposti e a riconoscere nel suo intimo la realtà di Dio, non potrà non porsi un altro problema: quello dei propri rapporti con Dio, cioè IL PROBLE­MA RELIGIOSO (1).

(1) La parola "Religione" deriva dal latino «re-legare» (legare insieme) e designa comunemente il legarne, ossia i rapporti che intercorrono tra gli uomini e Dio.


La religiosità egiziana è uno dei grandi ten­tativi compiuti dall'uomo per stabilire un proprio rapporto con Dio.

Gli uomini di tutti i tempi - anche se semplici e indotti - lo hanno affrontato ritenendolo il loro primo dovere di uomini, anche se poi lo hanno risolto in modo parziale e spessissimo errato:

- hanno cercato anzitutto di "identificare Dio", di scoprirne il volto e il luogo della presenza in mezzo a loro; e spesso lo hanno concretizzato nelle forze della natura o negli astri del cielo, e gli hanno eretto templi ove poterlo incontrare.

- poi hanno cercato di "stabilire un rapporto con Lui", che non poteva esse­re che di sudditanza, offrendogli il culto della preghiera e del sacrificio.

- da ultimo "hanno teso l'orecchio alla voce di Lui", pensando di udirla - e con ragione - nel dettame interiore della propria coscienza.

È nato cosi - per iniziativa dell'uomo - un "legame" nuovo con Dio, una "re­ligione" appunto, che chiameremo "UMANA".

L'ORIGINE "UMANA" di questa religiosi­tà rende ragione di alcuni fatti oggi non bene interpretati:

1) del numero e della varietà di queste forme religiose.

Proprio perché nascono dall'uomo, ogni uomo è - per così dire - il fonda­tore della propria religiosità, anche se poi, nel corso dei secoli, le singole reli­giosità, sotto la guida di persone più dotate, si sono riunite in correnti religio­se alle quali molti uomini ed interi popo­li si sono aggregati.

2) dei loro difetti e dei loro limiti.

Proprio perché frutto della limitata intelligenza dell'uomo che vuol penetra­re l'infinita Realtà di Dio, le religioni "umane" attingono solo parte della Ve­rità e contengono inevitabilmente erro­ri, assumendo talvolta, nella pratica, forme di culto aberranti e crudeli, anche quando l'intenzione era di rendere con esse omaggio a Dio.

3) del fondamento razionale di que­ste forme religiose.

Queste forme di religiosità, infatti, sono nate dall'uomo in quanto razional­mente consapevole della propria dipen­denza oggettiva da Dio, e non non sono affatto proiezione fantastica e irraziona­le del proprio bisogno di sicurezza in un essere immaginario (2).

(2) Questa è appunto la tesi marxista sulla religione, secondo la quala l'uomo trasferisce (alienandosi) le sue aspirazioni alla felicità totale in una entità inesistente che immagina al di fuori di lui e che chiama Dio.

Per il marxismo (ma anche per tante forme di filosofie contemporanee che cercano nell'uomo la spiegazione di tutto), l'alienazione religiosa è quindi una "illusione", seguendo la quale l'uomo si allontana dalla realtà.

Ma questa tesi trova la sua confutazione proprio in ciò che è detto in queste pagine, nelle quali proprio la ragio­ne umana ci ha condotti a capire che la vera e fontale Realtà è Dio e che solo avvicinandosi a Lui l'uomo può veramete realizzare se stesso.


Pur nella loro limitatezza e imperfe­zione queste religioni "umane" sono tut­tavia lo sbocco più nobile della attività dell'uomo, e preparano il terreno nel qu­ale potrà germogliare e fruttificare l'ini­ziativa di Dio.


2 - L'iniziativa di Dio: la religione divina

DIO HA CREATO L'UOMO e l'ha creato bisognoso di Sé: bisognoso di cono­scerLo, bisognoso di adorarLo, biso­gnoso di ubbidirLo.

Le religiosità umane - delle quali abbiamo parlato - sono questo sforzo che l'uomo ha compiuto per incontrare Dio e stabilire rapporti con Lui, anche se ha dovuto cercare nel buio, come a tastoni, senza raggiungere mai certezze profonde e definitive.

MA SE IN QUESTO BUIO DIO ACCENDESSE UNA LUCE, se Dio prendesse Lui l'iniziati­va di manifestarsi all'uomo, se gli par­lasse di sé come un padre parla ai suoi figli, allora la ricerca di Dio sarebbe compiuta.

E QUESTO DIO LO HA FATTO: ha acceso la Sua luce nelle nostre tenebre e ci ha par­lato de sé. Si è manifestato all'uomo senza ombra di dubbio, lo ha illuminato sui problemi fondamentali della propria esistenza e del proprio destino, ha stabi­lito con lui un legame autentico, una "RE­LIGIONE" che, essendo da Lui rivelata, chiameremo giustamente "DIVINA" (3).

(3) La religione "divina", cioé stabilita per iniziativa di Dio, si dice «rivelata» (da «re-velare», togliere il velo) per­ché in essa Dio ci manifesta Se stesso, come se togliesse un velo che Lo nascondeva a noi.

Ci pare pure importante precisare alcune caratteristi che che distinguono la religione "divina" da quelle "umane":

1) Le religioni "umane" sono molte, tante quanti sono gli uomini o i gruppi di uomini che le hanno espresse; quella "divina" è una, come uno è Dio che l'ha rivelata e una è la Verità.

2) Le religioni "umane", proprio perché elaborate da uomini che non conoscono tutta la verità, contengono molti errori. La religione "divina" è invece infallibilmente vera, cioè rispecchia fedelmente la realtà.

3) Le religioni "umane" sono vie imperfette per rag­giungere Dio e, come tali, incerte e provvisorie. La religio­ne "divina" è la via perfetta che conduce a Dio e, come tale è sicura e definitiva.

4) Le religioni "umane" sono accettate da Dio, perché manifestazione della buona volontà di uomini che, senza loro colpa, ancora Lo ignorano; ma la religiobe "divina" è esigita da Dio da parte di coloro che l'hanno conosciuta, perché è l'unica espressione oggettivamente vera dei rap­porti tra l'uomo e Dio.


Ecco rappresentata simbolicamente la differen­za tra le molteplici religioni umane (a sinistra) nate per iniziativa degli uomini che cercano Dio e l'unica Religione Divina, nella quale è Dio -. che si manifesta (si "rivela") all'uomo e gli comunica la Verità, su Dio e sull'uomo, senza erro­re ed in modo comprensibile a tutti.

Certamente per conoscere quale sia l'unica Religione "divina", ossia l'unica "vera", è necessario conoscere “1e prove razionali” (ossia comprensibili dalla ragione umana) della sua verità.

Queste prove le daremo nel capitolo IV, anche se, nel seguente n° 3 - allo scopo di poter valutare la forza delle stes­se prove - anticiperemo la conclusione alla quale tali prove ci condurranno.


3 - La religione divina è il Cristianesimo

A questo punto vogliamo anticipare una affermazione che per chi scrive è certezza e per chi legge - se già non lo è - lo potrà (e lo dovrà) diventare:

QUEST'UNICA VERA RELIGIONE RIVELATA DA Dio, che sola ci fa conoscere Dio qua­le è veramente e che sola ci può perfet­tamente congiungere a Lui, È IL CRISTIA­NESIMO.

Il lettore chiederà: Le prove? Rispondiamo: le prove ci sono, e le esporremo. Prima però ci preme descri­vere, condensandolo in pochissime righe, il Cristianesimo stesso: diversa­mente il lettore non potrebbe valutarlo in modo adeguato né in sé né nelle prove che Dio ci ha dato per garantirlo come proveniente da Lui.

Qual è dunque L'ESSENZA DEL CRISTIA­NESIMO?

La condenseremo in tre punti, stretta­mente legati tra loro:

Perché l'uo­mo potesse u­nirsi a Dio, Dio stesso si è fatto uomo in uomo Gesù Cristo realizzando in Cristo l'unione uomo dell'uomo con Dio.

1) Il Cristianesimo È LA PARTECIPAZIONE DELL'UOMO ALLA STESSA VITA INFINITA DI Dio, è la "divinizzazione" dell'uomo. Già sappiamo che l'uomo non può trovare la propria felicità se non unen­dosi a Dio, sorgente unica di felicità: ebbene, Dio ha voluto che questa unione dell'uomo con Lui fosse la massima pos­sibile, cioè l'unione di vita.

2) Dio ha realizzato questa unione FACENDOSI LUI STESSO UOMO COME NOI e prendendo il nome di Gesù.

In altre parole questa «unione di vita», per un misterioso disegno di amore, è iniziata da Dio: Lui stesso ha voluto farsi uomo in Gesù Cristo il quale è così diventato il «primogenito» di molti fratelli, modello e causa della divi­nizzazione di ogni altro uomo (1).

(1) Perché il lettore possa comprendere il senso esatto di queste affermazioni, vogliamo qui ricordare i due prin­cipali Misteri della Fede cristiana:

1) Il Mistero della Santissima Trinità, nel quale ci è rivelato che l'unico Dio vive in tre Persone, il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo.

2) II Mistero della Incarnazione, nel quale ci è rivelato che la seconda Persona della Santissima Trinità, cioè il Figlio, si è fatto uomo come noi, nascendo da Maria Vergin e prendendo il nome di Gesù.


3) Ogni singolo uomo che, nell'unica ed irrepetibile vita terrena, si RISOLVE LIBERAMENTE PER CRISTO, coopera con Dio a realizzare la propria divinizzazio­ne.

L'adesione a Cristo inizia con la fede in Lui, si perfeziona con l'amore per Lui e si conclude nell'unione perfetta ed eterna con Lui, meta suprema della spe­ranza cristiana.

Ecco dunque cos'è il Cristianesimo: È DIO CHE SI FA UOMO (IN CRISTO), PERCHÉ L'UOMO POSSA (IN CRISTO) DIVENIRE DIO (2).

(2) Questa espressione, che a prima vista può sembra­re forte, rispecchia fedelmente la realtà: l'uomo, pur rima­nendo «creatura», partecipa veramente alla Vita del suo «Creatore».


Tutto il resto, benché importantissi­mo, è orientato alla realizzazione di que­sto supremo disegno d'amore.

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