QUIETE
Stormir di fronde all’alito di vento
e rabbrividisce lo specchio silenzioso
ancora oscuro della baia.
Nella cala scricchiola il vecchio pontile
all’urto sinuoso dell’onde
avvolgenti i pali anneriti.
Risponde lo spoglio canneto
da mille bocche alitanti
e strumenti a fiato parlano sommessi
ad orecchi invisibili.
Scorre piano il mormorio
frusciante vicino ai miei piedi
e gli affido un sospiro
perché in esso si perda.
Ancor tace la baia prima dell’ora perlata
e nella piccola cala
pulsa sonnolenta la vita
come in attesa.
Aspetta… riposa mio cuore.
Un poco ancora…
Ti prego… taci.
Aurora Ageno
febbraio 2002