La vita su Marte è molto più di un'ipotesi". La conferma arriva direttamente da Vittorio Formisano, responsabile dello spettrometro dell'Asi a bordo della sonda europea Mars Express. In un'intervestista a New Scientist lo scienziato anticipa i risultati delle analisi elaborate dallo strumento italiano (Planetary Fourier Spectrometer - Pfs) sul Pianeta Rosso. Nel dettaglio, stando alle informazioni inviate a Terra dalla sonda, quello che stupisce fa riferimento alla variabilità della quantità di metano presente.
"Inizialmente, a seconda delle zone in cui veniva rilevata, la quantità di metano variava da zero a 40 parti per miliardo - ha dichiarato lo studioso dell'Istituto nazionale di astrofisica - ma in realtà il metano osservato allora era solo una piccola frazione del metano presente alla sorgente". Il tutto, secondo le nuove misure rilevate dal Pfs, sarebbe giustificato da una grandissima concentrazione di formaldeide, sostanza che si forma per effetto dell'ossidazione del metano.
"Con il Pfs - ha detto Formisano- abbiamo registrato quantità di formaldeide 10-20 volte più numerosa del metano". Questo significa che dal sottosuolo di Marte "esce molto più metano" di quanto sembrasse inizialmente. "I nuovi dati sulla formaldeide portano a escludere quasi tutte le altre sorgenti -ha precisato lo studioso- Solo la vita può produrre una tale quantità di metano".
E se il metano, che viene distrutto dopo circa 300 anni, è un indizio importantissimo della presenza di vita, la formaldeide viene distrutta dopo un periodo medio di sette ore e mezzo. "Tutto questo - ha osservato ancora Formisano- significa che la probabilità che su Marte ci sia attualmente vita batteriologica diventa molto più che un'ipotesi". Per avere la conferma definitiva "non resta che organizzare una missione diretta in situ, ma dal punto di vista del rilevamento a distanza - ha concluso - non si può sperare di avere di più da uno strumento a bordo di un orbiter".
Ed io che volevo Eta-Beta...