Per cosa sono morti?
Qui si entra nella questione politica che non riguarda i soldati. Sono morti per portare la democrazia americana od occidentale, cioè il capitalismo, e la pace, il che può essere vero dalla parte dei soldati: cercano di stabilizzare un sistema politico imposto con la violenza delle armi, in una civiltà non occidentale. Già questa è un assurdità degna di inetti che dovrebbero tornare a scuola, se fossero in buona fede. Ma quello su cui riflettere è:
a chi fa comodo la stabilità? La stabilità serve per fare affari. O meglio, una relativa stabilità, sono infatti personalmente convinto che neanche il governo USA desideri una vera pace (o almeno, finchè c’era il boia Bush sono convinto che non volessero assolutamente la pace) , ci sono troppi interessi in gioco, dai contractors privati (i mercenari), al traffico di armi, alle forniture ufficiali di armi, veicoli ed equipaggiamento dell’esercito, il fatto stesso di averci un teatro di guerriglia dove allenarsi è positivo per l’esercito. Senza contare tutti i traffici loschi che sono ripresi a più non posso dopo l’occupazione americana (i talebani avevano interrotto nel 2000 la coltivazione dell’oppio, ma gli americani non hanno gradito) .
Poi ci sono gli interessi geopolitici che forse sono importanti come, se non più, quelli economici.
Sono proprio queste le cose che dovrebbero riferire i media: dalla tv e dalla stampa mi aspetto di sentire quali aziende italiane ed occidentali hanno interessi in gioco in Afghanistan, dai più grossi affari ai più piccoli nell’esportazione. Poi mi aspetto pure di sentire quali interessi geopolitici hanno gli americani, dal gasdotto della Unocal, di cui il presidente Afghano Karzai, quello eletto con brogli, era consulente, all’occupare militarmente un territorio in “culo” al mondo arabo, a ridosso di Cina, Iran e Russia.
E poi ci sono gli interessi politici: acquisire maggior peso e credibilità, ecc. come tra l’altra spiega bene questo articolo del prof. Saccone
www.questotrentino.it/2008/05/Afghanistan.htm
I proletari muoiono quindi nell’interesse dei potenti e dei capitalisti; è la storia dell’uomo da migliaia di anni, niente di nuovo dunque. Pura lotta di classe, ma non è una questione politica, o meglio, prima di essere politica è antropologia.
Ma dalle tv l’unica cosa che ho visto, sono le bandierine tricolori sventolate ai funerali dei sei nostri valorosi combattenti, che è un piacevole omaggio al loro sacrificio. Ma in parte è anche stonante visto la totale assenza della bandiera americana, dato che sono morti anche per vassallaggio all’impero yankee.
I media continuano a trattarci come poveri babbei.
Questo dimostra, al di là di ogni ragionevole dubbio, che le aziende televisive e giornalistiche hanno un comportamento fraudolento, e non solo in Italia (qui è un po’ peggio) , ma in tutti i paesi occidentali, e dimostra come abbia ragione il prof. Noam Chomsky quando dice che “i media hanno la funzione di impedire alla gente di capire come funziona il mondo e di indottrinarli” .
Quindi, tornando alla questione del bambino al funerale, da grande, non certo ora, io gli farei leggere i meie due post, è importante capire come va il mondo.