Il corto comincia bene: la nevrosi di uno che possiamo conoscere unicamente per le mani è inquietante, viene voglia di sapere subito cosa stia scrivendo, perché lo stia facendo.
Poi però la storia non dà nulla di originale: la morte di un ragazzo, l’amica che indaga poco incline a crederlo capace di un suicidio. Si rimane un po’ delusi dalle scelte narrative.
In tutto il filmato la regia è coraggiosa. Diverse inquadrature azzardate, decine di angolazioni che risultano a tratti ben riuscite, mentre nel contesto generale l’effetto che si ha è quello di produrre uno spezzettamento poco coinvolgente. Si sente lo stacco tra una ripresa e l’altra, e allo stesso tempo ci si “stacca” a livello emozionale dalla situazione, ci si riallaccia ad essa più tardi ma solo per pochi secondi prima del prossimo cambiamento. È evidente questo problema nel dialogo tra la ragazza e il padrone di casa: quest’ultimo, inquadrato in modo da non mostrare completamente il volto, conferma la voglia di provare angoli di ripesa particolari, ma i cambi sono tanti, troppi, e m’è parso di notare una fugace sfocatura.
Ben fatta la sequenza della mano durante il sonno della protagonista, ben fatto anche il suo risveglio, ma ahimé quell’espressione di spavento nei suoi occhi sarà l’unica reazione normale che avrà nel filmato.
Infatti, vedrà il corpo dell’amico, lo sentirà urlare, troverà un biglietto arrivato in casa chissà da dove, e troverà comunque la forza di non scappare a gambe levate, anzi, andrà comodamente a sedersi sulla sua branda per dare un'occhiata allo scritto. Improbabile. Se non impossibile.
Credibilissima l’interpretazione della ragazza, comunque, decisamente buona la sua prova di recitazione, mentre per il giovane nel ruolo del padrone di casa, mi spiace non poter dire altrettanto.
Sul sonoro, c’è da stare poco allegri. Le musiche non sono eccelse, ma funzionali, perciò a disturbare è soprattutto l’urlo spaventato e sofferente che il regista ogni tanto ci propone. Sempre lo stesso, sempre uguale, e se non bastasse il fatto che è riproposto ogni oltre limite di sopportazione, aggiungo che è fastidioso, gracchiante, da bandire assolutamente dalla pellicola.
Realizzare un’immagine della Morte che sia originale e non ridicola è cosa dura. Essa si caratterizza come concetto assoluto e di infinita suggestione, perciò personalmente mi guarderei bene dal mostrarla, soprattutto con strumenti tanto semplici quali falce e abito nero.
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"Si staranno preoccupando per noi?"
"No, non ancora. Dovevamo incontrare i camion venti minuti fa; si faranno vedere soltanto fra un'ora e mezza. Alle due, cominceranno a chiedere a
qualcuno se c'hanno visto. Alle tre ci cercheranno nei bar, e verso le quattro si arrabbieranno. Alle cinque, forse qualcuno capirà che ci siamo persi. Alle sei, il capitano penserà di chiamare il comando, e lo farà solo alle sette e mezza. Dal comando risponderanno che è tardi e
che ci penseranno domani."