Il problema dei 3 corpi: Attraverso continenti e decadi, cinque amici geniali fanno scoperte sconvolgenti mentre le leggi della scienza si sgretolano ed emerge una minaccia esistenziale. Vieni a parlarne su TopManga.
 

Libia: guerra civile. «Raid aerei e cannonate sulla folla», migliaia di morti

Ultimo Aggiornamento: 22/10/2012 23:12
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Re: Re: Re:
killing zoe, 20/03/2011 16.01:



si ma sempre di tribù si parla, non della volontà di un intero popolo. Il "degno leader l'avrà già scelto la Francia a questo punto [SM=x44467]




lì l'assetto è sempre stato tribale, anche se ora sembra che molte di queste tribù si siano tutte unite, oltre ogni divisione, per cacciar via la dittatura di Gheddafi.

Quanto alla Francia, il fatto che già durante la riunione di ieri aveva i caccia pronti per partire a bombardare, ancor prima del dovuto bombardamento Usa per eliminare i rischi della contraerea,
fa pensare che la Francia voglia dimostrare di essere alla guida di questa coalizione.... e non so quanto questo verrà fatto pesare sulla spartizione finale del "bottino di guerra" [SM=x44473]

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20/03/2011 16:31

Re: Re: Re: Re:
Etrusco, 20/03/2011 16.29:


e non so quanto questo verrà fatto pesare sulla spartizione finale del "bottino di guerra" [SM=x44473]




hai usato le giuste parole "bottino di guerra"...anche la stessa Lega Araba che aveva dato parere favorevole alla no fly zone stà criticando i bombardamenti
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20/03/2011 16:39

D'altronde il bottino di guerra è ricco: gas, petrolio......insomma, una manna dalla Libia
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20/03/2011 17:05

killing zoe, 20/03/2011 16.31:




hai usato le giuste parole "bottino di guerra"...anche la stessa Lega Araba che aveva dato parere favorevole alla no fly zone stà criticando i bombardamenti




Ma la Lega Araba si illudeva che la No Fly zone potesse esser attuata senza i necessari bombardamenti mirati ad eliminare le minacce della contraerea?
Ma sono più scemi o più ignoranti? [SM=x44467]
20/03/2011 17:11

Re:
Etrusco, 20/03/2011 17.05:


Ma la Lega Araba si illudeva che la No Fly zone potesse esser attuata senza i necessari bombardamenti mirati ad eliminare le minacce della contraerea?
Ma sono più scemi o più ignoranti? [SM=x44467]




La no fly zone prevederebbe il divieto di sorvolo da parte dei caccia di Gheddafi per evitare bombardamenti sui civili...non spianare la Libia e trasformarla in un parcheggio [SM=x44467]
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Re: Re:
killing zoe, 20/03/2011 17.11:




La no fly zone prevederebbe il divieto di sorvolo da parte dei caccia di Gheddafi per evitare bombardamenti sui civili...non spianare la Libia e trasformarla in un parcheggio [SM=x44467]




Ma tu sai che un divieto non ha alcun efficacia se non fatto rispettare dalle forze militari con tempestivi interventi.
Del resto quando si applica la No Fly zone ci sono dei protocolli da applicare.
Se non si rispettassero il rischio sarebbe di mettere a rischio la vita di tutti quei piloti che dovranno poi alzarsi in volo per far rispettare la NFZ.
Abbiamo già visto che di Gheddafi e dei suoi non ci si può fidare:
mentre prometteva il cessate il fuoco immediato contro Bengasi continuava con i suoi bombardamenti indiscriminati... [SM=x44464]

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20/03/2011 17:42

non voler vedere la No Fly Zone come uno strumento per avviare azioni di guerra.....mi pare sciocco.......forse la Lega araba sperava in qualcos'altro, ma Gheddafi va fermato in ogni modo, la misura è colma..........i suoi ultimi discorsi poi sanno di pazzo farneticante...
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Re:
lovenylon, 20/03/2011 17.42:

non voler vedere la No Fly Zone come uno strumento per avviare azioni di guerra.....mi pare sciocco.......forse la Lega araba sperava in qualcos'altro, ma Gheddafi va fermato in ogni modo, la misura è colma..........i suoi ultimi discorsi poi sanno di pazzo farneticante...




o forse la Lega Araba sta vedendo che la situazione sta prendendo una brutta piega, si sta sbilanciando troppo a favore di Francia e Usa e vuol provare a far sentire la sua presenza, il suo peso diplomatico.
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20/03/2011 18:37

La "no fly zone" tecnicamente dovrebbe essere una zona in cui è imposto un divieto di sorvolo in questo caso ai mezzi aerei libici.
Il semplice pattugliamento aereo dissuasivo dovrebbe di per sé costituire una misura deterrente e legittima.
Nel caso di una risposta contraerea libica allora sì si verificherebbe un atto di belligeranza libico che non sarebbe giustificato e potrebbe dare il via a un bombardamento.
Ma il bombardamento preventivo mi pare una forzatura difficilmente giustificabile, però se dite che fa parte del protocollo non posso che allargare le braccia

[SM=x44464]
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21/03/2011 09:40


Domandina (lievemente polemica giusto per buttare tutto in politica e fare qualunquismo):

Dove sono i sinistri pacifisti, girotondini, sbandieratori del costituzionale art.11 che tanto ululavano per Iraq e Afganistan?

Visto le esternazioni dei loro presunti leader direi tutti al mare....





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"Chi ha parlato, chi ca..o ha parlato? Chi è quel lurido str...o comunista checca pompinaro, che ha firmato la sua condanna a morte? Ah, non è nessuno, eh? Sarà stata la fatina buona del ca..o..."

Il più acerrimo nemico del Bremaz è Rurro Rurrerini.
(ma anche Ramarro Rurale, con il suo fedele servitore lo gnomo Corri Rorra, non scherza....)




Legionis praefectus more cinaedi communis currum regit.

"Siccome c'ho una certa immagine da difendere....."

Dice il saggio: "Viajare descanta, ma se te parti mona te torni mona."




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21/03/2011 09:40

Pensieri sparsi su Libia e Nord Africa
Otto anni dopo l’invasione in Iraq si avvera la profezia neoconservatrice per cui il mondo arabo si sarebbe ribellato ai dittatori locali.
Nel frattempo però l’amministrazione USA ha preso una piega fortemente realista che, dopo l’assaggio avuto in occasione delle manifestazioni iraniani post voto presidenziale, ha manifestato ancora un po’ di debolezza in occasione dei primi tumulti egiziani (le uscite della Clinton in supporto di Mubarak che restava, a tutti gli effetti, un amico degli States).
L’ONU è rimasto a guardare e l’UE, anche lei, si è messa a litigare sul tema degli immigrati, di fatto lasciando che i Paesi mediterranei – Italia in primis – se la smazzassero da soli.
In questa palese dimostrazione di incapacità politica dell’Occidente l’unica soluzione per mettere tutti d’accordo sarebbe stato trovare il classico “nemico” che unisce (come la Storia ci insegna da millenni).
Ed eccolo qui, il nemico perfetto dell’Occidente (Italia esclusa; ma anche gli altri non hanno mai disdegnato di fare affari con lui), quel Gheddafi già membro del Consiglio ONU sui Diritti Umani (sarà per questo che ha deciso di sparare sulle persone ?).
Il Paese del Nobel per la Pace è in prima linea a bombardare l’ex Stato Canaglia, ma a questo giro i francesi si dimostrano più realisti del re (interessi legati ad altre tribù ?) mentre i tedeschi continuano nella loro politica isolazionista come ai tempi dell’invasione in Iraq (interessi legati alle tribù vicine al rais ?). Dietro agli yankess i soliti paesi amici – Canada e Inghilterra, dove pur cambiando il governo non cambia la politica internazionale sempre legata ai nipoti di oltreoceano.
L’Italia fa l’Italia, ossia spende più energie nelle beghe interne e nel tentativo di spiegare che la guerra non è una guerra. Mentre la Lega batte il tasto populista: nell’immediato raccoglie un sacco di critiche, ma state sicuri che è già pronta col ditino ad urlare il suo “l’avevamo detto” se mai dovesse succedere (Dio ce ne scampi) qualcosa.
Come andrà a finire ?
Io penso con la cattura di Gheddafi. Anche se, o forse proprio per il fatto che, non è una azione pianificata.
[Modificato da paperino73 21/03/2011 09:40]

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21/03/2011 11:59

Re: Pensieri sparsi su Libia e Nord Africa
paperino73, 21/03/2011 09.40:

...
Come andrà a finire ?
Io penso con la cattura di Gheddafi. Anche se, o forse proprio per il fatto che, non è una azione pianificata.



Invece sarebbe preferibile ora, dopo aver mostrato i muscoli, le trattative diplomatiche per offrire a Gheddafi, nonostante tutto, un'uscita dignitosa, perchè lui, ora che si è visto promettere di finir davanti un tribunale internazionale, sarebbe capace di tirare avanti la guerra per mesi e anni... con gravi perdite umane tra civili e militari
oltre che per danni per tutta l'economia mondiale, ma soprattutto italiana che energicamente dipende troppo dalla Libia (circa 14-15% gas e 25% petrolio; tra l'altro molte nostre raffinerie sono tarate sull'ottimo greggio libico, senza di cui dovrebbero essere riconvertite: chiedi a Never...).

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Re: Re:
killing zoe, 20/03/2011 15.59:




sono partiti già gli eurofighter? scusa se te lo chiedo, ma ho letto che sei di Grosseto




Dovrebbero partire oggi, per trasferirsi nella base di Catania... [SM=x44461]
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21/03/2011 15:27

Il pianto via radio del generale ribelle
"Soldati, abbandonate Gheddafi"

Appelli alla defezione dagli altoparlanti appesi ai lampioni.
Nella capitale degli insorti caccia agli infiltrat.
A guidare la ribellione l'ex ministro Fatah Yunis


BENGASI - A volte ho l'impressione che pianga. La sua voce si frantuma in singhiozzi. Eppure il generale Abdul Fatah Yunis è un duro. Era un fedele di Gheddafi, è stato il suo ministro degli Interni, ma ancora prima del 17 febbraio si è schierato con gli insorti nella clandestinità. E adesso è il comandante dello sbrindellato esercito della Libia libera e cerca di recuperare il suo vecchio compagno d'armi. Il generale Mohammed al Ayat, infatti, è rimasto con il raìs. Lo supplica, gli lancia interminabili appelli attraverso la radio degli insorti. Gli ricorda gli amici comuni, il tempo passato insieme, gli stretti rapporti tra le loro famiglie. Si commuove. Quasi singhiozza in preda a un'emozione, forse autentica. Vieni con noi Mohammed; con Gheddafi non hai un avvenire; il suo potere è agonizzante. Yunis insiste: i tempi stringono, hai ancora poche ore per decidere, devi abbracciare la rivoluzione. Presto sarà troppo tardi.

La voce del generale Yunis rimbalza in tutte le città della Cirenaica e in quelle della Tripolitania ancora in mano al raìs. Qui a Bengasi la diffondono gli altoparlanti appesi ai lampioni. Non penso proprio che dove Gheddafi comanda ancora sia diffusa con tanto fervore. Gli insorti tentano di spogliare Gheddafi del suo esercito, di isolarlo nel bunker di Tripoli, e invitano i soldati a disertare. Se uno dei loro generali più noti, Mohammed al Ayat, si lasciasse convincere dal vecchio amico Yunis, sarebbe un bel colpo.
Alcuni reparti leali al raìs infiltratisi nella periferia occidentale di Bengasi, poche ore prima dell'inizio dell'operazione Odissea, quando i Mirage e i Rafale francesi non sorvolavano ancora Bengasi, hanno gettato le armi.

Nel palazzo del tribunale, sede del Consiglio nazionale che funziona da comitato di liberazione e da governo provvisorio, mi raccontano di aver trovato quindici soldati con le mani legate e freddati con un colpo alla nuca.
Erano disertori. Giustiziati, mi assicurano, dai compagni. Avevano rifiutato di combattere. Ma i responsabili dell'insurrezione non si fanno molte illusioni.

Il grosso delle truppe, sbarcate in prossimità del porto, o arrivate dalla strada costiera o da quella interna del deserto, si è ritirato e adesso si trova a quaranta chilometri a ovest da Bengasi. Si sarebbe messo al riparo per sfuggire alle incursioni aeree inglesi e francesi, il cui obiettivo è quello di distruggere la logistica dell'esercito di Gheddafi, e di frantumarlo per renderlo inoffensivo. Ma quei reparti, costretti a ritirarsi, e senz'altro intimoriti dagli attacchi aerei anche se non diretti contro di loro, ripartiranno presto all'attacco.

Nella sede in cui alberga il Consiglio nazionale non prevale l'ottimismo. Vi regna un'agitazione nevrotica. Gli avvenimenti la giustificano.
L'accoglienza è comunque generosa. Tutti sono ansiosi di raccontare. Tra computer e kalashnikov, tra tute mimetiche e blue jeans, sorrisi e comandi gridati, riesco a cogliere a stento qualche frammento di quei racconti che mi si riversano addosso. No, la guerra non è finita con l'intervento degli aerei occidentali, approvato dagli arabi. Gheddafi ripartirà gagliardo con la repressione appena le incursioni cesseranno. Ci vuole altro per stanarlo. La decisione del Consiglio di sicurezza è provvidenziale. È una vitale boccata d'aria, ma altre dure prove aspettano la Libia libera.

Mi accorgo che è scomparsa la bandiera francese, grande come un lenzuolo, fino a venerdì appesa sulla facciata dell'edificio. La gratitudine si è già esaurita? Mi assicurano che non è così. Se non c'è più è colpa del vento del Mediterraneo che l'ha strappata. Un'altra versione è che alle insegne della Francia si devono aggiungere quelle della Gran Bretagna e degli Stati Uniti. Insomma, l'omaggio deve assumere nuove proporzioni, visto che i missili destinati a Gheddafi sono di tante nazionalità.
C'è stata una caccia all'uomo negli ultimi due giorni a Bengasi.
Quando le truppe di Gheddafi, venerdì, si sono avvicinate alla periferia, in vari quartieri è emersa quella che un miliziano chiama la "quinta colonna". I partigiani del raìs erano rintanati tra la popolazione. Erano abitanti della città, o uomini arrivati da fuori. In vari quartieri, anche nel centro, sono usciti allo scoperto armi alla mano, per dare l'impressione che i soldati sbarcati in prossimità del porto, o arrivati sulla strada della costa, o dal deserto, stessero per occupare la città. Ma la "quinta colonna" non sapeva che gli insorti erano riusciti a frenare l'offensiva e che poi avevano disperso gli attaccanti, facendo almeno un centinaio di prigionieri e altrettanti morti. Le talpe di Gheddafi, annidate nel cuore di Bengasi, hanno cercato di ritornare nei loro nascondigli, ma molti sono stati riconosciuti, catturati e uccisi. E la caccia è continuata sanguinosa per ore.
Fra i soldati di Gheddafi che hanno cercato di infiltrarsi a Bengasi non mancavano gli stranieri. Si calcola che nell'insieme della Libia siano almeno diecimila, tra i quali alcune centinaia provenienti dal Ciad. Ma non mancano gli etiopi, i sudanesi e i nigeriani. Sono mercenari africani impegnati in una guerra che non è la loro. Non hanno via di scampo. Disertare è difficile.

Alcuni sono dispersi nella remota periferia di Bengasi e le sporadiche sparatorie di cui si sentono spesso i rumori rivelano la caccia in corso a quegli uomini braccati, libici o stranieri che siano. Gli africani sono i residui della politica panafricana promossa da Gheddafi, negli anni Settanta deluso dal rifiuto degli arabi di considerarlo il loro leader. Sono anche il frutto della sua interessata generosità nei confronti dei dittatori subsahariani, che in ricambio hanno fornito dei mercenari. I quali sono per i libici dei fantasmi, e come tali suscitano terrore. Il paese è così un arsenale di uomini armati che gli aerei anglofrancesi, benedetti dall'Onu, riusciranno difficilmente a disperdere.

Fonte: Repubblica

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21/03/2011 15:31

Il governo chiede l'ombrello Nato
Verso il dibattito, la Lega va da sola

La conferenza dei capigruppi esaminerà la richiesta del Pd di far esprimere con un voto l'aula di Montecitorio. La Lega lavora ad una propria risoluzione che chiede il blocco navale e il rispetto degli accordi commerciali. Berlusconi a Bossi: "Non c'erano altre strade"

ROMA - Mentre arriva la notizia che nuovi aerei italiani si sono alzati in volo verso la Libia, il governo Berlusconi si trova a dover gestire la scelta di aver aperto le ostilità contro il regime di Gheddafi. Decisione che alla Lega non piace (e non lo nasconde) e che provoca fibrillazioni nell'esecutivo. Tanto che lo stesso Berlusconi, durante il cdm straordinario di stamattina, avrebbe spiegato a Bossi "che un'altra strada non esisteva" e che l'Italia non poteva rischiare di rimanere ai margini e subire solo le conseguenze di quanto deciso da altri. Soprattutto in vista dell'emergenza immigrati e profughi.

Frattini a Bruxelles. Alla riunione dei ministri degli Esteri dell'Ue a Bruxelles il titolare della Farnesina, Franco Frattini, ha auspicato che sia l'Allenza atlantica a guidare le operazioni militari. Serve "un approccio più coordinato sotto la Nato, perchè ne ha le capacità. Non facciamo guerra, attuiamo risoluzione Onu".

"Altri Paesi della coalizione la pensano come noi - aggiunge il ministro della Difesa, Ignazio La Russa - ma su questo non c'è una totale condivisione. La linea di comando della Nato è collaudata, gli assetti sono già prestabiliti e determinati. La qualità degli interventi avverrebbe in maniera più chiara e trasparente".

Rettiche e mezze frenate che trovano spiegazione nell'evidente contrarietà della Lega. Per questo la conferenza dei capigruppo della Camera, convocata per domani alle 12,30, esaminerà la richiesta avanzata ufficialmente dal capogruppo Pd Dario Franceschini al presidente Gianfranco Fini di far esprimere con un voto l'aula della Camera sull'intervento in Libia. Un passaggio che trova il via libera di Terzo polo, la Lega, l'Idv e i responsabili."Data la delicatezza della situazione, i molti distinguo all'interno della maggioranza, è assolutamente indispensabile che sia proprio il presidente del Consiglio, mercoledì, a rappresentare al massimo livello il governo in questo passaggio" dice Lapo Pistelli del Pd. Per Antonio Di Pietro dell'Idv "dall'intervento umanitario e di interdizione si sta rischiando di passare a un intervento di colonizzazione, e questo è pericoloso".

Dal suo canto il Carroccio lavora ad una risoluzione che chiederà il rispetto degli accordi commerciali su gas e petrolio, l'assoluto rispetto della risoluzione Onu, la necessità di un coordinamento Nato, l'assunzione di responsabilità dei paesi della coalizione a farsi carico di una quota di profughi, il blocco navale per contrastare l'immigrazione clandestina e prevenzione e contenimento delle infiltrazioni terroristiche. Sul documento potrebbe esserci - sempre secondo quanto si apprende - una convergenza del Pdl. "Se accadrà, vedremo. Per ora mi sembra ci sia condivisione delle nostre clausole che sono sono tutte di buonsenso" dice il ministro leghista Roberto Calderoli.

"Stiamo lavorando ad una risoluzione che prevede che tutti i paesi europei si facciano carico degli arrivi - aggiunge il ministro dell'Interno Roberto Maroni - Spero che tutto il parlamento voti la risoluzione, dopodichè tutto il governo continuerà a fare pressione per ottenere". La Russa ascolta e rassicura: "Non vedo grandi divisioni nella maggioranza, la Lega non ha frapposto ostacoli. L'Onu non lasciava scelte, la risoluzione ci imponeva di stare dalla parte della comunità internazionale o contro".

Fonte: Repubblica

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21/03/2011 15:44

GLI INSORTI: ABBIAMO PERSO 8000 UOMINI. VOCI SULLA MORTE DI KHAMIS GHEDDAFI

«Gheddafi piazza gli scudi umani»
Usa: comando andrà a franco-britannici

Gates: presto passaggio di consegne.
Ricominciate le operazioni: partiti Tornado ed F16 italiani


MILANO - Non si fermano gli attacchi contro la Libia della coalizione anti-Gheddafi. I primi a riprendere le operazione aeree sono stati i francesi.

TERZO GIORNO - L'operazione «Odissey Dawn» è giunta al terzo giorno e domenica ha visto esordire nelle operazioni anche i Tornado italiani. Che però non avrebbero lanciato missili. «Ieri sera nella missione condotta in Libia abbiamo solo pattugliato la zona nei pressi di Bengasi ma non abbiamo ritenuto di lanciare i missili contro i radar» ha detto infatti Nicola Scolari, 38 anni, uno dei tre piloti che domenica ha partecipato alla missione italiana contro la Libia. Secondo l'ammiraglio americano Mike Mullen, capo degli Stati maggiori riuniti Usa la prima ondata di attacchi ha permesso di stabilire la no-fly zone sulla Libia. Ora comincia la seconda fase quella che prevede l'attacco alle forze di rifornimento delle truppe del Colonnello Gheddafi.

SCUDI UMANI - Ma il regime libico starebbe reagendo usando mezzi non convenzionali. Il Regno Unito ha detto che una delle proprie missioni di bombardamento sulla Libia è stata annullata domenica per evitare di fare vittime tra i civili. «Riteniamo che un numero indefinito di civili si siano spostati nell'area che intendevamo prendere come obiettivo», ha riferito il ministero della Difesa inglese. La televisione di Stato libica ha affermato che i sostenitori di Gheddafi si sono diretti verso gli aeroporti per fungere da scudi umani.
Una notizia quest'ultima confermata anche dagli insorti che sostengono che le forze fedeli a Gheddafi stiano portando civili a Misurata dalle città vicine proprio per usarli come scudi umani.

ATTACCHI - Due F16 italiani di stanza nella base militare di Trapani Birgi sono decollati dall'aeroporto militare siciliano. Pochi istanti dopo è decollato anche un elicottero italiano seguito da tre caccia di tipo Tornado. Non è nota la destinazione: viene solo sottolineato che stanno svolgendo la loro missione. L'Italia ha messo a disposizione della coalizione che sta svolgendo le operazioni militari sulla Libia 8 caccia: 4 Tornado Ecr per la neutralizzazione delle difese aeree nemiche e 4 intercettori F-16. In precedenza erano decollati da Decimomannu per la prima missione sulla Libia due cacciabombardieri F18 e un aereo tanker dell'Aeronautica militare spagnola. Il 47esimo Gruppo di Torrejon è così entrato in azione nell'operazione «Odyssey Dawn». Destinazione e ordini di missione top secret. Successivamente sono parititi anche quattro dei sei caccia F16 danesi, ospitati nella base di Sigonella (in provincia di Catania).

CAMBIO DI COMANDO - Gli Stati Uniti hanno annunciato che passeranno «nei prossimi giorni» il comando dell'operazione; il presidente americano Barack Obama vuole infatti consegnare l'incarico di guidare l'intervento militare alla Nato o ai franco-britannici, per non gravare troppo sulle forze armate statunitensi, già impegnate in due conflitti. Il Segretario alla Difesa Usa, Robert Gates, ha tuttavia sottolineato come sia più probabile che l'intervento venga affidato a un comando franco-britannico, a causa della «sensibilità» araba verso un altro intervento dell'Alleanza Atlantica nel mondo musulmano. «Continueremo a sostenere la coalizione, saremo partner della coalizione, avremo un ruolo nella coalizione, ma non avremo un ruolo di spicco», ha detto il ministro, citato dal quotidiano britannico «Times».

VITTIME - Intanto c'è un primo bilancio del conflitto sul campo tra le forze del Colonnello e gli insorti. Sono oltre 8.000 i ribelli rimasti uccisi dall'inizio della rivolta al regime libico Gheddafi. «I nostri morti e martiri sono più di 8.000», ha detto a Sky News il portavoce del Consiglio nazionale di transizione di Bengasi, Hafiz Ghoga, che ha anche criticato gli appunti mossi domenica dal Segretario generale della Lega araba, Amr Moussa, ai bombardamenti lanciati dalla comunità internazionale in Libia.
Un portavoce del governo francese ha invece detto di non avere informazioni sul fatto che civili siano rimasti uccisi negli attacchi sulla Libia da parte della coalizione.

KHAMIS GHEDDAFI - Circolano in Libia voci circa la morte di Khamis Gheddafi, figlio del colonnello Muammar, che sarebbe deceduto ieri a Tripoli. Secondo quanto ha annunciato il sito dell'opposizione libica «Al-Manara», Khamis sarebbe morto per le ferite riportate nei giorni scorsi, quando un pilota dell'aviazione libica passato con l'opposizione avrebbe aperto il fuoco contro di lui nei pressi della caserma di Bab al-Aziziya, nel centro di Tripoli. La notizia non è stata ancora confermata, ma sta già facendo il giro dei media arabi. Khamis Gheddafi era a capo di una delle brigate del regime impegnate a combattere contro gli insorti. Sesto dei figli del colonnello, aveva il grado di capitano dell'esercito ed era responsabile del reclutamento e dell'addestramento dei soldati mercenari africani.

ONU - Sul fronte diplomatico prosegue intanto il giro delle capitali del segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon. «Il forte impegno della Lega Araba» per proteggere i civili in Libia «ha reso possibile l'adozione della risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu» ha detto Ban Ki-Moon, al termine del suo incontro con il segretario generale della Lega Araba, Amr Mussa.

PUTIN - Da segnalare anche un caustico commento del primo ministro russo Vladimir Putin che ha sostenuto che la risoluzione dell'Onu sulla Libia ricorda «gli appelli medioevali alle Crociate».

LEGA ARABA - La Lega araba invece conferma la propria preoccupazione per «le modalità su come il rispetto della no fly zone» è stata finora attuata, «in particolare da parte delle forze francesi». Lo riferiscono fonti diplomatiche a Bruxelles, precisando di avere avuto contatti con rappresentanti della Lega araba al Cairo.

Fonte: CorrieredellaSera

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21/03/2011 21:45

Berlusconi frena Parigi: Comando operazioni alla Nato
Roma, 21 mar. (TMNews) - Il vero consiglio dei ministri si svolge a novemila metri, sulla rotta Milano-Roma. Silvio Berlusconi e Umberto Bossi, faccia a faccia. In quota si manifestano i malumori della Lega, le preoccupazioni per la pressione migratoria e per l'accelerazione francese. Il Cavaliere - presenti anche Ignazio La Russa, Roberto Calderoli e Roberto Maroni - non si sottrae al confronto, spiega che lui da tempo considera l'approccio transalpino sbagliato, ma ricorda la difficile posizione italiana e la necessità che la maggioranza non si divida in questo frangente. Ma le tesi leghiste trovano terreno fertile in Berlusconi, che da tempo covava irritazione per l'attivismo francese: e nel pomeriggio arriva la dichiarazione di Franco Frattini che minaccia di non concedere le basi se il comando non passerà alla Nato. Parole ricalibrate in serata, ma lasciando intatto il senso della sfida a Parigi: il comando sia Nato, oppure Roma istituirà un proprio comando autonomo per verificare che le operazioni con base in Italia avvengano nel rispetto assoluto del mandato Onu. Ma c'è anche il fronte interno, con la preoccupazione del governo di non offrire all'opposizione la chance di cavalcare le divisioni interne: si stabilisce dunque di votare in Parlamento sulle risoluzioni, come chiede il Carroccio, sperando che in quella sede si riesca a ritrovare una direttrice comune. Ma a sera resta ancora l'immagine di accelerazioni e frenate, ministri critici con i colleghi di governo, malumori leghisti per la gestione della crisi che - sia pure ufficiosamente - fanno fatica a non tracimare, a causa di nuove dichiarazioni governative, se non discordanti quantomeno differenti. "Dilettanti allo sbaraglio", taglia corto un esponente leghista commentando quello che giudica un balletto di dichiarazioni di Frattini e La Russa. Nel corso del consiglio dei ministri ufficiale, quello di palazzo Chigi, va in scena una nuova puntata delle lamentele leghiste, perché per il Carroccio l'Italia si è spinta troppo avanti in questa vicenda, e sempre inseguendo gli alleati. I padani deplorano nel corso della riunione anche le eccessive esternazioni di alcuni militari. La Russa, dal canto suo, auspica maggiore riservatezza. Poi tocca a Berlusconi, che con nettezza e davanti ai ministri riuniti dà finalmente voce alla propria irritazione per la posizione francese. Il pomeriggio è gravido di novità. La Russia si propone come mediatore con la Libia, secondo fonti governative ci sarebbero stati anche dei contatti fra Roma e Mosca e c'è chi si spinge a ipotizzare un ruolo dell'Italia nella mediazione. Poi il ministro degli Esteri Franco Frattini, da Bruxelles, pronuncia parole pesanti che ricalibrano la posizione italiana. Un deciso cambio di rotta, dettato direttamente da Berlusconi e frutto della volontà di uscire dall'angolo e di rispondere alla strategia francese delle ultime settimane. Berlusconi sembra rispondere alle sollecitazioni leghiste in modo convinto, quando da Torino scandisce: Il comando delle operazioni torni alla Nato, gli obiettivi della missione nell'ambito della risoluzione Onu sono limitati alla no fly zone, all'embargo e alla protezione dei civili. Berlusconi, però, non arriva a ripetere l'ultimatum di Frattini sulla concessione delle basi. Poi il presidente del Consiglio assicura: "I nostri aerei non hanno sparato e non spareranno". Anche se il comandante Mauro Gabetta, pilota e portavoce della base di Trapani, aveva sottolineato: "L'operazione di soppressione delle difese degli avversari condotta dai nostri apparecchi è stata positiva. Gli obiettivi sono stati colpiti. La zona interessata era nei pressi di Bengasi".

www.laprovinciadisondrio.it/stories/apcom/193410_libia_berlusconi_frena_parigi_comando_operazioni_al...
21/03/2011 22:01

Re: Re: Re:
Etrusco, 21/03/2011 12.02:


Dovrebbero partire oggi, per trasferirsi nella base di Catania... [SM=x44461]



mi hanno confermato che una gruppo era già partito ieri [SM=x44461]

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21/03/2011 23:59

Re: Re: Re: Re:
killing zoe, 21/03/2011 22.01:



mi hanno confermato che una gruppo era già partito ieri [SM=x44461]





Che poi non capisco perchè tutti questi segreti:
dicono che i nostri piloti fanno solo pattugliamento senza sganciare missili, invece oggi un pilota s'è fatto sfuggire coi giornalisti che avrebbe annientato un obiettivo e lo hanno subito trasferito al nord
ed hanno poi cacciato fuori dalla base tutti i giornalisti... [SM=x44466]

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23/03/2011 00:07

Siamo alle barzellette su chi deve comandare: la Francia con gli inglesi ?; gli USA ?; la NATO ? ...

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