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Premier processato per «Concussione» & «induzione e sfruttamento Prostituzione Minorile»

Ultimo Aggiornamento: 29/02/2016 18:52
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02/06/2011 00:13

Ghedini: "Berlusconi sicuro
che fosse la nipote di Mubarak"

L'avvocato del premier ha presentato un elenco di testimoni che confermerebbero la convinzione del Cavaliere che la ragazza era effettivamente parente stretta dell'ex presidente egiziano. Per questo, ha chiesto ai giudici di rinviare al tribunale dei ministri tutto il procedimento, in quanto il cavaliere avrebbe agito nelle sue funzioni di presidente del Consiglio


MILANO - Nicolò Ghedini ha chiesto ai giudici di Milano davanti ai quali si sta celebrando il processo sul caso Ruby, qualora "si ritenesse che Berlusconi non fosse pubblico ufficiale di pronunciare una sentenza di proscioglimento immediato, oppure qualora si sostenesse che ha agito come pubblico ufficiale, cioè come presidente del consiglio, di inviare al Tribunale dei ministri di Milano gli atti". Così ha concluso il legale riguardo alla prima eccezione, cioè quella sull'incompetenza funzionale legata al reato di concussione contestato al premier.

TUTTI I PROCESSI DEL PREMIER

RUBY E LE SUE VERITA'

LE FESTE AD ARCORE

FEDE, MORA E MINETTI A GIUDIZIO


L'avvocato, nell' illustrare davanti ai giudici del processo la questione di incompetenza funzionale,
ha parlato del "convincimento chiaro e incontrovertibile" da parte di Silvio Berlusconi che la giovane marocchina fosse la nipote dell'ex presidente egiziano Hosni Mubarak. Questa, secondo la difesa, è una delle "ragioni" per cui gli atti devono essere trasmessi al tribunale dei ministri.

Il difensore del premier ha inoltre spiegato ai giudici che qualora volessero, potrebbero sentire anche le persone, ascoltate anche nell'ambito delle indagini difensive, che erano presenti quando Berlusconi incontrò Mubarak e manifestò il suo convincimento che Ruby fosse la nipote dell'ex presidente egiziano. Secondo la difesa, infatti, i giudici potrebbero sentire questi testimoni prima di decidere sulla questione di incompetenza funzionale. Tra le persone citate dall'avvocato Niccolò Ghedini, e già sentite nelle indagini difensive, ci sono i ministri Frattini e Galan, Paolo Bonaiuti e l'interprete che era presente all'incontro bilaterale. "Queste indagini difensive comprovano - ha spiegato l'avvocato - anche il collegamento funzionale del presunto reato".

Nell'incontro con Mubarak, secondo Ghedini, Berlusconi manifestò un "convincimento chiaro e incontrovertibile", che "lo aveva guidato a fare dichiarazioni ufficiali in un pranzo formale". Secondo la difesa, inoltre, ci sono anche altri soggetti come "l'architetto Di Bernardo e la signora Fragata" che hanno avuto "indicazioni da Karima el Mahroug che ella sarebbe stata maggiorenne e parente del presidente egiziano". Ghedini, infine, ha citato anche una relazione "del sovrintendente capo Imperiale" sulla famose notte in questura, tra il 27 e il 28 maggio 2010, nella quale si parla dell'affidamento di Ruby a Nicole Minetti 6 "in quanto nipote del presidente egiziano Mubarak".

Sono in tutto sedici le eccezioni presentate dalla difesa del premier ai giudici del processo Ruby. Tra queste, oltre alle già menzionate, ci sono la competenza territoriale, cinque eccezioni relative al rito immediato, quattro alle intercettazioni, una sulla violazione della corrispondenza in merito all'esame di alcuni documenti bancari e due sul fascicolo dibattimentale.

Per quanto riguarda le intercettazioni, ha sostenuto l'avvocato Ghedini, Silvio Berlusconi "è stato
monitorato direttamente" con una "pacifica violazione dell'articolo 68 della Costituzione", che prevede che debba essere chiesta l'autorizzazione alle Camere per intercettare un parlamentare. "Tutte le richieste di intercettazioni e di tabulati che riguardavano altri soggetti coinvolti nell'inchiesta puntavano nella direzione di Silvio Berlusconi", ha spiegato il legale..

L'avvocato Ghedini ha chiesto dunque che i giudici dichiarino "l'inutilizzabilità radicale di tutte le intercettazioni e dei tabulati" dell'inchiesta e di conseguenza la nullità del decreto che ha disposto il giudizio. Secondo Ghedini, infatti, "non si può dire che ci siano state intercettazioni indirette che hanno riguardato il premier, ma bisogna dire che ci sono state intercettazioni dirette". Il legale ha parlato infatti di "ben 1.732 casi in cui sono state intercettate utenze riferibili a Berlusconi" e di "ben 6.113" indicazioni nei tabulati di utenze del premier contattate da altri soggetti.

Fonte: Repubblica

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