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REAL DAYS di Francesco Picone

Ultimo Aggiornamento: 06/06/2010 11:04
26/05/2010 12:54
 
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TITOLO CORTOMETRAGGIO: Real days



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DURATA: 17 minuti
REGIA: Francesco Picone
ATTORI PRINCIPALI: Francesco Picone; Santa Pellino; Simone Lagi
SCENEGGIATURA: Francesco Picone
MUSICHE: Francesco Picone
FOTOGRAFIA:Francesco Picone
MONTAGGIO: Francesco Picone
BREVE SINOSSI:Marco è il nuovo concorrente del famoso reality show "real Days"...
BREVE BIOGRAFIA DEL REGISTA:Francesco Picone ex studente di cinema e attuale regista televisivo.








Io Sono Leggenda







29/05/2010 16:54
 
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Un prodotto intelligente, profondo e vario, che inizia come una parodia dei reality-show, prosegue come amara riflessione sui medesimi e, alla fine, sfocia inaspettatamente nell' horror stile "Rec", "Cloverfield" & co., con shaky-cam annessa.
A parte lo spunto finale, che muta repentinamente e drasticamente l' atmosfera, si respira sin dall' inizio, e per quasi tutta la durata, un' aria molto triste: ed è ciò che secondo me più vale, e che deve non poco alle doti recitative del regista-protagonista; peccato che altri personaggi (tipo l' amico con l' hobby della cucina, l' ex fidanzata ed il suo nuovo spasimante) non gli stiano dietro, penalizzando in parte - ma solo in piccola parte, per fortuna - il risultato. Che, a dirla tutta, non resta certamente nella memoria per la marginale componente horror ma per ben altro, dimostrando che la superficialità e lo smarrimento quotidiani (filo conduttore dei "real days" del titolo) sono, in fin dei conti, la cosa di cui avere veramente paura al giorno d' oggi.


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"Quanta benzina abbiamo?"

"Non molta."

"Okay..."


29/05/2010 18:21
 
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sicuramente un prodotto di qualità superiore, molto ben recitato e ottimamanete diretto. devo dire che il finale è stata una grande delusione, una ricaduta in pieno "rec" style, quando per tutta la durata del corto hoi creduto che la lezione di deodato sarebbe stata reinterpretata in chiave più letterale, una sorpresa in negativo. molto bella la parte iniziale con la ricostruzione del tg e grande cura per i dettagli (come le flash news che scorrono sotto). un lavoro notevole
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zombies last supper
30/05/2010 12:55
 
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Tecnicamente di ottimo livello, con una bella fotografia, buona regia e attori credibili, su tutti il protagonista. Purtroppo di horror in senso stretto c' ho visto poco, tutto concentrato negli ultimi minuti ed essendo in un festival horror questo penalizza e non poco. Preso a sé il corto è interessante, come detto, grazie all' ottima qualità tecnica e recitativa, nonché all' uso della macchina da presa. Non so se l' intento era quello di fare un horror puro oppure un qualcosa di critica sociale con uno spruzzetto di sangue. Peccato perché se avesse puntato più sulla componente orrorifica sarebbe stato tra i migliori della rassegna. Tra l' altro mi è parso di vedere omaggiato Dead Set, mi correga il regista se mi sbaglio.



Io Sono Leggenda







31/05/2010 00:20
 
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Re:
Kissoon, 30/05/2010 12.55:

Tecnicamente di ottimo livello, con una bella fotografia, buona regia e attori credibili, su tutti il protagonista. Purtroppo di horror in senso stretto c' ho visto poco, tutto concentrato negli ultimi minuti ed essendo in un festival horror questo penalizza e non poco. Preso a sé il corto è interessante, come detto, grazie all' ottima qualità tecnica e recitativa, nonché all' uso della macchina da presa. Non so se l' intento era quello di fare un horror puro oppure un qualcosa di critica sociale con uno spruzzetto di sangue. Peccato perché se avesse puntato più sulla componente orrorifica sarebbe stato tra i migliori della rassegna. Tra l' altro mi è parso di vedere omaggiato Dead Set, mi correga il regista se mi sbaglio.




pensa che la mia critica va proprio in senso opposto..
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zombies last supper
31/05/2010 00:24
 
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E' questo il bello. [SM=g27811] [SM=g27828]



Io Sono Leggenda







31/05/2010 15:33
 
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Trovo ci sia un fallimento concettuale, in Real Days. Un fallimento che deriva dal predisporre un piano tematico e dal non saperlo poi degnamente concludere.

Per spiegarmi prendo spunto dai titoli che già sono stati citati per somiglianze varie: Cloverfield e Rec.

Cloverfield non parlava di tivvù. C'era, sì, la mania della ripresa, il tizio che voleva documentare ecc, ma il film non proponeva riferimenti al mondo del reality televisivo. Non di base, almeno.

Rec, al contrario, sì. Se la narrazione di Rec è possibile, lo si deve a un programma tivvù che segue le gesta di un gruppo di pompieri con lo scopo di riportarle per documentario direttamente ai telespettatori a casa.

A casa.
Ecco dov'è che Rec diventa prodotto notevole e invece Real Days (pur apprezzabile) fallisce: nel ricondurre tutto... a casa.

L'idea di proporre una storia che sfrutti il prodotto televisivo reality per arrivare all'horror, non dovrebbe poi dimenticare che dal reality s'era partiti. Se si decide di raccontare l'orrore che si cela dietro le nuove pseudo tivvù verità con metaforiche apparizioni zombesche, allora è mio parere che lo si debba fare fino in fondo e nel migliore dei modi.

Real Days non fa come Rec. Ed è lì che manca il bersaglio.
Perché Rec parte dalla messa in scena di un programma televisivo verità, e riporta poi tutto l'horror proprio laddove il programma televisivo, per definizione, sbocca: in casa.
Rec fa il botto in un palazzo, alveare di abitazioni ognuna coi propri salotti e le proprie tivvù.
Rec trasforma in orrore il focolare domestico, il pianerottolo, il vicino di casa.
Il discorso "orrore televisivo da real tv maniacale" si ritorce direttamente sullo spettatore, in casa propria, e il circolo concettuale è impeccabile, praticamente perfetto.

E' accaduto lo stesso con una miniserie horror intitolata Dead Set. Lì, si trasformava in horror lo stesso studio televisivo. Non la tragedia del pubblico, quindi, veniva a chiudere il cerchio concettuale; piuttosto, erano gli stessi artefici del programma a finire in polpette.

Tornando a noi: Real Days parte ovviamente con l'intento di metterci sulla strada dello strabusato discorso critico ai danni della real tivvù.
Infatti, inizia con un tg decisamente kitsch e un servizio decisamente kitsch dove le parole dell'ultimo intervistato chiariscono perfettamente il punto di vista alla base del cortometraggio.
E cioè: i reality non fanno bene alla società.

E tutto il film, dopo, presenta la vita piuttosto normale, spesso anche insulsa, di un protagonista che confessa apertamente d'aver pensato al metterla in mostra solo per rimediare a insuccessi amorosi. Mica lo ha fatto per vena artistica... Così come non agisce per vena artistica l'operatore, che riprende tutto, tutto, perché la logica del programma prevede azione continua, anche a costo di calpestare la decenza.
Quindi, di nuovo: il corto ci dice che i reality non fanno bene alla società.

Ma ecco che ci si perde per la strada (letteralmente). Ecco che Real Days non prova a chiudere il cerchio concettuale, magari proponendo un modo alla Rec o alla Dead Set di riportare tutto il discorso in una situazione identificabile come legata a tivvù o spettatori.
Real Days non si sforza di proporre un'ambientazione o una situazione significativa, valorizzatrice della riflessione che suggerisce lungo l'intero cortometraggio.

Real Days ci propone invece una sequenza banale e che personalmente vedo più adatta a premesse filmiche ben diverse: quella dell'incidente stradale.
E l'incidente ce lo vedo in un film alla Non aprite quella Porta, alla Wrong Turn, alla Cabin Fever.
Perché? Perché sono principalmente film sul viaggio nel luogo sbagliato, con civiltà che si scontrano su terreno comune dopo essersi credute lontane e al sicuro le une dalle altre.
Ed è normale, ovvio, che questo scontro tra ragazzotti di turno e mostri di turno, tra zotici che si fingono fighetti di città e zotici fieri di esserlo e dimostrarlo, tra mostri in egual misura ma cresciuti in contesti diversi, questo scontro, dicevo, è logico che veda nella strada un set ideale di rappresentazione.

Ma Real Days no. Real Days con la strada e l'incidente non c'entra un tubo.
E allora il principio teorico che guida la storia va a farsi benedire.
E si badi che non è solo un peccato dal punto di visto logico, che Real Days non chiuda il cerchio concettuale.
E' un peccato sotto l'aspetto stilistico, perché si ha l'impressione di sciatta conclusione ideata per stanchezza, magari perché ci si era rotti di girare con la camera in mano tra la gente.

Tuttavia, al di là di questo mancato appuntamento tra filosofia tematica e congruo finale, Real Days ha momenti molto interessanti.
La parte del telegiornale è molto ben realizzata, soprattutto va fatto un plauso alla voce femminile, credibilissima nel ruolo della giornalista da non-notizie. E poi si è avuto il coraggio di girare il prodotto tra la folla, in ambienti ostili per definizione alla raccolta condizionata di audio e video.
Simpatici i personaggi, piacevoli da guardare e conoscere.

Ma propone un contenuto, Real Days, a cui infine non si sforza di dare sostanza. Suggerisce sapientemente vedute e poi ingenuamente non organizza un degno finale per celebrarle. Col rischio, paradossalmente, di non aver detto nulla.

Un buon lavoro mancato.






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"Si staranno preoccupando per noi?"
"No, non ancora. Dovevamo incontrare i camion venti minuti fa; si faranno vedere soltanto fra un'ora e mezza. Alle due, cominceranno a chiedere a
qualcuno se c'hanno visto. Alle tre ci cercheranno nei bar, e verso le quattro si arrabbieranno. Alle cinque, forse qualcuno capirà che ci siamo persi. Alle sei, il capitano penserà di chiamare il comando, e lo farà solo alle sette e mezza. Dal comando risponderanno che è tardi e
che ci penseranno domani."
31/05/2010 16:28
 
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Salve,
Per Kisson, possiedo Dead Set ma non l'ho ancora visto, devo assolutamente rimediare.
Per Steveau il finale ha un significato ben preciso, in linea con la mia considerazione che porto avanti fin dall'inizio riguardo ai reality, solo che per comunicarlo uso il genere. Comunque non voglio interferire con i vostri giudizi, non è da me!
Grazie per la vostra visione, un saluto ragazzi e buon lavoro [SM=g27835]
06/06/2010 11:04
 
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Real Days

Notevole lavoro tecnico in questo Real Days !!

A partire dal TG iniziale con tanto di sottopancia con notizie che danno indiscrezioni al limite della realtà su vip(gustosissime le indiscrezioni su Omaba e Berlusconi !!).

Tutto il cortometraggio è tecnicamente perfetto, una recitazione spontanea e mai forzata, una fotografia precisa e una regia attenta ai minimi particolari.

Il lato negativo è proprio l'intero svolgimento della giornata da reality........Real Days dovrebbe essere una critica verso i reality show, ma usa in modo dilatato il tempo minimo che ha un cortometraggio per le banalità che proprio questi programmi ostentano per ore. Nei vari Grande Fratello, L'isola dei famosi....il girato vero è quanto di più noioso si possa assistere, e risulta solo gradevole la puntata settimanale dove con l'utilizzo di ospiti più o meno importanti si presenta il cosiddetto meglio di..e ad un certo punto si è tentati di fare ben altro (andare in bagno, bere, controllare la posta) che vedere le imprese giornaliere di Marco.

La parte soprannaturale nel finale risulta molto stucchevole e quanto mai impropria....anche se (ripeto) il girato è di notevole impatto visivo.

Alienante
www.alienante.it
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