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Guidonia, confessano gli stupratori

Ultimo Aggiornamento: 02/02/2009 09:37
27/01/2009 21:01
 
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Arrestati quattro giovani romeni, traditi da una telefonata fatta con il cellulare della vittima
Nei guai due connazionali che favorirono la loro latitanza. La vittima: "E' fine di un incubo"

Sfuggiti al linciaggio della folla
Il procuratore di Tivoli: "Serve più controllo in periferia che a Roma"


Alemanno: "Punire i colpevoli
ma non colpevolizzare i romeni"


Gianni Alemanno
ROMA - Soddisfazione per gli arresti. Pugno duro con i colpevoli, ma nessuna caccia al romeno. La notizia dell'arresto del gruppo dei presunti stupratori di Guidonia, viene accolta con soddisfazione dal sindaco di Roma Gianni Alemanno. Lui, finito sotto accusa per la questione sicurezza nella Capitale, parla "di un successo del grande sforzo messo in atto dalle forze dell'ordine" e di un fatto importante che deve indicare "la strada per garantire la certezza della pena". Ma, davanti alle aggressioni razziste ai danni di alcuni immigrati, il sindaco di Roma invita a non fare di tutt'erba un fascio: "Non commettiamo l'errore di generalizzare e pensare che tutti i romeni commettono questi reati. Le colpe e gli errori di un singolo non vanno generalizzati su interi popoli e intere comunita'. Farlo sarebbe un errore culturale'.


PARLA il sindaco di Guidonia
ROMA - L'incubo è finito: gli stupratori di Guidonia sono stati arrestati, caduti nella trappola per colpa di una telefonata fatta con il cellulare della ragazza violentata. Sono quattro romeni, hanno tra i 20 e i 23 anni, sbarcati in Italia da poche settimane; il più giovane di loro ha già confessato. Gli altri saranno incastrati dalla comparazione tra il loro Dna e quello ricavato dalle tracce biologiche lasciate sull'auto della violentata e del suo fidanzato, picchiato e legato nel bagagliaio della macchina.

Fermati al casello di Tivoli. Poche ore dopo l'aggressione, al telefono con alcuni compatrioti, uno dei romeni arrestati ha parlato di nascondersi a Padova, ma al casello di Tivoli, ad attendere la Bmw dei romeni c'erano i carabinieri. Fermati nelle loro case invece altri due connazionali che avrebbero favorito la latitanza della banda. Erano in Italia già da tempo, incensurati come i quattro violentatori.

La rabbia della folla. La notizia dell'arresto è corsa tra le gente di Guidonia sull'onda di un sms: "Hanno catturato la mandria" era scritto, e in molti si sono radunati davanti alla stazione di carabinieri dove erano rinchiusi i quattro romeni. Volevano linciarli. "Bastardi", gli hanno gridato. "Finalmente vi hanno presi"; "Maiali"; "Consegnateli al padre della ragazza" hanno urlato pieni di rabbia. E' stato un vero e proprio assalto alla caserma. La gente esasperata gridava insulti e prendeva a calci e pugni le auto dei carabinieri per trascinare fuori dalla macchina gli arrestati.

"Non chiamateli però tutti criminali". "Ma generalizzare sarebbe un errore", ha detto il sindaco di Roma. Gianni Alemanno invita a non fare di tutt'erba un fascio: "Le colpe e gli errori di un singolo non devono ricadere su intere comunità. Farlo sarebbe un errore culturale". Lo sostiene anche il procuratore della Repubblica di Tivoli, Luigi de Ficchy: "Moltissimi stranieri a Guidonia lavorano onestamente ma tra loro si mischiano gruppi criminali. La malavita romena nell'hinterland della Capitale è tra le più presenti e aggressive. In pochi anni i romeni hanno espresso una cultura criminale notevole rispetto ad altre etnie. Forse su Roma non è necessaria tutta quella presenza di carabinieri e polizia di quanto invece ce ne sarebbe bisogno nell'hinterland della capitale".

"È la fine di un incubo". Tra le lacrime, la ventunenne violentata ha accolto la notizia dell'arresto dei suoi aguzzini con un gesto di sollievo: "E' la fine di un incubo. Questa è giustizia: ora non faranno più male a nessuno, non faranno a un'altra donna quello che hanno fatto a me".




Reportage nel paese dove è avvenuta l'aggressione ai due fidanzati
a 48 ore dagli attacchi che hanno mandato in ospedale quattro albanesi
A Guidonia, dopo il raid antistranieri
"Lo rifaremo, ma con la benzina"
dal nostro inviato MASSIMO LUGLI


Un manifesto di Forza Nuova comparso a Guidonia dopo lo stupro
GUIDONIA - "Pestaggio? Ma quale pestaggio? Bisogna impiccarli tutti ai lampioni al centro della piazza, così magari la smettono". Sbatte giù un sei di bastoni con tutta la rabbia che gli brucia dentro e poi gira lo sguardo al cerchio dei pensionati con le carte in mano e di quelli che guardano senza giocare. "Ho ragione, no? Tutti appesi... ". Qualcuno approva, qualcun altro mugugna, un tipo massiccio con la coppola calcata sulla fronte e gli occhiali come due cocci di bottiglia scuote la testa. "No, così è peggio: la giustizia la fa la legge, i carabinieri. E poi tra i romeni di qui ce ne sono tanti che lavorano, non danno grane. Guarda Anna....". Anna, la ragazza che serve al banco del bar, non raccoglie e finge di concentrarsi sulla macchina della Moka anche se nessuno ha chiesto un caffè.

Guidonia Montecelio, neanche quarantott'ore dopo il raid di giustizieri che ha spedito all'ospedale quattro albanesi. Una città di 80 mila abitanti e passa, il terzo comune del Lazio dopo Roma e Latina, sotto shock dopo l'aggressione a due fidanzati e traumatizzata dalle risse a sfondo xenofobo. Mezzo paese, mezza borgata, tutte le contraddizioni che esplodono all'improvviso con le voci di chi invoca il linciaggio e quelle di chi richiama alla ragione. Siamo a trenta chilometri da Roma ma potremmo essere in una delle periferie senza storia e senz'anima che covano devianze e rancori: aria impestata dalle cementerie e dalla discarica che raccoglie i rifiuti di cinquanta comuni, sviluppo selvaggio, villette abusive e comprensori ipermoderni, 5.165 imprese registrate e un'incredibile densità di stranieri: ben 4.900 extracomunitari di cui 3.470 romeni



27/01/2009 23:44
 
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non ci sono + parole per esprimere certi fatti.......
ti viene solo dello sconforto..........
28/01/2009 07:09
 
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Re:
jacksia, 27/01/2009 23.44:

non ci sono + parole per esprimere certi fatti.......
ti viene solo dello sconforto..........



la fortuna di certa gente è che c'è la giustizia italiana a giudicarli e difenderli,li avrebbero dovuti lasciare liberi tra la folla [SM=x374901]


28/01/2009 09:03
 
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Utente Umiltà
Di primo acchito anch'io ieri ho detto la stessa cosa: ma perché non lasciare una soddisfazione alla gente? Lasciateglieli in piazza!!!

A mente fredda e leggendo tra le righe dell'articolo ne deduco che questo è solo il frutto della deregulation in ambito immigrazione, fatta solo al pensiero di "nuovi voti", senza considerare cosa c'è dietro. Questo è solo l'ultimo atto. Ma alla luce di quello che sta
succedento anche a Lampedusa c'è da riflettere e risolvere il problema a monte, non tamponarlo a valle (ma come? Sei clandestino e ti permetti anche il lusso di... protestare??? Povera Italietta...)


28/01/2009 14:48
 
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Re:
gabbiano giallorosso, 27/01/2009 21.01:

Arrestati quattro giovani romeni, traditi da una telefonata fatta con il cellulare della vittima




Mi raccomando abolite le intercettazioni così la prossima volta la fanno franca.
28/01/2009 15:07
 
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Re: Re:
Crapa., 28/01/2009 14.48:




Mi raccomando abolite le intercettazioni così la prossima volta la fanno franca.




Bingo!

W.L.F.
01/02/2009 13:51
 
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Dopo la concessione dei domiciliari ai due romeni accusati di favoreggiamento
la ragazza violentata attacca: "Li odio tutti, non perdonerò mai". Il pm farà ricorso
Guidonia, lo sfogo della vittima
"Liberi dopo lo stupro, sono indignata"di PAOLO G. BRERA


Uno dei romeni arrestati
GUIDONIA - "Siamo indignati. Meritano solo di restarsene in carcere, e non parliamo di perdono: li odiamo". Così i due ragazzi aggrediti da un branco di stupratori romeni nella loro auto nelle campagne di Guidonia hanno affidato dolore e rabbia al loro avvocato, Ludovica Ludovici. La decisione del gip di Tivoli di concedere gli arresti domiciliari ai romeni accusati di favoreggiamento ha riaperto una ferita profonda. "Nessuna comprensione e nessun perdono - si sono sfogati con l'avvocato - non se ne parla nemmeno. D'altronde in questi giorni nessuno di loro lo ha chiesto, il perdono. E non è arrivato neanche un messaggio di pentimento. Invece ci hanno fatto piacere le tante manifestazioni di solidarietà verso di noi".

"Neppure le autorità romene si sono fatte vive", sottolinea l'avvocato Ludovici, con cui i due ragazzi avevano un rapporto di amicizia già prima che il mondo franasse loro addosso. "Stanno male", spiega. "Le due famiglie sono molto unite, i ragazzi cercano di stare insieme e sono circondati dallo zoccolo duro dei loro amici più stretti, un ambiente che li protegge da qualsiasi forma di curiosità".

Vorrebbero dimenticare, ma sanno che sarà durissima: "Sono affiancati da una terapia di supporto, che li aiuta a cercare di metabolizzare quello che è successo. Lui non si dà pace per non essere riuscito a proteggerla, e tutti noi cerchiamo di confortarlo spiegandogli che non era proprio possibile". Ora l'avvocato confida che i giudici rivedano la loro decisione: "Per la famiglia gli arresti domiciliari sono una misura assolutamente inadeguata. Auspicavano una misura esemplare. Il giudice avrà senz'altro valutato bene, ma serviva un messaggio più forte".
Intanto la procura di Tivoli ha già pronto il ricorso contro la scarcerazione, decisa dal gip Cecilia Angrisani perché i due romeni "sono incensurati e hanno a disposizione gli alloggi".

Il pm Marco Mansi aveva dato parere negativo, e nel ricorso sottolinea il "concreto pericolo di fuga". Da venerdì Mugurel Goia, 22 anni, e Anton Ionut Barbu, 30 anni, sono in una località segreta nel Nord, probabilmente a Padova dove hanno una rete di parentele.

Gli altri quattro restano invece in carcere: in Romania hanno lunghe fedine penali e una storia di violenze. "Sono francamente sconcertato. Non comprendo come sia possibile che dopo la concessione dei domiciliari al ragazzo reo confesso dello stupro di Capodanno siano stati concessi anche ai fiancheggiatori del branco di Guidonia", dice il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. "Basta con la faciloneria di alcuni togati. È una vergogna inaudita", protesta il presidente del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri. Critiche anche dal presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto.

(1 febbraio 2009)


Fonte repubblica.
02/02/2009 09:37
 
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«Auguro anche a te di essere stuprata» Le email choc contro la Bernardini
La deputata radicale ha denunciato le percosse sui romeni presi a Guidonia

ROMA — Ricevuti da Rita Bernardini sull'email della Camera: «Fai schifo, ti auguro di essere stuprata da un branco di merde come quelle li, ma magari ti piace perche a quanto sei brutta e fai schifo non ti s.... nessuno. Crepa». Ancora: «Spero veramente che un giorno le stuprino le sue figlie o qualche suo famigliare». Il «lei» si usa, scrivendo a un deputato, anche per le atrocità: «Vorrei, cara onorevole, che una sera rientrando a casa, fosse stuprata e pestata a sangue da un branco di romeni, vorrei che le lasciassero segni indelebili nel corpo e nella mente, vorrei che ciò accadesse ai suoi figli se ne ha, vorrei che i suoi cari magari anziani fossero aggrediti in casa e malmenati con bastoni e seviziati con coltelli da un branco di extracomunitari feroci» Rita Bernardini, deputata radicale-Pd e membro della commissione Giustizia della Camera, dice che tutto ricorda «radio parolaccia, quando a Radio radicale, era metà degli anni Ottanta, lasciammo libertà assoluta. Uscì fuori la divisione Nord-Sud. E tanto sesso. Un vero spaccato dell'Italia». Lo stesso succede ora, dopo la visita della Bernardini e di Sergio D'Elia ai sei romeni arrestati per la violenza di Guidonia. Il gesto ha dato via libera, sul suo sito come su Facebook, Tiscali e Wikio, a una rivolta. Forse è la stessa Italia espressa dall'atroce gesto di Nettuno, all'immigrato indiano aggredito e bruciato. «Hanno pubblicato il mio indirizzo e-mail e anche il mio telefonino, che comunque appare sul sito della Rosa nel pugno... Avviserò la questura. E pubblicheremo tutto sul sito www.radicali.it».

Massimo Landi promette che se qualcuno troverà l'indirizzo di casa Bernardini «se lo sai vò a trovarla, dal cognome ho paura che sia anche toscana». Elisa La Ferrera vuole la mail: «Adesso gliene invio una molto carina.» Sandro Moretti: «Gli auguro caldamente di provare sulla propria pelle quello che ha provato la ragazza di Guidonia». Va assai per le spicce Roberto Mosci: «La pena di morte per i criminali come questi è un atto dovuto, per la parlamentare è obbligo, non dobbiamo avere paura a tirare la catena dello sciacquone, è una questione d'igiene». Ma perché è andata in carcere dai romeni, Bernardini? «Non sono andata a offrire la mia solidarietà, sia chiaro. Io e D'Elia ci siamo mossi dopo le segnalazioni sui pestaggi in carcere. Non mi risulta che ci sia una legge che lo permette». Ma se davvero toccasse a lei, a una persona cara? «Non so come reagirei umanamente. So che non potrei mai cedere su un punto. Cioè che un'istituzione non può imbarbarirsi comportandosi come i peggiori malviventi, cioè reagendo con una violenza illegale. Ma noi radicali siamo allenati a certe reazioni. Quando ci battevamo per l'aborto non ci arrivavano certo mazzi di fiori».

La pancia italiana ribolle. Email spedita alla Camera: «Le forze dell'ordine in questo caso sono state superlative; unica nota negativa, non li hanno fatti toccare a nessuno; il popolo vorrebbe solo "divertirsi un po'"». Su Facebook, Fabio Sias: «Dovevano lasciarli in mano alla folla, qui bastardi». Paura, Bernardini? «No, sapevo benissimo di compiere un gesto difficile. Però provo molta amarezza. C'è ancora tanta strada da percorrere per far comprendere quanto sia importante il rispetto delle leggi da parte di tutti. Attaccano me e non D'Elia perché sono una donna. C'è un evidente aspetto legato a una sessualità repressa» Sito della Camera: «Lei mi fa ribrezzo. Lei va a trovare i romeni in carcere ma non si preoccupa della ragazza violentata a turno dagli animali che è andata a trovare ». Già, perché non è andata dalla ragazza violentata? «Perché la vera solidarietà di un politico a chi ha ricevuto un danno gravissimo è battersi nelle sedi dovute perché quell'atrocità non capiti più. Una visita e via? Troppo facile».

corriere.it

Società alla deriva...
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