Hm.
Bravi, bel lavoro tecnico. Nulla da dire.
Però che noia...
Intanto mi si deve spiegare perché nel 2008, dopo 2008 film sugli zombi, si debbano ancora concedere le orecchie alla tediosa cronaca di una radio che ci avvisa della tragedia.
O di una tv. O gli occhi a qualche articolo di giornale.
Cioè, basta. Fidatevi, una volta tanto, delle capacità intuitive del pubblico.
Soprattutto dopo 2008 film sugli zombi.
2009, con questo.
E infatti il grosso problema è tutto qui. Che puoi parlare di zombi, ok, ma non farmelo in un campo desolato.
Perché se me lo fai in un campo desolato, allora non esiste alcuna buona ragione per creare una storia pericolosa.
C'è spazio, troppo. E c'è una macchina, pure.
Possibile che ogni volta c'è qualcuno che si chiude in una casa, o qualcuno che va a sbattere con l'auto?
Ma perché?
Per giustificare il film, ecco perché. Ma non regge.
Io guidavo quell'auto, guarda, e non prendevo manco una buca. Io, se finiva la benzina, raggiungevo la pompa e tornavo indietro in un lampo, senza troppe rotture.
Ma il protagonista è spaventato, sì, sotto shock, e allora va a sbattere chissà come.
Che succede, poi?
Che scende, e trova.... uno zombi!
Ora, gli zombi mi piacciono. Li adoro. Considero l'idea del ritorno alla vita la migliore possibile in ambito horror.
Tornano dopo la morte, e portano cattive notizie.
Stupendo.
Eppure, è solo uno zombi. Uno. 1.
Dal trucco impeccabile, ma sempre uno zombi. 1.
E' esagerata l'enfasi che si ricerca per un incontro tanto banale.
Che accade dopo 8 minuti.
Ma tutto è banale, mi spiace. E' una storia che proprio non appassiona, che non lascia nulla, che si dimentica fino alla visione 2010 sul medesimo tema.
Il finale è carino.
E ho finito pure io, a proposito, non ho altro da dire...
E che dico?
C'è uno che scappa dagli zombi, che altro posso inventarmi?
Magari... sì, mi diverto, mi immagino... che l'uomo andasse a liberare la moglie dalla bara.
Perché no?
La moglie morta, seppellita sotto legno, liste di ferro e terra, adesso viva ma, diciamocelo, incapace di scavare per tre metri in salita, come spesso vogliono farci credere le produzioni zombesche, con tanto di mani che spuntano da sotto, fotografate dal flash di un lampo da temporale...
Allora tutto 'sto casino lui lo fa per andarla a liberare.
Hm. Sì, facciamo che mi invento una cosa così. Che dopo l'incidente, la pompa, ecc, me lo immagino mentre arriva al cimitero, cammina tra le tombe e sente i tonfi degli zombi impossibilitati a uscire da quegli angoli di riposo eterno ormai divenuti prigioni. E mi immagino anche altri esseri umani ancora in vita, altri disgraziati come il nostro protagonista, che si danno da fare per riabbracciare parenti defunti, irragionevolmente guidati dal cuore. Mi immagino anche alcuni di loro mentre vengono morsi da figlie, mariti, zie...liberati e ora pronti al banchetto.
Il nostro protagonista schiva tutto e tutti e arriva alla tomba della moglie; accarezza la pietra lungo la linea del nome con la mano sinistra, mostrando la fede, e poi attacca a spostare il coperchio di cemento come meglio gli riesce.
E fine.
Hm. Tanto per dare un senso a tutto questo. Perché l'istinto di sopravvivenza non mi basta.
Non più.
2008...
Comunque, ottimo il montaggio, decisamente ottima la scena dei colpi di fucile dal casolare.
Talentuosa.
Bravo Tacchi, con la macchina da presa.
Un po' meno con carta e penna.
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"Si staranno preoccupando per noi?"
"No, non ancora. Dovevamo incontrare i camion venti minuti fa; si faranno vedere soltanto fra un'ora e mezza. Alle due, cominceranno a chiedere a
qualcuno se c'hanno visto. Alle tre ci cercheranno nei bar, e verso le quattro si arrabbieranno. Alle cinque, forse qualcuno capirà che ci siamo persi. Alle sei, il capitano penserà di chiamare il comando, e lo farà solo alle sette e mezza. Dal comando risponderanno che è tardi e
che ci penseranno domani."