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Legalizziamo la Prostituzione? Come in Germania?

Ultimo Aggiornamento: 19/11/2019 07:06
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16/05/2007 12:09

50 anni dopo la Legge Merlin, Papi & Carfagna riaprono il dibattito
In Italia la prostituzione non è reato,
si proibisce con la legge Merlin da quasi cinquant'anni l'esercizio nelle case chiuse,

ma nei fatti si finisce per esercitarla in strada, e oggi, a causa dell'immigrazione clandestina, sta divenendo concretamente un fenomeno sempre più dilagante.


In grandi città come Roma si assiste quotidianamente ad uno spettacolo offerto da lucciole e transessuali a tutte le ore del giorno e della notte


A Padova 130 ragazze, quasi tutte extracomunitarie, che aspettano dalle finestre o dai balconi i loro clienti, hanno presso possesso di un intero quartiere della città, molte famiglie, infatti, hanno già deciso di abbandonarlo
, e nulla è valso il provvedimento preso dalla autorità municipale locale di limitare ai residenti l’accesso tramite auto con un multa di 71 Euro; d'altronde la legge attuale non consente di fare molto.

L'ultimo disegno di legge messo a punto dal Ministero delle Pari opportunità, tutt'ora all'esame del Parlamento,
ha invece confermato alcuni divieti imposti dalla attuale legge, vietando l'esercizio della prostituzione in luoghi pubblici e aperti al pubblico e comunque nelle strade.
I punti principali del provvedimento riguardano essenzialmente le multe ai clienti e no al ripristino dei vecchi bordelli e dei più moderni eros center' ma a far discutere è soprattutto la possibilità di esercitare il mestiere nei condominii, che potrebbe trasformarli in veri e propri "casini".

Alla proposta di apertura di quartieri a luci rosse, avvenuta ad inizio Febbraio 06 e presentata qindi a distanza di quarantasette anni dalla chiusura delle case di tolleranza, da Achille Serra, prefetto di Roma, si sono riaccese e scatenate polemiche favorevoli e contrarie.
Secondo quelle contrarie una donna in vetrina non è un corpo che si può scegliere al supermercato, nè si può risolvere il problema rilegando in quartieri donne soprattutto clandestine ma si dovrebbero invece liberare dalla schiavitù, come fare poi a non considerare l'impatto con i cittadini che abitano nel quartiere destinato ad essere una zona a luci rosse. Eppure in questo modo si potrebbe fermare il dilagare dei reati connessi alla prostituzione e all'immigrazione illegale oltre al problema sanitario.


Ad Amsterdam, ad inizio 2006, hanno aperto al pubblico i servizi del celebre quartiere a Luci Rosse per discutere sul mondo del sesso e della prostituzione in generale.
In Olanda il mestiere più antico del mondo si pratica all'aperto solo in 11 'zone speciali' e le prostitute olandesi per esercitare devono avere compiuto i 18 anni e possedere l'autorizzazione a risiedere sul territorio, nelle vetrine a luci rosse ed esposte al pubblico, vige comunque il divieto per legge di esibirsi integralmente nude.
Inoltre pagano le imposte sui redditi pertecipando attivamente all'economia del paese. Nel 2000 sono state legalizzate le case d'appuntamento ed è stato persino accertato alla prostituta il riconoscimento del diritto di lavoratrice. La polizia e i servizi sanitari le conoscono una per una e ogni due mesi è di rigore un controllo medico.

Voi cosa ne pensate?
E in Italia, si potrebbe applicare il modello Olandese?



Articolo correlato:
Prostituzione Olandese in Vetrina, gli aspetti positivi


Precisazione:
da quanto riportato da una corrispondenza con Pia Covre esponente di punta del Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute
riporto che in Olanda le lavoratrici del sesso NON sono assolutamente obbligate a sottoporsi a controlli sanitari e NEPPURE a registrazioni di polizia. La sola iscrizione obbligatoria è quella fiscale.




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n rivolta i quartieri a luci rosse: una vergogna, via le squillo dalle strade
In strada 1.500 prostitute.

«Colpa anche del carovita»
De Corato: la Moratti ha ragione, linea dura. In aumento le pensionate-lucciole: ci vendiamo per arrivare a fine mese




«Basta con la prostituzione nelle strade».
È il proclama del vicesindaco Riccardo De Corato, che condivide il pensiero più volte espresso del primo cittadino, Letizia Moratti. De Corato aggiunge: «Si arriverà a una normativa che prevede una denuncia penale per la prostituta, con l'accusa di adescamento». Ma anche sui clienti, De Corato calca la mano e spiega che «già ora esiste la possibilità di una sanzione amministrativa per intralcio alla circolazione. Se poi passerà la legge che inasprisce il provvedimento sulla prostituzione da strada, anche il cliente avrà a che fare con un provvedimento più grave della semplice multa».

Il vicesindaco parla anche di decoro:
«Non è un bello spettacolo e urta la pubblica decenza. Ci sono donne che mostrano il mostrabile, per non parlare di uomini che si mettono in bella vista praticamente nudi».

Riccardo De Corato abbandona poi i panni di vicesindaco per indossare quelli di parlamentare di Alleanza nazionale. «Pensare di abolire la prostituzione è utopistico, ma nella scorsa legislatura ho presentato un disegno di legge che prevedeva quanto segue: si costituiscono in cooperative le donne che per libera scelta decidono di fare le prostitute. Sotto il controllo della questura e della Asl» .




Carla ha il volto segnato dal tempo.
I capelli raccolti all'indietro nel tentativo di nascondere una tintura ormai sbiadita e due grandi occhi neri, attorniati da rughe e da occhiaia.
Ha la voce roca, di chi fuma molto e indossa jeans e una camicetta bianca che mostra un
décolleté abbondante.

Si avvicina con timidezza mista a imbarazzo e ti chiede di fare l'amore:
«Con la pensione non ci campo più, e mio marito i pochi soldi che ha in tasca li spende al bar. Se vuoi puoi venire a casa mia, qui vicino. Ti tratto bene. Ti faccio il caffè. Mi dai solo 10-20 euro. Fai tu».
È l'inedito e amaro fenomeno della prostituzione a Milano. Quello di donne che si avvicinano alla soglia dei sessant'anni e che si gettano in strada una tantum, per sopravvivere.
Donne che adescano il cliente nei giardini o nei bar alla periferia della opulenta metropoli.
Lo fanno in tarda mattinata o nel pomeriggio. Carla gira in via Padova, nel triangolino di verde prima del ponte.

Quello nel quale gravitano sudamericani che qui ci hanno messo le radici, scoprendo anche il business.
È una donna di 58 anni dichiarati, dal fisico asciutto e dal volto che tradisce un'antica bellezza.
«La vita — continua Carla — non mi è certo stata amica.
Sognavo di fare l'attrice e mi ritrovo con un marito alcolizzato e due figli che vedo due volte all'anno.
Con il maledetto denaro che non basta mai. Poi l'affitto e le spese della casa. E il vizio del fumo che uccide più il portafoglio che i polmoni. Anche a voler mangiare poco, costa tutto carissimo.
Sai, sono anni che non vado al cinema».

Carla è forse l'aspetto più triste di un mondo che vede in città e nell'hinterland circa 1500 prostitute, tra donne e uomini, passeggiare sui marciapiedi, per concedere il proprio corpo a pagamento.
Schiave del sesso ad ogni ora del giorno e della notte.
Con un ricambio continuo:

sono infatti sempre meno quelle «stanziali». Lucciole e travestiti da metà mattina (circa 150) e nel tardo pomeriggio (circa 400).
Il grosso, circa 700, si mette in mostra di sera fino a notte fonda. Convivendo perfettamente con le 200 «bellone» che lavorano solo in appartamento.
In strada le prostitute nostrane sono il 5%, molte delle quali attempate. Infatti, in prevalenza sono ragazze straniere, in particolare moldave, ucraine e romene.
Quest'ultime sono in numero sempre più consistente da quando la Romania è entrata in Europa.
Non solo:
l'età di queste ragazze è sempre più bassa e spesso le forze dell'ordine incappano in minorenni.
«Prima — racconta un poliziotto che di controlli ne ha fatti tanti — potevamo arrestarle perché la maggior parte di loro non era in regola con il permesso di soggiorno.
Adesso sono cittadine come noi e la prostituzione non è reato.
Le moldave, poi, dicono di essere romene e di aver perso il passaporto».

Non mancano le sudamericane, molte delle quali «cerbiatti» brasiliani, peruviani e colombiani, e le africane sono quasi tutte provenienti dalla Nigeria, il Camerun, il Togo.
Altro fenomeno recente è quello della presenza in strada di marocchine e tunisine, fino a qualche tempo fa rintracciabili solo in appartamento.
«Significativa — sottolinea un detective dell'Arma specializzato in reati legati agli stranieri — è la presenza di donne cinesi sui marciapiedi a qualsiasi ora del giorno fino alle 22.
Prima esercitavano solo in casa».
Il tutto per un business a tanti zeri:
la media per prestazione è di 50 euro
e ogni «lucciola» mediamente ha dieci clienti al giorno.
Per 1.500 prostitute.


Michele Focarete
16 maggio 2007

Fonte: Corriere della Sera . . .






Milano - I quartieri a luci rosse

[Modificato da Etrusco 16/05/2007 12.15]

[Modificato da Etrusco 19/05/2007 11.52]

[Modificato da Etrusco 14/02/2008 13:45]

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16/05/2007 15:59

adesso capisco il traffico in via melchiorre gioia ogni volta che vado a Milano !!! [SM=x44451]

i milanesi vanno tutti a caccia di transex !! ahahah [SM=x44454]

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bigbutts, 03/09/2013 04:16:

ce famo cazzi col visino

[SM=x49755]

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16/05/2007 16:04

Ho votato la prima.
Ma non sarei contrario alla tolleranza zero, perchè ritengo la prostituzione una forma di violenza in ogni caso.
Peccato sia impossibile da attuare, quindi l'unica è la riapertura delle case chiuse con immediate condanne di stampo penale per istigatori, clienti e prostitute che esercitino in strada.
No multe, aleatorie e facilmente discutibili.

Per la tolleranza negli appartamenti privati, esiste già, e amplifica senza risolvere il problema delle prostitute stradali.
Senza contare i "servizi" resi che non vengono dichiarati al fisco [SM=x44465]
e non sono nemmeno illegali [SM=x44463]
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16/05/2007 20:06

ho votato tolleranza 0, mi piacerebbe vedere abolita per sempre questa forma di schiavismo... ma so che è un'utopia... e allora tanto vale legalizzare e provare a dare un po' di garanzie (salute, protezione della strada e dalla violenza, etc.) a quelle povere donne

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Saper mettere un punto e andare a capo è uno dei segreti di ogni storia della vita. Se lo ritardi, la rovini; se l'anticipi, la bruci; e se lasci che sia l'altro a mettere il punto al posto tuo, vuol dire che tu eri già uscito dalla storia.
Gli addii non si annunziano, si compiono, e la loro violenza è inevitabile come quando si muore: la violenza del silenzio che seguirà.


16/05/2007 20:44

la prima risposta la sola soluzione
é chiaro che luoghi opportuni controlli medici e fiscali sono insieme alla sicurezza per le donne e gli uomini che praticano questa professione, perche è inutile fare della falsa demagogia di questo si tratta, di avere le tutele che teoricamente aspetterebbero ad ogni altro lavoratore.
Senza considerare poi il colpo che verrebbe assestato alla criminalità organizzata che dalla prostituzione ricava e ricicla una montagna di soldi.
E' chiaro che al di fuori di questi luoghi però la tolleranza dovrebbe essere meno di 0 con multe salate per i trasgressori e pene anche penali in caso di minorenni, ecc ecc.
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16/05/2007 21:14

d'accordissimo con eeve e micene, credo che sia una questione di responsabilità e buon senso...

è orrendo l'immobilismo della classe politica inanzi a questo problema
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16/05/2007 21:45

Re:

Scritto da: bremaz 16/05/2007 21.14
d'accordissimo con eeve e micene, credo che sia una questione di responsabilità e buon senso...

è orrendo l'immobilismo della classe politica inanzi a questo problema




tsè, ti aspetti qualcosa dalla classe politica? sono loro i primi ad andare a puttane !!! [SM=x44456]

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bigbutts, 03/09/2013 04:16:

ce famo cazzi col visino

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16/05/2007 22:04

Ho votato la prima. Nn sono contrario alla prostituzione in linea di massima, ognuno del suo corpo fa quello che preferisce, però concordo con chi ritiene lo spettacolo "pubblico" abbastanza squallido se non volgare. Quindi, ben vengano le strutture organizzate e regolamentate.
Una domanda: in queste ipotetiche strutture vi sarà senz'altro una figura amministrativa che gestirà il tutto e che avrà dei ricavi dal fatturato delle lavoratrici...così facendo nn si andrebbe incontro al divieto attuale di sfruttamento della prostituzione? [SM=x44464] Ho detto una caxxata? [SM=x44473]
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16/05/2007 23:48

Re:

Scritto da: siderius 16/05/2007 22.04
Ho votato la prima. Nn sono contrario alla prostituzione in linea di massima, ognuno del suo corpo fa quello che preferisce, però concordo con chi ritiene lo spettacolo "pubblico" abbastanza squallido se non volgare. Quindi, ben vengano le strutture organizzate e regolamentate.
Una domanda: in queste ipotetiche strutture vi sarà senz'altro una figura amministrativa che gestirà il tutto e che avrà dei ricavi dal fatturato delle lavoratrici...così facendo nn si andrebbe incontro al divieto attuale di sfruttamento della prostituzione? [SM=x44464] Ho detto una caxxata? [SM=x44473]

sì credo bisognerebbe distinguere tra istigazione alla prostituzione e sfruttamento della stessa

cmq i nostri resteranno discorsi teorici, una multa ogni tanto per far finta di far qualcosa e poi questa vergogna continua
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17/05/2007 00:45

Ho votato la prima opzione, che poi corrisponde grossomodo a quanto già avviene in altre città del nord europa, tipo amsterdam, amburgo o zurigo.
Ritengo che ognuno sia libero di fare ciò che crede con il proprio corpo (e le vallette varie della tv ce lo insegnano ...), e se lo si intende usare per un'attività commerciale, quale sarebbe la prostituzione, non ci vedo nulla di male.
Come già detto da chi mi ha preceduto, in tal modo si potrebbero avere adeguati controlli sanitari e fiscali, al pari di qualsiasi altra attività, e, soprattutto, dare un grosso colpo ai "papponi" vari, liberando dalla schiavitù tante povere ragazze.
Concordo con chi ha affermato che questo problema è purtroppo ignorato dai politici. Forse, aggiungo, anche a causa di pressioni estere, ma geograficamente interne alla nostra nazione, e più in specifico interne alla città dove vivo .... credo di essermi spiegato.
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17/05/2007 08:04

Teoricamente sarei per la prima opzione, in nome della totale libertà personale.

Ma come ho già più volte detto in questo stesso forum, mi restano forti dubbi che in Italia sia una soluzione accettabile e funzionante. Provo a spiegare, a titolo di esempio, alcune perplessità che ho:
* se ci sono controlli fiscali, chi glielo fa fare ad una prostituta di esercitare nel bordello e poi pagarci sopra le tasse ? L'Italia è pur sempre il paese europeo con il più alto tasso d'evasione ... Ma i finanzieri cosa farebbero: andare nelle case dopo che due hanno [SM=x44488] a vedere se lei viene pagata ? E se io per [SM=x44488] una ragazzina di 15 anni più giovane di mia moglie le faccio un regalo dopo ogni incontro è prostituzione anche questa ?

* se è vero quanto si dice che oltre metà dei clienti delle prostitute sono sposati (o preti [SM=x44452] ) andrebbero nei bordelli più o meno davanti agli occhi di tutti ? Sarebbero disposti a spendere di più per un "servizio completo" o alimenterebbero un mercato parallelo ed illegale ?

* se è vero che la prostituzione per strada è fatta da gente disperata (schiave, tossiche, etc...) chi ci dice che smetterà ? Con la tolleranza 0, dite voi. Ma se la prostituzione non è un reato, perchè si dovrebbero arrestarle ?
Se già oggi il favoreggiamente (e lo sfruttamento) della prostituzione è un reato e non si riesce a ben definirlo - tanto che per limitare il mercato si ricorre a telecamere e multe per infrazioni del CdS - come sarebbe possibile in futuro ?

Personalmente trovo che i controlli sanitari e fiscali siano un po' un'utopia - aggiungo che però le prostitute che praticano volontariamente sono le prime attente alle salute - e allora penso che sia più pragmatico favorire e sviluppare la libera professione in appartamento e in motel (come dovrebbe essere ora, fermo restando che i dubbi sopra esposti restano tutti).
Mentre il "liberare" le strade, che alla fine sembra essere il reale problema della questione per gli amministratori, è difficile proprio perchè il paradosso sta nel fatto che si combatte contro un nemico fantasma. Pensate solo a quanto è difficile liberare le strade dagli spacciatori - e lo spaccio è un'attività illecita!.

dubbioso sono e dubbioso resto ...

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17/05/2007 14:17

Ho votato la prima opzione, ma cmq. terrei buona anche la 2°, dato che non penso che una escluda l'altra.

Qualche dubbio.

Dando per scontato che la grande maggioranza di chi si prostituisce per strada lo fa per costrizione, non certo per libera scelta.
Se si riaprissero le case chiuse i vari papponi/protettori/sfruttatori lascerebbero libere le ragazze dalla strada? Ne dubito. Ritengo più probabile che si vengano a creare due mercati paralleli, uno cosidetto "legale" nelle case riaperte ed uno "illegale" lungo le strade.
Forse l'esistenza delle Case Chiuse Riaperte consentirebbe di intaccare il mercato "Illegale", in effetti tra caricare una per strada ed andare da una in Casa preferirei la 2° ipotesi, soprattutto per il discorso sanitario.

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Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo.

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I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac Man avesse influenzato la nostra generazione ora staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva."
(Kristian Wilson, Nintendo Inc., 1989)

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17/05/2007 14:34

Proprio ieri sera Bruno Vespa ha evidenziato i pesanti maltrattamenti coercitivi a cui sono sottoposte le giovane ragazze che da organizzazioni criminali vengono costrette a prostituirsi.

Il problema è molto complesso e di difficile soluzione.

Parlo con cognizione di causa in quanto anni fa un amico gestiva l'amministrazione condominiale di un grande complesso dove nessun amministratore prima era mai riuscito a "contenere" il fenomeno della prostituzione negli appartamenti.... che portavano gravi problemi alle altre famiglie che subivano tutti gli effetti collaterali del traffico della prostituzione (e si potrebbero immaginare tutti gli scenari possibili).

Ovviamente anch'io vorrei che la prostituzione non abbia più ragion d'esistere, ma temo che, come mestiere più antico del mondo, non si riuscirà mai a debellare.
Quindi la cosa più logica è farla rientrare quanto più possibile nell'alveo della legalità
e far in modo che quelle ragazze che vorranno liberamente sceglierla come lavoro lo possano fare in condizioni migliori: sanitarie, sociali, fiscali, etc.



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17/05/2007 14:37

Idealismo o concretezza?

Scritto da: eevee 16/05/2007 20.06
ho votato tolleranza 0,
mi piacerebbe vedere abolita per sempre questa forma di schiavismo...
ma so che è un'utopia... e allora tanto vale legalizzare e provare a dare un po' di garanzie (salute, protezione della strada e dalla violenza, etc.) a quelle povere donne



Mi sembra che sei un po' contraddittoria:
alla fine quando si sceglie una soluzione bisognerebbe pensare solo alle migliori soluzioni concrete possibili, non credi? [SM=x44473]

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17/05/2007 15:07

Re: Idealismo o concretezza?

Scritto da: Etrusco 17/05/2007 14.37


Mi sembra che sei un po' contraddittoria:
alla fine quando si sceglie una soluzione bisognerebbe pensare solo alle migliori soluzioni concrete possibili, non credi? [SM=x44473]




dici?
la prostituzione è una forma di schiavitù universalmente accettata
non esistono donne che la praticano "per scelta", questa è la vera utopia, di solito le "libere" lo fanno perché non hanno altra possibilità di lavoro

ferma restando della mia opinione che ogni forma di schiavitù (anche questa) è illegale e andrebbe abolita, mi inchino al fatto che è talmente diffusa che, per ora, parlare di abolizione è impossibile

lavorando verso l'abolizione si può fare in modo da arrecare meno danni possibile alle vittime, portandole via dalla strada, facendo in modo che abbiano controlli sanitari e siano protette dalle violenze del cliente (alcuni ma non così pochi come isulta dalla denunce) che ritiene di poter fare quello che vuole, tanto sono solo prostitute

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Gli addii non si annunziano, si compiono, e la loro violenza è inevitabile come quando si muore: la violenza del silenzio che seguirà.


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17/05/2007 15:15

Re: Re: Idealismo o concretezza?

Scritto da: eevee 17/05/2007 15.07

...cut...


lavorando verso l'abolizione si può fare in modo da arrecare meno danni possibile alle vittime, portandole via dalla strada, facendo in modo che abbiano controlli sanitari e siano protette dalle violenze del cliente (alcuni ma non così pochi come isulta dalla denunce) che ritiene di poter fare quello che vuole, tanto sono solo prostitute



Quindi? Concretamente?
Al di fuori di affermazioni lapalissiane
qual è secondo te la migliore soluzione possibile?

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17/05/2007 15:17

Re: Re: Idealismo o concretezza?

Scritto da: eevee 17/05/2007 15.07
dici?
la prostituzione è una forma di schiavitù universalmente accettata
non esistono donne che la praticano "per scelta", questa è la vera utopia, di solito le "libere" lo fanno perché non hanno altra possibilità di lavoro



Questo non è vero.
Ci sono donne che lo fanno perchè fanno tanti soldi e in fretta. Ovviamente non sono quelle che incontri sulle strade la sera, ma quelle che si vendono solo a pochi con tanti $$$.

Ma la loro esistenza mi porta a dire che è impossibile parlare di "proibire" o "eliminare" la prostituzione, perchè essa è insita nel rapporto donna-uomo.

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17/05/2007 15:23

Re: Re: Re: Idealismo o concretezza?

Scritto da: paperino73 17/05/2007 15.17


Questo non è vero.
Ci sono donne che lo fanno perchè fanno tanti soldi e in fretta. Ovviamente non sono quelle che incontri sulle strade la sera, ma quelle che si vendono solo a pochi con tanti $$$.

Ma la loro esistenza mi porta a dire che è impossibile parlare di "proibire" o "eliminare" la prostituzione,...



Confermo [SM=x44458]

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17/05/2007 15:29

e a voi sembra una libera scelta? [SM=x44466]

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17/05/2007 15:35

Re: Re: Re: Idealismo o concretezza?

Scritto da: Etrusco 17/05/2007 15.15


Quindi? Concretamente?
Al di fuori di affermazioni lapalissiane
qual è secondo te la migliore soluzione possibile?




progetto a breve scadenza: riapertura delle case chiuse
progetto a lunga scadenza: abolizione della prostituzione
con partenza contemporanea

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seguimi ..........

Saper mettere un punto e andare a capo è uno dei segreti di ogni storia della vita. Se lo ritardi, la rovini; se l'anticipi, la bruci; e se lasci che sia l'altro a mettere il punto al posto tuo, vuol dire che tu eri già uscito dalla storia.
Gli addii non si annunziano, si compiono, e la loro violenza è inevitabile come quando si muore: la violenza del silenzio che seguirà.


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