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I massacri compiuti dello Stato Democratico di ISRAELE

Ultimo Aggiornamento: 20/04/2017 19:37
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30/01/2016 18:55

Eccome se c’entra.
Palestine is today perhaps the most homogeneous society in the Middle East in matters of religion, being the only country with close to 100% of its population belonging to Sunni Islam.
looklex.com/e.o/palestine.religions.htm
E’ sempre la stessa storia: Islam contro infedeli. Con la differenza che, se in Europa hanno terreno fertile grazie al buonismo (leggi idiozia) locale, in Israele hanno trovato il famoso “pan per I loro denti”. Cioe’, un’altra popolazione che MAI accettera’ una simile assurdita’. Uno scontro di titani. Che in effetti si perpetra da praticamente sempre.
Perche’ non si creda che I palestinesi siano stinchi di santo.
Di oggi. Reperibile ovunque in Internet e YouTube:
Accoltellare gli ebrei ora è una hit
In Palestina spopola la canzone che inneggia agli assalti armati: su YouTube 5 milioni di visite

Quando Ban Ki-moon giustifica il terrorismo palestinese parlando di frustrazione, di un'attesa troppo lunga di uno stato indipendente, si intuisce che nessuno nel suo staff gliel'ha cantata abbastanza chiara sulle motivazioni dei terroristi. Cantata, sì, in senso proprio: e i titoli della canzoni sono parecchi e suggestivi. Per esempio: «Gli amanti del pugnale», che è la hit più forte.
Ma poi ci sono anche: «Pugnala il sionista»; «Riempi la bottiglia di fuoco» (bottiglia molotov, si direbbe); «In alto l'arma».
La prima di queste canzoni palestinesi ha fatto cinque milioni di visualizzazioni su YouTube e la canta il gruppo Al Gorbaa. Nel video la madre del «martire» Mohammed Ali al Liqdad, che ha pugnalato tre persone a Dicembre alla Porta di Damasco della Città Vecchia a Gerusalemme prima di venire ucciso dalle forze dell'ordine, canta le parole della canzone popolare in testa al funerale.
Le canzoni di incitamento a uccidere non parlano mai di ricerca di un futuro Stato, di una soluzione di pace, nemmeno di due Stati per due popoli, sono inviti, ormai riprodotti dagli altoparlanti delle auto, dei negozi, delle case, a uccidere più ebrei possibile per puro odio.
Le canzoni della morte vanno per la maggiore, e se ne rende ben conto Hamas che le trasmette di continuo sulle sue tv «Al Aqsa» e «Al Quds». Come fossero elementi di naturale ammirazione e attrazione dell'audience, si vedono su quella colonna sonora le foto degli «eroici shahid» con molto materiale di documentazione che mostra gli attacchi in sequenza.
Per esempio si ammira spesso il momento in cui Alaa Abu Jamal, che prima della scelta terrorista era un impiegato della compagnia di stato israeliana dei telefoni, Bezeq, mentre si proietta con l'auto su un gruppo di persone in attesa alla fermata dell'autobus, e là uccide il 40enne Yeshayahu KIrshavski. Anche la tv del Fatah «moderato» di Abu Mazen, che nella fantasia dell'Onu vorrebbe tornare al tavolo del negoziati trasmette per non essere da meno le canzoni che sono ormai la colonna sonora del terrore.
Per esempio «In alto l'arma» è una delle sue hit, e dice «Affogali in un mare di sangue, uccidili come vuoi» e poi mette giù un elenco di esempi di «martiri». La cantante dice anche: «Sfida la morte e resisti, perché la vittoria sta per giungere».
L'esaltazione comunicata dalle canzoni è una vera droga: per esempio il 26 ottobre Red Jaradat, 22 anni, subito prima di andare a pugnalare un soldato nel collo, ha postato su Facebook la clip di «Gli amanti del pugnale». Una delle spiegazioni del terrorista è spesso la difesa della moschea di Al Aqsa, l'idea che gli israeliani vogliano appropriarsene.
Non è vero, ma la musica esalta gli animi già influenzati a uccidere e a morire: Al Aqsa è lo slogan preferito non solo di Hamas, organizzazione islamista che usa naturalmente l'approccio religioso, ma anche del Fatah. Le due parti in gioco, particolarmente in concorrenza per l'opinione pubblica palestinese, gareggiano in incitamento al terrorismo. Se Hamas invita al terrorismo suicida, è Fatah che paga stipendi a chi è in carcere per terrore.
Il gioco al rialzo della violenza, incoraggiato dalla compiacenza dell'Onu e dalla insistita disapprovazione europea e americana che si esprime adesso con la decisione del labeling dei prodotti del West Bank, ha come sbocco naturale soltanto scenari bellicistici.
È strano che Ban Ki moon pensi che può servire giustificare il terrorismo.
È di ieri la valutazione di un alto ufficiale israeliano che Gaza, che ha costruito nuovi tunnel e accumulato nuovi missili, sia pronta a una nuova guerra.



La fonte e’ “carta straccia”? Cercate su Google, troverete molti altri siti e le “canzoni” di cui sopra.

Personalmente, come noto, sono atea, per cui ritengo queste faide religiose assurde ed estemporanee. Religio opium populi. Che, come l’oppio, rimbambisce.

Pur non apprezzando neanche un po’ l’ebraismo, ammiro altamente Israele. Per quello che e’ riuscito a fare dal niente (quando I primi ebrei sono stati deportati li’, dopo la confisca di tutti I beni, ed un pagamento di qualche milione di sterline alla Palestina per la concessione del pezzo di terra, sono partiti da zero). E per come difendono strenuamente la propria identita’, nonostante siano stati spazzati via da praticamente tutti. Una nazione eccellente, in cui si sta bene, in cui ci si sente protetti, pur non essendo ebrei. Gente intelligente e colta, ottimi commercianti e scienziati, che dovunque sono riusciti ad emergere. E forse per questo sono stati odiati.

In tutta onesta’, mi stanno bene anche gli Emirati Arabi. La loro Sharia come legge funziona (li’), hanno potere e ricchezza che sanno magistralmente sfruttare, ci stanno scaricando qui tutta la loro spazzatura. Si sono gestiti benissimo, li’. Non qui.

Dico questo per la par condicio, e da osservatrice esterna. Che quando va in stati mussulmani si tabarra come loro, per rispetto al paese che in quel momento mi accoglie come ospite pagante, Non penso nemmeno lontanamente che si debbano adeguare a me, sono io che, li’, a casa loro, mi adeguo a loro. Cosa che non e’ reciproca pero’. E questo no, non mi sta bene affatto.

Gli ebrei non hanno mai cercato di colonializzarci, di imporci le loro usanze, I mussulmani si. Uno si ritiene “il popolo eletto”, gli altri “coloro che stermineranno gli infedeli”. Bella differenza.

Cio’ detto, innegabile il fatto che oltre 6 milioni di ebrei siano stati sterminati durante la II GM. Come ho gia’ detto, queste celebrazioni di fatti avvenuti durante le guerre, le ritengo estemporanee ed inutile. Pero’, come si celebra la “liberazione”, e nessuno menziona le vittime dei partigiani a Guerra finita (vigliacchi), come si celebrano qui in Olanda I caduti (e nemmeno molti…) durante la medesima Guerra con un minute di silenzio, che se anche ritengo assurdo ormai, rispetto e seguo, ritengo che I commenti che ci sono stati in questo forum, nel thread della celebrazione delle vittime dell’olocausto, nel giorno stesso della celebrazione, siano stati di una macanza di rispetto ed assurdita’ uniche, per la scelta del giorno e del thread. Una vergogna. In un altro momento, per carita’, ognuno e’ libero di dire e pensare cio’ che gli pare, visto che per il momento siamo ancora in regime democratico.

Ribadisco, non sono di nessunisima radice ebraica ma cattolica, e sono atea per scelta riflessiva, da praticamente sempre.
Cio’ detto, tornate pure agli osannamenti pro Islam, tanto trend in questo periodo e in questo paese, che ormai e’ diventato lo zimbello del resto del mondo e sempre piu’ la discarica dell’Islam medesimo. Avrete tempo di pentirvi, purtroppo.

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Il mago Oronzo mi fa un baffo

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30/01/2016 20:09

Quak, parli dei sionisti quasi dando a intendere che siano l'ultimo baluardo a difesa delle nostre tradizioni e cultura contro l'invasione islamica, ma non mi sembra che ai sionisti possano influire molto sulle vicende europee, né gli importa più di tanto... anzi sono stati sempre subdoli e insidiosi perseguendo secondi fini...

tant'è che in Brasile
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13/02/2016 11:35

Sapevate che militari italiani sono di stanza a Hebron dal 1997?
News - 12/2/2016


Missione denominata Temporary International Presence in Hebron (TIPH2)
nel gennaio del 1997 il Governo israeliano e l’Organizzazione per la liberazione della Palestina hanno firmato l’accordo sulla «presenza temporanea internazionale nella città di Hebron».

Li hanno incontrati:

Paolo Pili:

Li ho incontrati per caso a Hebron allo stadio, e gli ho chiesto cosa facessero. “Siamo osservatori” è stata la loro risposta “il nostro obbiettivo è osservare la situazione e scrivere dei report in lingua italiana e inglese che riportano i fatti a cadenza fissa e a cui attingono poi enti internazionali (ONU?) per monitorare la situazione da fonti imparziali”. In realtà la loro presenza dovrebbe proteggere i “entrambe le parti”. Inutile dire che aHebron la loro utilità non è esattamente quella che dovrebbe essere, visto gli avvenimenti quotidiani.

Ugo Giannangeli:

L’ultima volta che sono stato ad Hebron anni fa ho parlato con un pezzo grosso del contingente italiano (maggiore o colonnello, non ricordo). Mi ha detto chiaramente che gli era stato ordinato di non fare nulla, di non intromettersi. E questo loro facevano, usi come sono a “obbedir tacendo”. Non sapevo che questo non fare ci costa 9 milioni.

Francesco Martone:
Ho incontrato i carabinieri del TIPH (Temporary International Presence in Hebron) un paio di anni fa, visitando la loro sede assieme ad una delegazione di SEL, e ci hanno portato a fare un giro tra zona A e zona B. In confidenza ci hanno rivelato la loro grande frustrazione, visto che loro preparano report sulle violazioni dei diritti umani e la situazione della popolazione palestinese, ma a quanto credo di aver capito o vengono bloccati dall’ambasciata italiana o arrivano alla Farnesina e vengono “ignorati”. Il “tappo” potrebbe essere personale della Farnesina messo a suo tempo da Terzi di Sant’Agata.

———————————————————————————————

I parlamentari dell’intergruppo Palestina hanno presentato un’interrogazione su tale questione

Visto che la partecipazione italiana alla TIPH viene di volta in volta rifinanziata con il decreto missioni, si potrebbe sollecitare di nuovo i parlamentari a chiedere accesso ai rapporti sulle violazioni.

www.carabinieri.it/arma/oggi/missioni-all’estero/vol-ii-1936—2001/parte-ii/1994-e-1...
www.governo.it/sites/governo.it/files/79453-10509.pdf

Interrogazione sul TIPH2

C.4/11521
con la risoluzione dell’Assemblea generale n. 181 del 29 novembre 1947 si è posto fine al mandato britannico sulla Palestina e, contestualmente, è stata sancita la nascita di due Stati…

Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-11521 presentato da

TIDEI Marietta testo di

Sabato 19 dicembre 2015, seduta n. 540

TIDEI, PIAZZONI, IACONO, ROSTELLATO, BRUNO BOSSIO, PIRAS, QUARANTA, RICCIATTI, DANIELE FARINA, MANFREDI, MANZI, ARLOTTI, FOSSATI, FRAGOMELI, MINNUCCI, CARELLA, BRIGNONE, CARNEVALI, LAFORGIA, GIUDITTA PINI, NICCHI, FRANCO BORDO, ZAN, PRINA, GALPERTI e PAOLO ROSSI.

Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della difesa .

Per sapere – premesso che:
con la risoluzione dell’Assemblea generale n. 181 del 29 novembre 1947 si è posto fine al mandato britannico sulla Palestina e, contestualmente, è stata sancita la nascita di due Stati indipendenti, uno ebraico e uno arabo, oltre al regime internazionale speciale per la città di Gerusalemme;
la suddetta risoluzione, nella parte II, ha definito i confini del futuro Stato arabo. All’interno di essi era presente la città di Hebron, una delle più importanti e grandi della Cisgiordania. Luogo di straordinaria valenza religiosa, essendo una delle quattro città sante del Talmud, la città santa diHebron, tra le più antiche del mondo con singolari tradizioni storiche e culturali, è un luogo di pellegrinaggio per ebrei, cristiani e musulmani: qui è sepolto Abramo, il padre fondatore delle tre più importanti religioni monoteistiche;
oltre al grandissimo significato religioso, Hebron ha una vivacità economica di non poco conto. Lo sviluppo delle attività economiche nella città legate al settore dell’agricoltura, della produzione di scarpe e pietre costituisce un elemento fondamentale per lo Stato palestinese, per la sua crescita economica, sociale ed occupazionale. Arrestare le opportunità di sviluppo significa arrestare il percorso politico verso la pace tra i due popoli;
l’occupazione ebraica, nei territori palestinesi della Cisgiordania, ed in particolare nella città di Hebron ha avuto il suo momento iniziale a seguito del conflitto del 1967, meglio noto come la guerra dei sei giorni. Da allora gli insediamenti ebraici sono cresciuti in misura esponenziale e con essi è aumentata notevolmente la conflittualità tra coloni ebrei e residenti palestinesi;
l’odio, la violenza e le aggressioni nella città di Hebron sono culminati con il massacro, nel 1994, di 29 cittadini palestinesi e con il ferimento di altri 60 da parte di un colono israeliano davanti alla Tomba dei patriarchi. Temendo operazioni di rappresaglia, il Governo israeliano ha adottato una serie di misure volte a proteggere i coloni, rafforzando così la presenza militare nella città. Intere aree limitrofe alle colonie sono state completamente interdette ai palestinesi. Importanti strade e il mercato ortofrutticolo, i principali centri di incontro e di commerci di Hebron, sono stati chiusi, e centinaia di commercianti palestinesi sono stati sfrattati. Quel massacro ha accentuato la presenza di cotoni all’interno della città vecchia e l’espulsione di palestinesi con l’impossibilità per quest’ultimi di viverci e lavorare rendendo la città vecchia di Herbon una città vuota, spenta;
il massacro di Hebron ha determinato fratture a continui attriti tra israeliani e palestinesi con preoccupanti interruzioni al processo di pace. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite con la risoluzione del 18 marzo 1994, n. 904, oltre a condannare fortemente l’atto di violenza e ad invitare il Governo israeliano, potenza occupante, a continuare ad adottare misure, tra cui il sequestro delle armi per evitare ulteriori atti di violenza sui civili palestinesi, ha chiesto l’adozione di misure necessarie per garantire la sicurezza e la protezione dei civili palestinesi nei territori occupati, tra cui la realizzazione, nella città di Hebron di una presenza temporanea internazionale, nel contesto del processo di pace;
sulla scorta della risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, rappresentanti dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP) e il Governo israeliano hanno sottoscritto un accordo con il quale si stabiliva la realizzazione di una Temporary International Presence inHebron (TIPH), con il mandato di assistere e promuovere la sicurezza, la stabilità e migliori condizioni di vita nella città di Hebron. L’Italia, la Norvegia e la Danimarca sono stati accettati dalle parti come osservatori. Tuttavia, la missione, iniziata l’8 maggio del 1994, è durata soltanto tre mesi e, a causa di divergenze e contrasti continui, le parti non sono riuscite a trovare un accordo per estendere la durata del mandato della missione. La presenza temporanea internazionale si è così ritirata da Hebron nell’agosto del 1994;
il 28 settembre del 1995, nell’ambito del processo di pace, è stato firmato un accordo interinale sulla Cisgiordania (West Bank) e sulla Striscia di Gaza (Oslo II). L’Accordo prevede, oltre ad un ridispiegato delle forze militari israeliane nella città di Hebron, la realizzazione di una nuova presenza temporanea internazionale da stabilirsi sempre ad Hebron, come la precedente;

nel gennaio del 1997 il Governo israeliano e l’Organizzazione per la liberazione della Palestina hanno firmato l’accordo sulla «presenza temporanea internazionale nella città di Hebron».

La TIPH 2 è composta, oltre che dall’Italia, dalla Norvegia e dalla Danimarca, Paesi già chiamati a far parte della TIPH, anche dalla Turchia, dalla Svizzera e dalla Svezia;
relativamente alla copertura di alcune spese, opportunamente individuate nell’Accordo, a carico dello Stato parte della missione, l’Italia, per restare all’anno corrente, con i due decreti-legge di proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione (decreto-legge 18 febbraio 2015, n. 7, convertito, con modificazioni dalla legge 17 aprile 2015 n. 43; edecreto-legge 30 ottobre 2015, n. 174 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 198 del 2015) ha autorizzato la spesa complessiva di2.495.779 euro per il finanziamento dell’impiego del personale militare in attività di addestramento delle forze di sicurezza palestinesi;
il paragrafo 7 dell’accordo con il quale è stata istituita la TIPH 2, tuttora in vigore, prevede, inter alia, che ogni Paese parte della missione elabora relazioni sulla situazione quotidiana, con specifico riferimento al rispetto dei diritti umani. Sintesi delle suddette relazioni possono essere trasmesse ai Governi dei rispettivi Paesi partecipanti;
ai sensi decreto-legge 31 gennaio 2008, n. 8, convertito, con modificazione, dalla legge 13 marzo 2008, n. 45, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, entro il 31 dicembre di ogni anno, riferisce alle Commissioni parlamentari competenti sulla situazione, i risultati e le prospettive delle attività relative agli impegni italiani, militari e civili, nell’ambito delle varie missioni sotto le varie egide: ONU, Unione europea, NATO ed internazionale;
con riferimento alla missione oggetto del presente atto di sindacato ispettivo nelle relazioni, e segnatamente nella relazione di cui al Doc. LXXXII, n. 2, riferita all’anno 2013 e comunicata alla presidenza del Senato in data 30 gennaio 2015, come in quella di cui al Doc. LXX, n. 4 presentata dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale e predisposta congiuntamente con il Ministro della difesa, ai sensi dell’articolo 14, comma 1, della legge n. 231 del 2003, e trasmessa alla Presidenza della Camera in data 29 dicembre 2014 e riferita al periodo tra il 1o gennaio 2014 e il 30 giugno 2014, si procede con una descrizione della missione con riferimento esclusivo alla natura della stessa, agli obiettivi che essa si intende raggiungere, e all’impiego delle risorse nazionali impegnate. Nulla invece si dice circa la situazione nella città diHebron, precipuamente sotto il profilo dei risultati raggiunti relativamente al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione palestinese residente, al rispetto dei diritti umani e civili, nonché alle prospettive di sviluppo socio-economico –:
se i Ministri interrogati non ritengano opportuno fornire dettagliati elementi in ordine alla missione TIPH2, con particolare riferimento alle violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali nella città di Hebron. (4-11521)

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Vincitore del Concorso:
Iper Spettegules 2015
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16/02/2016 00:00

Re:
lady considine, 13/02/2016 11:35:

Sapevate che militari italiani sono di stanza a Hebron dal 1997?
News - 12/2/2016


Missione denominata Temporary International Presence in Hebron (TIPH2)
nel gennaio del 1997 il Governo israeliano e l’Organizzazione per la liberazione della Palestina hanno firmato l’accordo sulla «presenza temporanea internazionale nella città di Hebron».

Li hanno incontrati:

Paolo Pili:

Li ho incontrati per caso a Hebron allo stadio, e gli ho chiesto cosa facessero. “Siamo osservatori” è stata la loro risposta “il nostro obbiettivo è osservare la situazione e scrivere dei report in lingua italiana e inglese che riportano i fatti a cadenza fissa e a cui attingono poi enti internazionali (ONU?) per monitorare la situazione da fonti imparziali”. In realtà la loro presenza dovrebbe proteggere i “entrambe le parti”. Inutile dire che aHebron la loro utilità non è esattamente quella che dovrebbe essere, visto gli avvenimenti quotidiani.

Ugo Giannangeli:

L’ultima volta che sono stato ad Hebron anni fa ho parlato con un pezzo grosso del contingente italiano (maggiore o colonnello, non ricordo). Mi ha detto chiaramente che gli era stato ordinato di non fare nulla, di non intromettersi. E questo loro facevano, usi come sono a “obbedir tacendo”. Non sapevo che questo non fare ci costa 9 milioni.

Francesco Martone:
Ho incontrato i carabinieri del TIPH (Temporary International Presence in Hebron) un paio di anni fa, visitando la loro sede assieme ad una delegazione di SEL, e ci hanno portato a fare un giro tra zona A e zona B. In confidenza ci hanno rivelato la loro grande frustrazione, visto che loro preparano report sulle violazioni dei diritti umani e la situazione della popolazione palestinese, ma a quanto credo di aver capito o vengono bloccati dall’ambasciata italiana o arrivano alla Farnesina e vengono “ignorati”. Il “tappo” potrebbe essere personale della Farnesina messo a suo tempo da Terzi di Sant’Agata.

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I parlamentari dell’intergruppo Palestina hanno presentato un’interrogazione su tale questione

Visto che la partecipazione italiana alla TIPH viene di volta in volta rifinanziata con il decreto missioni, si potrebbe sollecitare di nuovo i parlamentari a chiedere accesso ai rapporti sulle violazioni.

www.carabinieri.it/arma/oggi/missioni-all’estero/vol-ii-1936—2001/parte-ii/1994-e-1...
www.governo.it/sites/governo.it/files/79453-10509.pdf

Interrogazione sul TIPH2

C.4/11521
con la risoluzione dell’Assemblea generale n. 181 del 29 novembre 1947 si è posto fine al mandato britannico sulla Palestina e, contestualmente, è stata sancita la nascita di due Stati…

Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-11521 presentato da

TIDEI Marietta testo di

Sabato 19 dicembre 2015, seduta n. 540

TIDEI, PIAZZONI, IACONO, ROSTELLATO, BRUNO BOSSIO, PIRAS, QUARANTA, RICCIATTI, DANIELE FARINA, MANFREDI, MANZI, ARLOTTI, FOSSATI, FRAGOMELI, MINNUCCI, CARELLA, BRIGNONE, CARNEVALI, LAFORGIA, GIUDITTA PINI, NICCHI, FRANCO BORDO, ZAN, PRINA, GALPERTI e PAOLO ROSSI.

Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della difesa .

Per sapere – premesso che:
con la risoluzione dell’Assemblea generale n. 181 del 29 novembre 1947 si è posto fine al mandato britannico sulla Palestina e, contestualmente, è stata sancita la nascita di due Stati indipendenti, uno ebraico e uno arabo, oltre al regime internazionale speciale per la città di Gerusalemme;
la suddetta risoluzione, nella parte II, ha definito i confini del futuro Stato arabo. All’interno di essi era presente la città di Hebron, una delle più importanti e grandi della Cisgiordania. Luogo di straordinaria valenza religiosa, essendo una delle quattro città sante del Talmud, la città santa diHebron, tra le più antiche del mondo con singolari tradizioni storiche e culturali, è un luogo di pellegrinaggio per ebrei, cristiani e musulmani: qui è sepolto Abramo, il padre fondatore delle tre più importanti religioni monoteistiche;
oltre al grandissimo significato religioso, Hebron ha una vivacità economica di non poco conto. Lo sviluppo delle attività economiche nella città legate al settore dell’agricoltura, della produzione di scarpe e pietre costituisce un elemento fondamentale per lo Stato palestinese, per la sua crescita economica, sociale ed occupazionale. Arrestare le opportunità di sviluppo significa arrestare il percorso politico verso la pace tra i due popoli;
l’occupazione ebraica, nei territori palestinesi della Cisgiordania, ed in particolare nella città di Hebron ha avuto il suo momento iniziale a seguito del conflitto del 1967, meglio noto come la guerra dei sei giorni. Da allora gli insediamenti ebraici sono cresciuti in misura esponenziale e con essi è aumentata notevolmente la conflittualità tra coloni ebrei e residenti palestinesi;
l’odio, la violenza e le aggressioni nella città di Hebron sono culminati con il massacro, nel 1994, di 29 cittadini palestinesi e con il ferimento di altri 60 da parte di un colono israeliano davanti alla Tomba dei patriarchi. Temendo operazioni di rappresaglia, il Governo israeliano ha adottato una serie di misure volte a proteggere i coloni, rafforzando così la presenza militare nella città. Intere aree limitrofe alle colonie sono state completamente interdette ai palestinesi. Importanti strade e il mercato ortofrutticolo, i principali centri di incontro e di commerci di Hebron, sono stati chiusi, e centinaia di commercianti palestinesi sono stati sfrattati. Quel massacro ha accentuato la presenza di cotoni all’interno della città vecchia e l’espulsione di palestinesi con l’impossibilità per quest’ultimi di viverci e lavorare rendendo la città vecchia di Herbon una città vuota, spenta;
il massacro di Hebron ha determinato fratture a continui attriti tra israeliani e palestinesi con preoccupanti interruzioni al processo di pace. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite con la risoluzione del 18 marzo 1994, n. 904, oltre a condannare fortemente l’atto di violenza e ad invitare il Governo israeliano, potenza occupante, a continuare ad adottare misure, tra cui il sequestro delle armi per evitare ulteriori atti di violenza sui civili palestinesi, ha chiesto l’adozione di misure necessarie per garantire la sicurezza e la protezione dei civili palestinesi nei territori occupati, tra cui la realizzazione, nella città di Hebron di una presenza temporanea internazionale, nel contesto del processo di pace;
sulla scorta della risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, rappresentanti dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP) e il Governo israeliano hanno sottoscritto un accordo con il quale si stabiliva la realizzazione di una Temporary International Presence inHebron (TIPH), con il mandato di assistere e promuovere la sicurezza, la stabilità e migliori condizioni di vita nella città di Hebron. L’Italia, la Norvegia e la Danimarca sono stati accettati dalle parti come osservatori. Tuttavia, la missione, iniziata l’8 maggio del 1994, è durata soltanto tre mesi e, a causa di divergenze e contrasti continui, le parti non sono riuscite a trovare un accordo per estendere la durata del mandato della missione. La presenza temporanea internazionale si è così ritirata da Hebron nell’agosto del 1994;
il 28 settembre del 1995, nell’ambito del processo di pace, è stato firmato un accordo interinale sulla Cisgiordania (West Bank) e sulla Striscia di Gaza (Oslo II). L’Accordo prevede, oltre ad un ridispiegato delle forze militari israeliane nella città di Hebron, la realizzazione di una nuova presenza temporanea internazionale da stabilirsi sempre ad Hebron, come la precedente;

nel gennaio del 1997 il Governo israeliano e l’Organizzazione per la liberazione della Palestina hanno firmato l’accordo sulla «presenza temporanea internazionale nella città di Hebron».

La TIPH 2 è composta, oltre che dall’Italia, dalla Norvegia e dalla Danimarca, Paesi già chiamati a far parte della TIPH, anche dalla Turchia, dalla Svizzera e dalla Svezia;
relativamente alla copertura di alcune spese, opportunamente individuate nell’Accordo, a carico dello Stato parte della missione, l’Italia, per restare all’anno corrente, con i due decreti-legge di proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione (decreto-legge 18 febbraio 2015, n. 7, convertito, con modificazioni dalla legge 17 aprile 2015 n. 43; edecreto-legge 30 ottobre 2015, n. 174 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 198 del 2015) ha autorizzato la spesa complessiva di2.495.779 euro per il finanziamento dell’impiego del personale militare in attività di addestramento delle forze di sicurezza palestinesi;
il paragrafo 7 dell’accordo con il quale è stata istituita la TIPH 2, tuttora in vigore, prevede, inter alia, che ogni Paese parte della missione elabora relazioni sulla situazione quotidiana, con specifico riferimento al rispetto dei diritti umani. Sintesi delle suddette relazioni possono essere trasmesse ai Governi dei rispettivi Paesi partecipanti;
ai sensi decreto-legge 31 gennaio 2008, n. 8, convertito, con modificazione, dalla legge 13 marzo 2008, n. 45, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, entro il 31 dicembre di ogni anno, riferisce alle Commissioni parlamentari competenti sulla situazione, i risultati e le prospettive delle attività relative agli impegni italiani, militari e civili, nell’ambito delle varie missioni sotto le varie egide: ONU, Unione europea, NATO ed internazionale;
con riferimento alla missione oggetto del presente atto di sindacato ispettivo nelle relazioni, e segnatamente nella relazione di cui al Doc. LXXXII, n. 2, riferita all’anno 2013 e comunicata alla presidenza del Senato in data 30 gennaio 2015, come in quella di cui al Doc. LXX, n. 4 presentata dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale e predisposta congiuntamente con il Ministro della difesa, ai sensi dell’articolo 14, comma 1, della legge n. 231 del 2003, e trasmessa alla Presidenza della Camera in data 29 dicembre 2014 e riferita al periodo tra il 1o gennaio 2014 e il 30 giugno 2014, si procede con una descrizione della missione con riferimento esclusivo alla natura della stessa, agli obiettivi che essa si intende raggiungere, e all’impiego delle risorse nazionali impegnate. Nulla invece si dice circa la situazione nella città diHebron, precipuamente sotto il profilo dei risultati raggiunti relativamente al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione palestinese residente, al rispetto dei diritti umani e civili, nonché alle prospettive di sviluppo socio-economico –:
se i Ministri interrogati non ritengano opportuno fornire dettagliati elementi in ordine alla missione TIPH2, con particolare riferimento alle violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali nella città di Hebron. (4-11521)

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Ci manca solo che quei 4 firmaioli li in ferie s'intromettano poi siamo a posto, sono li e forse a Roma non sanno neanche che hanno soldati li'? A Hebron ci manderei 3 mesi Renzi a fare la dieta, quando ritorna diventa presidente dei Vegani d'Italia.
Ministri interrogati per i diritti umani? Già non seguono i migranti schiavi nei campi in Campania, figurarsi se si vanno ad occupare dei Palestinesi.
Magari se c'è da raccattare qualcosa? al fascicolo si può dare un occhiata. [SM=x44458]
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16/02/2016 01:22

Re:
lady considine, 13/02/2016 11:35:

Sapevate che militari italiani sono di stanza a Hebron dal 1997?
News - 12/2/2016




Pochi giorni fa in tv hanno mandato un servizio sui militari italiani che pattugliano quelle zone, ormai dovrebbe essere cosa nota anche al grande pubblico..
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27/02/2016 16:03

L'ORA DEL BAGNETTO

Con questa foto – dal titolo "L'ora del bagnetto, Gaza 2015" – Emad Nassar ha vinto lo Sharjah Award in Medio Oriente.

La foto, scattata a Gaza, in Palestina, ritrae un uomo mentre lava due bimbi in una vasca tra le macerie di una casa distrutte dalle bombe. Un attimo di quotidianità in un luogo non più ospitale.

Con la stessa foto Emad Nassar ha vinto il terzo premio al concorso ‘We Deserve Life’ – goo.gl/yJ1kE1 –.

-> 26 giugno 2015. Salem Saoody, 30 anni, sta facendo il bagno a sua figlia Layan e sua nipote Shaymaa nella vasca da bagno, unico pezzo della casa rimasto illeso dai bombardamenti. Ora vivono in un caravan vicino alle macerie. (trad. Lidia Bendandi) www.instagram.com/p/BCJn7KOiD9f/?taken-by=emadsnassar

-> goo.gl/JL4erj
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27/02/2016 17:57

Se mi facevano una foto a me nella piscinetta l'estate scorsa ero in lizza pure io. [SM=x44458] Concorso " Disgrasià nella metropoli"
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25/03/2016 20:35

Questo soldato stamattina ha sparato ad un ragazzo che è subito caduto a terra,



appena è arrivata l'ambulanza, secondo quanto scrive Haaretz, si sente gridare: «il terrorista è ancora vivo, quel cane!». Gli spara e si vede del sangue uscire dalla testa del palestinese, come mostra il video.


24 mar 2016 - Soldier shoots, kills Palestinian attacker lying on the ground, Hebron
Credit: B'Tselem
For the full article at Haaretz.com: www.haaretz.com/israel-news/.premium-1.710747
Israeli Soldier Suspected of Killing Subdued Palestinian Assailant in Hebron
Video shows a soldier shooting a wounded Palestinian man who had earlier carried out a stabbing attack in Hebron; IDF suspends soldier, opens investigation.
An IDF soldier shot in the head a Palestinian man who stabbed another soldier in an attack in Hebron on Thursday morning while he lay on the ground and did not pose a threat to security forces, according to documentation by the B’Tselem human rights group.
A video provided by a B'Tselem fieldworker following the stabbing attack at the entrance to the Tel Rumeida neighborhood in the city shows that a solder shot the Palestinian assailant who was lying on the ground, wounded, and who did not pose a threat to security forces.

il soldato è stato arrestato e sospeso dal servizio (in via eccezionale stavolta c'è stata la severa condanna di Netanyahu), ma se fosse stato palestinese avreste visto il video dappertutto, avrebbero ucciso lui e messo in prigione tutti i famigliari e parenti oltre a distruggere la loro casa i loro campi coltivati, uliveti e tutto quel che possiedono, come è tradizione israeliana contro i criminali (ma solo se palestinesi).

Fonti: Haaretz
ASKANews
Il Post
Il Messaggero
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25/03/2016 20:46

Questi ragazzi qui hanno fatto una strage

Per ogni Arabo che muore è una salvezza in più per il mondo.

Gli Israeliani hanno capito come si fà, bravi [SM=x44459]
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25/03/2016 23:30

Re:
Arcanna Jones, 25/03/2016 20.35:

Questo soldato stamattina ha sparato ad un ragazzo che è subito caduto a terra,


appena è arrivata l'ambulanza, secondo quanto scrive Haaretz, si sente gridare: «il terrorista è ancora vivo, quel cane!». Gli spara e si vede del sangue uscire dalla testa del palestinese, come mostra il video.


24 mar 2016 - Soldier shoots, kills Palestinian attacker lying on the ground, Hebron
Credit: B'Tselem
For the full article at Haaretz.com: www.haaretz.com/israel-news/.premium-1.710747
Israeli Soldier Suspected of Killing Subdued Palestinian Assailant in Hebron
Video shows a soldier shooting a wounded Palestinian man who had earlier carried out a stabbing attack in Hebron; IDF suspends soldier, opens investigation.
An IDF soldier shot in the head a Palestinian man who stabbed another soldier in an attack in Hebron on Thursday morning while he lay on the ground and did not pose a threat to security forces, according to documentation by the B’Tselem human rights group.
A video provided by a B'Tselem fieldworker following the stabbing attack at the entrance to the Tel Rumeida neighborhood in the city shows that a solder shot the Palestinian assailant who was lying on the ground, wounded, and who did not pose a threat to security forces.

il soldato è stato arrestato e sospeso dal servizio (in via eccezionale stavolta c'è stata la severa condanna di Netanyahu), ma se fosse stato palestinese avreste visto il video dappertutto, avrebbero ucciso lui e messo in prigione tutti i famigliari e parenti oltre a distruggere la loro casa i loro campi coltivati, uliveti e tutto quel che possiedono, come è tradizione israeliana contro i criminali (ma solo se palestinesi).

Fonti: Haaretz
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Il Post
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é un gesto di una barbarie unica, ma quel che lascia sperare bene è che gli ebrei ne hanno preso subito le distanze condannando il gesto e promettendo di punire severamente quell'assassino.

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25/03/2016 23:51

Plis ti invito a leggere l'articolo n.1 del nostro regolamento
e a rispettarlo
grazie
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25/03/2016 23:59

Re: Re:
Da da da, 25/03/2016 23.30:



é un gesto di una barbarie unica, ma quel che lascia sperare bene è che gli ebrei ne hanno preso subito le distanze condannando il gesto e promettendo di punire severamente quell'assassino.




Per me lo premiano

Noi dobbiamo metterci nella testa che in altri posti è un altra realtà, noi stiamo a fare come i commentatori della domenica sportiva che guardiamo e giudichiamo, quel ragazzo Israeliano potrebbe essere stato il Placanica della situazione, quando c'è disordine e ci sono i fucili il morto ci può scappare all'80%.
Da un lato ammiro la Russia, in Russia c'è un sacco di Ceceni, li ammazzano e non esce niente.
Poi magari scappano le storie della Baby Sitter Araba a Mosca che gli ha tagliato la testa a una bambina e girava nella metro, i compagni Russi con gli Arabi non vanno mica tanto d'accordo, cosa che non riescono a fare i compagni in Italia.

Me puzza un pò de Democrazia Cristiana? [SM=x44458]
Dai compagnum che magnum [SM=x44458]
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26/03/2016 19:38

Re: Re: Re:
pliskiss, 25/03/2016 23.59:



Per me lo premiano

Noi dobbiamo metterci nella testa che in altri posti è un altra realtà, noi stiamo a fare come i commentatori della domenica sportiva che guardiamo e giudichiamo, quel ragazzo Israeliano potrebbe essere stato il Placanica della situazione



No Plis, guardati il filmato e capisci subito che la situazione è assurda, non è minimamente paragonabile a quella concitata di Placanica, qui era tutto calmo, stavano aspettando che l'ambulanza caricasse il ferito e di punto in bianco quel soldato esce pazzo, grida quella frase vergognosa e gli spara senza alcun motivo, tant'è che stavolta pure gli esponenti di estrema destra che difendono sempre qualsiasi atrocità hanno condannato l'accaduto.

Informati meglio sull'accaduto poi ne riparliamo.
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Re: Re: Re: Re:
Pipallo, 26/03/2016 19.38:



No Plis, guardati il filmato e capisci subito che la situazione è assurda, non è minimamente paragonabile a quella concitata di Placanica, qui era tutto calmo, stavano aspettando che l'ambulanza caricasse il ferito e di punto in bianco quel soldato esce pazzo, grida quella frase vergognosa e gli spara senza alcun motivo, tant'è che stavolta pure gli esponenti di estrema destra che difendono sempre qualsiasi atrocità hanno condannato l'accaduto.

Informati meglio sull'accaduto poi ne riparliamo.



Infatti mi scuso, non avevo visto il filmato, il palestinese era a terra si presume ferito, e il soldato gli ha sparato in testa.

Quando uno è ferito a terra non gli si spara.
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Utente Power +



24/07/2016 22:52

immagino le reazioni composte di certi filo-israeliani di mia conoscenza, quelli dall'antisemitismo facile per capirsi.

P.S.: giusto per evitare facili apparentamenti da analfabeta funzionale, io in Israele ci sono andato e ne ho apprezzato la gente,
i colori, il profumo delle cose. Le critiche a governo e abusi dei militari stanno nell'ordine delle cose.
Di quelle che confluiscono nel concetto di "democrazia" e di "diritti umani". Ok?


Dopo aver fatto questa premessa ecco una notizia datata su cui riflettere:




Israele, 43 militari si “ribellano” all’esercito: “Persecuzioni contro palestinesi”


Israele, 43 militari si “ribellano” all’esercito: “Persecuzioni contro palestinesi”


I soldati si rifiutano di seguire gli ordini dell'esercito e denunciano, in una lettera al Primo Ministro Netanyahu, la raccolta d'informazioni "per ricattare" cittadini di Gaza e West Bank. Immediata la smentita dal portavoce israeliano. Ramallah, intanto, fa sapere che l'autopsia sul cadavere di un uomo prigioniero in un carcere del Negev parla di "morte causata dalle torture"



Una lettera inviata al Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, al capo delle forze di difesa israeliane (Idf) e al generale in capo all’Aman, l’intelligence israeliana, per dire basta alla “persecuzione politica” nei confronti della popolazione palestinese. Così 43 militari dell’unità 8200 hanno deciso di non prestarsi più a operazioni di raccolta informazioni per Israele usate, scrivono, per “ottenere materiale che colpisce palestinesi innocenti”. La notizia, diffusa dal quotidiano Haaretz, rappresenta l’ennesima denuncia contro l’operato dell’esercito e dei servizi segreti israeliani, dopo le decine di diserzioni avvenute durante l’ultimo conflitto tra Israele e Hamas sulla Striscia di Gaza. La notizia arriva poco prima delle dichiarazioni del ministro palestinese per i Detenuti, Issa Qaraqe, che denuncia la morte di un prigioniero in un carcere israeliano a causa delle torture.

 

Sono numerose le lettere di abbandono da parte dei militari che fanno capo a Tel Aviv arrivate sulla scrivania del premier Netanyahu e in aumento sono anche le obiezioni di coscienza, come quella del 19enne Udi Segal, per protestare contro le azioni dell’Idf nei confronti del popolo palestinese dall’inizio dell’ultimo conflitto, il 30 giugno, tra Israele e Hamas. Quella dei 43 militari è solo l’ultima di una lista che si aggiorna col passare dei mesi, ma denuncia un’attività di cui non si è parlato molto durante la guerra: quella della raccolta d’informazioni riguardo alla popolazione della Striscia e della West Bank. “I dati e le notizie raccolte vengono usate dall’esercito per persecuzioni politiche nei confronti di persone innocenti e per creare tensioni tra le diverse anime della società palestinese”, scrivono i soldati. Il quotidiano israeliano riporta anche una dichiarazione di uno dei firmatari, Daniel, che spiega i motivi della sua scelta: “Non potevo continuare a fare finta di niente, non ero più a posto con la mia coscienza”.

Pronta è arrivata la smentita del portavoce dell’Idf. I militari fanno sapere che l’unità 8200, come tutte le altre all’interno dell’esercito israeliano, opera secondo standard di addestramento meticolosi e “incentrati sugli aspetti etici, morali e sulle corrette procedure di lavoro”. Per questo motivo, l’ufficiale esclude la possibilità che le informazioni raccolte dall’esercito possano essere utilizzate per perseguitare o minacciare la popolazione palestinese.

Ad alzare i toni della polemica arriva anche una dichiarazione del ministro palestinese per i Detenuti, Issa Qaraqe, che denuncia la morte del 35enne Raed al-Jabari, prigioniero nel carcere israeliano di Eshel nel Negev. Il politico riporta i risultati di un’autopsia effettuata sul cadavere dell’uomo che ha attribuito la morte ai segni di torture individuati sul corpo. Il referto parla di un’emorragia interna e una commozione cerebrale, oltre che di diverse ecchimosi sul volto e sulle labbra. Il ministro lancia l’allarme prigionieri, visto che sono circa 7mila i cittadini palestinesi detenuti nelle carceri israeliani, 2 mila imprigionati solo durante l’ultimo conflitto.
Il Fatto Quotidiano del 12 settembre 2014 www.ilfattoquotidiano.it/2014/09/12/israele-43-soldati-si-rifiutano-di-continuare-le-azioni-militari-sono-persecuzioni-politiche/...
[Modificato da Ignazzio 24/07/2016 22:53]
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Utente Power



20/04/2017 19:37



20 April 2017


Untitled



The Man Behind The Curtain: Israeli Colonel Among ISIS Forces In Iraq



By F. William Engdahl

This was definitely not supposed to happen. It seems that an Israeli military man with the rank of colonel was “caught with IS pants down.” By that I mean he was captured amid a gaggle of so-called IS – or Islamic State or ISIS or DAESH depending on your preference – terrorists, by soldiers of the Iraqi army. Under interrogation by the Iraqi intelligence he apparently said a lot regarding the role of Netanyahu’s IDF in supporting IS.

In late October an Iranian news agency, quoting a senior Iraqi intelligence officer, reported the capture of an Israeli army colonel, named Yusi Oulen Shahak, reportedly related to the ISIS Golani Battalion operating in Iraq in the Salahuddin front. In a statement to Iran’s semi-official Fars News Agency a Commander of the Iraqi Army stated, “The security and popular forces have held captive an Israeli colonel.” He added that the IDF colonel “had participated in the Takfiri ISIL group’s terrorist operations.” He said the colonel was arrested together with a number of ISIL or IS terrorists, giving the details: “The Israeli colonel’s name is Yusi Oulen Shahak and is ranked colonel in Golani Brigade… with the security and military code of Re34356578765az231434.”

Comment: The news of this capture went further:



… that the relevant bodies are now interrogating the Israeli colonel to understand the reasons behind his fighting alongside the ISIL forces and the presence of other Zionist officers among ISIL terrorists.

The Iraqi security forces said the captured colonel has already made shocking confessions.

Several ISIL militants arrested in the last one year had already confessed that Israeli agents from Mossad and other Israeli espionage and intelligence bodies were present in the first wave of ISIL attacks on Iraq and capture of Mosul in Summer 2014, but no ranking Israeli agent had been arrested.

Political and military experts told FNA that the capture of the Israeli colonel will leave a grave impact on Iraq’s war strategy, including partnership with Israeli allies.


Why Israel?


Ever since the beginning of Russia’s very effective IS bombing of select targets in Syria on September 30, details of the very dirty role of not only Washington, but also NATO member Turkey under President Erdogan, Qatar and other states has come into the sunlight for the first time.

It’s becoming increasingly clear that at least a faction in the Obama Administration has played a very dirty behind-the-scenes role in supporting IS in order to advance the removal of Syrian President Bashar al Assad and pave the way for what inevitably would be a Libya-style chaos and destruction which would make the present Syrian refugee crisis in Europe a mere warmup by comparison.

The “pro-IS faction” in Washington includes the so-called neo-conservatives centered around disgraced former CIA head and executioner of the Iraqi “surge” General David Petraeus. It also includes US General John R. Allen, who since September 2014 had served as President Obama’s Special Presidential Envoy for the Global Coalition to Counter ISIL (Islamic State of Iraq and the Levant) and, until she resigned in February 2013, it included Secretary of State Hillary Clinton.

Significantly, General John Allen, an unceasing advocate of a US-led “No Fly Zone” inside Syria along the border to Turkey, something President Obama refused, was relieved of his post on 23 October, 2015. That was shortly after launch of the highly-effective Russian strikes on Syrian IS and Al Qaeda’s Al Nusra Front terrorist sites changed the entire situation in the geopolitical picture of Syria and the entire Middle East.

UN Reports cites Israel


That Netanyahu’s Likud and the Israeli military work closely with Washington’s neo-conservative war-hawks is well-established, as is the vehement opposition of Prime Minister Benjamin Netanyahu to Obama’s nuclear deal with Iran. Israel regards the Iranian-backed Shi’a Islamist militant group, Hezbollah, based in Lebanon, as arch foe. Hezbollah has been actively fighting alongside the Syrian Army against ISIS in Syria. General Allen’s strategy of “bombings of ISIS” since he was placed in charge of the operation in September 2014, as Russia’s Putin and Foreign Minister Lavrov have repeatedly pointed out, far from destroying ISIS in Syria, had vastly expanded their territorial control of the country. Now it becomes clear that that was precisely the intent of Allen and the Washington war faction.

Since at least 2013 Israeli military have also openly bombed what they claim were Hezbollah targets inside Syria. Investigation revealed that in fact Israel was hitting Syrian military and Hezbollah targets who are valiantly fighting against ISIS and other terrorists. De facto thereby Israel was actually helping ISIS, like General John Allen’s year-long “anti-ISIS” bombings.

That a faction in the Pentagon has secretly worked behind-the-scenes to train, arm and finance what today is called ISIS or IS in Syria is now a matter of open record. In August 2012, a Pentagon document classified “Secret,” later declassified under pressure of the US NGO Judicial Watch, detailed precisely the emergence of what became the Islamic State or ISIS emerging from the Islamic State in Iraq, then an Al Qaeda affiliate.

The Pentagon document stated:



…there is the possibility of establishing a declared or undeclared Salafist Principality in eastern Syria (Hasaka and Der Zor), and this is exactly what the supporting powers to the opposition [to Assad-w.e.] want, in order to isolate the Syrian regime, which is considered the strategic depth of the Shia expansion (Iraq and Iran).”


The supporting powers to the opposition in 2012 then included Qatar, Turkey, Saudi Arabia, the USA and behind-the-scenes, Netanyahu’s Israel.

Precisely this creation of a “Salafist Principality in eastern Syria,” today’s territory of ISIL or IS, was the agenda of Petraeus, General Allen and others in Washington to destroy Assad. It’s what put the Obama Administration at loggerhead with Russia, China and Iran over the bizarre US demand Assad must first go before ISIS can be destroyed. Now the game is in the open for the world to see Washington’s duplicity in backing what the Russian’s accurately call “moderate terrorists” against a duly-elected Assad. That Israel is also in the midst of this rats’ nest of opposition terrorist forces in Syria was confirmed in a recent UN report.

What the report did not mention was why Israeli IDF military would have such a passionate interest in Syria, especially Syria’s Golan Heights.

Why Israel wants Assad Out


In December, 2014 the Jerusalem Post in Israel reported the findings of a largely ignored, and politically explosive report detailing UN sightings of Israeli military together with ISIS terrorist combatants. The UN peacekeeping force, UN Disengagement Observer Force (UNDOF), stationed since 1974 along the Golan Heights border between Syria and Israel, revealed that Israel had been working closely with Syrian opposition terrorists, including Al Qaeda’s Al Nusra Front and IS in the Golan Heights, and “kept close contact over the past 18 months.” The report was submitted to the UN Security Council. Mainstream media in the US and West buried the explosive findings.

The UN documents showed that the Israeli Defense Forces (IDF) were maintaining regular contact with members of the so-called Islamic State since May of 2013. The IDF stated that this was only for medical care for civilians, but the deception was broken when the UNDOF observers identified direct contact between IDF forces and ISIS soldiers, including giving medical care to ISIS fighters. Observations even included the transfer of two crates from the IDF to ISIS forces, the contents of which have not been confirmed. Further the UN report identified what the Syrians label a “crossing point of forces between Israel and ISIS,” a point of concern UNDOF brought before the UN Security Council.

The UNDOF was created by a May, 1974 UN Security Council Resolution No. 350 in the wake of tensions from the October 1973 Yom Kippur War between Syria and Israel. It established a buffer zone between Israel and Syria’s Golan Heights according to the 1974 Disengagement of Forces Agreement, to be governed and policed by the Syrian authorities. No military forces other than UNDOF are permitted within it. Today it has 1,200 observers.

Since 2013 and the escalation of Israeli attacks on Syria along the Golan Heights, claiming pursuit of “Hezbollah terrorists,” the UNDOF itself has been subject to massive attacks by ISIS or Al Qaeda’s Al Nusra Front terrorists in the Golan Heights for the first time since 1974, of kidnappings, of killings, of theft of UN weapons and ammunition, vehicles and other assets, and the looting and destruction of facilities. Someone obviously does not want UNDOF to remain policing the Golan Heights.

Israel and Golan Heights Oil


In his November 9 White House meeting with US President Obama, Israeli Prime Minister Netanyahu asked Washington to reconsider the fact that since the 1967 Six-Days’ War between Israel and the Arab countries, Israel has illegally occupied a significant part of the Golan Heights. In their meeting, Netanyahu, apparently without success, called on Obama to back formal Israeli annexation of the illegally-occupied Golan Heights, claiming that the absence of a functioning Syrian government “allows for different thinking” concerning the future status of the strategically important area.

Of course Netanyahu did not address in any honest way how Israeli IDF and other forces had been responsible for the absence of a functioning Syrian government by their support for ISIS and Al Nusra Front of Al Qaeda.

In 2013, when UNDOF began to document increasing contact between Israeli military and IS and Al Qaeda along the Golan Heights, a little-known Newark, New Jersey oil company, Genie Energy, with an Israeli daughter company, Afek Oil & Gas, began also moving into Golan Heights with permission of the Netanyahu government to explore for oil. That same year Israeli military engineers overhauled the forty-five mile border fence with Syria, replacing it with a steel barricade that included barbed wire, touch sensors, motion detectors, infrared cameras, and ground radar, putting it on par with the Wall Israel has constructed in the West Bank.

Interestingly enough, on October 8, Yuval Bartov, chief geologist from Genie Energy’s Israeli subsidiary, Afek Oil & Gas, told Israel’s Channel 2 TV that his company had found a major oil reservoir on the Golan Heights: “We’ve found an oil stratum 350 meters thick in the southern Golan Heights. On average worldwide, strata are 20 to 30 meters thick, and this is 10 times as large as that, so we are talking about significant quantities.” As I noted in an earlier article, the International Advisory Board of Genie Energy includes such notorious names as Dick Cheney, former CIA head and infamous neo-con James Woolsey, Jacob Lord Rothschild and others.

Of course no reasonable person in their right mind would suggest there might be a link between Israeli military dealings with the ISIS and other anti-Assad terrorists in Syria, especially in the Golan Heights, and the oil find of Genie Energy in the same place, and with Netanyahu’s latest Golan Heights “rethink” appeal to Obama. That would smell too much like “conspiracy theory” and all reasonable people know conspiracies don’t exist, only coincidences. Or? In fact, to paraphrase the immortal words of Brad Pitt in the role of West Virginia First Lieutenant Aldo Raine in the final scene of Tarantino’s brilliant film, Inglorious Basterds, it seems that ‘Ol Netanyahu and his pecker-suckin pals in the IDF and Mossad just got caught with their hands in a very dirty cookie jar in Syria.

Comment: Israel and Western powers have been creating, funding, directing, and fighting among terrorists for a long time. Its nothing new, but is a fact that rarely seems to make it into the Western media and to the awareness of most people. Or if it does, the implications are never explored. No surprise there. Perhaps that will now begin to change since these types of ‘smoking guns’ have never been better documented and more apparent.

F. William Engdahl is strategic risk consultant and lecturer, he holds a degree in politics from Princeton University and is a best-selling author on oil and geopolitics, exclusively for the online magazine “New Eastern Outlook”. (NEO)

Additional comment by Sott.net: Israel and Western powers have been creating, funding, directing, and fighting among terrorists for a long time. Its nothing new, but is a fact that rarely seems to make it into the Western media and to the awareness of most people. Or if it does, the implications are never explored. No surprise there. Perhaps that will now begin to change since these types of ‘smoking guns’ have never been better documented and more apparent.

Remember these British SAS guys – who were caught dressed as Arabs red-handedly inflicting violent chaos among the Iraqi population several years ago?

SAS_terrorists  Pubblicato su Middle East Rising

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