Sapevate che militari italiani sono di stanza a Hebron dal 1997?
News - 12/2/2016
Missione denominata Temporary International Presence in Hebron (TIPH2)
nel gennaio del 1997 il Governo israeliano e l’Organizzazione per la liberazione della Palestina hanno firmato l’accordo sulla «presenza temporanea internazionale nella città di Hebron».
Li hanno incontrati:
Paolo Pili:
Li ho incontrati per caso a Hebron allo stadio, e gli ho chiesto cosa facessero. “Siamo osservatori” è stata la loro risposta “il nostro obbiettivo è osservare la situazione e scrivere dei report in lingua italiana e inglese che riportano i fatti a cadenza fissa e a cui attingono poi enti internazionali (ONU?) per monitorare la situazione da fonti imparziali”. In realtà la loro presenza dovrebbe proteggere i “entrambe le parti”. Inutile dire che aHebron la loro utilità non è esattamente quella che dovrebbe essere, visto gli avvenimenti quotidiani.
Ugo Giannangeli:
L’ultima volta che sono stato ad Hebron anni fa ho parlato con un pezzo grosso del contingente italiano (maggiore o colonnello, non ricordo). Mi ha detto chiaramente che gli era stato ordinato di non fare nulla, di non intromettersi. E questo loro facevano, usi come sono a “obbedir tacendo”. Non sapevo che questo non fare ci costa 9 milioni.
Francesco Martone:
Ho incontrato i carabinieri del TIPH (Temporary International Presence in Hebron) un paio di anni fa, visitando la loro sede assieme ad una delegazione di SEL, e ci hanno portato a fare un giro tra zona A e zona B. In confidenza ci hanno rivelato la loro grande frustrazione, visto che loro preparano report sulle violazioni dei diritti umani e la situazione della popolazione palestinese, ma a quanto credo di aver capito o vengono bloccati dall’ambasciata italiana o arrivano alla Farnesina e vengono “ignorati”. Il “tappo” potrebbe essere personale della Farnesina messo a suo tempo da Terzi di Sant’Agata.
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I parlamentari dell’intergruppo Palestina hanno presentato un’interrogazione su tale questione
Visto che la partecipazione italiana alla TIPH viene di volta in volta rifinanziata con il decreto missioni, si potrebbe sollecitare di nuovo i parlamentari a chiedere accesso ai rapporti sulle violazioni.
www.carabinieri.it/arma/oggi/missioni-all’estero/vol-ii-1936—2001/parte-ii/1994-e-1...
www.governo.it/sites/governo.it/files/79453-10509.pdf
Interrogazione sul TIPH2
C.4/11521
con la risoluzione dell’Assemblea generale n. 181 del 29 novembre 1947 si è posto fine al mandato britannico sulla Palestina e, contestualmente, è stata sancita la nascita di due Stati…
Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-11521 presentato da
TIDEI Marietta testo di
Sabato 19 dicembre 2015, seduta n. 540
TIDEI, PIAZZONI, IACONO, ROSTELLATO, BRUNO BOSSIO, PIRAS, QUARANTA, RICCIATTI, DANIELE FARINA, MANFREDI, MANZI, ARLOTTI, FOSSATI, FRAGOMELI, MINNUCCI, CARELLA, BRIGNONE, CARNEVALI, LAFORGIA, GIUDITTA PINI, NICCHI, FRANCO BORDO, ZAN, PRINA, GALPERTI e PAOLO ROSSI.
Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della difesa .
Per sapere – premesso che:
con la risoluzione dell’Assemblea generale n. 181 del 29 novembre 1947 si è posto fine al mandato britannico sulla Palestina e, contestualmente, è stata sancita la nascita di due Stati indipendenti, uno ebraico e uno arabo, oltre al regime internazionale speciale per la città di Gerusalemme;
la suddetta risoluzione, nella parte II, ha definito i confini del futuro Stato arabo. All’interno di essi era presente la città di Hebron, una delle più importanti e grandi della Cisgiordania. Luogo di straordinaria valenza religiosa, essendo una delle quattro città sante del Talmud, la città santa diHebron, tra le più antiche del mondo con singolari tradizioni storiche e culturali, è un luogo di pellegrinaggio per ebrei, cristiani e musulmani: qui è sepolto Abramo, il padre fondatore delle tre più importanti religioni monoteistiche;
oltre al grandissimo significato religioso, Hebron ha una vivacità economica di non poco conto. Lo sviluppo delle attività economiche nella città legate al settore dell’agricoltura, della produzione di scarpe e pietre costituisce un elemento fondamentale per lo Stato palestinese, per la sua crescita economica, sociale ed occupazionale. Arrestare le opportunità di sviluppo significa arrestare il percorso politico verso la pace tra i due popoli;
l’occupazione ebraica, nei territori palestinesi della Cisgiordania, ed in particolare nella città di Hebron ha avuto il suo momento iniziale a seguito del conflitto del 1967, meglio noto come la guerra dei sei giorni. Da allora gli insediamenti ebraici sono cresciuti in misura esponenziale e con essi è aumentata notevolmente la conflittualità tra coloni ebrei e residenti palestinesi;
l’odio, la violenza e le aggressioni nella città di Hebron sono culminati con il massacro, nel 1994, di 29 cittadini palestinesi e con il ferimento di altri 60 da parte di un colono israeliano davanti alla Tomba dei patriarchi. Temendo operazioni di rappresaglia, il Governo israeliano ha adottato una serie di misure volte a proteggere i coloni, rafforzando così la presenza militare nella città. Intere aree limitrofe alle colonie sono state completamente interdette ai palestinesi. Importanti strade e il mercato ortofrutticolo, i principali centri di incontro e di commerci di Hebron, sono stati chiusi, e centinaia di commercianti palestinesi sono stati sfrattati. Quel massacro ha accentuato la presenza di cotoni all’interno della città vecchia e l’espulsione di palestinesi con l’impossibilità per quest’ultimi di viverci e lavorare rendendo la città vecchia di Herbon una città vuota, spenta;
il massacro di Hebron ha determinato fratture a continui attriti tra israeliani e palestinesi con preoccupanti interruzioni al processo di pace. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite con la risoluzione del 18 marzo 1994, n. 904, oltre a condannare fortemente l’atto di violenza e ad invitare il Governo israeliano, potenza occupante, a continuare ad adottare misure, tra cui il sequestro delle armi per evitare ulteriori atti di violenza sui civili palestinesi, ha chiesto l’adozione di misure necessarie per garantire la sicurezza e la protezione dei civili palestinesi nei territori occupati, tra cui la realizzazione, nella città di Hebron di una presenza temporanea internazionale, nel contesto del processo di pace;
sulla scorta della risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, rappresentanti dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP) e il Governo israeliano hanno sottoscritto un accordo con il quale si stabiliva la realizzazione di una Temporary International Presence inHebron (TIPH), con il mandato di assistere e promuovere la sicurezza, la stabilità e migliori condizioni di vita nella città di Hebron. L’Italia, la Norvegia e la Danimarca sono stati accettati dalle parti come osservatori. Tuttavia, la missione, iniziata l’8 maggio del 1994, è durata soltanto tre mesi e, a causa di divergenze e contrasti continui, le parti non sono riuscite a trovare un accordo per estendere la durata del mandato della missione. La presenza temporanea internazionale si è così ritirata da Hebron nell’agosto del 1994;
il 28 settembre del 1995, nell’ambito del processo di pace, è stato firmato un accordo interinale sulla Cisgiordania (West Bank) e sulla Striscia di Gaza (Oslo II). L’Accordo prevede, oltre ad un ridispiegato delle forze militari israeliane nella città di Hebron, la realizzazione di una nuova presenza temporanea internazionale da stabilirsi sempre ad Hebron, come la precedente;
nel gennaio del 1997 il Governo israeliano e l’Organizzazione per la liberazione della Palestina hanno firmato l’accordo sulla «presenza temporanea internazionale nella città di Hebron».
La TIPH 2 è composta, oltre che dall’Italia, dalla Norvegia e dalla Danimarca, Paesi già chiamati a far parte della TIPH, anche dalla
Turchia, dalla Svizzera e dalla Svezia;
relativamente alla copertura di alcune spese, opportunamente individuate nell’Accordo, a carico dello Stato parte della missione, l’Italia, per restare all’anno corrente, con i due decreti-legge di proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione (decreto-legge 18 febbraio 2015, n. 7, convertito, con modificazioni dalla legge 17 aprile 2015 n. 43; edecreto-legge 30 ottobre 2015, n. 174 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 198 del 2015) ha autorizzato la spesa complessiva di2.495.779 euro per il finanziamento dell’impiego del personale militare in attività di addestramento delle forze di sicurezza palestinesi;
il paragrafo 7 dell’accordo con il quale è stata istituita la TIPH 2, tuttora in vigore, prevede, inter alia, che ogni Paese parte della missione elabora relazioni sulla situazione quotidiana, con specifico riferimento al rispetto dei diritti umani. Sintesi delle suddette relazioni possono essere trasmesse ai Governi dei rispettivi Paesi partecipanti;
ai sensi decreto-legge 31 gennaio 2008, n. 8, convertito, con modificazione, dalla legge 13 marzo 2008, n. 45, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, entro il 31 dicembre di ogni anno, riferisce alle Commissioni parlamentari competenti sulla situazione, i risultati e le prospettive delle attività relative agli impegni italiani, militari e civili, nell’ambito delle varie missioni sotto le varie egide: ONU, Unione europea, NATO ed internazionale;
con riferimento alla missione oggetto del presente atto di sindacato ispettivo nelle relazioni, e segnatamente nella relazione di cui al Doc. LXXXII, n. 2, riferita all’anno 2013 e comunicata alla presidenza del Senato in data 30 gennaio 2015, come in quella di cui al Doc. LXX, n. 4 presentata dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale e predisposta congiuntamente con il Ministro della difesa, ai sensi dell’articolo 14, comma 1, della legge n. 231 del 2003, e trasmessa alla Presidenza della Camera in data 29 dicembre 2014 e riferita al periodo tra il 1o gennaio 2014 e il 30 giugno 2014, si procede con una descrizione della missione con riferimento esclusivo alla natura della stessa, agli obiettivi che essa si intende raggiungere, e all’impiego delle risorse nazionali impegnate. Nulla invece si dice circa la situazione nella città diHebron, precipuamente sotto il profilo dei risultati raggiunti relativamente al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione palestinese residente, al rispetto dei diritti umani e civili, nonché alle prospettive di sviluppo socio-economico –:
se i Ministri interrogati non ritengano opportuno fornire dettagliati elementi in ordine alla missione TIPH2, con particolare riferimento alle violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali nella città di Hebron. (4-11521)
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