courtesy of ©Silver, 2003
La storia d'amore più assurda del mondo dei fumetti festeggia 30 anni. Tanti ne sono passati da quando Guido Silvestri, in arte Silver, sottopose a un disegnatore già affermato come Bonvi una striscia ambientata in una fattoria, con protagonisti gli animali. L'idea piacque, ma non il nome che aveva scelto Silver: "La fattoria dei MacKenzie" era troppo difficile da pronunciare e Alfredo Castelli, un altro dei grandi del fumetto italiano, propose di far diventare il lupo che cercava di rapire le galline il protagonista della storia.
Da allora quel lupo è diventato "il lupo" per eccellenza delle strisce: Alberto è un romanticone, un ingenuo, uno perseguitato dalla sfortuna, ma soprattutto è uno che si è buttato a capofitto in una storia d'amore folle, con una gallina. E' anche per questo che poco dopo la sua nascita Lupo Alberto è diventato il personaggio preferito degli adolescenti, tanto da essere scelto come testimonial per una delle compagna di informazione sull'aids.
Di personaggi nel cassetto Guido Silvestri ne aveva e ne ha tanti altri, ma ormai è legato a doppio filo al lupo, che in questi anni gli ha portato davvero tante soddisfazioni: Lupo Alberto è infatti il personaggio dei fumetti italiani che ha venduto di più con i gadget.
"Ho sempre pensato a questo personaggio come alla mia attività principale e mi sono ispirato alle strategie disneyane - dice Silver - fatte le debite proporzioni. Ho sempre gestito il personaggio con una certa accortezza, pensando che dovesse essere qualcosa di più di una semplice striscia. Ho cercato di farne un personaggio in sintonia con i tempi in cui vive e quindi anche con i lettori".
Una bella operazione di marketing, dunque.
"Sono un disegnatore, non un esperto di marketing. Anzi, ho sempre avuto molto rispetto per i miei fans e per i miei lettori, stando attento al rapporto con chi mi legge. Per esempio non ho mai fatto seguire al lupo le mode del momento, non ha mai parlato un linguaggio che non fosse anche il mio. Lo voglio spontaneo, spartano, così come è nato. Se poi per il mondo giovanile è diventato un punto di riferimento lo deve solo a sé stesso, non a un'operazione di marketing".
Tanto calato nel mondo che a un certo punto deve affrontare la confessione di Enrico la Talpa, che è omosessuale.
"Quell'espisodio è della metà degli anni '70. Era un periodo in cui io stesso ero molto arrabbiato, succedevano tante cose importanti dal punto di vista sociale e io mi sentivo legato al tavolo da disegno, perché la striscia andava bene e la richiesta di nuove storie era enorme. Visto che il lavoro mi costringeva in casa, manifestavo la mia approvazione o disapprovazione per alcune istanze a modo mio, quindi attraverso la striscia disegnata. Pur non avendo inclinazioni omosessuali mi è venuto un momento di rabbia per le convenzioni e quindi ho fatto dire a Enrico la Talpa "Io sono checca", con grande scandalo di tutta la fattoria, che ha reagito come reagirebbe una comunità o una famiglia di fronte a una confessione di questo tipo".
Lupo Alberto è diventato un confidente per gli adolescenti. E' vero che arrivano moltissime mail al vostro sito e alla rivista?
"Ho sempre privilegiato il rapporto con i miei lettori perciò la posta è sempre stata molto importante. Ogni giorno riceviamo sempre più lettere e non solo di ragazzi che ci pongono dei problemi, ma persone che hanno piacere di scambiare con noi delle opinioni. Nell'ultimo numero un lettore che lavora in campo medico fa delle riflessioni sulla vita, sul suo lavoro e sul mondo dell'informazione. Proprio come se parlasse con un amico. Poi, certo, ci sono anche le lettere dei ragazzi che ci parlano dei loro amori e delle loro amicizie".
la verità ti rende libero
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