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Ucciso dai poliziotti ? La madre accusa, il Questore nega, il Sindaco...

Ultimo Aggiornamento: 30/07/2006 23:04
12/01/2006 18:16
 
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E' un pò lunga la cosa, ma vale la pena leggere. Io commento alla fine.


da Kataweb
(La madre, nel blog)
Scrivo la storia di quel che è successo a Federico, mio figlio.
Non scriverò tutto di lui, non si può raccontare una vita, anche se di soli 18 anni appena compiuti. È morto il 25 settembre, il giorno di natale sono stati tre mesi…
Ho sempre pensato che sopravvivere ad un figlio fosse un dolore insostenibile. Ora mi rendo conto che in realtà non si sopravvive. Non lo dico in senso figurato. È proprio così. Una parte di me non ha più respiro. Non ha più luce, futuro…
Perché il respiro, la luce e il futuro sono stati tolti a lui.
Sabato 24 settembre è stato un giorno sereno, allegro…
Dopo la scuola il pranzo insieme, chiacchiere, risate. Era ancora estate, faceva caldo. Ha portato a spasso il suo amico cane. Non lo faceva spesso, ma quel giorno è andato con la musica in cuffia. Tutto in quel giorno aveva un’aura speciale.
Pensandoci ora è come se avesse voluto salutare tutti noi. Ha avuto sorrisi per tutti… la gioia era lui. Ha incontrato la compagnia, ha fatto il suo lavoretto di consegna pizza.
Il programma della sera prevedeva un concerto a Bologna.
Prima di partire è passato da casa per cambiarsi le scarpe, rotte giocando a pallone…È stata l’ultima volta che l’ho visto vivo. Ha salutato tutti, compreso il fratello che dormiva già, chiedendomi perché Stefano non avesse risposto al suo saluto.
Anche una sua amica mi ha confermato che quella sera era sereno, che l’ha salutata sorridente con la solita pacca sulla spalla e l’appuntamento al giorno dopo…Non è mai esistito il giorno dopo. Al Link il concerto era stato annullato. Quindi la serata è trascorsa lì dentro. L’hanno detto i compagni che erano con lui, non posso definirli amici, e le analisi lo hanno confermato. Uno dei ragazzi gli ha venduto una sostanza, una pasticca o simili. Lo definiscono lo sballo del sabato sera. È sbagliato si. Ma non si muore di questo…
Federico lo sapeva bene. Era stato partecipe di un progetto scolastico di ricerca e informazione promosso dalla provincia. So che la sua era una conoscenza approfondita con ricerche sui siti delle asl, conosceva le sostanze e gli effetti. Ed era a suo modo un igienista. Aveva grande cura del suo corpo, di quel che mangiava. Era uno sportivo. Una ragazzo splendido pieno di salute. E di progetti: pensava alla musica, al suo futuro, lo studio serviva a costruire il futuro. Nell’immediato c’erano le cose semplici: la patente dopo pochi giorni, il karate, un band musicale da organizzare con gli amici, e la vita di tutti i giorni cercando di stare bene…Trascorsa la serata il gruppo era rientrato a Ferrara, tornati al punto di incontro dove i più avevano lasciato le macchine o i motorini.
Federico era a piedi. Era partito da casa in macchina con Michy, che poi non era andato a Bologna. Erano ormai le cinque del mattino. I ragazzi hanno raccontato che gli hanno offerto un passaggio ma Federico non aveva voglia di rientrare subito. Sarebbe tornato a piedi. Era vicino a casa…Dal suo cellulare si vede che ha chiamato diversi altri amici. Specialmente i suoi migliori amici, un paio di volte ciascuno. Forse per chiedergli se erano ancora fuori… sembra che nessuno gli abbia risposto. I ragazzi che conosco mi hanno detto che avevano già spento il cellulare per dormire. E poi non so cosa sia successo esattamente. A quell’ora mi sono svegliata, forse non del tutto, chiedendomi se Federico fosse rientrato. Avevo una stanchezza invincibile non riuscivo a muovermi. Poi ho sentito un rumore nella sua stanza ed ero sicura che fosse lì…
Mi sono risvegliata che erano quasi le otto. Ho cominciato a chiamarlo e ad inviare messaggi. Nulla…Non era possibile che non rispondesse. Se tardava mi avvisava sempre. Diceva che lo stressavo ma non voleva farmi stare in pensiero. Mi aggrappavo all’idea che avesse solo perso il cellulare…Poi l’ha chiamato anche suo padre. Sul cellulare di Federico il padre è memorizzato col solo nome, Lino. Una voce ha risposto.
Ha imperiosamente chiesto chi fosse al telefono, ed ha chiesto di descrivere Federico. Poi si è qualificato come agente di polizia, ed alle nostre domande ha risposto che avevano trovato il cellulare su una panchina dalle parti dell’ippodromo e che stavano facendo accertamenti. Ed ha riattaccato.
Immediatamente ho cercato in Questura, e ho cercato anche ripetutamente un amico che ci lavora. Nulla. Il centralinista rispondeva: c’è il cambio di turno… non sono informato…, appena avremo notizie chiameremo noi…Niente per altre tre ore!!!! Passate nell’angoscia e nelle telefonate frenetiche agli ospedali, ai suoi amici e di nuovo ripetutamente alla questura.
Nel frattempo Stefano è accorso in bicicletta alla ricerca del fratello. Ringrazio il cielo che non sia andato nel posto giusto. La polizia è venuta ad avvisarci solo verso le 11. dopo che lo avevano portato via. Il suo corpo è rimasto sulla strada dalle 6 alle 11. E non mi hanno chiamata. Era mio figlio. Nessuno ha il diritto di tenere una mamma lontana da suo figlio!
E mi hanno detto che lo hanno fatto per me… perché era meglio che non vedessi. In quel momento gli ho creduto.
La polizia ha detto che un’abitante della zona aveva chiamato perché sentiva delle urla. Dicevano anche che si era ferito sbattendo da solo la testa contro i muri. Questo si è rivelato falso. Smentito dalle verifiche. Federico era sfigurato dalle percosse. Molto tempo dopo ho riavuto i suoi abiti. Portava maglietta, una felpa col cappuccio e il giubbotto jens. Sono completamente imbevuti di sangue. Hanno detto che non voleva farsi prendere. Che ha lottato ed è salito anche in piedi sulla macchina della polizia. I medici hanno riferito che aveva lo scroto schiacciato, una ferita lacero-contusa alla testa e numerosi segni di percosse in tutto il corpo. Ho potuto vedere solo quella sul viso, dalla tempia sinistra all’occhio e giù fino allo zigomo, e i segni neri delle manette ai polsi. L’ho visto nella bara. Il suo corpo non sembrava più allineato e simmetrico. Il mio bambino era perfetto, e stupendo. L’hanno distrutto…E la polizia mi raccontava che era drogato. Che si era fatto male da solo. Che tutto questo era successo perché era un povero tossico e noi sfortunati…Lo vogliono uccidere due volte. Le analisi hanno confermato che quel che aveva preso era irrilevante. Non certo causa di morte né di comportamenti aggressivi. Semmai il contrario. Quel che penso è che Federico fosse terrorizzato in quel momento. Gli stava crollando il mondo addosso. La vergogna di essere fermato dalla polizia, la patente allontanata perché aveva preso una pasticca. E aveva dimenticato la carta di identità. Quella mattina nel vicinato dicevano che era morto un albanese. Nessuno si preoccupava più di tanto…Ha certo cercato di scappare. Di non farsi prendere. Visto com’era ridotto si capisce come lo abbiano fermato. Quando lo hanno immobilizzato, ammanettato a pancia in giù non ha più avuto la forza di respirare. Chissà quando se ne sono accorti ? L’ambulanza è stata chiamata quando ormai non c’era più niente da fare. E nemmeno allora lo hanno portato all’ospedale per provare un intervento estremo. Lo hanno lasciato lì sulla strada. Cinque ore. Poi lo hanno portato all’obitorio. E solo allora sono venuti ad avvisarci. Perché?
Se fosse vero che dava in escandescenze da solo perché non è stata chiamata subito l’ambulanza ? Perché atterrarlo in modo tanto violento e cruento ? Era solo. Non c’era nessuno. Era disarmato. Non era una minaccia per nessuno. Perché aspettare tanto prima di avvisare la famiglia ? Chiaro. Per non farcelo vedere…Se lo avessimo visto così cosa sarebbe successo? Che risonanza avrebbe avuto ? Sul giornale del giorno dopo un articolo che dichiarava che era morto per un malore… tratto dal mattinale della questura. Il giorno dopo sull’altra testata cittadina “Federico sfigurato”. Immediate controdeduzioni del Capo Procura: “non è morto per le percosse”… questa è stata la prima ammissione di quanto successo. Ad oggi ancora non sono stati depositati ufficialmente gli esiti degli esami medici. Sono emersi solo alcuni dettagli che ho citato prima.
Quel che non mi da pace è il pensiero del terrore e del dolore che ha vissuto Federico nei suoi ultimi minuti di vita. Non ha mai fatto male a nessuno. Credeva nell’amicizia che dava a piene mani. Era un semplice ragazzo come tanti. Come tutti i ragazzi di quell’età si credeva grande ma dentro non lo era ancora. Aveva tutte le possibilità di una vita davanti, e una gran voglia di viverla…


Il questore Elio Graziano: "Sono soltanto calunnie verso i nostri agenti"
Ecco l’intervento del questore Elio Graziano sul caso del giovane deceduto: «In relazione al decesso del giovane Federico Aldrovandi ritengo giusto fornire alcune precisazioni. Pur nel rispetto per il dolore dei genitori e nel doveroso riserbo per l’inchiesta giudiziaria in corso, sono costretto a prendere posizione di fronte ad alcune affermazioni non rispondenti alla realtà e calunniose nei confronti del personale della Polizia di Stato in servizio a Ferrara, riportate dalla stampa ed attribuite alla madre di Federico Aldrovandi.
Tali affermazioni mi sorprendono perché all’indomani della morte del figlio ho informato personalmente la signora sulle circostanze relative alla sua morte e mi sono dichiarato disponibile a fornire ogni altro possibile ragguaglio che mi fosse stato richiesto anche successivamente. Sulle cause della morte di Francesco Aldrovandi l’ultima parola dovrà dirla, come è giusto che sia, l’autorità giudiziaria. Però le circostanze e le modalità dell’intervento della Polizia al mattino in cui si verificò il fatto, sono “fissate” in verbali e registrazioni contenenti dati oggettivi, in possesso dell’Autorità giudiziaria, certamente non manipolabili che possono così riassumersi: alle ore 5.47 alla sala operativa della Questura veniva richiesto un intervento da partre di cittadini che avevano osservato un giovane che in via Ippodromo urlava frasi sconnesse e colpiva alcuni pali della luce con il capo. L’equipaggio di una volante, accorsa sul posto pochi minuti dopo, notava un giovane in evidente stato di agitazione, che alla vista dell’auto era balzato sul cofano e aveva tentato di colpire con calci gli operatori. Non riuscendo a calmarlo e ad immobilizzarlo gli agenti richiedevano l’intervento di una seconda volante e, poi, di una pattuglia dei Carabinieri. Fin dall’inizio fu chiaro ad essi che l’obiettivo dell’intervento era di impedire al giovane di reiterare comportamenti autolesionistici, tant’è che proprio su loro sollecitazione alle ore 6.04 fu contattato dalla nostra sala operativa il “118” per l’invio di un’autoambulanza.
Per immobilizzare il giovane fu necessario applicargli delle manette ai polsi, che su parere conforme dei sanitari gli furono lasciate e solo successivamente tolte. In definitiva l’intervento degli operatori della volante si è dispiegato al cospetto di cittadini residenti nella zona, la cui attenzione era stata richiamata dalle urla del giovane, dei sanitari del “118” e dei Carabinieri e, si ripete, al solo scopo di impedire al giovane di continuare a farsi del male.



Il sindaco di Ferrara: "Ora si faccia chiarezza"
Alla fine è dovuto intervenire anche il sindaco di Ferrara, Gaetano Sateriale, sulla vicenda di Federico Aldovrandi, il diciottenne morto davanti ad alcuni agenti di polizia in circostanze misteriose la notte del 25 settembre scorso nella cittadina romagnola. Il primo cittadino, pur invocando la "totale fiducia nelle forze dell'ordine" - accusate da più parti e in primo luogo dalla famiglia del ragazzo di un comportamento equivoco - ha chiesto con forza che "si chiarisca presto la verità e che venga fatta rapidamente luce" sulla morte di Federico. Il sindaco sottolinea anche che "a quattro mesi dalla tragedia non posso che condividere la richiesta della famiglia Aldrovandi e della città perchè si giunga ad una rapida conclusione delle indagini e sia stabilita al più presto la verità". Quello di Sateriale è l'ultimo appello, in ordine di tempo, sulla tragica storia di Federico. Storia che sarebbe finita nel dimenticatoio se non fosse stato per il coraggio della madre Patrizia che, il 2 gennaio scorso, ha deciso di aprire un blog su Kataweb per raccontare la sua versione dei fatti e invocare almeno il diritto a una verità giudiziaria. Le parole di Patrizia hanno avuto quale primo effetto di scatenare un vivacissimo dibattito in rete con centinaia di commenti al blog: di solidarietà, di ammirazione per il coraggio della famiglia, alcuni anche di critica.
Il secondo effetto è stato quello di far rimbalzare la storia di Federico da un media all'altro - oltre alla stampa locale se ne sono occupati in questi giorni molti giornali nazionali e alcuni Tg, tra i quali Studio Aperto - e di obbligare le istituzioni locali a prendere posizione. Il primo a replicare all'ondata di sdegno suscitata dal blog è stato proprio il questore di Ferrara, Elio Graziano, che ha difeso gli agenti di polizia, ha elargito la propria versione dei fatti e ha messo in guardia dal lanciare accuse infondate contro le forze dell'ordine. Quasi contestualmente i deputati di Rifondazione comunista Titti De Simone e Franco Giordano hanno reso noto di aver presentato al ministro dell'Interno Pisanu un' interrogazione sulla vicenda. Ora tocca al sindaco di Ferrara invocare chiarezza a quattro mesi dalla morte del ragazzo. Intanto la famiglia Aldrovandi attende ancora l'esito dell'autopsia compiuta sul corpo di Federico. E la magistratura di Ferrara continua a indagare. (12 gennaio 2006)


Commento:
Io capisco il dolore di una madre che perde il proprio figlio e mi auguro che un'inchiesta faccia chiarezza, ma pretendo anche che se le sue accuse dovessero rivelarsi infondate paghi per quelle che il Questore definisce calunnie. Si, avete letto bene, lo pretendo. Perchè è ora di finirla. La Polizia è fatta di uomini e donne che tra tutti i cittadini sono quelli che quando sbagliano pagano e duramente, al contrario di altri, per cui se qualcuno li accusa di un crimine così grave e senza alcun elemento di fatto ma solo sulla base delle proprie "intuizioni", deve pagare con egual certezza.
Il Sindaco...già, il Sindaco. Ma pensino alle loro "polizie" prima di speculare e strumentalizzare. Si preoccupino dei loro amministrati che sparano settemila colpi "a scopo intimidatorio". Non so come ma su quelli tacciono sempre e rabbuiano tutto, che ci va di mezzo la loro "immagine" politica. Ma vaffa***** !!! Su Rifondazione Comunista non vale nemmeno più spendere parole. [SM=x165047]
Io per primo voglio la verità, tutta la verità, nient'altro che la verità su questa storia. Poi ne riparleremo. Del resto, come noto, la Polizia non ha nascosto mai niente delle proprie magagne, la Uno bianca docet. E' ora di cominciare a mettere i puntini sulle "i" e di puntualizzare, perchè così non si può continuare. Sennò domani apro un blog e comincio a sparare cazzate su cazzate su tizio e caio e poi vediamo come va a finire. Anzi, no. Meglio che non lo faccio. Sono un poliziotto e sicuramente pagherei. Come è giusto che sia. [SM=x165043] [SM=x165043] [SM=x165043]


(p.s. fermo restando che se malauguratamente la cosa dovesse rivelarsi vera, io quelli là li voglio vedere sulla forca).

[Modificato da bluewall 12/01/2006 18.21]

"La regionalizzazione della Polizia di Stato è una cosa che si decide in Parlamento ed anche se non piace ai più di centomila lavoratori della Ps deve essere comunque accettato". F. Speroni, Lega Nord (Aripijate !!! - Bluewall)
12/01/2006 18:48
 
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Situazione allucinante!
Se le accuse lanciate contro i colleghi si dovessero, come spero e mi auguro, rivelare infondate, non solo sarebbero d'obbligo le scuse da parte della famiglia, ma anche quelle di certi politicozzi.
Nella malaugurata ipotesi che i colleghi avessero comemsso una enormità non vedo altra ipotesi che la galera.
Dinosesto
[SM=x165074]
"velox ad impetum"
12/01/2006 19:25
 
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Spero che gli altri colleghi "operativi" concorderanno con me nell'osservare che se fosse stato realmente pestato per strada come la madre afferma e per di più in una città come la "civilissima" Ferrara avrebbero trovato un esercito di testimoni disposti a dire in ogni sede di aver assistito al pestaggio.
Mi pare non se ne faccia parola.
Purtroppo rilevo che il Ministero davanti queste calunnie non adotti provvedimenti di tutela quali l'istituto della querela o l'eventuale costituzione quale parte civile (superate, ovviamente, le dovute fasi processuali).
E' un triste dato di fatto purtroppo.
Ciao
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"Un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni. Questa è la base di tutta la moralità umana."

(J. F. Kennedy)
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12/01/2006 22:34
 
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allucinante!!!
la signora Patrizia ha tutta la mia compensione ma, appunto, come dice bitonale, in una città come ferrara trovi vagonate di persone che si precipiterebbero in questura a fare esposti su esposti se davvero i colleghi avessere malmenato la persona.
Poi, voglio dire, quale medico legale si assumerebbe la responsabilità di certificare una morte per malore se di fatto vi fossero segni evidenti di percosse???
Sono finiti i tempi degli insabbiamenti facili....qui si paga per qualsiasi alito di vento un po più storto!
12/01/2006 22:54
 
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Re:

Scritto da: bitonale 12/01/2006 19.25
Purtroppo rilevo che il Ministero davanti queste calunnie non adotti provvedimenti di tutela quali l'istituto della querela o l'eventuale costituzione quale parte civile Ciao



Perchè si preferisce lasciare passare queste storie nel dimenticatoio e non innescare polemiche. Ti ricordi quando nel 1988 a Padova venne assassinato il collega Arnaldo Trevisan, della Volante? L'assassino venne catturato dopo una accanita collutazione e arrestato. Si suicidò impiccandosi nel reparto detenuti dell'ospedale. I genitori dell'assassino accusarono la Polizia di avere torturato il figlio e di averlo costretto a togliersi la vita e avviarono una campagna di protesta così forte da costringere il Questore ( bada bene, il Questore, non il Dipartimento o il Ministero!) a querelarli. Il Questore perse la causa...secondo te il Ministero ha voglia di fomentare ulteriori casini? Io lo pretenderei, anche se perdessi saprei di avere qualcuno al Viminale che crede in me, nella mia onestà e nella mia professionalità....ma te lo ricordi Manzoni "...se il coraggio uno non ce l'ha non può mica darselo..." [SM=g27759]

Riguardo a questa storia di Ferrara sono assolutamente d'accordo con te e Postman, fermo restando che se qualche collega l'ha fatta sporca deve pagare, ma fino ad allora credo che anche per un poliziotto debba valere la presunzione di innocenza.

[Modificato da dago113 12/01/2006 22.57]

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"We few, we happy few, we band of brothers;/ for he today that sheds his blood with me /shall be my brother" (Shakespeare- Henry V)

"Bisogna che il popolo si avvezzi a riconoscere negli agenti della sicurezza pubblica non più i ministri di una esosa tirannide; ma coloro che vegliano alla sicurezza dellordine e della proprietà e che si ricordi come in libero e ben ordinato stato il rispetto della legge non è solo la forza del governo ma anche della nazione. " ( giornale " La Lombardia" di Milano. 17 Luglio 1860)

"Una grande Civiltà viene conquistata dall'esterno solo quando si è distrutta dall'interno" (William James Durant)
12/01/2006 23:06
 
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Sai Dago...
leggendo quello che ho letto mi sono venuti in mente i tempi di un certo Marino porto pestato nella Squadra Mobile di Palermo.
Erano altri tempi e seppure questo mafioso avesse ucciso ben DUE funzionari di quell'ufficio e ben 3 colleghi trovo comunque il farsi giustizia da soli un errore.
Non mi stanco mai di dire ai colleghi piu' giovani e piu' scalcianti che il nostro lavoro termina al momento in cui abbiamo deferito (con o senza l'arresto) all'AG il reo.
Se poi quest'ultima lo rimette in libertà e noi lo arrestiamo di nuovo sarà pure noioso ma è il nostro lavoro e non sono problemi nostri.
Per fortuna non siamo pagati per fare i giudici ed i carnefici allo stesso tempo.
La storia che leggevo mi ha riportato a quei tempi ma devo dire che, oggi come oggi, la trovo surreale e fantascientifica.
Probabilmente è umano reagire ad un grande dolore come questo in tale foggia ma... direi alla signora che il suo bravo ragazzo si somministrava sostanze stupefacenti e lo faceva con un tipo che frulla in cervello e ne fa perdere il controllo.
Vorrei sapere di piu' su questa storia.
Ho degli amici colleghi a Ferrara. Domani li chiamo e mi documento.
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Ci risiamo. Tutto sommato non mi stupisco. Posso indignarmi, ma non stupirmi. Penso che anche la forca provocatoriamente (ma forse nemmeno troppo) e idealmente invocata da Bluewall sarebbe poco nella malaugurata e maledetta ipotesi che le accuse della signora fossero fondate, cosa alla quale non credo per le ragioni che già altri hanno spiegato.
Mi chiedo anche se la Polizia e i poliziotti debbano costituire una sorta di capro espiatorio anche solo ideale e immaginario sul quale vengono proiettate sensazioni, emozioni, magari anche frustrazioni e, perchè no, sensi di colpa; e se lo si possa fare con tanta veemenza e accanimento.
Il Sindaco ? Ma lasciamo perdere. Avrebbero molto di cui occuparsi se proprio ci tengono a interessarsi a certe vicende per amore della verità invece che per speculazioni politiche.
Ma, come ha detto Bluewall, meglio non farlo. Ne andrebbe di mezzo la loro carriera politica. Sai com'è, i poliziotti perdonano, gli elettori NO.
Il Questore ha smentito e lui chiede "chiarezza" ?? [SM=x165043]
Piuttosto, penso una cosa, cioè se c'è qualcosa che possiamo fare per cominciare "puntualizzare", appunto; che so, vedere se ci si può costituire parte civile e cominciare a far partire le denunce ogni qualvolta veniamo accusati in modo così grave e pesante e le accuse si rivelano poi assurde.
Si, credo proprio che vorrò informarmi sulla fattibilità della cosa, perchè sono stufo di sopportare in silenzio cose simili.
A tutto c'è un limite e se non c'è bisogna porlo. Senza animosità, sia chiaro, ma con fermezza, determinazione e altrettanta serenità. Se quelli della signora dovessero rivelarsi sproloqui, vorrò muovermi in tale direzione e se qualcuno, colleghi e non, vorrà unirsi, ben venga.
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Esos cueros llevan sueños al otro lado del mar... y un viento de arrabal
(Gotan Project)
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FERRARA

Il Pm Messina: 'Federico non morì per trauma'

Il procuratore su alcuni interventi del blog aperto dalla famiglia Aldrovandi: 'Pretestuosa la polemica sulla delega delle indagini'

Ferrara, 13 gennaio 2006 - «La polemica sulla delega per le indagini è assolutamente pretestuosa». Lo dichiara il Procuratore della Repubblica di Ferrara, Severino Messina, che sta indagando sulla morte di Federico Aldrovandi, il 18enne deceduto la notte del 25 settembre scorso, in relazione al fatto che è stata contestata l'opportunità, da alcuni interventi sul blog aperto dalla famiglia (nella foto), di affidare gli accertameni sul caso alla polizia. In sostanza Messina fuga ogni dubbio procedurale sottolineando che le indagini sono in capo al magistrato, cioè sono dirette da lui , così come «le prove sono da lui direttamente assunte». E in questo, ribadisce, «sta la garanzia, posto che nessuna norma disciplina la specifica materia». Oltre a ciò il procuratore è tornato a confermare quanto aveva dichiarato pochi giorni dopo il decesso del giovane ovvero che, sulla base dei risultati dell'autopsia, si esclude che le lesioni sul corpo del ragazzo siano state causa della morte. «Dico ancora una volta perchè, qualche giorno dopo l'accaduto, valutata la evidente delicatezza delle vicenda, mi ero deciso a intervenire per sottolineare che, secondo le prime parziali notizie anticipatamente fornite, su esplicita richiesta della Procura, dai periti settori, era da escludere la natura traumatica del decesso» spiega infatti il pm Messina, sottolineando che ciò stava a significare «che le contusioni e le ecchimosi rilevate sul corpo del giovane, così come la ferita lacero-contusa al cuoio capelluto, quale che ne fosse l'origine, non potevano avere di per sè cagionato la morte del ragazzo». Messina ricorda anche che questa sua dichiarazione «era accompagnata dalla assicurazione che l'ufficio avrebbe posto il massimo impegno e tutto lo scrupolo necessario nello svolgimento delle indagini, che sono tuttora in corso, al solo fine dell'accertamento della verità processuale, senza preconcetti, nè tesi predeterminate o fuorvianti». «Non posso che riconfermare - chiosa il pm - l'impegno assunto». Rispetto a quanto già dichiarato all'indomani del decesso del ragazzo, la cui causa secondo i familiari sarebbe da imputarsi alle lesioni provocate dagli agenti di Polizia che la notte del 25 settembre, avendolo colto in stato confusionale e in comportamenti autolesionisti, cercarono di calmarlo, il pm aggiunge oggi alcune precisazioni. Innanzitutto, spiega, «la consulenza tossicologica, che ha accertato la presenza nel sangue di sostanze stupefacenti, ha concluso che i livelli di tali sostanze non consentono di stabilire un nesso di causalità 'inequivocabile', e ha rimesso al perito la valutazione globale del caso». «La consulenza - aggiunge Messina - del medico legale è tuttora in corso, avendo richiesto accertamenti analistici su vari tessuti e indagini particolari, e sarà depositata allo scadere del termine». Ma soprattutto, «non i vestiti del giovane - precisa - ma il solo giubbotto era intriso di sangue in corrispondenza della ferita lacero-contusa al capo. Inoltre, allo scroto è stata rilevata un'area di acchimotica di modestissime dimensioni».

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Se di mezzo non ci fosse il dolore di una madre per il figlio morto esploderei con dei commenti sarcastici e anche un pò ( lo ammetto) spietati , ma preferisco limitarmi e dire che finalmente la verità sta venendo fuori in questa tragedia di Ferrara. Non pretendo comunque che la signora Aldovrandi creda alle parole del Procuratore Messina...lo so, è molto più comodo accusare la Polizia della morte del figlio, così si evita di scrutare dentro di sè e farsi delle domande necessarie.
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13/01/2006 23:44
 
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Che vuoi che ti dica, Dago113. Ho letto il blog per intero e non ci ho trovato niente di diverso da espressioni di condanna sommaria per i poliziotti assassini. Poche, rarissime e contestate aspramente quelle che invitano a riflettere (a conferma di ciò che dici, cioè che a molti interessa una verità soltanto e che solo quella riconoscerebbero come tale: l'hanno ucciso i poliziotti). Persino uno di quei famigerati slogan datati anni '70: "sbirro maledetto, te la spegnamo noi la fiamma sul berretto". Bene, la signora non si è curata di cancellarla, a riprova del fatto che evidentemente lei la sua verità se l'è intimamente formata e solo a quella vuole credere. Non mi pare che su questo forum si possano leggere contenuti del genere, tutt'altro. Abbiamo tutti detto a chiare parole quello che pensiamo e che vorremmo se davvero le cose fossero andate come da lei raccontato, anzi, accusato.
Io sono d'accordo con Webcop, non si può sempre sopportare e tollerare che chiunque possa darci dell'assassino. E' ora di finirla. Il dolore di una madre è comprensibile, ma non implica il diritto di fare affermazioni del genere. Io non la giustifico. La capisco (ma fino a un certo punto), ma non la giustifico nella maniera più assoluta. Vedremo se il PM che conduce l'inchiesta riterrà di dover procedere nei suoi confronti se le accuse si dovessero rivelare false e infondate.
"La regionalizzazione della Polizia di Stato è una cosa che si decide in Parlamento ed anche se non piace ai più di centomila lavoratori della Ps deve essere comunque accettato". F. Speroni, Lega Nord (Aripijate !!! - Bluewall)
13/01/2006 23:52
 
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....tutti quanti sappiamo bene cio che realmente accade in certi momenti. Tutti coloro che hanno vissuto momenti simili sanno che un padre una madre un fratello una moglie un marito, chiunque non riesce mai ad accettare una realtà cosi brutta. E' la natura umana che ti porta a cercare una giustificazione un qualcosa che possa allontanarti dalla realtà per fartela accettare e continuare ad avere la forza di vivere. Non mi sento di condannare questa madre, che nelle sue parole esprime solo dolore, lo esprime nel modo sbagliato cercando una battaglia contro i mulini a vento, ma se questo gli puo servire per continuare ad avere la forza di vivere allora sarò disposto anche a comprendere le sue accuse.
Quando si scoprono certe debolezze dei propri figli molti genitori finiscono con l'accusare chi opera..."perchè avete fermato proprio lui con tanti delinquenti che ci sono in giro?"....."perchè avete perquisito proprio lui..con tanti spacciatori che ci sono in giro?"..quante volte questa frase l'avete sentita da un genitore?
A nessuno fa piacere essere messo davanti alla realtà specie se questa è la peggiore specie se questa è quella alla quale si è sempre sfuggiti...o almeno si è tentato di sfuggire.
Non entro in merito ai fatti, ma non credo che due volanti una gazzella e un autoambulanza..si siano messi tutti insieme a picchiare un ragazzo fino ad ucciderlo e tutti insieme si siano messi d'accordo per insabbiare tutto..è una ipotesi come tante altre ma mi pare un po fantascientifica.
Lasciamo che il tempo e il buon senso facciano il loro corso, non c'è bisogno di cercare giustizia, solo di cercare di non nascondere la testa sotto la sabbia e di non continuare a vedere i propri figli come gli angeli che abbiamo cresciuto, perchè il mondo è peggiore di qualsiasi immaginazione.
Ciao!
Cleanhead
- - - - - - - - -
14/01/2006 14:53
 
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No, mi dispiace Cleanhead. Non sono d'accordo. Lo ripeto, comprendo il dolore di una madre, ma non possiamo più giustificare e sempre tutto con questo. Quella donna accusa delle persone di avere ucciso suo figlio. Se lo facesse con chiunque altro che non è un poliziotto, ne pagherebbe le conseguenze nel caso si rivelassero infondate. Bene, anzi, male. Già, perchè è facile prendersela con quella massa indistinta di belve sanguinarie come ci dipingono nel suo blog e che finisce per diventare una specie di entità astratta contro la quale chiunque può dire ciò che crede. Vai, vai a leggertelo il blog. Avrei voluto intervenire, ma visto il tono della "discussione" ho preferito lasciar perdere. La signora si tenga le sue convinzioni, idem quelli che sproloquiano sul suo blog, ma se la magistratura accerterà che si tratta di accuse del tutto infondate, io pretendo che chieda scusa ai colleghi e a tutti i poliziotti. Se poi davvero si potrà fare qualcosa per porre dei limiti e a tutela della nostra dignità e onorabilità di persone e poliziotti come suggerisce Webcop, beh, io penso che sarebbe giusto. Ho sempre dato rispetto a tutti facendo il mio lavoro, molto più di quanto non ne abbia ricevuto. Anzi. Ora basta. Non dobbiamo permettere più a nessuno di sputare sentenze, insulti, accuse gratuitamente. [SM=x165044]
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14/01/2006 18:56
 
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Re:

Scritto da: bluewall 14/01/2006 14.53
No, mi dispiace Cleanhead. Non sono d'accordo. Lo ripeto, comprendo il dolore di una madre, ma non possiamo più giustificare e sempre tutto con questo. Quella donna accusa delle persone di avere ucciso suo figlio. Se lo facesse con chiunque altro che non è un poliziotto, ne pagherebbe le conseguenze nel caso si rivelassero infondate. Bene, anzi, male. Già, perchè è facile prendersela con quella massa indistinta di belve sanguinarie come ci dipingono nel suo blog e che finisce per diventare una specie di entità astratta contro la quale chiunque può dire ciò che crede. Vai, vai a leggertelo il blog. Avrei voluto intervenire, ma visto il tono della "discussione" ho preferito lasciar perdere. La signora si tenga le sue convinzioni, idem quelli che sproloquiano sul suo blog, ma se la magistratura accerterà che si tratta di accuse del tutto infondate, io pretendo che chieda scusa ai colleghi e a tutti i poliziotti. Se poi davvero si potrà fare qualcosa per porre dei limiti e a tutela della nostra dignità e onorabilità di persone e poliziotti come suggerisce Webcop, beh, io penso che sarebbe giusto. Ho sempre dato rispetto a tutti facendo il mio lavoro, molto più di quanto non ne abbia ricevuto. Anzi. Ora basta. Non dobbiamo permettere più a nessuno di sputare sentenze, insulti, accuse gratuitamente. [SM=x165044]



hai ragione ma staremo sempre qui a prendere inutili e maledette accuse anche e sopratutto quando completamente puliti....anche perchè quando qualcuno di noi dovrebbe pagare veramente finisce sempre che la parte lesa per paura o per pudore eviti di denunciare chi non merita di indossare la nostra divisa.
Qualche settimana fà rimasi sconvolto da un racconto di un collega accusato in maniera del tutto infondata di abusi sessuali durante il G8, abusi mai avvenuti, almeno da parte sua, ingiustamente denunciati e altamente lesivi nei confronti di una persona che non è solo buona ma altamente rispettosa dell'essere umano in genere.
E' stato scagionato perchè Dio ha voluto che all'ora dichiarata della violenza lui fosse in maniera palese da tutt'altra parte grazie a uno stupidissimo verbale di sequestro redatto da lui in un luogo tropppo distante e nell'ora della presunta violenza.
Subire di queste infamie non è possibile, non è tollerabile ma sempre ci saranno e continueremo sempre ad essere non tutelati.
Lui ovviamente ha dato corso al procedimento di calunnia nei confronti di questa grandissima BASTARDA, perchè solo di questo si tratta...ma non si può continuare davvero a tollerare attacchi gratuiti e ingiustificati solo perchè, magari, a qualcuno conviene così! [SM=x165045] [SM=x165045]
14/01/2006 22:05
 
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giornalisti, un po' di vergogna no?
posso capire il dolore di una madre,.... come avete voi spegato sopra,

ho letto il blog,.... bah discorsi sensa senso, dopo un po' e' uscito quelo che la madre gli ha detto di aver sentito il ragazzo morto gridare "basta! basta" .... (mi chiedo hanno mai avuto a che fare con uno fuori di testa?), e poi quelo che dice che la polizia e' abituata a fare cosi', che una volta lo hanno fermato due poliziotti ubriachi... sic... insomma mi sembre che piu' che un blog si sia trasformato in uno stupidario di luoghi comuni,

ma quello che proprio non digerisco e' il comportamento della stampa, almeno di certa stampa, forse lor signori non sanno che quando si interviene per una persona che e' fuori di testa il primo pensiero è che non si faccia male, non faccia male agli altri e non faccia danni, tutto questo con la speranza che noi non ci facciamo male, .....e che se anche c'e' l'ambulanza prima di noi sul posto e la persona è incontenibile si chiama il 113,..... lo dovrebbero sapere che noi siamo la panacea di tutti i mali...., come dovrebbero sapere che per vincere una violenza ed una resistenza si puo' far uso di mezzi di coazione fisica, si trovino l'articolo del codice penale,
questa è la vera vergogna: i comportamenti di persone che dovrebbero avere una grande onestà intellettuale, e che hanno il potere dell'informazione, ma sicuramente loro la vergogna non sanno neanche dove sta' di casa...

leone 17

14/01/2006 23:27
 
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Re: Re:

Scritto da: postman78 14/01/2006 18.56
Subire di queste infamie non è possibile, non è tollerabile ma sempre ci saranno e continueremo sempre ad essere non tutelati.



Non siamo tutelati perchè la politica dell'Amministrazione è quella di non rispondere a queste infamie, come le hai giustamente chiamate. Perchè non c'è una seria e forte presa di posizione del Viminale su vicende simili? non credo per vigliaccheria, piuttosto per una valutazione che considero comprensibile ma che non condivido, ovvero " manteniamo il profilo basso e il casino si ammoscerà da solo" . Niente di più sbagliato, con questa strategia anche quando l'innocenza del collega viene dimostrata (e non mi riferisco solo a Ferrara, ma anche al caso G8 ed ai casini giudiziari che stanno attraversando alcuni fratelli in blu a Milano) la soluzione positiva del caso non viene pubblicizzata, i falsi accusatori non vengono perseguiti o, se lo sono, anche qui non viene data pubblicità al caso...e grazie a questa politica del passare tutto sotto silenzio i risultati sono due : le false accuse si sedimentano nel tempo e, visto la loro impunità, altri bugiardi continuano a spuntare fuori.
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"We few, we happy few, we band of brothers;/ for he today that sheds his blood with me /shall be my brother" (Shakespeare- Henry V)

"Bisogna che il popolo si avvezzi a riconoscere negli agenti della sicurezza pubblica non più i ministri di una esosa tirannide; ma coloro che vegliano alla sicurezza dellordine e della proprietà e che si ricordi come in libero e ben ordinato stato il rispetto della legge non è solo la forza del governo ma anche della nazione. " ( giornale " La Lombardia" di Milano. 17 Luglio 1860)

"Una grande Civiltà viene conquistata dall'esterno solo quando si è distrutta dall'interno" (William James Durant)
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Condivido appieno DAGO [SM=x165053] [SM=x165053]
E' la nostra Amministrazione per cui lavoriamo e moriamo che non ci dà il rispetto dovuto mentre ci schiaccia se sbagliamo [SM=x165044]
Noi siamo Polizia "DI" Stato, rappresentiamo lo Stato, se infamano noi infamano lo Stato. [SM=x165048]
Speriamo che almeno gli interessati, eventualmente, si costituiscano parte civile. [SM=g27768]
FORZA E ONORE
15/01/2006 20:10
 
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Ho letto anch'io il blog. Indegno. Tutto il rispetto per il dolore della signora, ma non la giustifico nemmeno io. E noi dovremmo svegliarci e pretendere dall'Amministrazione che faccia la sua parte, una volta per tutte. E' grazie a questo atteggiamento ipertollerante che continuiamo ad essere sotto tiro di chiunque. Fissatevi bene in testa che ormai per moltissima gente la sentenza su quel fatto è già scritta. Siamo degli assassini. Anche se l'inchiesta dovesse risolversi con un nulla di fatto. [SM=x165044] [SM=x165044] [SM=x165044]
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Federico, dal blog spunta testimone
Ferrara: una donna ha visto tutto

Potrebbe esserci un testimone della morte di Federico Aldovrandi, il 18enne deceduto a Ferrara il 25 settembre scorso sotto gli occhi di alcuni agenti di polizia. Tutto è iniziato dal blog aperto della madre di Federico: ora una negoziante rivela che due giorni dopo il fatto una donna le raccontò di aver visto e sentito due poliziotti alle prese con il giovane. Secondo la testimone uno dei due agenti domandò al collega "Ma che cosa hai fatto?"

A scriverlo è il Corriere della Sera secondo il quale la testimone si sarebbe decisa a parlare dopo aver letto il sito Internet aperto dalla mamma di Federico. La donna, Carla F. di 44 anni di Ferrara, il 27 settembre, cioè due giorni dopo la morte del giovane, stava lavorando nel suo negozio quando una signora di mezz'età da lei conosciuta le confidò di essersi svegliata nella notte del 25, spaventata dalle urla che provenivano dalla strada.

La testimone avrebbe raccontato di essersi affacciata alla finestra per vedere cosa stava succedendo e di aver notato un ragazzo a terra e un agente su di lui. "Sentivo che gli chiedeva il nome - avrebbe raccontato la donna - e lui rispondeva. C'era anche una donna poliziotto che parlava con accento veneto e accusava il giovane di averla colpita con un calcio in pancia. Il poliziotto cercava di ammanettare il ragazzo ma non ci riuciva perché lui si dimenava. Ad un certo punto ho sentito il ragazzo che respirava male e chiedeva aiuto, e poco dopo ho udito la donna poliziotto domandare insistentemente al collega:'Ma che cosa hai fatto?'.

"Spero che quella donna ora si faccia viva - dice Patrizia Aldrovandi - e mi auguro che chiunque abbia sentito o visto qualcosa quella mattina abbia il coraggio di presentarsi.

Intanto, gli amici del giovane deceduto si sono riuniti in un comitato, il "Comitato verità per Aldro" che ha già organizzato per la mattinata di domenica un sit-in di fronte al Duomo di Ferrara e per il prossimo week end una fiaccolata in via Ippodromo, dove il giovane è morto.


Fonte: TGcom

bene, solo una frase "cos'hai fatto" significa che è stato il collega ad ammazzarlo...sono le frasi che stabiliscono i risultati dei gesti o le autopsie???
Non credo si possa imputare il collasso cardiocircolatorio all'ammanettamento del soggetto, almeno credo anche perchè se così fosse tutti i pazzi che ho ammanetato io sarebbero tutti morti!!! [SM=x165048] [SM=x165048] [SM=x165048]

siamo semppre davanti alla solita storia: fascisti e assassini [SM=x165047]
16/01/2006 12:48
 
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".......L’hanno detto i compagni che erano con lui, non posso definirli amici, e le analisi lo hanno confermato. Uno dei ragazzi gli ha venduto una sostanza, una pasticca o simili. Lo definiscono lo sballo del sabato sera. È sbagliato si. Ma non si muore di questo.........."
E chi lo ha detto? Si muore eccome per questo, altro che!!!!!!
Testimoni? Vedremo.....è possibile desumere tutto da una frese? E' posibile?.....Mah! A volte non è possibile desumerlo da spezzoni di immagini (e potrebbero parlare i Colleghi del San Paolo ma c'è il processo e allora meglio che per ora stiano zitti).
Non so cosa sia successo quindi mi astengo da tutti i giudizi ma certo che se fose dimostrato che i colleghi non c'entrano nulla con la morte del ragazzo allora la signora dovrebbe pagare, come è giusto e normale che sia!

[Modificato da soldato.blu 16/01/2006 12.49]

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Hey oh rock and roll, deliver me from nothing (Bruce Springsteen)

"Collè, capovolgi il mezzo e portalo all'incomincio della strada" (Anonimo collega)


25/01/2006 15:10
 
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Muore davanti agenti: minacce a pm
Ferrara,recapitata busta con pallottole

Una busta contenente due pallottole da caccia e minacce di morte è stata scoperta al centro smistamento delle Poste vicino alla stazione di Ferrara: era indirizzata al procuratore capo Severino Messina. Oltre alle pallottole, c'era anche un messaggio in cui si fa riferimento alla morte del diciottenne Federico Aldrovandi, avvenuta il 25 settembre davanti alla polizia in circostanze da chiarire.

Il procuratore Messina aveva fatto dichiarazioni, parziali, che sulla base dei primi risultati della perizia medica escludevano un nesso di causalità tra le lesioni esterne e la morte, dichiarazioni in cui tuttavia il procuratore aggiungeva di attendere l'esito della perizia che verrà depositata alla fine di febbraio per conoscere le esatte cause della morte.

Il caso di Federico era stato sollevato nelle settimane scorse su internet dalla mamma, aprendo il dibattito, a volte anche acceso, e diventando uno dei "blog" più frequentati della rete a livello nazionale: il caso è poi stato seguito da quotidiani nazionali e trasmissioni televisive. Da quanto si è appreso dal più fitto del riserbo in questura, la busta è stata sequestrata dagli ispettori della Digos che hanno aperto una indagine, ma non è trapelato nulla sul contenuto testuale del messaggio, né come era scritto.


Fonte Tgcom

Episodio che a mio avviso la dice lunga sulla strumentalizzazione di questa vicenda!! [SM=g27759]
25/01/2006 15:27
 
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Beh, si. Diciamo che il "clima" che è stato costruito nelle ultime settimane è quello "giusto". Mi auguro che si tratti solo del gesto di qualche esaltato. [SM=g27759]
"La regionalizzazione della Polizia di Stato è una cosa che si decide in Parlamento ed anche se non piace ai più di centomila lavoratori della Ps deve essere comunque accettato". F. Speroni, Lega Nord (Aripijate !!! - Bluewall)
25/01/2006 22:27
 
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Eccoci. Siamo alle solite. [SM=x165044] La mia personale solidarietà al Procuratore.
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ma certo....
Né droga né percosse hanno ucciso il ragazzo
Caso Aldrovandi: per i periti fu asfissia
Secondo i consulenti della famiglia il diciottenne morto a settembre davanti agli agenti sarebbe deceduto per soffocamento

ROMA - Federico Aldrovandi non morì per colpa della droga e nemmeno per le percosse (ipotetiche). A provocarne il decesso , il 25 settembre 2005, davanti agli agenti del 113 di Ferrara, intervenuti per calmarlo, fu un'asfissia provocata dalla «compressione toracica» di un quarto d'ora cui fu sottoposto dai poliziotti. Sono queste le conclusione a cui sono giunti i consulenti della famiglia del ragazzo, e che saranno depositate lunedì, quando dovrebbe essere depositato anche la perizia medico-legale disposta dal pm Mariaemanuela Guerra (che coordina le indagini sulla vicenda) sul corpo dell'allora 18enne Federico. I risultati della consulenza sono stati anticipati in una conferenza stampa.
Secondo i legali della famiglia «l'assunzione di modesti quantitativi di sostanze stupefacenti (eroina e ketamina) da parte del giovane, alcune ore prima della morte, pare avere efficacia causale assai discutibile».
Ad illustrare le conclusioni del pool di medici legali e tossicologi, consulenti della famiglia (Giorgio Gualandri, Manuela Licata e Antonio Zanzi) sono stati gli avvocati della famiglia, Riccardo Venturi e Fabio Anselmo. Dagli atti di polizia e procura emerge, per i consulenti, che «dopo l'arrivo della prima pattuglia del 113, vi fu una violenta colluttazione tra il ragazzo e gli agenti» a cui seguì «l'immobilizzazione forzata a terra, protrattasi per alcuni minuti, in posizione prona ed ammanettato con le mani dietro la schiena, mentre almeno un agente di polizia gravava su di lui, comprimendogli la cassa toracica».
Dal referto del 118, emergono i tempi dell'intervento del personale sanitario: «la chiamata dalla centrale operativa del 113 è delle 6.08, l'ambulanza della Croce rossa e l'auto medicalizzata partono alle ore 6.10, l'arrivo sul posto della prima risale alle 6.15 e della seconda alle 6.18». Inoltre, «Dagli atti della polizia emerge, per i legali, che la richiesta di inviare un'ambulanza è stata radiotrasmessa dalla volante "alfa 3" alla centrale operativa del 113 alle 6.04, quando sul posto era già intervenuta la volante "alfa 2"».
E' in base a questi rilievi che i periti deducono che il ragazzo è rimasto a terra in posizione prona, con braccia ammanettate dietro la schiena, almeno per undici minuti (dalle 6.04 alle 6.15) e che l'emergenza sanitaria («intesa come presa di coscienza da parte degli agenti della necessità di soccorrere i giovane») deve essere precedente alla chiamata al 113. Il soccorso è stato «tardivo» per i legali, che invitano anche a valutare «il mancato utilizzo del defibrillatore portatile che si sarebbe trovato a bordo di una delle auto del 113»
Gli avvocati poi citano una teste che avrebbe riferito che Federico «rantolava e chiedeva aiuto» mentre un poliziotto tentava di ammanettarlo. Inoltre, nella prima richiesta di intervento da parte di una cittadina non ci sarebbe traccia di allusione ad atti autolesionistici del ragazzo (come sostenuto dalla questura) ma si parlerebbe solo di un ragazzo che «tira calci a tutto».
«Non è una battaglia contro la polizia - ha spiegato Anselmo - ma quello che è successo dopo i fatti non è accettabile». La famiglia del ragazzo infatti ha sempre puntato il dito contro una supposta sottovalutazione dell'accaduto e una stasi nelle indagini «ripartite solo a gennaio quando la madre ha aperto un blog su internet» ha aggiunto l' avvocato. Blog tra i più visitati d'Italia e che contribuì a far sì che della vicenda si interessassero i media nazionali.
La segreteria provinciale del Siulp chiede chiarimenti rapidi, perchè la pressione psicologica del «processo mediatico» inficia la serenità degli operatori. Il Siulp ricorda che il carabiniere Cristiano Scantamburlo è morto anche perchè «per non mettere in essere comportamenti da far west», un latitante, Antonio Dorio, è stato perquisito sommariamente e ha potuto nascondere l'arma con cui poi domenica ha ucciso il vicebrigadiere.
17 febbraio 2006

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[SM=x165044] ma certo, famiglia Aldrovandi, ma certo...la vostra non è una battaglia contro la Polizia, ma certo... [SM=x165044] non avete nessun motivo di combattere contro la Polizia, non c'è nessun odio, nessun astio [SM=x165044] non avete mai parlato di feroci percosse fatte dai biechi e malvagi agenti contro il vostro compianto figliuolo [SM=x165044] volevate solo l'accertamento della verità, ma certo... [SM=x165044] ...ma certo, la droga non c'entra nulla e ...c'entra solo il comportamento omissivo e negligente degli sbirri che hanno mentito e che erano talmente incapaci da non usare il defribillatore a bordo della Volante...ma certo [SM=x165044] ....ma certo... [SM=x165044] vi devo rispetto per la morte di vostro figlio...ma certo... [SM=x165044] [SM=x165044] [SM=x165044]
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"Bisogna che il popolo si avvezzi a riconoscere negli agenti della sicurezza pubblica non più i ministri di una esosa tirannide; ma coloro che vegliano alla sicurezza dellordine e della proprietà e che si ricordi come in libero e ben ordinato stato il rispetto della legge non è solo la forza del governo ma anche della nazione. " ( giornale " La Lombardia" di Milano. 17 Luglio 1860)

"Una grande Civiltà viene conquistata dall'esterno solo quando si è distrutta dall'interno" (William James Durant)
17/02/2006 19:39
 
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Caso Aldrovandi: per i periti fu asfissia. Ma la colpa rimane dei poliziotti.
7 febbraio 2006
Le notizie del Corriere.it.

Né droga né percosse hanno ucciso il ragazzo
Caso Aldrovandi: per i periti fu asfissia
Secondo i consulenti della famiglia il diciottenne morto a settembre davanti agli agenti sarebbe deceduto per soffocamento
ROMA - Federico Aldrovandi non morì per colpa della droga e nemmeno per le percosse (ipotetiche). A provocarne il decesso , il 25 settembre 2005, davanti agli agenti del 113 di Ferrara, intervenuti per calmarlo, fu un'asfissia provocata dalla «compressione toracica» di un quarto d'ora cui fu sottoposto dai poliziotti. Sono queste le conclusione a cui sono giunti i consulenti della famiglia del ragazzo, e che saranno depositate lunedì, quando dovrebbe essere depositato anche la perizia medico-legale disposta dal pm Mariaemanuela Guerra (che coordina le indagini sulla vicenda) sul corpo dell'allora 18enne Federico. I risultati della consulenza sono stati anticipati in una conferenza stampa.
Secondo i legali della famiglia «l'assunzione di modesti quantitativi di sostanze stupefacenti (eroina e ketamina) da parte del giovane, alcune ore prima della morte, pare avere efficacia causale assai discutibile».
Ad illustrare le conclusioni del pool di medici legali e tossicologi, consulenti della famiglia (Giorgio Gualandri, Manuela Licata e Antonio Zanzi) sono stati gli avvocati della famiglia, Riccardo Venturi e Fabio Anselmo. Dagli atti di polizia e procura emerge, per i consulenti, che «dopo l'arrivo della prima pattuglia del 113, vi fu una violenta colluttazione tra il ragazzo e gli agenti» a cui seguì «l'immobilizzazione forzata a terra, protrattasi per alcuni minuti, in posizione prona ed ammanettato con le mani dietro la schiena, mentre almeno un agente di polizia gravava su di lui, comprimendogli la cassa toracica».
Dal referto del 118, emergono i tempi dell'intervento del personale sanitario: «la chiamata dalla centrale operativa del 113 è delle 6.08, l'ambulanza della Croce rossa e l'auto medicalizzata partono alle ore 6.10, l'arrivo sul posto della prima risale alle 6.15 e della seconda alle 6.18». Inoltre, «Dagli atti della polizia emerge, per i legali, che la richiesta di inviare un'ambulanza è stata radiotrasmessa dalla volante "alfa 3" alla centrale operativa del 113 alle 6.04, quando sul posto era già intervenuta la volante "alfa 2"».
E' in base a questi rilievi che i periti deducono che il ragazzo è rimasto a terra in posizione prona, con braccia ammanettate dietro la schiena, almeno per undici minuti (dalle 6.04 alle 6.15) e che l'emergenza sanitaria («intesa come presa di coscienza da parte degli agenti della necessità di soccorrere i giovane») deve essere precedente alla chiamata al 113. Il soccorso è stato «tardivo» per i legali, che invitano anche a valutare «il mancato utilizzo del defibrillatore portatile che si sarebbe trovato a bordo di una delle auto del 113»
Gli avvocati poi citano una teste che avrebbe riferito che Federico «rantolava e chiedeva aiuto» mentre un poliziotto tentava di ammanettarlo. Inoltre, nella prima richiesta di intervento da parte di una cittadina non ci sarebbe traccia di allusione ad atti autolesionistici del ragazzo (come sostenuto dalla questura) ma si parlerebbe solo di un ragazzo che «tira calci a tutto».
«Non è una battaglia contro la polizia - ha spiegato Anselmo - ma quello che è successo dopo i fatti non è accettabile». La famiglia del ragazzo infatti ha sempre puntato il dito contro una supposta sottovalutazione dell'accaduto e una stasi nelle indagini «ripartite solo a gennaio quando la madre ha aperto un blog su internet» ha aggiunto l' avvocato. Blog tra i più visitati d'Italia e che contribuì a far sì che della vicenda si interessassero i media nazionali.
La segreteria provinciale del Siulp chiede chiarimenti rapidi, perchè la pressione psicologica del «processo mediatico» inficia la serenità degli operatori. Il Siulp ricorda che il carabiniere Cristiano Scantamburlo è morto anche perchè «per non mettere in essere comportamenti da far west», un latitante, Antonio Dorio, è stato perquisito sommariamente e ha potuto nascondere l'arma con cui poi domenica ha ucciso il vicebrigadiere.

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Esos cueros llevan sueños al otro lado del mar... y un viento de arrabal
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17/02/2006 20:19
 
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Dago l'asfissia può essere provocata anche da una droga, specialmente gli oppiacei e i loro derivati, deprimono il centro del respiro, situato nelle vicinanze del cervelletto.
Che centrano quei poveri poliziotti, mettergli addosso una croce che non hanno.
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