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LE PIU' BELLE POESIE D'AMORE D'OGNI TEMPO E PAESE

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    LE PIU' BELLE POESIE D'AMORE

    D'OGNI TEMPO E PAESE

    ___________________



    scelte e tradotte da Luciano Luisi

    Newton & Compton editori - 2005

    :::::::::::::::::::::::::::::::::::::



    Premessa

    1.

    Il progetto di questo libro mi ha portato indietro di molti anni. Mi ha indotto a voltarmi a quella lontana stagione del dopoguerra (la più fervida di sogni e di speranze), quando anche la letteratura parve un segno certo, e forse il più stimolante, della vita che tornava a prendere il sopravvento. Risalgono a quel tempo i miei incontri, come traduttore, con alcuni amatissimi poeti del passato. Incontri rivelatori di misteriose affinità che mi hanno fatto riconoscere in alcuni più che in altri (e da ciò il bisogno di tradurli, di "leggerli" dall'interno) con una congenialità letteraria e umana che è poi diventata determinante per il mio destino di scrittore di versi. Erano i primi anni del '50.
    Nel terzo programma della radio cominciò una rubrica di poesia straniera affidata alla voce sensibile di Achille Millo, e io tradussi due brevi sillogi da Apollinaire e da Rimbaud che, dopo il caldo e affettuoso consenso di Ungaretti, suscitarono l'offerta, che subito la mia pigrizia eluse, di un contratto editoriale.
    Ancora un ricordo torna vivido alla memoria: l'incontro con Anna Achmatova. Era il 1964. La celebre poetessa venne in Italia per ricevere il premio Etna-Taormina avendo ottenuto, per la prima volta dopo diciassette anni, il permesso di allontanarsi dalla Russia. Sul suo viso luminoso, appesantito dagli anni, si leggeva appena la bellezza di un tempo. Fu proposto, in suo onore, che tutti i poeti presenti traducessero una sua poesia. Io scelsi quella che comincia "Che importa se la voce...".
    Ecco, sono questi i semi che hanno poi continuato, nel segreto della mia stanza, a dare sporadici frutti; e ora è come se di quella stanza io mi accingessi ad aprire la porta.


    2.

    I poeti raccolti appartengono, oltre che a secoli diversi, a diverse aree culturali e linguistiche, ed è evidente che più volte abbia dovuto fare ricorso all'aiuto di illustri amici esperti nei vari idiomi, ma il rigore con cui i testi sono stati affrontati (e particolarmente quelli di lingue a me note), persino nel tentativo di giungere alle ragioni più segrete dell'espressione, alla motivazione della scelta delle parole, non ha condizionato, fino ad imbrigliarlo, il mio lavoro di traduzione la cui fedeltà va cercata nell'aderenza a quella sorta di sopra-linguaggio (che va ben oltre le singole lingue con le quali i poeti si esprimono) dove trova il suo più vero significato la poesia. Fedeltà dunque a quel nascosto senso che ho cercato di penetrare. [......]


    3.

    Questa antologia, così esplicitamente di poesie d'amore (le più difficili, le più temibili, anche per chi le traduce) non è certola prima né sarà l'ultima fra quante il tema ne ha stimolato e continuerà a suscitarne. Ma al di là dell'intento letterario che avrebbe suggerito, come è stato generalmente fatto, di ordinare la materia o per epoce o per aree linguistiche, questa "Luna d'amore" si è compiuta sotto l'impulso di rappresentare, attraverso la poesia di ogni tempo e cultura, l'immutabilità dell'uomo di fronte alla passione amorosa che ne condiziona il cuore e la mente, e le immutabili reazioni nell'ardore del desiderio, nella felicità o infelicità del possesso, nel dolore del distacco, nella sublimazione della memoria. [.......]
    Così per accostare parole, frasi, espressioni che sembrano d'uno stesso poeta (in cui si manifesta ogni uomo che in loro trova la parola), e perché uno stesso stato d'animo risuoni di più voci come fosse una sola ad esprimerlo, sono stati tolti i titoli delle poesie [..], e sono stati collocati testi dello stesso autore nelle quattro parti in cui l'antologia è divisa, e che vogliono raccontare la vicenda della passione amorosa: simile, dal suo sorgere al suo spegnersi, a quella della luna.

    LUCIANO LUISI



    ____________________________________




    Luna crescente

    L'innamoramento
    L'oggetto d'amore



    :::::::::::::::::::::::::::::::::::



    EMILY DICKINSON


    Che sia l'amore tutto ciò che esiste
    E' ciò che noi sappiamo dell'amore;

    E può bastare che il suo peso sia
    Uguale al solco che lascia nel cuore.




    MARINA IVANOVNA CVETAEVA


    L'amore
    è lama? è fuoco?
    Più quietamente - perché tanta enfasi?
    E' dolore che è conosciuto come
    gli occhi conoscono il palmo della mano
    come le labbra sanno
    del proprio figlio il nome.




    AUGUST VON PLATEN


    Chi ha guardato negli occhi la Bellezza
    è consacrato a una funesta sorte:
    ogni urgenza del vivere disprezza
    e più angosciato sarà dalla morte
    chi ha guardato negli occhi la Bellezza.

    E' una pena che dura per la vita
    quella d'amare, ed è folle speranza
    d'esser più forti di quella ferita:
    quando Bellezza in noi ha preso stanza
    è una pena che dura per la vita.

    Come una fonte vorrebbe languire
    e suggere il veleno ad ogni brezza
    e la morte dai fiori assorbire:
    chi ha guardato nel volto la Bellezza
    come una fonte vorrebbe languire.




    ARTHUR RIMBAUD


    D'estate, a calpestare per i sentieri andrò,
    dentro il grano che punge, l'erba tenera a sera.
    Sognando, la freschezza ai piedi sentirò,
    lascerò che mi bagni la testa nuda il vento.

    Non parlerò, smarrito ogni pensiero umano,
    ma infinito nell'anima mi crescerà l'amore
    e andrò come uno zingaro lontano assai lontano
    per la Natura lieto come con una donna.




    RABINDRANATH TAGORE


    Al risveglio ho trovato
    con la luce una lettera.
    Ma non posso sapere
    che dice: non so leggere.

    E non voglio distrarre
    un sapiente dai libri:
    ciò che c'è scritto forse
    non lo saprebbe leggere.

    La terrò sulla fronte,
    la terrò stretta al cuore.
    Quando scende la notte
    ed escono le stelle,
    la porterò sul grembo
    e resterò in silenzio.
    E me la leggeranno
    le foglie che stormiscono,
    e ne farà il ruscello
    col suo scorrere un canto
    che a me ripeterà
    anche l'Orsa dal cielo.

    Io non lo so trovare
    quel che cerco, o capire
    cosa dovrei imparare,
    ma so che questa lettera
    che non ho letto, ha reso
    più lieve il mio fardello,
    e tutti i miei pensieri
    ha mutato in canzoni.




    JORGE CARRERA ANDRADE


    Il tuo corpo è composto di frutti.
    La notte esali un odore di pesche.

    Scende il tuo bacio dalla gola al cuore
    come va l'acqua d'una fontana.

    E la mia pelle freme alle carezze
    come al soffio di Dio l'erba dei campi.

    Sei una coppa di frutti posata
    accanto alle mie labbra tutti i giorni.






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    [Modificato da Luceeombra. 03/12/2009 17:02]
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    00 06/12/2009 15:40

    MARCO ARGENTARIO


    No, non chiamarlo amore, se una donna
    che è tutta bella, desideri,
    portato per mano dagli occhi che estasiati l'ammirano.

    Ma se incontri una brutta e subito dentro ti senti
    perduto, e accelerando i suoi battiti il cuore,
    ardi di lei, smanioso: questo è fuoco d'amore,
    perché la bellezza seduce chiunque il volto le guardi.




    SERGEJ JESSENIN


    Oggi ho chiesto ad un cambiavalute
    che per un rublo dà mezzo tumàn,
    come dire in persiano alla mia bella
    Laila, le tenere parole "t'amo".

    Oggi ho chiesto ad un cambiavalute
    umile più del vento e più dell'acqua
    del Vana, come dire alla mia bella
    Laila, la parola "bacio", la più dolce.

    Gli ho domandato ancora, nascondendo
    la timidezza nel fondo del cuore,
    come io avrei potuto alla mia bella
    Laila dire la parola "mia".

    Così il cambiavalute mi ha risposto:
    - Non ci sono parole per l'amore,
    ma soltanto i fuggevoli sospiri
    e gli sguardi che come stelle splendono.

    Non c'è parola per il bacio. Il bacio
    non è sopra una tomba un'iscrizione.
    Il bacio ha il fiato delle rose rosse,
    petalo che si scioglie sulla bocca.

    L'amore non dà pegni e non li chiede,
    insegna gioia e dolore. "Sei mia"
    possono dirlo soltanto le mani
    che han lacerato lo scialle di seta.




    JEAN PASSERAT


    Bella, fugge la bellezza:
    Oh cogliamo insieme i frutti
    Dell'accesa giovinezza.
    Fino a quando vita assiste
    Siano sazi i desideri:
    La bellezza non resiste.

    Con l'età lei vien corrosa,
    La nemica età l'uccide
    Come il vento sulla rosa.
    Se due amori insieme vanno
    - E' l'amor che paga amore -
    I curiosi non sapranno.

    Non temer la maldicenza,
    Piu' di me nessun nasconde
    Delle tresche la parvenza.
    Sono un cacciatore astuto:
    Non mi vanto della preda
    Quando ciò che voglio ho avuto.




    WILLIAM BLAKE


    Non esprimere l'amore,
    Quello vero è sempre ascoso;
    E' uno spiro che si muove
    Silenzioso, misterioso.

    Dichiarai il mio grande amore
    il mio cuore le si aprì;
    Con paure orrende, fredda,
    Ah, tremando lei fuggì.

    Come fu da me lontana
    Un viandante l'accostò,
    Silenzioso, misterioso:
    Sospirò e la conquistò.




    RUFINO


    Solo godere è vivere!
    Scordiamoci
    tutti gli affanni: il nostro tempo è breve.

    Ora a me Lieo, e la musica e corone di fiori,
    a me l'ebrezza delle donne!
    E' questa
    la mia ora. Nessuno
    del doman ha certezza.




    WYSTAN HUGH AUDEN


    O minatore amante, come la notte nero,
    lungo quel colle limpido inseguilo il tuo amore;
    la tua lampada è spenta, son fermi gli ascensori;
    non lasciarla andar via, dà la caccia al suo cuore:
    la domenica passa, ragazza non fuggire,
    poi viene il lunedì, finiscono gli amori:
    sii marmo alla sua polvere, e sii bianco al suo nero.





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    GUTIERRE DE CETINA


    Occhi chiari, sereni,
    per la vostra dolcezza lodati,
    perché se mi guardate, mi guardate adirati?
    Se quando più amorosi
    voi più belli sembrate a chi vi ammira,
    dal vostro sguardo allontanate l'ira
    per non sembrare meno voluttuosi.
    Ahi, tormenti furiosi!
    Occhi chiari, sereni,
    se così mi guardate, deh, guardatemi almeno!




    JAMES LAUGHLIN


    Viene alle undici lei la mattina
    incontro a un uomo che la fa piangere

    si siedono ad un tavolo in un angolo
    parlano seriamente e all'improvviso

    si mette a piangere mentre lui prende
    tra le sue la sua mano e parla fitto

    lei cerca di sorridere ma quando
    lui la lascia di nuovo ripiange

    chiede subito un brandy e lo ingolla
    e si mette a rifarsi la faccia

    poi si avvia verso casa sì lo credo
    che lei l'abbia capito che qui vengo

    soltanto per guardarla ed aspettare
    quel giorno quando lui più non verrà.




    MELEAGRO


    Già le viole fioriscono, e i narcisi
    amanti della pioggia, e fioriscono
    i gigli di montagna, ma Zenofila,
    che si nutre d'amore,
    fiore in boccio tra i fiori, è fiorita
    come una dolce rosa di Suada.
    O giardini perché inutilmente
    con le vostre corolle ridete?
    Lei su tutte prevale
    le vostre ghirlande odorose.




    MARQUES DE SANTILLANA


    Donna così formosa
    non vidi alla frontiera
    come quella pastora
    che sta alla "Finojosa".
    Facendo quella via
    che dal Calatraveno
    porta a Santa Maria
    io fui vinto dal sonno
    nella terra sterposa,
    mi persi in quella via
    dove vidi la donna
    che sta alla "Finojosa".
    In un verde reame
    di rose e d'altri fiori
    vigilando il bestiame
    lei con gli altri pastori
    la vidi sì maliosa
    che quasi non credevo
    che fosse la pastora
    che sta alla "Finojosa".
    Né credo che la rosa
    fiorita a primavera
    sia mai così formosa
    né mai in ugual maniera
    come quella pastora
    che sta alla "Finojosa".
    E non guardavo tanto
    la sua tanta beltà
    perché io già temevo
    per la mia libertà.
    E dissi: la graziosa
    (per sapere chi era)
    è forse la pastora
    che sta alla "Finojosa"?
    Ridendo mi rispose:
    venite pure, ma
    io lo capisco bene
    ciò che sperate già.
    Non è desiderosa
    d'amore, né lo aspetta
    la pastora che sta
    qui nella "Finojosa".




    ALEKSANDR BLOK


    Tutte, quand'ella è apparsa,
    le amiche eleganti ha offuscato
    e l'anima mia è comparsa
    nel cerchio voluto dal fato.

    Della neve nel gemito pungente
    sono sbocciati i tuoi lineamenti.
    A briglia sciolta la troika sonante
    vola in quel puro e bianco alienamento.

    A lungo hai scosso la tua sonagliera
    nella campagna m'hai trascinato,
    m'hai soffocato con la seta nera,
    lo zibellino m'hai spalancato...

    Forse per quella tua disinvoltura
    sfrontata, piange il vento lungo il fiume,
    squilla e si spegne nella pianura
    ogni sonaglio, ogni fievole lume?

    Chiusa è la tua cintura fino in fondo,
    fingi modesto lo sguardo saettante!
    Tutte le cose i minuti confondano,
    vadano in fumo in un rogo fiammante!

    Lascia che il vento si metta a cantare
    le menzogne, la tua seta, a cantare!
    Gli uomini non dovranno mai sapere
    come le mani tue sono leggere!

    Per un istante dietro la veletta
    mi si è dischiusa la lontananza...
    Come sopra la bianca lontananza
    è caduta l'ombrosa veletta.








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    00 26/12/2009 11:22

    ATTILA JOSEF


    Quando il mio amore traversò la strada
    coi passerotti anche i colombi scesero.
    Quando con grazia salì il marciapiede
    la penombra esaltò le sue caviglie.
    Quando fece una mossa con la spalla
    con lo sguardo un bambino la seguì.
    Camminando volava e dava gioia
    alla gente che stava a guardarla,
    e mentre si accendevano i lampioni
    tutti le sorridevano ammirandola.
    Nessuno era invidioso che lei fosse
    la radice e la pianta del mio cuore.
    Ma io come soffrivo che rubassero
    la donna che stringevo fra le braccia!
    Ma con il loro atteggiarsi da galli
    gli uomini accesero nel mio profondo
    l'orgoglioso pensiero che era mia.
    E camminava in bellezza e allegria
    e un fresco venticello si piegava
    su di lei, l'amata mia.




    WILLIAM SHAKESPEARE


    Oh in che maniera posso mai cantarti
    Sapendo che tu sei di me la miglior parte?
    Cosa mi dà un elogio che a me stesso io faccia?
    E che cos'è lodarti se non lodare me?
    Proprio per questo allora dobbiamo separarci
    Così che il nostro amore non sia più indivisibile
    Ed io da te lontano possa infine donarti
    Quello che ti è dovuto, e che tu sola meriti.
    Oh assenza che tormento tu dovresti soffrire
    Se l'amaro riposo non avesse il consenso
    Di trascorrere il tempo nei pensieri d'amore
    Che dolcemente ingannano il tempo e i pensieri.
    E tu, assenza, m'insegni a fare uno di due
    Lodando ora chi resta da qui tanto lontano.




    GEORGE BYRON


    1.
    Quando lei passa nella sua bellezza
    Come la notte in un cielo stellato
    Tutto il meglio del buio e della luce
    Bagna la sua persona ed i suoi occhi
    Che sono così dolci a quella tenera
    Luce negata al fulgore del giorno.


    2.
    Soltanto un'ombra in più o un raggio in meno
    Sciuperebbero in parte la grazia
    Che ondeggia sulle sue trecce corvine
    O tenuamente illumina il suo volto
    Che si rivela preziosa dimora
    Dei suoi sereni e soavi pensieri.


    3.
    Sulla sua guancia, sulla sua fronte,
    Così tenere e quiete ma espressive,
    I colori, il sorriso seducente,
    Confidano di giorni tesi al bene,
    Della sua mente che con tutto è in pace
    E del suo cuore che amando è innocente!











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    00 29/12/2009 10:17

    WILLIAM SHAKESPEARE


    Quante volte, o mia musica, quando fai della musica
    Con quello strumento beato che fa nascere i suoni
    Con le tue dolci dita, e sulle corde, con grazia
    Componi un'armonia che l'orecchio rapito conquista,
    Provo invidia degli agili salterelli protesi
    Agilmente a baciarti i polpastrelli teneri
    Mentre le labbra vogliose di mietere il raccolto
    Di fronte a quell'audacia accanto a te si infiammano.
    Anche solo per essere sfiorate come loro
    Prenderebbero il posto dei legnetti danzanti
    Sui quali tu fai scorrere con tale grazia le dita
    Da rendere il legno felice più delle labbra vive.
    E se quegli sfacciati saltarelli son così fortunati
    Dà le tue dita da baciare a loro, ma le tue labbra a me.




    EDWARD ESTLIN CUMMINGS


    Amore mio
    la tua chioma è un reame
    dove regina è l'oscurità
    la tua fronte è uno svolo di fiori

    è la tua testa come un bosco vivo
    ricolmo di uccelli che dormono
    i tuoi seni son grappoli di api
    candidi sopra il ramo del tuo corpo
    il tuo corpo è l'aprile e le ascelle
    mi annunziano la primavera

    sono bianchi cavalli le tue cosce
    aggiogati ad un cocchio da re
    sono il ritmo d'un bravo menestrello
    e in mezzo a loro c'è sempre una musica

    amore mio
    la tua testa è uno scrigno per la gemma
    fresca della tua mente
    i tuoi capelli son come guerrieri
    che non sanno sconfitta
    i tuoi capelli sulle spalle sono
    un'armata con trombe vittoriose

    le tue labbra son satrapi in porpora
    i cui baci sanno far congiungere
    come re
    e i polsi
    fanno la guardia alla chiave del sangue

    sulle caviglie i piedi sono fiori
    in vasi d'argento
    fluttuano flauti nella tua bellezza

    hanno i tuoi occhi l'ambiguità
    di campane intuite nell'incenso.




    PABLO NERUDA


    Mi piaci se rimani come assente in silenzio,
    e mi ascolti lontana né la voce ti sfiora.
    E sembra che i tuoi occhi siano volati via,
    e sembra che la bocca te l'abbia chiusa un bacio.

    Poiché l'anima mia vive in tutte le cose
    tu sorgi dalle cose e di me sei ricolma
    dell'anima. O farfalla di sogno tu somigli
    all'anima mia, tu somigli alla parola malinconia.

    Mi piaci se rimani come persa in silenzio.
    Sei chiusa in un lamento flebile di farfalla
    e mi ascolti lontana né la mia voce ti giunge:
    lascia allora che taccia anch'io col tuo silenzio.

    E con il tuo silenzio lascia che io ti parli
    che è chiaro come lampada, semplice come anello.
    Tu sei come la notte che è costellata e muta.
    Il tuo, così lontano, è un tacere di stella.

    Mi piaci se rimani come assente in silenzio
    distante e dolorosa come se fossi morta.
    Allora una parola ed un sorriso bastano
    a dirmi non è vero, a rendermi felice.









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    00 02/01/2010 18:38

    PAUL VERLAINE


    Ogni incrostata conchiglia che sta
    In quella grotta in cui ci siamo amati
    Ha la propria particolarità.

    Una dell'anima nostra ha la porpora
    Che ha succhiato nel sangue ai nostri cuori
    Quando io brucio e tu a quel fuoco ardi;

    Un'altra imita te nei tuoi languori
    E nei pallori tuoi di quando, stanca,
    Ce l'hai con me perché ho gli occhi beffardi.

    Questa fa specchio a come in te s'avvolge
    La grazia del tuo orecchio, un'altra invece
    Alla tenera e corta nuca rosa;

    Ma una sola, fra tutte, mi sconvolge.




    JEAN-ANTOINE DE BAIF


    Se questo non è amore, che cosa ho dunque in cuore?
    E se invece è l'amore, è questo che io sento?
    E se è buona perché lei mi dà smarrimento?
    Se è cattiva che fa più dolce il suo rigore?

    Ma di cosa io piango se voglio questo ardore?
    E perché, contro me, il pianto non si frena?
    Male che dà piacere! Bene che mi dà pena!
    O gioia dolorosa! O gioioso dolore!

    O viva morte, l'anima come puoi soggiogare
    Se io non acconsento? Ma se consento, a torto
    Io mi lamento, e a torto ti potrei biasimare.

    Buono e malvagio amore in ogni caso io soffro
    Su me gioia e dolore e male e bene porto;
    Mi dolgo di servire ma io stesso mi offro.




    ALCEO


    Accoglimi, ti prego,
    io sono qui a cantare
    davanti alla tua porta:
    ti prego fammi entrare.




    JOHN KEATS


    Io ti grido pietà! Amore, sì, amore!
    Misericorde amore che dona senza chiedere,
    Racchiuso in un pensiero, saldo, sincero amore,
    Che non è mascherato, che un'ombra non può ledere!
    Dammi tutto di te - tutto - tutto - sii mia!
    Le tue forme bellissime, dei tuoi baci l'incanto,
    I tuoi occhi, le mani: dammi la fantasia
    Che m'accende il tuo seno così tenero e bianco.
    Dammi te stessa e l'anima: per pietà sii arrendevole,
    Non lesinare un atomo se tu non vuoi che muoia,
    O, continuando a vivere, ormai tuo miserevole
    Schiavo, perda il palato della mia mente il gusto,
    Dimentichi per sempre gli scopi della vita
    E in quel dolore sterile l'ambizione infinita.




    GUSTAVO ADOLFO BECQUER


    Che cos'è la poesia? chiedi fissandomi
    Negli occhi con gli occhi tuoi blu;
    Che cos'è la poesia! Me lo domandi?
    Oh, la Poesia... sei tu!




    LUIS DE GONGORA


    Mentre con i tuoi capelli per competere
    L'oro brunito splende al sole invano,
    Mentre il bel giglio con disprezzo ammira
    La tua candida fronte in mezzo al piano,
    Mentre più sulle labbra tue si posano
    Gli occhi che sul garofano da cogliere,
    Ed altezzoso il tuo bel collo rosa
    Trionfa sull'avorio opalescente,
    Godete collo e chioma e labbra e fronte
    Prima che ciò che fu in età dorata
    E l'oro e il giglio e il cristallo lucente
    Non solo argento o una viola spezzata
    Diventino, e con loro tu mutata
    In terra, in fumo, in pòlve, in ombra, in niente.




    JEAN RACINE


    Non c'è chi alle tue grazie o Parthenisse resista:
    il tuo dominio è pari a quello degli dei.
    Sarebbe senza l'anima, non avrebbe la vista,
    chi potesse guardarti senza renderti onore.

    Per me, te lo confesso, appena t'ho veduta,
    non potendo resistere, mi sono arreso a te.
    Con i sensi stregati, la ragione perduta,
    si pose sotto l'ala della tua legge il cuore.

    Io vidi senza angoscia la mia baldanza vinta,
    e non fu quella perdita crudele né tremenda;
    se io ne persi insieme con l'uso anche la voglia:
    è felice quell'anima che tua schiava si renda.

    Mai simile alla tua io vidi altra bellezza;
    i tuoi occhi abbagliarono per lo splendore i miei;
    la tua voce dolcissima incantò le mie orecchie;
    nei nodi dei capelli avvinto mi perdei.

    Ma io non mi fermai alle tue più sensibili
    bellezze: in te ho scoperto i più rari tesori;
    e vidi ed adorai questi doni invisibili
    che rendono il tuo spirito bello come il tuo corpo.

    Fu allora che vedendo quel merito adorabile
    anche tutti i miei sensi ancor più t'adorarono;
    ciò che vedevo in te era tutto mirabile
    e non sentivo in me nient'altro che l'amore.

    E finii per amare quell'innamoramento,
    e dopo, compiacendomi, ne ho amato la dolcezza;
    i tuoi occhi e il tuo viso nell'anima li sento,
    ho sempre Parthenisse al fondo del mio cuore.

    Sì, dopo che i tuoi occhi mi accesero la fiamma
    respiro meno bene in me stesso che in te;
    e sembra che l'amore abbia il posto dell'anima,
    ed io non vivrei più se non fosse più in me.

    E voi che mai avete Parthenisse incontrato
    boschi, fontane, rocce, mio soggiorno incantevole,
    soffrite che fin qui il suo nome abbia fiato,
    e non scordate mai la sua gloria e il mio amore.











    continua...
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    PAUL GERALDY


    So che sono irritabile, geloso,
    insoddisfatto, musone, esigente,
    che a una parola già divento ombroso
    e cerco spesso la lite per niente...
    Per troppo amore t'amo così male.

    Io t'inseguo, ti sgrido, ti confondo...
    Saresti più felice e meglio amata
    se tu non fossi tutto ciò che al mondo
    per me vale, e non fosse tormentata
    da questo povero amore la mente.




    FRIEDRICH HOLDERLIN


    O divina creatura, quante volte
    Ho appannato la tua cristallina
    Pace dorata svelandoti
    Il segreto del vivere e il dolore.

    Oh, perdona e dimentica! Tu pensami
    Nube che passa sulla luna piena,
    E torna a splendere, mia dolce luce,
    Nella tua ferma bellezza, serena.




    PAOLO SILENZIARIO


    Volevo dirti addio, ma la mia voce
    s'è spenta, e sono ancora
    qui accanto a te: ho paura
    della tua lontananza
    più della notte nera d'Acheronte.
    Tu sei la luce del giorno, ma il giorno
    non parla e tu mi doni la tua voce
    che è più dolce di un canto di Sirena.
    La mia speranza vive in quella voce.




    JOHANN WOLFGANG GOETHE


    Sarei già andato davvero lontano,
    Tanto lontano quanto è grande il mondo,
    Se non mi trattenessero le stelle
    Che hanno legato il mio al tuo destino,
    Così che solo in te posso conoscermi.
    E la poesia, i sogni, il desiderio,
    Tutto mi spinge a te, alla tua natura,
    E dalla tua dipende la mia vita.





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    PEDRO SALINAS


    Era l'anima tua
    così limpida e aperta
    che mai fu dato entrare
    a me nella tua anima.
    Io tentai scorciatoie
    disagevoli, vàlichi
    d'altezza inaccessibile...
    Si andava alla tua anima
    per cammini spaziosi.
    Disposi un'alta scala
    - sognavo d'alte mura
    a proteggerti l'anima -
    però l'anima tua
    era senza difese
    di muraglie di cinta.
    Ed io cercai la porta
    stretta della tua anima,
    però l'anima tua,
    così chiara com'era,
    non aveva un'entrata.
    Da dove cominciava?
    E il suo termine, dove?
    E seduto per sempre
    restai sugli sfuggenti
    tuoi confini dell'anima.




    PIERRE DE RONSARD


    Quando a sorsate bevo la scintilla amorosa
    Che nasce dai tuoi occhi il mio sguardo è abbagliato.
    Non la mente, lo spirito (e ne gode) è turbato
    E il mio corpo già ebbro non trova quiete o posa.

    Mi batte in petto il cuore, e la paura gela
    Il mio calore umano, e si perdono al vento
    I miei sensi vedendo che il tuo cuore è contento,
    Se mi conduce a morte, d'esser detto crudele.

    I fulminanti sguardi coi raggi mi trafiggono
    Come punte di frecce, la pelle, il corpo, il cuore,
    E l'anima, e se voglio ribellarmi al dolore,
    Del male che ricevo la grazia supplicare,
    Quella tua crudeltà mi vieta di parlare
    E la voce mi spengono gli occhi tuoi che m'affliggono.




    ALFRED DE MUSSET


    Vi fu mai più dolcezza che vedere
    Manon fra le mie braccia che s'appisola?
    La bella fronte profuma il cuscino;
    Sento il cuore che veglia sotto il seno.
    Un sogno passa e viene ad allietarla.

    Così un fiore di macchia s'addormenta
    Chiudendo un'ape nel fondo del calice.
    Io, io la cullo; un così bel mestiere
    c'è stato mai?

    Ma viene il giorno, e l'Aurora vermiglia
    Disfoglia al vento il suo primaverile
    Mazzo, e Manon con un pettine in mano
    Corre allo specchio, va a dimenticarmi.
    Ahimé! L'amore senza un prima e un dopo
    C'è stato mai?




    PAUL ELUARD


    Abbiamo passato la notte ti tengo la mano io veglio
    Ti sostengo con tutte le mie forze
    Scolpisco su una pietra la stella delle tue forze
    Solchi profondi dove scaturirà la bontà del tuo corpo
    Ascolto in me la tua intima voce la tua voce per gli altri
    E rido ancora di quell'orgogliosa che tratti
    Come una mendicante
    Dei folli che rispetti degli ingenui in cui credi
    E nella mia testa che a notte
    Dolcemente s'accorda con la tua
    Mi meraviglio della sconosciuta che diventi
    Una sconosciuta che ti assomiglia e assomiglia
    A tutto ciò che amo
    Che sempre si rinnova.






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    00 10/01/2010 21:24


    LANGSTONE HUGHES


    Sono un nero Pierrot:
    lei non mi amava,
    così io mi tuffai dentro la notte,
    e la notte era nera, anche la notte.

    Sono un nero Pierrot:
    lei non mi amava,
    così io piansi fin quando fu l'alba
    e insanguinò le colline ad oriente
    e il cuore, anche il mio cuore sanguinava.

    Sono un nero Pierrot:
    lei non mi amava,
    così con l'anima un tempo a colori
    come un pallone sgonfiato grinzosa,
    me ne andai via nella mattina in cerca
    d'un altro amore bruno.




    PERCY BYSSHE SHELLEY


    Temo i tuoi baci, mia dolce fanciulla,
    Tu non temere i miei;
    Profondamente il mio spirito è oppresso
    Per opprimere il tuo.

    Temo il tuo viso, la voce, i tuoi gesti,
    Tu non temere i miei;
    E' innocente l'affetto del mio cuore
    Con cui adoro il tuo.




    PAUL ELUARD


    Non mi si può conoscere
    Quanto tu mi conosci

    I tuoi occhi in cui noi dormiamo insieme
    Han fatto avere alle mie luci d'uomo
    Un destino migliore
    Che alle notti del mondo

    I tuoi occhi in cui viaggio
    Hanno concesso ai gesti delle strade
    Un senso distaccato dalla terra

    E nei tuoi occhi quelli che ci svelano
    La nostra solitudine infinita
    Già più non sono quello che credevano

    Non ti si può conoscere
    Quanto io ti conosco.








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    00 10/01/2010 21:25


    DESANKA MAKSIMOVIC


    No, non t'avvicinare!
    E' meglio da lontano
    ch'io li ami e desideri i tuoi occhi:
    solo quando si attende
    appare bella la felicità,
    e non cercata ci manda un suo cenno.

    No, non t'avvicinare!
    E' molto più suadente
    questo fremito dolce di paura e d'attesa.
    Ed è molto più bello
    ciò che a lungo s'insegue,
    e il suo presentimento che ci turba.

    No, non t'avvicinare!
    Perché farlo e a che scopo?
    Soltanto da lontano tutto splende
    come una stella, tutto
    ci incanta da lontano.
    No, non avvicinarmeli i tuoi occhi.




    ALFRED DE MUSSET


    Io menestrello me ne vo nel mondo
    E oltre il mio sapere non ho niente
    Ma se mi amaste voi mia bella bionda
    Mi crederei un ricco possidente.
    Come Petrarca ai piedi del suo idolo
    Davanti a voi, le ginocchia piegate,
    Io scorderei persino il Campidoglio,
    Se voi mi amaste, ma voi non mi amate.

    Oh se mi amaste voi mia bella bionda
    Solo dei vostri baci fame avrei,
    E sordo al suo vicino che rimprovera
    Il cuore inebriato sentirei.
    Cuore mendico va di donna in donna
    Cercando amore, e muore se non date
    Aiuto a lui, signora; rivivrebbe
    Se voi mi amaste, ma voi non mi amate.

    E le mie fresche canzoni fiorite
    Al vento del mattino e della sera
    Verrebbero da voi come le rose
    Che accompagnano in chiesa la preghiera.
    Purificando l'aria di Parigi
    Camminerei dove voi camminate,
    L'anima brucerei come un profumo,
    Se voi mi amaste, ma voi non mi amate.

    Su voi, gran dama che tutti adulano,
    Un occhialetto d'oro ha passeggiato,
    E con il nodo fatto a una cravatta
    Ecco già il vostro cuore incatenato.
    D'uno più in alto gradite l'omaggio
    Sorridetegli e fiera camminate
    Al suo braccio! sarei domani un peso
    Se voi mi amaste, ma voi non mi amate.




    ARTHUR RIMBAUD


    D'inverno ce ne andremo in un vagone rosa
    Con dei cuscini blu.
    Staremo bene. Un nido di folli baci posa
    Dove ti siedi tu.

    E abbasserai le palpebre per non veder dal vetro
    Fare smorfie le ombre della sera,
    queste mostruosità ringhiose, branco tetro
    Di lupi neri e diavolaglia nera.

    A un tratto sulla guancia ti sentirai graffiata...
    Un bacio come un folle ragnetto che s'agguata
    nel collo scenderà...

    E tu mi dirai: "Cerca!" reclinando la testa,
    E a lungo cercheremo quella bestiola lesta
    Che molto viaggerà...











    continua...
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    00 27/01/2010 09:37


    PAUL GERALDY


    Sempre, tutta la vita... Queste parole stupide,
    sì, le devi ridire, me le devi ripetere!
    Noi due lasciarci! Dimmi... potremmo mai lasciarci?
    Ti sembrerebbe folle, e mostruoso? Ripetilo!
    Ho bisogno che tu mi rassicuri
    di questa nostra eternità.

    ... Ma quando
    il mio amico mi dice: "Ormai per sempre
    è lei la tua compagna. Non sei illuso!
    Non avrai che un amore. Vi sarete
    sempre fedeli"... io sono un po' deluso.




    ANTONIO MACHADO


    Solitudine, mia compagna sola,
    dea del prodigio, che hai voluto farlo
    non richiesta!, di dare la parola
    alla mia voce, dimmi: con chi parlo?

    Rifuggo ormai la chiassosa brigata
    e senza amici solo pena c'è
    con te, signora, nel viso velata,
    sempre velata se parli con me.

    Non muterò per quanto mi rinnovi,
    penso; non è l'enigma quel sembiante
    che nell'intimo specchio appare nuovo,

    altro è il mistero: la tua voce amante.
    Discoprimi il tuo volto ch'io li trovi
    fissi su me i tuoi occhi di diamante.




    HEINRICH HEINE


    Baciami, e non giurare: non mi tocca
    Il giuramento di una donna! E' dolce
    Quello che tu mi dici, ma più dolce
    E' il bacio che ho rubato alla tua bocca.
    Soltanto questo è mio, e questo sento
    Che è vero: la parola è come il vento.

    Ma giura, o mio tesoro, giura: appieno
    Io voglio credere al tuo giuramento.
    Se affondo la mia testa nel tuo seno
    Io pienamente beato mi sento.
    E che in eterno m'amerai io credo,
    Amore mio, ed anche un oltre io vedo.




    LUIS CERNUDA


    Ti voglio.

    Te l'ho detto col vento
    che come un bruco gioca nella sabbia;
    come un organo irato tempestoso;

    te l'ho detto col sole,
    che dei giovani indora i corpi nudi
    e nelle cose innocenti sorride;

    l'ho detto con le nuvole
    meste fronti che il cielo sostengono,
    tristezze fuggitive;

    l'ho detto con le piante
    le diafane creature che si coprono
    d'improvviso rossore;

    te l'ho detto con l'acqua
    vita lucente che nasconde l'ombra;

    e te l'ho detto con la mia paura
    e te l'ho detto con la mia allegria,
    e con astio, e tremende parole.

    Ma non mi basta:
    oltre la vita voglio
    dirtelo con la morte;
    oltre l'amore voglio
    dirtelo con l'oblio.




    FRANCISCO DE QUEVEDO


    L'edera rampicante che cammina
    Stringendo nel suo verde labirinto
    Tutto il fusto del pioppo che danneggia
    Perché più l'accarezza più gli nuoce,

    Non sa l'occhio che guarda quel frondoso
    Slancio se sia d'amore o invece un carcere:
    Solo l'albero sa se sia un favore
    O sia una morsa che lo copre e piega.

    Così, Lisi, chi veda come godo
    Quando t'adoro nella tua bellezza
    E che nobili pene m'accompagnino,

    Chieda alla mia passione e al mio destino:
    Saprà che è schiavo del mio sentimento
    Ciò che crede sia un premio alla follia.












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    auroraageno
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    00 11/02/2010 09:06


    WILLIAM SHAKESPEARE


    Non piangere per me quando mi saprai morto,
    Non oltre il suono tetro della campana lugubre
    Che dà notizia al mondo che io sono fuggito
    Dalla sua codardìa per vivere coi vermi.
    Anzi, se leggerai queste righe, dimentica
    La mano che le ha scritte: io t'amo così tanto
    Che vorrei scomparire dalla tua cara mente
    Se il pensiero di me può portarti dolore.
    Oh se mai tu posassi gli occhi su questi versi
    Quando forse sarò già sfatto nella terra,
    Ti prego non chiamare il mio povero nome
    Ma lascia che il tuo amore con la mia vita muoia.
    Così che il mondo accorto non veda mai che tu
    Soffri ancora e ne rida, quando non sarò più.




    JOHN KEATS


    Il giorno è già passato
    e le dolcezze son tutte passate!
    O dolce voce, bocca,
    tenera mano e più tenero seno,
    Caldo respiro, sussurri,
    come tenere voci smorzate,
    Occhi splendidi, forme
    superbe e i fianchi dal fascino pieno!

    Il fiore s'è avvizzito
    con ogni incanto ch'era germogliato,
    Della beltà i miei occhi
    han visto dileguare la visione,
    E neppure un'impronta
    sulle mie braccia la beltà ha lasciato,
    E' svanita la voce,
    quel cielo di purezza e di passione.

    Tutto è fuggito via
    innanzi tempo al cader della sera,
    Quando già quegli scialbi
    notte e giorno festivi, nel velame
    Profumato d'amore
    di quell'oscurità che più s'annera,
    Cominciano a intrecciare
    per il piacere nascosto le trame.




    VIDYAPATI


    Seni turgidi, gonfi come tazze dorate.
    M'hanno rubato il cuore quelle perverse occhiate.

    Tu, mia sola bellissima, non lasciarmi alla soglia.
    Concedimi il tuo miele, come un'ape ne ho voglia.

    Guarda come ti supplico stringendoti le mani:
    non essere crudele, e il dubbio s'allontani.

    Ancora e ancora e ancora ti dirò il mio dolore,
    non posso più patire quest'agonia d'amore.









    _________Aurora Ageno___________
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    00 14/02/2010 18:30




    Luna piena

    Il desiderio
    La passione





    SAFFO


    Come violento sui monti
    scuote le querce il vento,
    così Amore ha travolto
    l'anima mia, la ragione.




    ANACREONTE


    Crudele fabbro, Amore, mi ha scagliato
    l'ascia, di nuovo,
    e mi ha tuffato in un torrente gelido.

    E io amo e non amo,
    e più non so se la mia mente è mia
    o non sono più in me.




    SAFFO


    E' già esangue la luna, e le Pleiadi
    son diventate nell'albore pallide.
    Già metà della notte è fuggita.
    Già la mia giovinezza m'abbandona.
    Ed ora sono, nel mio letto, sola.




    MIMNERMO


    Che vita, che dolcezze
    rimangono senza l'amore? Meglio
    la morte quando è spento il desiderio
    dei convegni segreti e dei letti accoglienti
    e di carezze lunghe che sfiniscono,
    doni della fugace giovinezza.
    Quando verrà la vecchiaia
    che offende anche quel volto che fu bello,
    offuscata la mente, non saprò più godere
    lo splendore del sole, e disprezzato
    sarò dalle donne e deriso dai giovani:
    così ci volle imporre
    triste e avvilita la vecchiaia un dio.




    JEAN ARP


    Annaffiami la luna.
    Spazzolami i denti delle scale.
    Trasportami nella tua valigia di carne sul mio letto d'ossa.
    Cuocimi un tuono.
    Raccogli i terremori in una gabbia
    e coglimi un mazzo di lampi.
    Tàgliati in due e mangia una di queste metà.
    Eiaculati nell'aria orgogliosa dei getti d'acqua di Versailles.
    Brùciati arròtolati a palla.
    Sii una palla dal riso arcaico
    che rotola intorno a una pillola.
    Getta tutte le tue lingue alle rose.
    Regola le tue lingue ai dolci rinoce-rosa.
    Patìcciati un pasticcio.
    Rànati in rana.
    Poniti come firma sotto la mia lettera.


    [.....]


    JEROSLAV SEIFERT


    La tua mammella è come
    un pomo dell'Australia.
    Giocare, che piacere,
    con quel pallottolliere!




    KOSTANTINOS KAVAFIS


    Ogni tanto lui giura
    di cominciare una vita migliore.
    Ma quando viene la notte a tentarlo
    con le promesse e con le sue lusinghe,
    ma quando viene la notte che domina
    la carne, a quei piaceri consueti
    del corpo che desidera, che vuole,
    perdutamente ancora s'abbandona.




    CATULLO


    Odio e amo. E tu forse
    mi chiedi stupito: è possibile?
    Non lo so, ma ora sento
    in me questo, e ne tremo.




    JAMES MC AULEY


    Nel sortilegio delle prime luci,
    quando il gallo si mette a cantare,
    lei nascondendosi fra le mie braccia,
    con tenerezza mi disse: "Conducimi
    con te nel paradiso del piacere:
    è questa l'ora ed è questa la chiave.
    Fa presto caro ad aprire il forziere
    del mio tesoro che saprai cercare".

    "Assaggia le mie lacrime che pendono
    ora tremanti sull'iride, e bevi
    dalla gola che mugola i profondi
    lamenti del mio corpo che s'arrende.
    Svelto, prima che l'alba su noi irrompa
    e tutti i suoi pensieri porti il giorno,
    entra nel paradiso e mentre canta
    il pettirosso prendi il tuo piacere".

    In quell'ora legammo i nostri amori
    puri come quel canto di richiamo,
    pervasi di mistero come i fiori
    saliti lungo il muro con un ramo.
    Poi venne il giorno, coi fuochi d'oriente,
    le cose che si muovono destò,
    gli amori che si cercano, ma il nostro
    sul petto, stanco, si addormentò.







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    auroraageno
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    00 06/03/2010 19:01


    MARINA IVANOVNA CVETAEVA



    1.

    Nell'alba ancora gelida,
    alla sesta betulla,
    laggiù dietro la chiesa
    Don Giovanni aspettate.

    Ma ahimé posso giurarvi
    sulla vita e su voi
    che non ha il mio paese
    un posto in cui baciarsi.

    Non abbiamo fontane,
    anche il pozzo è gelato
    e ci guarda la Vergine
    con lo sguardo severo.

    E perché le fanciulle
    non sentano lusinghe
    da noi a piena voce
    suonano le campane.

    Vivrei così, ma temo
    di diventare vecchia...
    Bell'uomo, il mio paese
    non è adatto per voi.

    In pelliccia è difficile
    persino riconoscervi,
    Don Giovanni, ma bastano
    le vostre belle labbra!


    2.

    Nella nebbia dell'alba
    la tormenta gridava.
    Don Giovanni hanno posto
    sopra un letto di neve.

    Né lamenti di fonte,
    né le stelle che bruciano...
    Don Giovanni ha sul petto
    una croce ortodossa.

    Perché più luminosa
    ti sia la notte eterna
    io t'ho portato un nero
    ventaglio di Siviglia.

    Perché tu veda ancora
    con gli occhi la bellezza
    della donna, stanotte
    ti porterò il mio cuore.

    Dormi in pace! Sei giunto
    da paesi lontani
    per me. Gli amori adesso
    li hai tutti, Don Giovanni.








    _________Aurora Ageno___________
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    00 15/04/2010 19:20


    PAOLO SILENZIARIO


    Suvvia gettiamole
    queste inutili vesti e il tuo corpo
    sia nudo quando abbraccia
    il mio corpo già nudo! Ma togliti
    proprio tutto: anche un velo impalpabile
    è come una muraglia
    di Semiramide! E uniamoli così
    il tuo seno al mio petto, le tue labbra
    alle mie labbra; e non diciamo il resto:
    io detesto chi è troppo indiscreto.




    MIHAI BENIUC


    Un bacio è un serpe che un morso t'ha dato,
    è come il vento che sull'arpa canta,
    anche il denaro può averlo comprato.
    La tua finta purezza non m'incanta!

    Tu non farmi sapere com'è stato:
    che conservi l'amore il suo segreto.
    Ma che importa! Il mio vino ha stappato
    e voglio tutta baciarti a tappeto!




    VIDYAPATI


    Lui cerca le sue labbra,
    ma lei piega la testa.
    Non vuole che lui tenda
    le mani sopra il seno.
    Per difendersi stringe
    la fascia ch'era lenta,
    ma tutta imporporandosi
    già il desiderio svela.
    La fanciulla è sensibile,
    molto esperto è l'amante,
    come lo giocheranno
    il gioco dell'amore?
    Già sbocciano i suoi seni
    chiusi nelle sue mani,
    verdi susine acerbe
    che diventano rosse...

    Ardenti le sue unghie
    vanno decise ai seni,
    e le ciglia di lei
    come luna s'incurvano.
    Acceso dal suo viso
    si chiede fino a quando
    potrà ancora la luna
    fra le gonne celarsi.




    JAMES LAUGHLIN


    Reclinata su me i suoi capelli
    fanno una grotta intorno

    al suo volto, una macchia dove gli occhi
    si intravedono appena e mi dice

    che è una gatta e mi odia perché
    io le faccio mostrare il suo piacere

    e soffia come un gatto ma poi tenera
    mette le mani sotto la mia nuca

    e mi solleva la bocca fin dentro
    quella sua oscura grotta dell'amore.




    JAYADEVA


    E condannami ad essere schiacciato,
    o maliosa, dai turgidi tuoi seni,
    dal nodo delle braccia soffocato,
    e con i denti dammi i tuoi veleni.
    E godi nel vedere che ferita
    dal tuo amore si spegne la mia vita.









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    auroraageno
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    00 18/05/2010 10:42


    CHARLES BAUDELAIRE


    Vienimi sopra il cuore, anima sorda e crudele,
    Tigre adorata, mostro dalle arie indolenti;
    Le mie dita che tremano io voglio lungamente
    Affondare nel gorgo dei tuoi folti capelli;

    Voglio nelle tue gonne, intrise del tuo odore,
    Seppellire la testa che mi duole
    E respirare come un fiore fradicio
    Del mio amore defunto il dolce afrore.

    Voglio dormire! Meglio che vivere è dormire!
    In un sonno che è dolce come è dolce la morte.
    Senza rimorso stenderò i miei baci
    Sul tuo corpo lucente come il rame.

    Nulla più che l'abisso del tuo letto
    Per sciogliere i singhiozzi nella quiete;
    L'oblio profondo sta sulla tua bocca
    e solo nei tuoi baci scorre il Lete.

    E al destino, che è ormai la mia delizia,
    Obbedirò come un predestinato,
    Come un martire docile, un puro condannato
    Che attizza col fervore il suo supplizio,

    E succhierò, per spegnere il rancore,
    Il nepente e la provvida cicuta
    Sulle punte incantevoli di quel tuo seno eretto
    Dove mai ha trovato la sua dimora un cuore.




    FEDERICO FARCIA LORCA


    Io vorrei stare sopra le tue labbra
    per spegnermi alla neve dei tuoi denti.
    Io vorrei stare dentro il tuo petto
    per sciogliermi al tuo sangue.
    Fra i tuoi capelli d'oro
    vorrei eternamente sognare.
    E che diventasse il tuo cuore
    la tomba al mio che duole.
    Che la tua carne fosse la mia carne,
    che la mia fronte fosse la tua fronte.
    Tutta l'anima vorrei che entrasse
    nel tuo piccolo corpo,
    essere io il tuo pensiero, io
    il tuo vestito bianco,
    perché tu t'innamori
    di me d'una passione così forte
    che ti consumi cercandomi
    senza trovarmi mai.
    E perché tu il mio nome
    vada gridando ai tramonti,
    chiedendo di me all'acqua,
    bevendo, triste, tutte le amarezze
    che sulla strada ho lasciato,
    desiderandoti, il cuore.
    E intanto io penetrerò nel tuo
    tenero corpo dolce
    essendo io te stessa
    e dimorando in te, donna, per sempre,
    mentre tu ancora mi cerchi invano
    da Oriente ad Occidente,
    fin che alla fine saremo bruciati
    dalla livida fiamma della morte.




    EDWARD ESTLIN CUMMINGS


    Mi piace il mio corpo quando sta con il tuo
    corpo. E' davvero una cosa nuovissima.
    I muscoli ho migliori e ho più nervi.
    Mi piace il tuo corpo. Mi piace
    quello che fa, mi piace come lo fa. Mi piace
    sentire la spina dorsale del tuo corpo e le ossa,
    e quel monte fremente sodo-liscio che voglio
    ancora e ancora e ancora
    baciare, e tutta mi piace baciarti,
    mi piace dolcemente accarezzare
    l'eccitante arruffìo del tuo pelo magnetico,
    e quel-che-c'è-che viene
    su dalla carne che s'apre...
    E grandi briciole d'amore gli occhi,

    e forse mi piace il brivido

    di te così completamente nuova
    sotto di me.




    CHARLES BAUDELAIRE


    Al tempo in cui Natura nel suo estro possente
    Concepiva ogni giorno un essere mostruoso,
    Poter vivere accanto a una fanciulla gigante
    Come d'una regina il gatto voluttuoso.

    Mi sarebbe piaciuto vederne il corpo e l'anima
    Liberamente crescere nei suoi tremendi giochi;
    E capire se il cuore covasse fosche fiamme
    Dalle umide nebbie vaganti nei suoi occhi;

    Senza tregua percorrere le magnifiche forme;
    scalare, arrampicandomi, il suo ginocchio enorme,
    E talvolta, d'estate, quando i soli malsani

    In mezzo alla campagna, stanca, la fan sdraiare,
    All'ombra del suo seno potermi addormentare
    Come ai piedi d'un monte un villaggio sereno.




    CHARLES BAUDELAIRE


    Era nuda la donna che tanto amavo e aveva
    Per esaltarmi tenuto i suoi gioielli sonori
    E quell'addobbo sfarzoso simile la rendeva,
    Nei loro giorni lieti, alle schiave dei Mori.

    Quando, quasi danzando, quel monte sfolgorante
    Di metallo e di pietra manda un vivo tinnire
    Son rapito dall'estasi, e amo follemente
    Quelle cose che sanno la luce e il suono unire.

    Era dunque adagiata e si lasciava amare
    E dall'alto divano mi sorrideva altera
    Del mio amore profondo e dolce come il mare
    Che verso lei saliva come su una scogliera.

    Con gli occhi di una tigre ammansita guardandomi
    Un po' vaga e sognante altre pose cercava
    Ed era al tempo stesso così lasciva e candida
    Che per quel suo mutare nuove ebrezze mi dava.

    E il suo braccio e la gamba, la sua coscia, i suoi reni
    Che ha lisci come l'olio, flessuosi come un cigno
    Passavano stampandosi nei miei occhi sereni;
    E il suo ventre e i suoi seni, grappoli della vigna

    Che è mia, si protendevano verso me più invitanti
    degli Angeli del male, e l'anima destavano
    Dal riposo e violando la roccia di cristallo
    Dov'era solitaria e quieta, la stanavano.

    Mi parve di vedere uniti in un disegno
    i fianchi dell'Antiope al busto di un imberbe
    Per quanto dalla vita risaltava il bacino.
    Su quel fulvo e bruno il trucco era superbo!

    E quando solamente il fuoco del camino
    Dava luce alla stanza perché il lume languiva
    Ogni volta che aveva sospiri fiammeggianti
    Quella sua pelle d'ambra s'inondava di sangue!










    _________Aurora Ageno___________
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    00 12/07/2010 17:33



    PIERRE DE RONSARD


    Amore, amore, dammi tregua o pace,
    O cedi, o con la garrota più forte
    Spezza la vita, anticipa la morte.
    Dolce è la morte che viene veloce.

    Sia che il giorno si spenga o che si levi
    C'è un pensiero che sempre mi divora
    E nel felice slancio m'addolora,
    Mi fa la guerra e le mie pene aggrava.

    Che mai farò? Se mi fa troppo errare
    L'amore, per salvarmi, ormai sperare
    Oso soltanto d'esser disperato.

    Poiché l'amore non vuol darmi aiuto
    Non mi resta a difesa che morire
    E con la morte al suo giogo sfuggire.



    OSCAR WILDE


    Come dentro la sua caverna il sole
    Chiude la nivea luna quando ancora
    Non ha destato il canto dell'usignolo,
    Così ogni voce toglie alle mie labbra
    la tua Bellezza, e fa che le più tenere
    Parole abbiano un suono che è stonato.

    E come giunge all'alba sopra un quieto
    Prato con l'ala più furiosa il vento,
    E con la foga impetuosa dei baci
    Spezza le canne in cui prima cantava,
    Così mi piega il vento del mio ardore:
    Per troppo amore questo amore è morto.

    Ma certo tu hai capito dai miei occhi
    Perché non parlo e tace la mia lira.
    Meglio sarebbe allora ch'io partissi
    E tu cercassi labbra più loquaci
    Ed io mi rifugiassi nei ricordi
    Sterili di quei baci rifiutati

    E di quei canti che non ho cantati.



    MELEAGRO


    Ti prego, Eros, acquieta
    questo mio desiderio d'Eliodora
    che m'ha rubato il sonno,
    ascolta la mia Musa che ti supplica!

    Ma se dovessi morire per colpa
    del tuo arco che sembra
    sappia scagliare le frecce soltanto
    su di me, farò scrivere
    sulla mia tomba: "Guarda,
    tu che passi: qui giace
    un uomo ucciso da Eros".



    RAYMOND RADIGUET


    Fatti prestare un tenero rifugio
    di foglie dagli uccelli, mia ciclista!
    Ti sei stancata ormai di pedalare
    e come un fiore in boccio di narciso
    su queste rive ti vieni a sdraiare.

    A me tu sembri attendere te stessa.
    Ma perché non s'accosti un curioso
    io nomino la Marna vigilessa
    di quelle esche che impudica tendi.
    E veglierà la Marna il tuo riposo.

    Se la tua dolce acqua può sembrare
    delle altre più dolce e più pudica
    come noi tuttavia potrà sperare
    che nel sole svanisca - quando è l'ora
    del tè, bevuto coi calzoni bianchi -

    la tua verginità.



    FERENC BARANGYI


    Fino a quando noi due ci rubiamo a noi stessi
    ruberemo soltanto ciò che da tempo è nostro,
    peccatori esitanti cerchiamo d'espiare
    sfuggendo al matrimonio che abbiamo meritato,
    e a me sempre ti toglie quello che ti possiede
    e se talvolta a lui ti rubo per un giorno
    io di nuovo indeciso, conoscendoti poco,
    per settimane indago i tuoi dimenticati
    segreti, e mentre attendo che le ore rubate
    ritornino, io rubo ogni dolce incantesimo
    che un nuovo incontro potrà offrirmi ancora,
    perché è sempre così se noi ricominciamo:
    che tu sei già lontana quando arrivi da me.
    Ti tengo fra le braccia, ma mi chiedo: dov'è?



    PAUL VERLAINE


    O l'innocente che adoro
    Con tutto il mio cuore sognando
    Che alla felicità timida ancora
    si unisca il Piacere più ardente.

    Presto il momento, o mia innocente, sia
    Che alle mie mani sciolte finalmente
    Cada quell'armatura ormai imponente
    Del tuo vestito, della tua biancheria;

    E splenda al caldo lume della lampada
    Complice della nostra prima notte
    Quel corpo ingenuo sul quale si stampa,
    Ardente di speranza; il desiderio;

    E sia fremente nella notte nuziale,
    sotto i miei baci senza più freni,
    la tua carne che dianzi verginale
    Sarà finalmente nuziale!






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    00 23/07/2010 15:29


    JOHN DONNE


    Mio caro amore, per null'altro che te
    Destarmi avrei voluto da questo dolce sogno,
    Che suggeriva il tema
    Per la mente, ma troppo stremante per lo spirito,
    Perciò tu con saggezza m'hai chiamato, ma ancora
    Non hai turbato il sogno che in te può continuare
    Talmente sei tu il vero che soltanto a pensarti
    Sogni e fiabe diventano la verità e la storia;
    Vieni fra le mie braccia se meglio decidesti
    Che io più non sognassi, concediamoci il resto.

    Come un lampo improvviso, o fiamma di candela,
    m'han destato i tuoi occhi, non dei passi il rumore;
    E ancora t'ho creduta
    (Poiché il vero tu ami) a prima vista un Angelo,
    Ma poi quando ho capito che leggevi il mio cuore
    E i miei pensieri come un Angelo non può,
    E hai intuito il mio sogno e persino il momento
    Che la gioia m'avrebbe ridestato e sei giunta,
    Io debbo confessare dovendo esser profano
    Di non pensare a te se non come tu sei.
    E l'andare, il restare, mostrano che sei tu,
    Ma mi fai dubitare, se t'alzi per andartene
    Che tu più tu non sia.

    Debole è quell'amore che è pari al suo timore,
    In lui non tutto è spirito e di purezza limpido,
    se mescola il Timore, il Pudore e l'Onore.
    Forse come le torce che devono star pronte
    Ad accendersi e spegnersi, così tu tratti me:
    Vieni a infiammarmi e subito sei pronta per partire
    Ed io spero nel sogno per non dover morire.



    CALLIMACO


    Che tu possa vegliare tutta notte
    come me che sto qui sotto l'androne
    gelido! Che tu possa
    essere insonne, o perfida Canòpio,
    come il tuo amante che tu lasci fuori
    senza neppure un'ombra di pietà.
    Per lui ne hanno i vicini: tu neppure
    un'ombra! Ma verranno
    i tuoi capelli bianchi, e solo allora
    avrai pietà per me
    quando ricorderai.





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    00 05/08/2010 19:14


    CATULLO


    Viviamo e amiamo, Lesbia mia, e nessuna
    delle calunnie dei vecchi censori
    ci turbi. Tramontano i soli e risorgono
    ma quando sarà spenta la nostra breve luce
    avremo il sonno di una eterna notte.
    Oh dammi mille baci e cento ancora
    e ancora ancora mille ed altri cento;
    quando migliaia ce ne saremo dati
    ne faremo un gran fascio mescolandoli
    perché nessuno ci possa invidiare
    di un così grande numero di baci.




    CATULLO


    Tu vuoi sapere, o Lesbia, quanti baci
    mi siano necessari per saziarmene.
    Quanti granelli delle sabbie libiche
    a Cirene fiorente di laserpizi, fra l'ara
    dell'infuocato Giove, e dell'antico Batto
    la tomba sacra, oppure quante sono le stelle
    che quando è più silenziosa la notte
    stanno a guardare gli amori furtivi
    degli uomini: tu devi con tanti baci baciarmi
    che il tuo folle Catullo ne sia sazio
    tanti che un invidioso non li possa contare
    né mandare il malocchio con la lingua forcuta.




    VICENTE ALEIXANDRE


    Come nacque l'amore? Fu in autunno.
    Maturo il mondo
    non t'aspettavo ancora. Ed arrivasti
    allegra, bionda, sfuggita dal tempo
    indulgente. E ti guardai. Oh quanto mi sembrasti
    ancora bella! E viva nel sorriso, a specchio
    della giovane luna precoce
    nella sera, e pallida, maliosa
    in quell'aure dorate; come te
    che dall'azzurro uscivi, senza un bacio
    ma con la bocca accesa
    già impaziente d'amore.

    Ti guardai. La tristezza
    scompariva lontana, di drappi lunghi colma,
    come un pigro occidente che le onde ritira.

    Quasi una pioggia leggera - il cielo, blu! - bagnava
    la tua fronte ora nuova.
    Amante, amante era quello il destino
    della luce! Tu eri così dorata che il sole
    non avrebbe potuto infiammarsi
    di più per te, di te, per darti sempre
    la sua passione luminosa, tenera
    ronda del sole che gira
    intorno a te, dolce astro, intorno a un corpo,
    o un'anima soltanto? Ah la tua carne
    luminosa lambiva come due ali tiepide,
    come l'aria che muove un petto che respira
    sentii le tue parole, il tuo profumo,
    e nella fonda anima veggente
    toccasti il fondo. Imbevuto
    di te fino al midollo della luce
    io sentii la tristezza, la tristezza
    d'amore: oh come è triste l'amore! E già nasceva
    nella mia anima il giorno. Splendendo
    raggiava in te e in me l'anima tua raggiava.
    Sentii nella mia bocca il gusto dell'aurora.
    I miei occhi svelarono
    la sua dorata verità. Sentii
    nella mia mente uccelli che cantavano
    e turbarono il cuore. Vi guardai dentro e vidi
    le ramaglie, i lucenti viottoli, e un volo
    di piume colorate
    m'inebriò d'un acceso presente
    mentre tutto il mio essere a un mezzogiorno
    furioso, folle, sempre più bruciava
    e il mio sangue chiassoso ruinava in fiammate
    d'amore, di lucore, di pienezza, di spuma.





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    00 25/09/2010 18:43


    Luna calante

    Il distacco

    L'assenza





    SAFFO


    Davvero vorrei essere già morta.
    E lei che ormai più non frenava il pianto,
    lasciandomi, mi disse:
    "Che atroce sorte dobbiamo patire
    o Saffo: t'abbandono
    contro me stessa."

    Ed io risposi: "Va
    e sii felice, e di me custodisci
    il ricordo per sempre. Tu sai
    quanto fu grande l'amore.

    Ma se tu
    dimentichi, oh allora, se dimentichi,
    io voglio ricordarteli
    i momenti felici, e le ore
    che noi bruciammo amandoci;

    e le ghirlande di viole e di rose
    che al mio fianco fiorivano
    fra i tuoi capelli,
    e le collane intrecciate di fiori
    che al mio esile collo cingevi;

    e come di unguenti regali
    profumavi il tuo corpo quando a me
    giacevi accanto tenera a placare
    il desiderio.

    E ricordati
    quelle feste sfarzose, e i sacrifici
    divini, e i boschi sacri e le danze
    dove noi fummo come una insieme".




    GUILLAUME APOLLINAIRE



    Di te, da tanto tempo, io non ho più notizie.
    Ma che dolci ricordi son quelli in cui ti vedo,
    o mio lontano amore, o mia divina Lou,
    accetta che il devoto la tua bellezza adori!

    E' proprio questo d'oggi il giorno d'ispezione,
    poco dopo, mia Lou, ce ne saremo andati.
    E' questione di giorni. Non ti vedrò mai più,
    non torneranno più quei bei giorni passati...

    Come posso saperlo se tu mi ami ancora?
    Le tronbe della sera gemono lentamente.
    Davanti alla tua foto, o cara Lou, t'adoro
    e tu sembri sorridere al tuo lontano amante.

    Non so nulla di te! Se sei morta o sei viva.
    Cosa sei diventata? E sono ancora vere
    le promesse d'amore che hai fatto al cannoniere?
    Come vorrei morire su quell'ignota riva!

    Come vorrei morire nel fulgore d'oriente,
    quando a Costantinopoli entrerò da crociato.
    Il tuo ritratto in mano morire sorridendo
    davanti al dolce mare verde azzurro smaltato!...

    O Lou, mia immensa pena, Lou mio cuore spezzato,
    come il suono di un corno la tua voce risuona,
    io rivedo lontano, stupefatto e lontano,
    quel tuo tenero sguardo col quale m'hai stregato.




    HEINRICH HEINE



    Così tu hai potuto davvero scordarlo
    Che tanto a lungo m'hai dato il tuo cuore?
    Quel dolce, quel falso, tuo piccolo cuore,
    Che più dolce e più falso io non potrei trovarlo.

    Dunque hai scordato l'amore e il dolore
    Che m'hanno stretto il cuore, ed io non so capire
    Quale fosse più intenso, se il dolore o l'amore,
    Ma immensi erano entrambi, da morire.




    GWENDOLYN BROOKS



    E quando avrai dimenticato la luminosa biancheria nel letto il mercoledì e il sabato,
    e sopra tutto avrai dimenticato la domenica -
    quando la domenica avrai dimenticato con il letto che ci univa,
    o me seduta sul radiatore della parete esterna della stanza
    a guardare dalla finestra, nel pomeriggio che imbruniva,
    laggiù la lunga strada,
    ma in nessun punto preciso,
    avvolta nella mia vecchia vestaglia
    senza nessun programma
    e-senza-niente-da-fare chiedendomi perché sono felice?
    quasi che il lunedì non-venisse-mai-più -

    quando tu avrai dimenticato tutto questo, io dico,
    e come t'infuriavi se qualcuno suonava alla porta
    e come impazziva il mio cuore se squillava il telefono,
    e come poi andavamo al nostro pranzo della domenica,
    che voleva dire soltanto attraversare il pavimento della stanza
    fino al tavolo macchiato d'inchiostro, nell'angolo di fronte,
    al pranzo della domenica che era sempre pollo
    e tagliatelle, o pollo e riso,
    e insalata e pane di segale e tè
    e biscottini di cioccolato, quando
    avrai dimenticato tutto questo,
    io dico, e dimenticato anche il mio piccolo presentimento
    che la guerra sarebbe finita prima che t'arruolassero,
    e come finalmente ci si spogliava e si spegneva la luce e ci infilavamo nel letto,
    e ci stendevamo con il corpo abbandonato per un attimo
    nei candidi lenzuoli del week-end
    e poi teneramente l'uno nell'altro ci fondevamo -

    quando tu avrai dimenticato tutto questo, io dico,
    che allora potrai dire,
    ed io lo potrò credere,
    che m'hai davvero dimenticata.





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    FEDERICO GARCIA LORCA


    Io pronunzio il tuo nome
    nelle notti di tenebra
    quando gli astri si accostano
    alla luna per bere
    e le fronde riposano
    delle foreste magiche.

    E mi sento svuotato
    di passione e di musica.
    Pazzo orologio batte
    le morte ore remote.

    Io pronunzio il tuo nome
    in questa notte oscura,
    e il tuo nome mi suona
    più lontano che mai.
    Più delle stelle, triste
    più della pioggia mite.

    T'amerò come un tempo
    qualche volta? Che colpa
    ha commesso il mio cuore?
    Se la nebbia svanisce
    quale nuova passione mi attende?
    Sarà pura e serena?
    Le mie mani potessero
    disfogliare la luna!




    AMY LOWELL


    Quando da te mi allontano
    Il mondo sembra morto
    Come un tamburo che non suona più.
    Grido il tuo nome alle stelle che guardano
    Lo affido alle ali del vento.
    Le strade avanzano rapide
    Ad una ad una, innalzano
    Una barriera fra me e te.
    E le luci mi accecano gli occhi
    Ed io non posso più vederti in viso.
    Perché devo lasciarti per ferirmi
    Contro le sponde aguzze della notte?




    GUILLAUME APOLLINAIRE


    Io penso a te, mia Lou, mentre sono di guardia
    Vedo lassù il tuo sguardo negli occhi delle stelle
    E nel cielo è il tuo corpo, consolante illusione
    Nata dal desiderio che attizzano le raffiche
    Attorno a me soldato perso nei suoi pensieri.

    Amore tu non sai che cosa sia l'assenza
    E forse non puoi credere che sembra di morire.
    Ogni ora all'infinito cresce la sofferenza.
    Quando il giorno finisce si comincia a soffrire
    E quando torna notte la pena ricomincia.

    Amore, io spero ormai soltanto nei ricordi
    Nelo loro specchio tornano giovinezza e bellezza.
    Invecchierai amore, invecchierai un giorno.
    E' lontano il ricordo come un corno da caccia.
    O lenta, lenta notte, o mio fucile peso.




    FEDERICO GARCIA LORCA


    Mia viva morte, amore delle viscere,
    io aspetto invano una parola scritta
    e penso, con il fiore che marcisce,
    che se non vivo preferisco perderti.

    L'aria è immortale. E la pietra nessuna
    ombra conosce, né, immobile, la scansa.
    Non ha bisogno nel profondo il cuore
    del freddo miele che sparge la luna.

    Ti sopportai. Mi lacerai le vene,
    tigre e colomba, sulla tua cintura
    in un duello di gigli e veleno.

    Calma la mia follia con le parole,
    o nella notte dell'anima oscura
    per sempre, lascia ch'io viva sereno.




    JORGE LUIS BORGES


    Si devono levare fra il mio amore
    e me, trecento notti come trecento muri
    e sarà il mare una magia fra noi.

    Avremo soltanto ricordi.
    Oh sere meritate con la pena,
    notti con la speranza di guardarti,
    campi della mia strada, firmamento
    che io vedo perdendo...
    Assoluta come un marmo farà
    tristi altre sere la tua assenza.




    LEOPOLD STAFF


    Quei pochi giorni tristi come il pianto
    che ancora ci rimangono,
    prima che tu per sempre vada via
    oh come inutilmente
    noi li abbiamo sciupati
    quei pochi giorni tristi come il pianto,
    quei pochi giorni tristi
    più delle piogge d'autunno.
    Il sole splende ancora
    hanno sonori brividi le foglie
    dorate dall'autunno
    sugli alberi alti, ma il cuore
    a noi trema se scende nell'anima
    l'angoscia dell'addio
    fra pochi giorni tristi come il pianto.
    Ed io non t'accarezzo e non li bacio
    quegli occhi tuoi che d'amore risplendono!
    E non ti soffoco fra le mie braccia
    sapendo che per sempre te ne andrai!
    E invece attonito penso al destino
    funesto, e piango
    perché abbiamo sciupato
    i pochi giorni che ancora rimangono,
    i pochi giorni tristi come il pianto.






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    00 06/12/2010 20:52


    JOHANN WOLFGANG GOETHE



    Ti dica il mio sguardo l'addio
    che le labbra non sanno pronunciare!
    Ahi come questo è duro a sopportare!
    Eppure un uomo mi reputo io.

    Triste persino in quest'ora diventa
    il tuo più tenero pegno d'amore,
    stringi la mano senza più calore,
    sulla tua bocca la passione è spenta.

    Anche un piccolo bacio rubato
    oh quanto, prima, a esaltarmi bastava!
    Così come una viola rallegrava
    chi verso marzo l'avesse trovata.

    Ora ghirlande non ne colgo mai
    e neppure una rosa per te.
    Francesca amata è primavera ormai
    ma è già l'autunno purtroppo per me.




    MIRABAI


    O mio amato, concedimi
    di vederti. Non è
    più vita la mia vita senza te.
    Muore il loto senz'acqua, e la notte
    senza la luna è vuota. Me la vita
    abbandona se tu sei lontano.
    Non passa mai la mia notte turbata
    dall'ansia, il desiderio
    morde il mio cuore invano.
    Non ho più fame e sonno, né sa più
    dalla mia bocca uscire la parola.
    Per chi poi? Chi m'ascolta? Sono sola.
    Vieni da me, o mio sposo,
    raggiungimi, vieni
    e spegni il fuoco della sofferenza.
    Tu che conosci il mio cuore perché
    mi fai soffrire? Ritorna
    e allontana il dolore che in me
    dilaga alla tua assenza.
    Di vita in vita Mira è la tua schiava
    ed il suo amore l'ha legato a te.




    STEPHEN SPENDER


    La volontà ha deciso. Sì. Ma il cuore
    come può ora decidere, che sta profondo sotto
    quella facciata di giuste ragioni
    che si vedono, come può decidere il cuore
    di perderlo per sempre questo viso che amo?

    E rinunciare agli occhi che tra le canne al buio
    risplendono? E alla luce dentro la carne cieca?
    Per provare che in fondo eran perduti, e accettare
    quella mutila mano della consolazione?

    Sotto il sonno, sotto il giorno,
    sotto la terra, nel tunnel del midollo, l'amore
    immutabile giura: tutto è immutato, e sa
    che quello che non ha è ancora ciò che ha.




    GUSTAVO ADOLFO BECQUER


    Come un coltello da una ferita
    io mi strappai il suo amore dalle viscere,
    ma nel farlo sentivo
    che mi strappavo insieme anche la vita.

    Dall'altare che l'anima le eresse
    con volontà ho scacciato la sua immagine
    e in quell'ara deserta
    la luce della fede più non resse.

    La sua visione torna alla mia mente
    per opporsi ai miei fermi propositi...
    Quando potrò dormire
    un sogno senza sogni finalmente!




    SERGEJ JESSENIN


    Non vagherò, non pesterò le foglie
    delle bietole rosse, non cercherò le orme...
    Con il cespo di grano dei capelli
    sei scomparsa per sempre dai miei sogni.

    Eri tenera e bella col vermiglio
    colore delle bacche sulla pelle,
    eri come un crepuscolo rosato,
    come la neve candida che abbaglia.

    Sono avvizziti gli acini degli occhi
    e il tuo nome si è sfatto in un suono,
    ma nello scialle è rimasto il profumo
    di miele delle tue mani innocenti.

    Nell'ora del silenzio quando l'alba
    come un gatto sul tetto si lava,
    sento intorno parlare dolcemente
    di te le canne che col vento cantano.

    E che importa che a me la sera mormori
    che eri soltanto una canzone e un sogno!
    Chi ha inventato il tuo corpo e le tue labbra
    si è accostato, sfiorandolo, a un mistero.

    Non vagherò più, non pesterò le foglie
    delle bietole rosse, non cercherò le orme...
    Con il cespo di grano dei capelli
    sei scomparsa per sempre dai miei sogni.




    JOHANN WOLFGANG GOETHE


    Non asciugatevi, non asciugatevi
    Lacrime d'un amore che non muore!
    A quegli occhi che più non sanno piangere
    Il mondo appare vuoto ed incolore.
    Non asciugatevi, non asciugatevi,
    lacrime d'uno sfortunato amore!





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    00 09/12/2010 18:24


    EMILY BRONTE


    Oh, fra il dolore e il piacere non può
    neppure un tenero affetto resistere.
    S'illude il cuore, se il resto passò,
    che a conservare l'amicizia insiste.

    Io lo so che i tuoi occhi non potranno
    sorridere se sono tristi i miei;
    ma per pietà dei miei occhi lo so
    che i tuoi per sempre non piangeranno.

    Lasciamoci, il tempo è distante
    che a te mi univa il sentire e il pensare;
    come un oceano sarò vagante,
    veleggerò nel deserto del mare.

    Ci sono isole perse tra i flutti:
    terre dove il dolore va infinito;
    e il tuo cuscino, a notte sarà soffice,
    o amato mio, che non ho custodito.

    E all'affacciarsi di ogni nuovo giorno
    quando si desta fervido il tuo cuore
    tu non avrai più bisogno di fingere
    d'essere triste per il mio dolore.

    Di giorno in giorno dalla tua memoria
    qualche opaco ricordo svanirà
    ed alla fine, spenti tutti i fuochi,
    solo un sogno di me ti resterà.




    CLEMENS MARIA BRENTANO


    Era morta la terra,
    Io stavo con me stesso,
    E il sole imputridiva
    Tutto tranne i tuoi occhi.

    Tu mi porgi da bere
    Ma tieni gli occhi bassi
    Per non guardarmi in viso
    Ed io non ho salvezza.

    Primavera ha le ali,
    La terra è tutta un fremito
    Ma non potrà ridarmi
    Che te, cara, che te.




    GUILLAUME APOLLINAIRE


    Fra le tue braccia l'amore è morto
    Non ti dimenticare del suo incontro
    Tu lo ritroverai anche se è morto
    Egli ritorna per venirti incontro.

    Un'altra primavera è già passata
    Io mi ricordo come è stata tenera,
    O mia stagione, addio, sei tramontata,
    Tu non ritornerai mai così tenera.




    JUAN RAMON IMENEZ


    Ti riconobbi, perché nel guardare
    l'impronta del tuo piede sul sentiero
    provò dolore il cuore
    che avevi calpestato.

    E corsi come un folle; tutto il giorno
    ti cercai come un cane abbandonato.

    ...Te n'eri andata! E il tuo piede
    mi premeva sul cuore fuggendo,
    quasi fosse la strada
    a rubarti per sempre.




    GUSTAVO ADOLFO BECQUER


    Come in un libro aperto
    leggo nel fondo delle tue pupille.
    Perché la bocca finge
    di ridere se gli occhi la smentiscono.

    Piangi, non vergognarti
    di confessare che mi amasti un poco.
    Piangi. Nessuno vede.
    Guardami: io sono un uomo... eppure piango.




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    00 10/12/2010 20:42



    WILLIAM SHAKESPEARE


    Da te ero lontano a primavera quando
    Orgoglioso l'Aprile, vestito d'ornamenti,
    Sulle cose alitava il suo giovane spirito
    Tanto che rise con lui anche il greve Saturno.
    Ma non il canto d'uccelli o il dolce effluvio
    Dei fiori differenti per l'aroma e il colore
    Mi fecero sentire nel colmo dell'estate,
    O m'indussero a coglierli da quel fertile grembo.
    Non mi stupiva il candore del giglio
    Né mi esaltava il rosso della rosa.
    Erano solo immagini per me, solo figure
    A somiglianza tua, tu il modello di tutto.

    Ma, te lontana, a me sembrava inverno
    E di giocare cercando la tua ombra fra loro.




    ALEKSANDR SERGEEVIC PUSKIN


    Vi amai: ma forse ancora non è spento
    del tutto in fondo all'anima l'amore;
    ma pur se non è più per voi tormento,
    voglio che nulla vi rechi dolore.

    Senza speranza, in silenzio vi ho amata,
    e geloso, e soffrendo nel guardarvi;
    teneramente io vi ho tanto amata
    come Dio voglia un altro possa amarvi.




    STEPHEN SPENDER


    1.

    Quando noi ci parliamo, io posso immaginare
    il silenzio, le pause, uno spazio improvviso
    tutto vuoto fuorché di noi che a viso a viso,
    e lontani dagli altri, qui vogliamo restare
    da soli, e non importa se al buio o nella luce.


    2.

    Anche se ci racchiudono un cuore ed una stanza
    nei nostri corpi avvinti c'è come una distanza
    se non li trasformiamo noi ancora in parole.


    3.

    Stando vicino a te, io guardandoti vedo
    al di là dei tuoi occhi voltati indietro, l'altra
    te stessa, ed è parvenza questa esteriore immagine -
    e la fonte di luce dove il pensiero è vero.


    4.

    Oggi, con quel pensiero, una vendetta sola
    mi resta: questi versi su una pagina bianca
    che tace, come fosse di carne la parola.




    RUFINO


    Con la mia mente faccio al cuore scudo
    contro gli attacchi che gli muove Eros,
    e che non possa vincere m'illudo.

    Contro un dio da mortale lotterò!
    Ma se anche Bacco scende a dargli aiuto
    quale speranza di difesa avrò?




    GUSTAVO ADOLFO BECQUER


    Sono aria i sospiri
    E vanno via nell'aria.
    Sono acqua le lacrime
    E se ne vanno al mare.
    Ma, ragazza, l'amore
    Sai dirmi dove va
    Quando ce ne scordiamo?




    JORGE LUIS BORGES


    Sera che ha scavato il nostro addio.
    Sera tagliente e gaudiosa e mostruosa come l'angelo oscuro.
    Sera di quando le labbra vissero della nuda intimità dei baci.
    Noi fummo uniti dal perfetto soffrire.
    L'implacabile tempo traboccava
    sopra l'amplesso inutile.
    Profondevamo insieme la passione non per noi stessi ma per la già vicina solitudine.
    Ci fu ostile la luce; era con furia arrivata la notte.
    Andammo fino al cancello nella cupezza dell'ombra che già mitiga l'astro.
    Io tornai dal tuo amplesso come chi torna da un prato perduto.
    Tornai dalle tue lacrime come chi torna da un paese di spade.
    Sera che come un sogno resisti luminosa
    fra le altre sere.
    E dopo io raggiunsi e andai oltre
    le notti e gli itinerari.




    GUILLERMO FERNANDEZ


    1.

    Altre acque mi guardano
    a prua d'altro battello.

    Noi taglieremo l'ora
    su poggi senza orario.

    La notte del tuo corpo è l'àncora
    nella ricerca cieca delle mani.
    Nella nebbia un pugnale moltiplica
    la sua effigie insaziabile
    in un eco alienato.

    Prima di te fu l'ora
    come un grido deserto.

    Palpo la tua parete
    e scopro il mio nome
    nel tuo fianco;
    le epigrafi silenti
    del futuro salnitro.

    E ascolto nel tuo petto la parola,
    sereno il mareggiare
    delle acque dell'alba;
    il finale dei viaggi
    dentro l'oblio del sonno
    da riscattarla.

    Un'acqua più fresca mi guarda
    con sguardo più chiaro.


    2.

    Rifiutare il tuo corpo. Smembrarlo.
    E far crollare i ponti dell'attesa,
    e nell'ombra di un passero
    ascoltare il tuo cuore.

    Quell'estate perduta
    inonderà con la dimenticanza
    la nostra bocca.

    Una luce invisibile nei nostri corpi edifica
    deserti abitati.






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    00 17/12/2010 18:10


    VASCO POPA


    Ridammi i miei stracci

    I miei stracci di sogno puro
    Fatti con il sorriso di seta del mio intermittente presagio
    Fatti con questa mia stoffa di pizzo

    I miei stracci di speranze invisibili
    Fatti del mio desiderio che brucia
    Fatti dell'arcobaleno di sguardi del mio viso

    Ridammi i miei stracci
    Ridammeli li voglio davvero.




    MARZIALE


    Cloe posso fare a meno
    del tuo viso, del collo,
    delle tue mani, ed anche
    delle gambe, del seno,
    dei tuoi fianchi e persino
    delle tue belle natiche:
    di tutta te, in breve,
    io posso fare a meno.




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