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    BENDETTA
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    00 06/02/2009 14:06
    Un ragionevole dubbio (di Giovanni Lindo Ferretti)

    Sono tante le figlie che vivono vite che i loro padri ritengono indegne. Capita anche che alcune di queste figlie ritenessero, in precedenza, indegna quel tipo di vita. Alcune di queste figlie le ho conosciute e anche qualche padre. A volte i padri hanno ragione, a volte la ragione è delle figlie, a volte è difficile scorgere anche solo un barlume di ragionevolezza. E’ la vita. Evidente e non quantificabile il dolore in atto. E’ altresì evidente che non si può sopprimere il dolore del padre eliminando la figlia o viceversa. Non si potrebbe ma due storie identiche nella sostanza quanto opposte nella forma sono davanti i miei occhi. Tutte e due sono determinate da un grande dolore: personale, familiare, storico e sociale. Cosmico. In tutte e due c’è una figlia che vive una vita ritenuta indegna ma si intravede una soluzione.
    Nel primo caso il padre sgozza la figlia e la seppellisce in giardino: è la barbarie. Nel secondo caso entra in ballo la civiltà: non basterà una lama, sarà sedato il rantolo e la purificazione rituale è già avvenuta sui giornali e in tv, nel dibattito. E tanto tanto dolore, tanto tanto rispetto, sgorga da chi la vuole morta. Chi è incredulo per la mostruosità scientifico-legale è troppo incazzato e non fa bella figura. E’ la civiltà: ci vuole una sentenza, un team medico, una struttura idonea, tanto volontariato per far morire di fame e sete, ma monitorata, una giovane donna indifesa e bisognosa che, guarda caso, ha anche trovato chi si prende cura di lei. Sorriderle, accarezzarla, lavarla e asciugarla. Farle compagnia. Darle da mangiare e da bere. Per quel che si può, finché si può. Chi ama la vita, per quello che è, fatica a trovare le parole che ne esprimano la complessità, la gratuità, la ricchezza e il mistero; sa che non tutto è riducibile a diritto o pretesto per rivendicazioni.
    Caro direttore, qui nevica poi piove e rinevica e ripiove, ogni tanto uno squarcio di sole e bisogna socchiudere gli occhi per reggere tanta bellezza. Ho passato la mattina a pulire un bagno, cambiare un letto e lavare: ha presente l’incontinenza di un vecchio malato sommata a imperizia e pudore filiale? Uno schifo. Mi giravo da ogni parte per non incrociare gli occhi di mia madre ma il suo dolore dominava su tutto. Il dolore per essermi di peso, per obbligarmi a mansioni così umili, per non essere più bastante a sé, lei che sosteneva tutto e tutti. Quante facce ha il dolore? Ma che sia l’amore, ogni atto di umile amore, a reggere il mondo mi pare un ragionevole dubbio. Che un giudice, una legge, una democrazia condannino un innocente assoluto e indifeso a morire di fame e di sete strappandolo a chi se ne prende cura, amorevole e quotidiana, mi pone un ragionevole dubbio sullo stato di salute di un tale ordine sociale. Non è un bel pensare.
    Con infinita tristezza,
    suo Ferretti Lindo Giovanni
    [Modificato da BENDETTA 06/02/2009 14:06]


    B.

    ...sfuggo per un attimo al mondo della divisione ed entro nel mondo dell'unità,
    dove una cosa, una creatura dice all'altra
    "questo sei tu".



    " Soltanto chi non ha bisogno nè di comandare nè di
    ubbidire è davvero grande ".

    J.W.Goethe
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    00 11/02/2009 07:16
    Re: Un ragionevole dubbio (di Giovanni Lindo Ferretti)
    Roma, 8 ottobre 2008

    Documento di cattolici sul caso Englaro

    Pensando ad Eluana Englaro i nostri primi sentimenti sono di affettuosa amicizia e di solidarietà nei confronti della sua mamma e del suo papà. Esaminando invece la situazione che si è determinata e scrivendo dall'interno della nostra Chiesa cattolica, non possiamo che esprimere il nostro sconcerto e la nostra amarezza per quanto riguarda la posizione dei vertici ecclesiastici che contribuisce a suscitare un grande e inopportuno clamore mediatico intorno ad una persona crocifissa su un letto da sedici anni.

    Ci sembra che la pietà sia dimenticata e che non ci sia serenità nell'esaminare la situazione di fatto, avendo come riferimento le parole di speranza del Vangelo. Dio è il signore della vita e della morte e ad ogni essere umano tocca affrontare la conclusione dell'esperienza terrena, che è solo una fase della vita, accompagnato da chi lo circonda con dolcezza e rispetto, verso il futuro di felicità che ci prefigura la nostra fede. Ci sembra invece che ci si accanisca nei confronti di Eluana e che non si rispettino le sue precedenti accertate dichiarazioni di volontà prima dell'incidente, secondo la testimonianza dei genitori e di altri, e che non si prenda atto della sua attuale perdita definitiva della coscienza.

    Ci sembra che, in questa vicenda, si manifesti una concezione meccanicistica e materialista della vita che è ben diversa da quella fondata sui sentimenti e sui valori spirituali vissuti coscientemente che caratterizza la visione cristiana della persona umana. Non ci può essere contrapposizione tra "principi" e "fatto" : il principio astratto della vita e il fatto di una "vita non vita". Anche la scolastica insegna che "contra factum non valet argumentum" che si potrebbe tradurre con : "i fatti sono incontrovertibili".

    Ci sembra criticabile il consenso al conflitto formale (prima sollecitato e poi applaudito) che si è aperto, in modo del tutto inconsueto, tra il potere legislativo ed il potere giudiziario in relazione alle sentenze della Corte di Cassazione e della Corte d'Appello di Milano; questo consenso è la conseguenza di una mobilitazione propagandistica che ignora i principi dello Stato di diritto su cui si fonda la Costituzione repubblicana.

    Ci sembra anche che l'impegno a difesa della vita non debba manifestarsi, principalmente o solo, sulle modalità del suo inizio e della sua fine naturale, ma con attenzione alla sua qualità e al percorso terreno di ogni donna e di ogni uomo. Così l'impegno dei cristiani e della Chiesa dovrebbe, anzitutto e soprattutto, prestare attenzione alla vita concreta dei tanti che fanno fatica a vivere e la cui esistenza vita è sempre a rischio o addirittura è violentemente interrotta.

    Sarebbero quindi necessarie forti campagne di opinione, con le mobilitazioni conseguenti, oggi, qui, nel nostro paese, nelle nostre parrocchie, nelle nostre comunità religiose come nei movimenti, nelle associazioni e nelle comunità cristiane di base a favore di chi rischia gli infortuni sul lavoro, per i clandestini nel canale di Sicilia, per le donne che subiscono violenze, per quanti, militari o civili, soffrono in Iraq, in Afghanistan o in Georgia o sono coinvolti nelle tante guerre dimenticate sparse nel mondo, per chi vive nel Darfur o in Somalia, per i milioni di bambini che sono privi di assistenza e di istruzione.

    Perché poi cercare di creare, nell'immaginario del nostro popolo, una contrapposizione tra l'identità "cattolica" che, da sola e sempre, difenderebbe la vita e quella "laica" che spregiudicatamente sarebbe disposta a facili cedimenti etici ? I credenti, senza erigersi a maestri, potrebbero offrire a tutti la ricchezza della loro vita spirituale e della loro sensibilità morale per dialogare sui problemi della vita e della morte come si pongono ora e per cercare insieme le risposte delle istituzioni a problemi nuovi e complessi che la scienza pone oggi all'inizio del terzo millennio. Nel mondo cattolico sono ormai tanti quelli che condividono il punto di vista secondo cui l'identità del credente sta nelle parole di speranza, di misericordia e di vita della Parola di Dio e non nelle campagne o nelle crociate.

    Lasciamo che Eluana vada in silenzio e in pace nel Regno della Vita. Per lei e per la sua famiglia.


    Primi firmatari : Vittorio Bellavite, Milano; Paolo Farinella, Genova; Giancarla Codrignani, Bologna; Giovanni Avena, Roma; Grazia Villa, Como; Enzo Mazzi, Firenze; Teresa Ciccolini, Milano; Albino Bizzotto, Padova; Giovanni Sarubbi, Avellino; Lisa Clark, Firenze; Alberto Simoni, Pistoia; Rosa Siciliano, Bari; Giovanni Franzoni, Roma; Carla Pessina, Milano; Marcello Vigli, Roma; Andrea Gallo, Genova; Margherita Lazzati, Milano; Piero Montecucco, Voghera; Gustavo Gnavi, Ivrea; Domenico Basile, Lecco; Chiara Zoffoli, Lecco. Catti Cifatte,Genova.

    ______________________________________________________________________


    ELUANA: 'NOI SIAMO CHIESA', NON SI NEGHINO FUNERALI RELIGIOSI A FAMIGLIA


    (ASCA) - Roma, 10 feb - ''Ora Eluana riposa in pace; si faccia silenzio e i credenti tutti si raccolgano in preghiera per Lei e implorino serenita', per quanto possibile, per i suoi genitori. Se la famiglia chiedesse i funerali religiosi non si assista allo scandalo intollerabile di vederli negati, come nel caso di Piergiorgio Welby''. Lo scrive, in una nota, il portavoce di ''Noi Siamo Chiesa'' Vittorio Bellavite, all'indomani della morte di Eluana Englaro.

    ''I cattolici che si richiamano al Concilio e fanno riferimento a ''Noi Siamo Chiesa' - prosegue Bellavite - sono amareggiati per le strumentalizzazioni che si sono fatte e che si stanno facendo sul caso Englaro sia da parte del Governo, con le sue evidenti forzature anticostituzionali, sia da parte delle gerarchie della Chiesa, con le loro indebite e pesanti intromissioni nei confronti delle istituzioni della Repubblica''.

    Quanto alla legge che sul fine vita che il Parlamento discutera' a breve, Noi Siamo Chiesa auspica che ''ci sia una discussione non affrettata e che non imponga, a colpi di maggioranza, norme che siano poi occasione di scontro nel paese per anni. Tali sarebbero quelle che limitano la liberta' di autodeterminazione del malato prevista dall'art.32 della Costituzione o che affermino, contro le indicazioni della scienza medica, che l'alimentazione e l'idratazione forzata di soggetti in stato vegetativo permanente non costituiscono accanimento terapeutico (in contraddizione anche con il paragrafo 2278 dello stesso Catechismo della Chiesa cattolica)''.

    Piuttosto che contrapporre l'identita' di cattolici e laici, suggerisce Noi Siamo Chiesa, ''i credenti, senza erigersi a maestri, potrebbero offrire a tutti la ricchezza della loro vita spirituale e della loro sensibilita' morale per dialogare sui problemi della vita e della morte come si pongono ora e per cercare insieme le risposte delle istituzioni a problemi nuovi e complessi che la scienza pone oggi all'inizio del terzo millennio''.

    [Modificato da Total Sharing 11/02/2009 07:18]


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    « Il problema dell'umanità è che i folli e i fanatici sono estremamente sicuri di loro stessi,
    mentre le persone più sagge sono pieni di dubbi »

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    but wiser people so full of doubts »

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    mant(r)a
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    00 12/02/2009 10:00
    bella la lettera èh, per carità.
    ma come fa a saltare di palo in frasca così, alla fine?
    non so se sia da ammirare o esecrare. mbah.
  • CorContritumQuasiCinis
    00 19/02/2009 01:34
    E ora aspetto l'esito dei processi eccellenti

    "In Italia i notabili non si sono limitati a saccheggiare ma hanno intaccato i princi' pi della democrazia e legiferato rendendosi responsabili di omicidi, come per la legge sulla droga" "La canzone non e' il mezzo civile piu' idoneo a contestare il sistema ma continuero' ad usarla" Una ricca eredita' spirituale paterna e un maestro di pensiero come Brassens, ma un senso di colpa: "quello di aver scelto un lavoro che suscita piu' fantasie che impegno rivoluzionario" "La vera ricchezza del Sud e' la forza morale dei lavoratori Penso che pochi leghisti vogliano separare l' Italia. Sono per il decentramento amministrativo" Fu rapito con Dori Ghezzi ma continua ad amare la Sardegna "perche' la gente sarda e' rivolta al futuro ma rispettosa dei valori passati"

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    SANTA TERESA DI GALLURA (Sassari)
    "Venite in Sardegna, resterete rapiti", insinuava uno slogan turistico nella meta' anni Sessanta. Ci fu chi lo prese sul serio. Anche troppo. Come dimostrano gli oltre cento sequestri di persona compiuti da allora fino al quindici luglio scorso. E ci fu chi si lascio' allettare. Al punto da essere "rapito" due volte: dalle aspre bellezze naturali (come promesso dallo slogan), e dai non meno violenti banditi. Eppure per Fabrizio De Andre' , che con Dori Ghezzi fu costretto, quattordici anni fa, a bere, nell' "hotel Supramonte", per centodiciassette interminabili giorni, il "fiele amaro" dell' altra faccia dell' ospitalita' sarda, l' Italia di oggi ha rivelato l' esistenza di "crimini peggiori del rapimento: sono i delitti compiuti dai notabili". Non ha paura, Fabrizio, di parlare come canta. Impegnato a "studiare" un possibile disco con Ivano Fossati ("Siamo affini umanamente e politicamente") e a tappare il buco che rischia di prosciugargli un laghetto per irrigazione appena formato nella sua campagna, De Andre' non perde d' occhio un attimo il panorama politico giudiziario nazionale. Quello naturale offerto dalla sua casa delle vacanze inviterebbe a ben altri sogni e riflessioni. Quasi arroccata sulla punta estrema di questo affascinante paese incastonato nel promontorio che quasi si congiunge con la Corsica, l' abitazione (in affitto) sembra a ogni istante essere sommersa da cavalloni simili a greggi di pecore sconvolte dal maestrale estivo, in una pianura increspata dai mille colori trasparenti: verde, azzurro, blu... "Come si fa a non amare questa terra . mormora Fabrizio, impegnato meccanicamente ad accendere e consumare sigarette Ms blu .. Ci sono venuto per la prima volta nel 1968, come turista, e da allora sono andato a caccia di un pezzo di terra dove fermarmi. Nel 1976 ho trovato a Tempio un centinaio di ettari e sono diventato allevatore di vitelli. La mia (allora) compagna e ora moglie, Dori, mi segui' , felice. E' la tenuta dell' Agnata". Ben nota a tutti, rapitori compresi. . Quei "mal fattori" scontano decenni di carcere. E i protagonisti di Tangentopoli? Dacia Maraini, nella generale deplorazione per il rapimento di Farouk Kassam, ebbe il coraggio di scrivere: "Come pretendere che degli ex pastori rinuncino a un modo cosi' facile di guadagnare, quando i signori della politica, con tanto di delega stigmatizzata dal voto, non sono capaci di rinunciare agli altrettanto facili guadagni a scapito della cosa pubblica"? "Sul sequestro di persona si sono scritti fiumi di inchiostro. E' un delitto odioso tanto piu' se perpetrato contro donne e bambini, ma neppure lontanamente paragonabile all' omicidio o alla strage. Io pero' mi spingerei un po' oltre il giudizio di Dacia Maraini. Vuole il caso, infatti, che notabili del nostro Paese, raggiunto l' apice del potere, non si siano limitati a saccheggiare i loro simili di ampie porzioni di liberta' col restringerne le disponibilita' economiche, ma abbiano intaccato quei principi democratici che garantiscono a tutti, come minimo, una decorosa sopravvivenza. E hanno fatto di piu' , perche' hanno anche legiferato talvolta in modo da rendersi responsabili di omicidio: vedi la legge sulla droga e i non pochi casi di suicidio da parte di giovani scaraventati in galera perche' in possesso di qualche grammo di marijuana. E a proposito di crimini peggiori del sequestro, tutti aspettiamo l' esito dei processi eccellenti". . A proposito di Sardegna: perche' c' e' rimasto? Con lei questa terra e' stata matrigna... "Ho ritrovato nella maggior parte degli abitanti da me conosciuti, balordi a parte s' intende, il rispetto di quella scala di valori morali che mi porto appresso grazie all' esempio di mio padre. In nessun altro luogo esiste come tra i sardi la solidarieta' e soprattutto il rispetto nei confronti degli anziani e l' amore per i bambini: un' etnia rivolta al futuro e rispettosa del passato. Quale distanza da quel cartello di un giardino di Caserta, visto da mio figlio Cristian, dove era scritto: "Vietato picchiare i vecchi". . Una scala di valori che sembra perduta nel "Continente". A quali riflessioni la spinge, allora, la sua tensione morale di fronte alla scoperta che vivevamo in un mare di amoralita' ? "La mia umana "incazzatura", che lei garbatamente definisce tensione morale, mi fa pensare che, malgrado tutto, contro la disintegrazione di una coscienza collettiva, usiamo solo deterrenti: lo spauracchio della galera e delle sue conseguenze pratiche. E se mi felicito che tale deterrente sia stato posto in essere, sono pero' convinto che una coscienza collettiva, una morale comune si possano ricostruire con la pratica della ragione e con gli esempi di rettitudine, soprattutto da parte di chi guida il Paese". . Non si meraviglia, allora, che a Mario Moretti sia stato detto per strada, a Milano: "In fondo non eravate i peggiori..." "Questa non e' solo una convinzione da bar se e' vero che addirittura eminenti ecclesiastici bollarono il brigatismo nell' uso dei mezzi e non nell' ideale raggiungimento dei fini". . Quel terrorismo non c' e' piu' . Ma la protesta e l' indignazione hanno favorito e legittimato democraticamente un nuovo movimento politico, la Lega. Sono cose diverse, ma una "rivoluzione" e' in atto. A quale prezzo? "La maggioranza della base e dei vertici leghisti, intemperanze demagogiche a parte, non ha alcuna intenzione di separare l' Italia. Aggiungerei, e qui mi scappa da ridere, che la recente scoperta del giacimento petrolifero nel canale d' Otranto convincera' anche i piu' recalcitranti che il Paese unito da' maggiori garanzie di ricchezza. Anche se la vera ricchezza del Sud risiede nella capacita' e nella forza morale dei lavoratori, di uomini di pensiero e artisti. Se poi il prezzo da pagare consistesse in un reale decentramento amministrativo, lo considererei un guadagno, cosi' come, da anarchico, e' un buon segno il fatto che l' ideologo della Lega abbia dimostrato, primo fra i leader dei partiti, di essersi almeno letto gli scritti di Henry Thoreau, un classico del pensiero libertario. Peccato che il professorMiglio abbia citato in modo impreciso un' affermazione del Thoreau, e cioe' : "Il governo migliore e' quello che governa meno". (Quella giusta e' : "Il miglior governo e' quello che non governa affatto"). Ho solo un rammarico: la sfida del federalismo sarebbe stato piu' giusto l' avesse vinta il Partito sardo d' Azione. Non fosse altro che per la tradizione piu' radicata, e di sinistra". . E quel De Andre' che ha incarnato la coscienza (inquieta, moralista, radicale) di generazioni non si sente in colpa? "Forse la mia colpa consiste proprio nell' aver scelto questo mestiere. Per quanto socialmente impegnata sia una canzone, essa non puo' che scalfire la sensibilita' dell' ascoltatore: le ipodermoclisi servono a poco quando occorrono le endovenose e le metafore nutrono piu' volentieri la fantasia che non l' impegno rivoluzionario. Forse non ho scritto delle brutte canzoni, l' impegno civile non e' mancato, ma il mezzo non si e' rivelato idoneo a sollecitare travolgenti indignazioni o rivendicazioni. La mia piccola arte suggerisce di piu' la contemplazione statica che non il dinamismo della ribellione. Il mio "errore" politico sta nell' uso eccessivo di quell' impulso primario chiamato compassione". . Oggi che lei e' nonno (tre volte), marito e padre (per la seconda volta), senza la grande figura paterna, puo' spiegare che cosa la spinse, giovanissimo, sulla strada della protesta? "Mio padre, contrariamente a quanto per anni e' stato scritto, era di origini modeste. Il benessere comincio' ad aggirarsi in casa dopo che lui aveva superato da tempo i 40 anni. Forse nasce da queste radici la sua mai abbastanza ringraziata accondiscendenza a lasciarmi libero di vivere nella strada. E nella strada ho imparato a vivere, come prima di me, probabilmente, aveva imparato lui. Inoltre mio padre, mazziniano convinto e quindi non lontano da certe idee libertarie, quando ritornava dalla Francia non si dimenticava mai di portarmi un disco di George Brassens, poeta e cantante anarchico, che adottai subito come fonte di tecniche espressive e come maestro di pensiero. Dal canto suo, la mamma, piu' propensa nei confronti miei e di mio fratello ad una frequentazione socialmente piu' qualificante, riusci' a vincere poche battaglie. Furono, anzi, proprio le sporadiche immersioni nella societa' "bene" di Genova a spingermi dalla parte della vita vissuta, della spontaneita' , della solidarieta' innata, anche se a volte duramente educativa. In questa microsocieta' conobbi la differenza di classe, i compartimenti stagni che dividevano chi la storia la faceva da chi era costretto a subirla. La scelta per me fu quasi un obbligo civile oltre che un' attrazione piacevolmente formativa". . Che cosa avrebbe detto suo padre di fronte a tutti questi misfatti di politici e imprenditori? "Probabilmente sarebbe emigrato in Francia e avrebbe tentato di convincerci a seguirlo. Forse lo avrei fatto, ma ora, senza di lui, mi sentirei quasi perduto. Cosi' resto in Italia, anzi in Sardegna, perfino otto mesi l' anno, resistendo alla malia di Milano dove pure mia figlia studia. E vivo ricco della eredita' morale di mio padre e proporzionalmente povero di quella materiale. Papa' non ci lascio' neppure una casa. Mia madre, a 82 anni, vive ancora in affitto a Genova". .Chi e' dunque De Andre' in quest' estate ' 93, lontano da un anno dai concerti e senza disco da tre? "Vivo questo periodo con il pensiero velato, ma con l' ansia di un cuore gonfio. Continueremo a contestare questo fottuto sistema, convinti di non essere ne' soli ne' pochi a desiderare di cambiarlo, anche se nello spazio della nostra generazione ci rimarra' il rimpianto di non avere potuto vedere attuata, neppure in vitro, quella assenza di governo e di Stato che le nuove generazioni otterranno se saranno piu' mature di noi. Anche per questo fine ci siamo battuti, con o senza chitarra".

    FABRIZIO DE ANDRE'
  • EisKorakas
    00 19/02/2009 14:29
    La fonte è l'archivio del corriere della sera del secolo scorso.

    archiviostorico.corriere.it

    Ci si trova bella roba.
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    00 20/02/2009 15:17
    ahahahahahahahahahahah. ahahahahahahah.

    èèèèèh.




    ah. ahahah. ahahahahahahah.

    ahahahahahahahahahahahahahahahah.


    èèèh. òh.
    òhiòhi.



    http://www.repubblica.it/2009/02/sezioni/esteri/vaticano-israele/vaticano-israele/vaticano-israele.html
  • CorContritumQuasiCinis
    00 20/02/2009 22:15
    Re: Un ragionevole dubbio (di Giovanni Lindo Ferretti)
    BENDETTA, 06/02/2009 14.06:



    Caro direttore, qui nevica poi piove e rinevica e ripiove, ogni tanto uno squarcio di sole e bisogna socchiudere gli occhi per reggere tanta bellezza. Ho passato la mattina a pulire un bagno, cambiare un letto e lavare: ha presente l’incontinenza di un vecchio malato sommata a imperizia e pudore filiale? Uno schifo. Mi giravo da ogni parte per non incrociare gli occhi di mia madre ma il suo dolore dominava su tutto. Il dolore per essermi di peso, per obbligarmi a mansioni così umili, per non essere più bastante a sé, lei che sosteneva tutto e tutti. Quante facce ha il dolore? Ma che sia l’amore, ogni atto di umile amore, a reggere il mondo mi pare un ragionevole dubbio.



    Posso estrapolare?

    Che belleccardiaco 'sto pezzo.

    Cazzo, Giovanni ogni tanto ti dà certi schiaffi morali che non puoi non guardarti nello specchio delle tue misere convinzioni.

    Che poi ostenti cattolicesimo militante, non approvando, credo siano solamente cazzi suoi.

    Il pezzo sopra è.
    Un po' come dire, mi si perdoni la blasfemia: Io sono colui che è.
    Giammai: colui che sembra e/O che s'appoggia a questequellaltro perché mi pare più figo e più di facile presa sugli... ominidi.

    Ps. Ciao, Pastro. E organetti fin quanti ne vuoi. Anche diVino.


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    00 20/02/2009 22:58
    Re: Re: Un ragionevole dubbio (di Giovanni Lindo Ferretti)
    CorContritumQuasiCinis, 20/02/2009 22.15:



    Posso estrapolare?

    Che belleccardiaco 'sto pezzo.

    Cazzo, Giovanni ogni tanto ti dà certi schiaffi morali che non puoi non guardarti nello specchio delle tue misere convinzioni.

    Che poi ostenti cattolicesimo militante, non approvando, credo siano solamente cazzi suoi.

    Il pezzo sopra è.
    Un po' come dire, mi si perdoni la blasfemia: Io sono colui che è.
    Giammai: colui che sembra e/O che s'appoggia a questequellaltro perché mi pare più figo e più di facile presa sugli... ominidi.

    Ps. Ciao, Pastro. E organetti fin quanti ne vuoi. Anche diVino.





    già. fin troppo cardiaco. sembra non essere portato lo stimatissimo amato e rispettato ferretti lindo giovanni, a rendere all'anziano ciò che faceva per noi quando eravamo dipendenti più o meno allo stesso modo da infanti, cambiarci i pannolini e il letto. cambia l'età, cambia la forma, l'estetica dell'essere umano e ciò che simnoleggia ai nostri occhi. occorre essere forti e portati alla nursery per trattare i nostri vecchi con lo stesso spirito che avevano per noi. e cercarli invece, quegli occhi, nel dolore e avere la forza di sorridergli e fare sembrare il tutto estremamente normale e naturale, la naturale inversione dei ruoli. ma a volte il dolore che si respira ci sopraffà e non è così facile ribaltare i sentimenti.

    togliere le cannule in terapia intensiva e dare un sorso di spumante a capodanno a chi lo può recepire. la gratitudine la vedi negli occhi. bisognerebbe averla vista la ragazza tanto idealizzata come forma di 'vita' nella lettera, come si era ridotta, per potere prendere posizioni tanto convinte ripetto a un tribunale e corti varie che hanno ascoltato e pesato le ragioni spiegate da chi sicuramente la AMAVA e che diciassette anni la seguiva e che evidentemente non se ne voleva liberare per puro egoismo.

    gli schiaffi morali, a chi mette in ospizio i propri vecchi con troppa leggerezza, non li sfiorano nemmeno stanne certo..




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  • CorContritumQuasiCinis
    00 20/02/2009 23:06
    Re: Re: Re: Un ragionevole dubbio (di Giovanni Lindo Ferretti)
    Total Sharing, 20/02/2009 22.58:



    già. fin troppo cardiaco. sembra non essere portato lo stimatissimo amato e rispettato ferretti lindo giovanni, a rendere all'anziano ciò che faceva per noi quando eravamo dipendenti più o meno allo stesso modo da infanti, cambiarci i pannolini e il letto. cambia l'età, cambia la forma, l'estetica dell'essere umano e ciò che simnoleggia ai nostri occhi. occorre essere forti e portati alla nursery per trattare i nostri vecchi con lo stesso spirito che avevano per noi. e cercarli invece, quegli occhi, nel dolore e avere la forza di sorridergli e fare sembrare il tutto estremamente normale e naturale, la naturale inversione dei ruoli. ma a volte il dolore che si respira ci sopraffà e non è così facile ribaltare i sentimenti.

    togliere le cannule in terapia intensiva e dare un sorso di spumante a capodanno a chi lo può recepire. la gratitudine la vedi negli occhi. bisognerebbe averla vista la ragazza tanto idealizzata come forma di 'vita' nella lettera, come si era ridotta, per potere prendere posizioni tanto convinte ripetto a un tribunale e corti varie che hanno ascoltato e pesato le ragioni spiegate da chi sicuramente la AMAVA e che diciassette anni la seguiva e che evidentemente non se ne voleva liberare per puro egoismo.

    gli schiaffi morali, a chi mette in ospizio i propri vecchi con troppa leggerezza, non li sfiorano nemmeno stanne certo..





    Sai che è, Total?
    Che siamo disturbati da mille motivi di non incentivazione a meditare.
    Disturbati, e tant'è.

    Sottoscrivo ciò che hai scritto.

    Sai che a darsi delle definizioni - ateo, agnostico, credente, adoratore della penetrazione anale, dipendente da fellatio, etc. - si rischia di non darsi niente.

    Dio, mio-suo-loro-nostro, ha un solo motivo per esistere: emanciparci da questa merda che, MEA CULPA, tutti abbiamo contribuito a espellere dall'orifizio anale.

    Punto.

    Amen?


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    00 20/02/2009 23:10
    Re: Re: Re: Re: Un ragionevole dubbio (di Giovanni Lindo Ferretti)

    il buon vecchio 'non delegare' pare essere un buon riassunto

    amen [SM=g27827]




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    « The whole problem with the world is that fools and fanatics are always so certain of themselves,
    but wiser people so full of doubts »

    (Bertrand Russell)
  • CorContritumQuasiCinis
    00 20/02/2009 23:11
    E non chiedermi di venirne a parlare su feisbùc.
    Non ci vengo manco se mi pagate.

    Mi spiego o faccio le smorfie? :))
  • CorContritumQuasiCinis
    00 20/02/2009 23:15
    Per esempio, Claudio, io in tempi non sospetti quando tutti "bandiera rossa la trionferà" mi facevo dei viaggi con la seguente



    Dachepensichechecredichepossadipendere?

    :)
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    00 23/02/2009 11:54
    Re:
    CorContritumQuasiCinis, 20/02/2009 23.11:

    E non chiedermi di venirne a parlare su feisbùc.
    Non ci vengo manco se mi pagate.

    Mi spiego o faccio le smorfie? :))



    i gruppi a cui ci si iscrive, mi inviano a volte messaggi e aggiornamenti utili. doh [SM=g27814]




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    mant(r)a
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    00 15/07/2009 15:57
    arriva Veltrusconi.
    click.



    madonnina, madonnina.
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    00 18/07/2009 18:40
    Re:
    mant(r)a, 15/07/2009 15.57:

    arriva Veltrusconi.
    click.



    madonnina, madonnina.



    [SM=g27825]



    e dire che questa, presente ad aulla, col cambio di sindaco era appena stata messa all'asta.. [SM=g27816]



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    marco83p
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    00 19/07/2009 10:43
    un giorno vorrei..
    non sono mai entrato qua per discutere delle opinioni di ferretti,
    del quale conservo a prescindere da tutto buona stima.
    per una volta però una cosa mi sento di scriverla:

    ferretti che mi spiega, con stupefacente forza, l'inevitabilità di
    una guerra, con tutto il male che si porta dentro, è lo stesso
    ferretti che rifiuta ontologicamente l'interruzione degli alimenti
    alla povera eluana.
    nessuno ha mai sostenuto che l'eutanasia è bella,
    che l'aborto è divertente.


    ilBergaMarco
    e per ridere un po'
    Vecchi valori
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    mant(r)a
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    00 03/06/2010 17:06
    come non condividere.


    questo.

    mi sono fatto tante di quelle risate.
    [Modificato da mant(r)a 03/06/2010 17:07]
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