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Il Piu' grande. Vittorio Gassman

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    ugo.p
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    Certezza Assoluta
    00 03/02/2006 07:22
    Come sempre quando si comincia un gemellaggio si apre anche una discussione a riguardo...e come spesso accade mi ero dimenticato di farlo. Percio' ecco ( in ritardo) il topic dedicato al grande Vittorio Gassman.
    non dimenticate di visitare il forum dei fan del Mattatore



    Giovinezza e bellezza sono regali che dobbiamo restituire.
    (Romy Schneider)

    [Modificato da ugo.p 03/02/2006 7.23]

    [Modificato da ugo.p 03/02/2006 7.24]

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    Grande Vittorio
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    00 03/02/2006 17:47
    Grazie Ugo, anche perchè il forum stenta un po' a decollare.
    venite a trovarci.... o se no veniamo tutti qui [SM=x875370]
  • Beau Geste
    00 03/02/2006 21:08
    A me vanno bene tutte due le ipotesi.
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    Grande Vittorio
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    00 10/02/2006 16:31
    Visto che da noi le cose non vanno molto bene....postiamo, anzi spostiamo qui alcune discussioni che nel forum del Mattatore languiscono.
    Mi sembra doveroso nei confronti di Vittorio Gassman
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    Grande Vittorio
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    00 10/02/2006 16:32
    Biografia
    Vittorio Gassman nasce a Genova il giorno 1 settembre 1922 da un ingegnere edile tedesco e dalla pisana Luisa Ambron. Interrotti gli studi di giurisprudenza per iscriversi all'Accademia d'Arte Drammatica, sin dalla stagione 1941-42 esordisce in palcoscenico, non ancora diplomato, ne "La nemica" (1943) di Niccodemi a fianco di Alda Borelli. Subito si segnala per la straordinaria presenza scenica e le doti di temperamento, doti che con il tempo gli varranno il soprannome di "mattatore".

    Successivamente si afferma come uno dei più apprezzati fra i giovani attori della scena teatrale nostrana lavorando - tra gli altri - con Guido Salvini, Luigi Squarzina e un mostro sacro come Luchino Visconti (che all'epoca era già "Visconti", ossia un nome da tutti celebrato), fino a diventare direttore unico (dalla stagione 1954-55) d'una propria compagnia: vastissimo il repertorio di questi anni, che va da "Un tram che si chiama desiderio" di Williams ad "Oreste" di Alfieri, da due classici shakespeariani quali "Amleto" ed "Otello" al "Kean, genio e sregolatezza" di Dumas padre, passando per "Adelchi" di Alessandro Manzoni. Da ricordare la sua splendida versione scenica del dramma di Pier Paolo Pasolini "Affabulazione" (1977).

    Degna di nota pure la sua attività televisiva: da menzionare, almeno, lo straordinario successo ottenuto nel 1959 con la trasmissione d'intrattenimento "Il mattatore", per la regia di Daniele D'Anza, e le fortunate trasposizioni per il piccolo schermo di alcuni suoi grandi successi teatrali.

    Dal 1946 comincia invece la sua fortunata carriera nel cinema, cui si dedicherà con sempre maggior frequenza nel corso del tempo: meritano, al riguardo, d'esser citati "I soliti ignoti" (1958 ) e "La grande guerra" (1959) di Mario Monicelli, "Il sorpasso" (1962) ed "I mostri" (1963) di Dino Risi, "L'armata Brancaleone" (1966) ancora di Monicelli, "L'alibi" (1969) di cui è anche co-regista, "In nome del popolo italiano" (1971) e "Profumo di donna" (1974) di Dino Risi, "C'eravamo tanto amati" (1974) e "La terrazza" (1980) di Ettore Scola, "Anima persa" (1977) e "Caro papà" (1979) nuovamente con Risi, le partecipazioni ad "Un matrimonio" (1978 ) e "Quintet" (1978 ) di Robert Altman, per finire con "La famiglia" (1987) di Ettore Scola, "Lo zio indegno" (1989) di Franco Brusati, "Tolgo il disturbo" (1990) di Dino Risi.

    Natura istrionica ma anche fortemente sensibile, l'attore confessò più volte di aver sofferto in vita malgrado gli straordinari successi (anche con le donne), di abissali depressioni, una delle quali particolarmente grave e da cui si riebbe per un caso, dopo aver ingerito l'ennesima pastiglia medicinale (che in quel caso però fece effetto). Di tale entità fu il problema che intorno a questa sua esperienza scrisse anche un libro "Memorie dal sottoscala". Ultimamente si era riavvicinato assai all'esperienza religiosa, pur con il suo tipico approccio tormentato e dubbioso.

    Il "mattatore" si è spento il 28 Giugno 2000, a 78 anni, nella sua casa romana a causa di una crisi cardiaca.

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    Harpo86
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    00 14/02/2009 18:48
    Grande straordinario quando morì è stato come un pugno allo stomaco l'avrei tanto voluto conoscere di persona.
    Ho avuto tre parenti che hanno incontrato questo grande attore mio nonno materno l'ho incontrò una volta al mare a ostia appena finita la guerra e parlavano dei vari ristoranti di Roma uno zio di mio padre lo incontrò durante le riprese di un film nel 1956 a milano mi raccontò di un uomo alto forte e l'altro zio mentre si trovava davanti a un teatro si trovò Gassmnan vicino che dopo una bella chiacchierata Gassman stesso gli regalò i biglietti dello spettacolo che doveva tenere in quel teatro.
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    ugo.p
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    00 16/02/2009 02:54
    Re:
    Harpo86, 2009/02/14 18:48:

    Grande straordinario quando morì è stato come un pugno allo stomaco l'avrei tanto voluto conoscere di persona.
    ....


    Anch'io ho sempre provato questo sentimento nei suoi confronti. da bambino ricordo che mi faceva ridere con Brancaleone e varie commedie.
    Poi nel 77 ( mi pare) la Rai mando' in onda uno spettacolo che aveva tenuto al Teatro Tenda a Roma. si chiamava Gassman all'asta. Meraviglioso. da allora sono diventato un suo appassionato fan
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    Harpo86
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    Memoria Storica
    00 16/02/2009 22:14
    Ho qualche frammento di "Gassman all'asta" è tutto un recital di poesie,monologhi e altro e si vede anche un Gassman più profondo.
    Di Gassman ho una marea di cose tra film,teatro ecc.
    Carissimo Ugo voglio farti i più sinceri complimenti per i tuoi commenti che sono veramente stupendi ci si potrebbe fare un meraviglioso libro sulla storia del cinema ecc.
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    ugo.p
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    Venerabile Conoscitore della Storia
    00 17/02/2009 01:49
    [SM=g27995] troppo buono Damiano. mi fai arrossire [SM=x875370]
    [Modificato da ugo.p 17/02/2009 01:49]
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    ugo.p
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    Storia Pura
    00 29/06/2010 12:03
    esattamente 10 anni fa ci lasciava
    molto interessante lo speciale di Trovacinema

    trovacinema.repubblica.it/multimedia/cult/10-anni-senza-gassman-luomo-orchestra/25265132/1/1?ref...

    [SM=x875369]
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    ugo.p
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    00 29/06/2011 06:50
    complimenti per il montaggio e l'accostamento sonoro
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    labandadeglionesti
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    Scrigno del sapere
    00 29/06/2011 15:58
    ieri sera c'era un suo film su rete4
    il divorzio. non penso fosse uno dei suoi migliori film, anzi, ma quando c'era Gassman riempiva la scena.
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    ugo.p
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    00 01/09/2011 08:03
    grandissimo
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    ugo.p
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    00 04/10/2011 02:10
    senza parole
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    ugo.p
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    00 01/09/2012 13:49
    Oggi avrebbe compiuto
    90 anni.
    [SM=x875388] [SM=x875398]
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    cari@tide
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    Certezza Assoluta
    00 19/06/2020 16:45
    Re: esattamente 10 anni fa ci lasciava
    ugo.p, 2010/06/29 12:03:



    purtroppo quel link oramai non trova nessun omaggio.
    Ho trovato dello stesso periodo un bel ricordo di Nello Ajello.
    Leggi sotto.

    [Modificato da cari@tide 19/06/2020 16:46]
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    cari@tide
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    Certezza Assoluta
    00 19/06/2020 16:47
    Dall'Archivio di Repubblica (di Nello Ajello)
    Gassman Un ricordo del grande Bellimbusto che raccontò miseria e nobiltà d' Italia

    ROMA Sono passati dieci anni da quel 29 giugno del 2000 che vide la morte di Vittorio Gassman, uno degli attori italiani più memorabili del recente passato. Aveva settantotto anni. Non lo ricordiamo come un vecchio, secondo le misure cui ci ha ormai abituati il nostro tempo: e fatichiamo a racchiudere il suo lavoro in una definizione univoca. Ogni attore di razzaè di per sé uno nessuno e centomila. Figuriamoci lui, che è stato duttile fino alla meraviglia o alla sfrontatezza. Che seppe mostrarsi di volta in volta aulico e popolaresco, tracotante e generoso secondo i giri del palcoscenico, le chiamate sul set, i passaggi in tivù. Sta di fatto che quasi quattro decenni, dai Cinquanta agli Ottanta, ci sembra di averli vissuti sorridendo, spesso con amarezza, di fronte a ciò che Gassman ci raccontava del nostro paese. Filtrato da lui, esso ci appariva un mostro sociologico in grado di ipnotizzarci. Una simile destrezza scenica non gli apparteneva in esclusiva in quella fase d' arte che i cineasti chiamano «commedia all' italiana», e che poi era un concentrato di acume popolare misto a cattiveria. Altri attori - Sordi, Mastroianni, Tognazzi, Manfredi, Monica Vitti, per non dire di Totò e Peppino - salivano in cattedra. Ma non era facile insidiare a Gassman un titolo che si era guadagnato nonostante la sua imprevedibilità (o, magari, grazie ad essa): il titolo di grande Bellimbusto. Grande, nel senso di imponente, egli era per natura. Era pure bello, in maniera direi classica. Costruire un personaggio comico con quel fisico da medaglia, non dovette essere facile. La voce, poi: metallica, dai toni alti e sospirosi, sembrava più adatta alle tragedie di Vittorio Alfieri che alle commedie di Dino Risi. Lui stesso, quando otto anni prima di morire concesse al suo amico Luciano Lucignani un' Intervista sul teatro, tributò al palcoscenico un sentimento esclusivo e divorante. Fra i ricordi presenti in quel testo, affiorava un personaggio-attore nel quale Gassman amava riconoscersi. Era Kean, teatrante dell' Ottocento, «attore misterioso, angelicoe diabolico insieme». Un modo, per lui, di tracciare un autoritratto di conio drammatico per interposta persona. In materia di ricordi, ce n' è uno personale che m' insegue. Tardi anni Quaranta. Al teatro Mercadante di Napoli va in scena L' Aquila a due teste di Cocteau. L' ancora quasi sconosciuto Vittorio Gassman incarna il ruolo d' un giovane, quasi un ragazzo. Con addosso un paio di shorts, l' attore dall' insolito cognome tedesco duetta con una delicata collega, Olga Villi. Nelle pause «di scuola», nei gesti studiati, nel suo stesso birignao, Gassman lasciava indovinare un confronto con le vette della prosa di quegli anni: un Ruggero Ruggeri, un Renzo Ricci. Ancora oggi, i dizionari dello spettacolo individuano, al fondo delle sue radici espressive quel «teatro di parole» che è inconciliabile con difetti di pronunzia e allergico alle scivolate dialettali. E c' è allora da domandarsi in quale angolo dell' intelligenza di Gassman, professionista coltivato come un fiore di serra (sposò, fra l' altro, una figlia del grande Ricci) si sarà nascosta l' espressione inebetita di quel «pugile suonato» a nome Peppe, che avrebbe trionfato nei Soliti ignoti di Monicelli. In quale recesso del suo talento covava la sgangheratezza vernacola di Brancaleone, impagabile soldato di ventura? Che cosa potrebbe far supporre, nell' ispirato interprete dell' Adelchi di Manzoni, l' improntitudine, stile «miracolo economico» di quell' altro bellimbusto, automobilistico stavolta, che Gassman incarna nel Sorpasso di fronte all' incredulo e delicato Trintignant? E l' eroe per caso che s' immola accanto a Sordi nella Grande Guerra? E l' avvocato arrivista di C' eravamo tanto amati? E l' irrefrenabile, cinico donnaiolo di Profumo di donna che - particolare di ardua resa comica - è anche cieco? Spetta agli specialisti il compito di stabilire se proprio a Gassman vada assegnata la palma di massimo portavoce di quell' Italia straripante di affaristi e di balordi, di miserie (tante) e nobiltà (introvabili), di macchiette dal vero e di stereotipi inventati, che ispirò una stagione rimpianta del nostro cinema.I concorrenti al titolo di Re dalla commedia all' italiana, l' abbiamo detto, sono tanti. Basterà qui ricordare che, nella più generale sorpresa che ci riservava quella scuola, Gassman riuscì a colpirci, ogni volta, come una sorpresa a se stante. Educato - l' abbiamo visto - per un' altra specializzazione, privo di tratti comici rilevabili a prima vista, dava l' impressione di aggiungere al realismo dei propri ruoli qualcosa che non risultava nel copione: un surplus di autoironia. La sua attitudine a comportarsi da mattatore (fu questo il titolo di una sua non dimenticata serie in tivù) veniva sdrammatizzata dal gusto d' indossare la maschera del romano grande, grosso e «piacione». Non ci sembra per nulla indegno scoprire, sotto quei panni di scena, uno degli interpreti prediletti di quel secolo, il Novecento che, mentre noi lo ricordiamo, s' allontana.
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    cari@tide
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    Infallibile
    00 02/11/2022 09:41
    Non vorrei che quest'anno si ricordassero solo tristi anniversari...
    Perciò riapro questo topic per ricordare che nel 1922 nacque anche il grande Vittorio Gassman.
    Auguri Mattatore!
    [SM=x875388]