La piccola pasticceria del Medioevo
Il look nel tempo è cambiato, ma le pastarelle esistono da millenni. La piccola pasticceria è nata nel Medioevo grazie ai conventi, dove il pane veniva addolcito con il miele e trasformato in palline da vendere ai pellegrini di passaggio per raccogliere fondi da dare ai più bisognosi. La guantiera è citata anche da Alessandro Manzoni ne I promessi sposi («Vennero subito gran guantiere colme di dolci, che furono presentati, prima alla sposina, e dopo ai parenti»), durante i banchetti rinascimentali i pasticcini erano la norma, e la tradizione è andata avanti, evolvendosi fino ad arrivare ai mitici cabaret.
La poesia delle pastarelle avanzate
Nelle pasticcerie più giovani quei vassoi si sono trasformati oggi in scatole ricercate, di design, il logo minimal che ha sostituito le eleganti scritte in corsivo sottili, la grafica moderna, l’aspetto meno barocco. Nel cuore di ogni italiano, però, l’idea delle pastarelle è solo una, un desiderio da soddisfare nelle insegne storiche, baluardi di un passato recente che sembra già così remoto. Pastarelle di domenica, mangiate il giorno dopo, ché qualcuna avanzava sempre, il posto d’onore in frigorifero per la merenda di inizio settimana che non mancava mai. Lunedì che avevano allora il sapore di festa, un ultimo assaggio per prolungare il piacere del fine settimana, residui di una giornata speciale che facevano scivolare via la fatica del lavoro a ogni crostatina mandata giù, anche se un po’ più molla e insapore. Il ricordo del pranzo che svanisce, l'attesa del prossimo, un appuntamento fisso, una promessa. T’immagini, se fosse sempre domenica?
Gambero Rosso
Tina