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In libreria "Il pane di Gadda" di Dario Malini con prefazione di Antonio Gibelli

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    DarioMalini
    Post: 274
    Registrato il: 23/02/2011
    00 26/04/2022 16:59

    Buongiorno a tutti,
    come promesso, scrivo qualcosa sulla mia nuova pubblicazione, recupero delle memorie di guerra del tenente Felice Sobrero. Tutto è cominciato con la scoperta di un voluminoso lotto di lettere di un militare, in vendita presso un antiquario milanese. Recatomi a controllare di persona di cosa si trattasse, mi trovo davanti 500 lettere di un certo Anna Felice Sobrero (caporale nel 1915, tenente nel 1917, quando venne fatto prigioniero nel corso della battaglia di Caporetto), dirette perlopiù alla famiglia, provenienti dal fronte delle dolomiti, dell’Isonzo e poi da alcuni campi di prigionia tedeschi.
    Un certo numero di ore passate a leggere le lettere mi hanno convinto trattarsi di materiale di notevole interesse, da salvare assolutamente dalla dispersione, poiché veniva venduto - ahimè! - separatamente: lettera per lettera, cartolina per cartolina. Curiosando qua e là nel negozio, scopro anche un diario di prigionia dello stesso militare, corredato da numerosi disegni all’acquarello, illustrazioni piene di vita e di brio, sorprendenti per i tetri luoghi (i lager di Rastatt e Ellwangen, in Germania) dove erano state prodotte. Acquisito quindi dopo lunghe trattative tutto il blocco, con non piccolo sacrificio economico. Ho poi dovuto attendere un bel po’ per avere trovare tempo, forza e concentrazione per metterci le mani. L’isolamento obbligato causato dal COVID ha fatto il miracolo. Ed ecco che dopo due anni di lavoro, ricerche, sopralluoghi, contatti, letture, scritture e riscritture…

    Posso così finalmente annunciare l’uscita in libreria de Il pane di Gadda. La grande guerra del tenente Sobrero sulle Dolomiti, sul Piave, nei lager di Rastatt ed Ellwangen.
    Rampollo di una nota famiglia di industriali torinesi che (cito da Incontri reali e anche meno del figlio Ettore), «come i Buddenbrook di Lubecca narrati da Thomas Mann, avevano tutti, chi più chi meno, inclinazioni artistiche», Felice Sobrero, oltre a essere un discreto violinista, dipingeva, mentre il padre praticava la pittura e la madre suonava il pianoforte. La sua vicenda è colma di episodi toccanti, fatti curiosi, notazioni originali, puntuali narrazioni di battaglie, cronache di lunghi e sfibranti momenti di stasi (anzitutto nelle montagne dolomitiche, durante i rigidi inverni 1915 e 1916), lucide riflessioni sui paradossali meccanismi interni della prima guerra globale.
    Riguardo alla prigionia, a Rastatt fu compagno dello scrittore Carlo Emilio Gadda, descrivendo nel suo diario le stesse giornate, pur attraverso una sensibilità completamente diversa, che gli permetteva di guardare alla pur angosciosa situazione del campo con un pizzico di ironico distacco, sebbene gli effetti della fame si facessero sentire pericolosamente anche per lui, come si arguisce, ad esempio, da questa sua annotazione del 9 dicembre 1917: "Oggi sono preso da forti capogiri. Una volta ho sbattuto la testa contro la branda. Il dottor Manera dice che è la fame e lo stomaco vuoto. Oh! lo credo anch'io!".

    Qualche parola sul curioso titolo del mio libro. Nel suo diario di prigionia, Sobrero, per alludere alle privazioni della fame, ha adottato un procedimento comunicativo alquanto moderno, consistente nel raffigurare alcuni oggetti-simbolo, decontestualizzati e associati a titoli provocatori quali il Salamino pallido (vedere immagine qui sopra), E… la sbobba e, particolarmente significativa, La razione di pane in 5. Oggetto di contrastata passione e ardente desiderio, il pane viene infatti spesso evocato nel gaddiano Giornale di guerra e di prigionia: «Trangugiai a morsi rabbiosi e voluttuosi il pane, distribuito verso le 18, il solito quinto di pagnotta nera, impastata di segale e patate. Questo quinto risulta da un’accurata divisione della pagnotta: le porzioni si misurano al millimetro e al grammo, poi si sorteggiano col tratto delle dita».
    In tutto ciò, credo sia interessante che in questo testo sia stato possibile mostrare, cito dalla prefazione a questo volume di Antonio Gibelli, «l’immagine stessa del pane diviso in cinque parti di cui parla lo scrittore lombardo, sia pure nella versione sdrammatizzante di Felice Sobrero», espressione della sua caratteristica vis comica.
    Ma ciò che rende questa narrazione ineludibile è probabilmente il fatto che, conducendo passo passo il lettore all’interno del mondo mentale del protagonista, ridà finalmente voce e sostanza a una categoria di combattenti numericamente considerevole, ma quasi del tutto ignorata dagli studi dedicati al primo conflitto mondiale e assente nella memoria collettiva: quella degli ufficiali di complemento che non volevano la guerra.

    Mi fermo qui, aggiungendo solo che il testo è in vendita in tutte le librerie online e ordinabile in tutte le nostre amate librerie fisiche.

    A questo indirizzo trovate una breve recensione del testo: "Il pane di Gadda" di Dario Malini

    Un saluto affettuoso a tutti.

    Dario

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    Le opere e gli scritti dei soldati della Prima guerra mondiale
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    joeww1
    Post: 23
    Registrato il: 26/10/2010
    00 02/05/2022 17:17
    complimenti
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    DarioMalini
    Post: 275
    Registrato il: 23/02/2011
    00 08/06/2022 14:42
    Un saluto ancora a tutti.
    Approfitto di questo post per segnalare l'uscita della recensione che Antonio Gibelli ha dedicato a questo mio testo, Il pane di Gadda. La grande guerra del tenente Sobrero sulle Dolomiti, sul Piave, nei lager di Rastatt ed Ellwangen.
    L'articolo, uscito sul Secolo XIX di domenica 5 giugno 2022, è corredato da alcuni dei disegni che Felice Sobrero eseguì nel 1917 nel lager di Rastatt.
    Ecco il link all'articolo: articolo Secolo XiX

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