I dati postati da Luigi sono molto interessanti, e mi conducono ad alcune considerazioni.
In base ai dati riportati, le contrazioni del servizio sarebbero molto contenute (-4,52% per il traffico, - 1,9% per i passeggeri).
Più interessanti le deduzioni sul bilancio: l'aumento dei costi totali è assolutamente comparabile con quello dei ricavi totali (circa + 17,6% nei due casi).
La percentuale di copertura dei costi da parte dei contributi pubblici in conto esercizio è del 60,34% nel 2007 e del 59,89% nel 2011.
Valori ben al di sotto del tetto canonico del 65%, e che anzi nel 2011 sono un pò più bassi.
Se si considerano anche i contributi straordinari (più che raddoppiati nel 2011) la percentuale sale al 65,79 nel 2007 e al 69,6 nel 2011.
Dettaglio dei costi: la voce dedicata alle materie prime è aumentata enormemente (+ 65,28%)mentre quella del personale (+6,53%)si è mantenuta al di sotto dell'aumento dei costi totali medi (+17,6%).
Dettaglio dei ricavi: l'aumento della contribuzione pubblica è poco al di sotto dell' aumento totale medio (+16,77 contro + 17,6%), raddoppiano i contributi straordinari (+109%)e aumentano lievemente i proventi da tariffe (+ 5,34%)
Ora, se questi dati sono veritieri non si capisce perchè AMT sia alla frutta. Costi e ricavi si equivalgono: la contribuzione pubblica rimane - escludendo i non meglio precisati contributi straordinari (pubblicità?) - ben al di sotto della fatidica soglia del 65%; i ricavi da biglietti sono ben lontani da coprire il 15%, ma sono comunque aumentati. Dunque dove nasce la situazione disastrosa di cui si vocifera?
Si ridimensiona molto anche uno dei miti dei sostenitori della privatizzazione, il costo del personale, che comunque registra un aumento percentuale di un decimo rispetto a quello dei costi di gasolio e materie prime (scarsa manutenzione > maggiori consumi di gasolio e olio).
Rimango ovviamnte contrario alla privatizzazione per due motivi.
Il primo è quello al secondo capoverso del post introduttivo: non è certo che un privato possa risolvere le criticità dell' Azienda,
palesemente costruite ad arte(l'aggiunta è mia).
Il secondo è che il soggetto che si profila all' orizzonte, è BusItalia, un'alta finta azienda privata consociata di FS Holding.
Non proprio la realtà in grado, anche con strategie dolorose per il personale, di invertite il trend negativo in atto. Anzi...
P.S. ciederei ad Eugenio di indicare, al di là della diveristà di opinioni e a prescindere dalla natura giuridica del soggetto gestore (pubblico o privato) una rete di trasporto pubblico urbano ove si applica con succcesso il principio della concorrenza. Escludendo sotto questa voce, ovviamente, eventuali forme consorziali o consociate come London Transport, che sono comunque una cosa ben diversa.