quanto conta realmente il voto di laurea?

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.pisicchio.
00martedì 22 giugno 2010 14:27
Il voto di laurea conta eccome, salvo che in alcuni casi.

Quanto al settore pubblico, per l'accesso ai concorsi nelle principali autorità indipendenti si richiede - sempre - almeno 105.

Quanto al settore privato, se si vuole andare via da Napoli ed entrare senza raccomandazioni in uno studio che paghi decentemente fin dal primo giorno di pratica è necessario, tra l'altro, il 110 (meglio se con lode). Ovviamente in questo caso non vale un 110 preso in università semisconosciute (in pratica, tra gli atenei campani si continua a fare affidamente solo ed esclusivamente sulla Federico II).

Stessi criteri valgono se si intende entrare senza raccomandazioni nell'ufficio legale di una banca, di una compagnia di assicurazioni o di altra società privata.


Sugli altri concorsi (magistratura, notariato etc.) credo non rilevi, ma non sono per nulla informato.

Il voto, s'intende, conta ancor meno per chi entra nello studio di famiglia...


Tutto quello che ho scritto non implica giudizi di valore. Sicuramente ci saranno tanti laureati con 90 altrettanto valorosi. Il problema è che chi deve scegliere tra 100 cv una cernita deve farla...non può chiamare tutti per un colloquio.



goisis
00martedì 22 giugno 2010 22:14
Ma dipende sempre dai bandi.Per l'avvocatura poi ho un amico che lavora in uno studio a Torino.Viene stipendiato ma praticamente è come facesse il dipendente
roby_88
00martedì 22 giugno 2010 23:50
Re:
.pisicchio., 22/06/2010 14.27:

Il voto di laurea conta eccome, salvo che in alcuni casi.

Quanto al settore pubblico, per l'accesso ai concorsi nelle principali autorità indipendenti si richiede - sempre - almeno 105.

Quanto al settore privato, se si vuole andare via da Napoli ed entrare senza raccomandazioni in uno studio che paghi decentemente fin dal primo giorno di pratica è necessario, tra l'altro, il 110 (meglio se con lode). Ovviamente in questo caso non vale un 110 preso in università semisconosciute (in pratica, tra gli atenei campani si continua a fare affidamente solo ed esclusivamente sulla Federico II).

Stessi criteri valgono se si intende entrare senza raccomandazioni nell'ufficio legale di una banca, di una compagnia di assicurazioni o di altra società privata.


Sugli altri concorsi (magistratura, notariato etc.) credo non rilevi, ma non sono per nulla informato.

Il voto, s'intende, conta ancor meno per chi entra nello studio di famiglia...


Tutto quello che ho scritto non implica giudizi di valore. Sicuramente ci saranno tanti laureati con 90 altrettanto valorosi. Il problema è che chi deve scegliere tra 100 cv una cernita deve farla...non può chiamare tutti per un colloquio.






io direi che nel privato più che fare affidamento sul voto, guardino altri aspetti del curriculum,tipo..un master specifico e qualcosa che attesti un'ottima conoscenza di almeno una lingua straniera e dell'informatica.
hai visto quanti master ci sono per la figura del legale in azienda?

nando85
00mercoledì 23 giugno 2010 14:28
Re:
capt.claricesparrow, 18/06/2010 9.50:

se intendi il voto di giurisprudenza, a meno che non vuoi fare il concorso alla banca d'italia et similia, non conta un cavolo!!!




[SM=x43799] Esatto.
Basta uscire dall'università con delle buone basi, poi il mazzo bisogna farselo fuori...
diciamo che la vera faticata inizia subito dopo la laurea...
quindi prima si esce, meglio è.

Si ha più tempo per intraprendere la strada prescelta e soprattutto, se si sbaglia strada, si ha la possibilità di cambiare.

Consiglio spassionatamente di accettare tutti i voti ed uscire il più presto possibile dall'università...


Penso conti più L'ETà che il VOTO! [SM=x43799]
.pisicchio.
00giovedì 24 giugno 2010 10:34
Re: Re:
nando85, 23/06/2010 14.28:




[SM=x43799] Esatto.
Basta uscire dall'università con delle buone basi, poi il mazzo bisogna farselo fuori...
diciamo che la vera faticata inizia subito dopo la laurea...
quindi prima si esce, meglio è.

Si ha più tempo per intraprendere la strada prescelta e soprattutto, se si sbaglia strada, si ha la possibilità di cambiare.

Consiglio spassionatamente di accettare tutti i voti ed uscire il più presto possibile dall'università...


Penso conti più L'ETà che il VOTO! [SM=x43799]





Ovvio che conti anche l'eta...


Io mi sono limitato a darvi un parere sincero, avendo qualche anno di età ed esperienza in più.

A meno che non si voglia entrare nello studio di famiglia, il tuo consiglio, per quanto sincero, è davvero sconsiderato.

Inoltre, in tutta onestà, non vedo quali "buone basi" possa avere uno che esce con un libretto pieno di 18, visto e considerato che anche il migliore dei laureati deve studiare tanto per diventare un professionista decente.

EMILIO885
00giovedì 24 giugno 2010 10:43
Re: Re: Re:
.pisicchio., 24/06/2010 10.34:





Ovvio che conti anche l'eta...


Io mi sono limitato a darvi un parere sincero, avendo qualche anno di età ed esperienza in più.

A meno che non si voglia entrare nello studio di famiglia, il tuo consiglio, per quanto sincero, è davvero sconsiderato.

Inoltre, in tutta onestà, non vedo quali "buone basi" possa avere uno che esce con un libretto pieno di 18, visto e considerato che anche il migliore dei laureati deve studiare tanto per diventare un professionista decente.





tu hai perfettamente ragione su questo, però allo stesso tempo ti dico che conosco gente davvero preparata con cui ho studiato i mattoni..e x colpa del solito "mazzo" han preso voti bassi (ok non 18, ma 21,22, non meritandoli affatto;ma conosco anche persone che hanno il libretto pieno zeppo di 28 e 30 e non sanno accocchiare una frase di senso compiuto!! a volte i voti non rispecchiano quanto uno abbia realmente studiato.
.pisicchio.
00giovedì 24 giugno 2010 11:16
Re: Re: Re: Re:
EMILIO885, 24/06/2010 10.43:




tu hai perfettamente ragione su questo, però allo stesso tempo ti dico che conosco gente davvero preparata con cui ho studiato i mattoni..e x colpa del solito "mazzo" han preso voti bassi (ok non 18, ma 21,22, non meritandoli affatto;ma conosco anche persone che hanno il libretto pieno zeppo di 28 e 30 e non sanno accocchiare una frase di senso compiuto!! a volte i voti non rispecchiano quanto uno abbia realmente studiato.




Beh... non ti voglio certo smentire....anche se 20 e rotti esami qualcosa dovrebbero voler dire...

Il problema rimane: chi ti prende per un lavoro serio, senza raccomandazioni, non ha tempo per interrogarti, lavorare con te, capire quanto sei bravo nonostante i voti bassi. Chi ti chiama per un colloquo dovrà fare una scrematura ed avrà pochi parametri (voto di laurea, età, conoscenza dell'inglese, etc.).

roby_88
00venerdì 25 giugno 2010 01:38
Re: Re: Re: Re: Re:
.pisicchio., 24/06/2010 11.16:




Beh... non ti voglio certo smentire....anche se 20 e rotti esami qualcosa dovrebbero voler dire...




ti racconto un episodio di due giorni fa... un professore di procedura civile che si incazza con la sua assistente perchè ha messo 27 ad una ragazza che a sua detta ha la "colpa" di avere voti bassi nelle materie importanti... la ragazza, fortunatamente e grazie all'onestà della dott.ssa con cui ha fatto l'esame,nn è stata pregiudicata dal libretto;ma chi non ha questa fortuna, invece?
quando ti parlo di voti non mi riferisco alle mezze calze, che quelle o cn 110 o cn 66,non faranno niente nella vita, mi riferisco alle persone che valgono.
se proprio il voto vuole dare un'indicazione sulla personalità del candidato, forse lo può dare in termini di abnegazione e impegno nel lavoro, ma anche di questo non sono particolarmente convinta. non prendo in considerazione la questione della conoscenza della materia perchè credo che la si debba conoscere indipendentemente dal voto,altrimenti è più costruttivo zappare la terra.
.irly.
00venerdì 25 giugno 2010 14:44
Siamo davvero sicuri che non serva?
Spulciando vari siti internet di studi legali (di Roma),
senza pretesa di trovarne uno top legal (cmq non mi prenderebbero in considerazione, non potendo aspirare al 110, ma ad un "misero" 101 prendendo tutti i punti), ho notato, leggendo i vari curricula dei praticanti che prestano la propria opera, che tutti, ma proprio tutti sono laureati con 110, 110 e lode.
Non vi nascondo che mi sono molto scoraggiata e mi sono sentita anche una sottoforma di fallita.
.pisicchio.
00venerdì 25 giugno 2010 16:49
Re:
.irly., 25/06/2010 14.44:

Siamo davvero sicuri che non serva?
Spulciando vari siti internet di studi legali (di Roma),
senza pretesa di trovarne uno top legal (cmq non mi prenderebbero in considerazione, non potendo aspirare al 110, ma ad un "misero" 101 prendendo tutti i punti), ho notato, leggendo i vari curricula dei praticanti che prestano la propria opera, che tutti, ma proprio tutti sono laureati con 110, 110 e lode.
Non vi nascondo che mi sono molto scoraggiata e mi sono sentita anche una sottoforma di fallita.




Se ti può consolare, posso garantirti che tra quei cristiani ci sono tanti ciantroni (sebbene laureati "cum laude").
roby_88
00venerdì 25 giugno 2010 18:15
per l'avvocatura, è un suicidio professionale andare in un grande studio a fare il dipendente...
goisis
00venerdì 25 giugno 2010 21:14
Guardate il cugino della mia ragazza fa l'avvocato,si è laureato a 30 anni con voto 90 e,anche se fa prevalente l'infortunistica,guadagna pure bene.Alla fine l'avvocato è una professione libera,nessuno neanche il vostro dominus vi darà mai uno stipendio effettivo se non siete voi a procacciarvi le pratiche quindi non vedo il voto a che possa servire per l'avvocatura.La cosa che realmente conta è la preparazione personale che ognuno di noi ha.
nando85
00giovedì 1 luglio 2010 15:11
Re: Re: Re:
.pisicchio., 24/06/2010 10.34:





Ovvio che conti anche l'eta...


Io mi sono limitato a darvi un parere sincero, avendo qualche anno di età ed esperienza in più.

A meno che non si voglia entrare nello studio di famiglia, il tuo consiglio, per quanto sincero, è davvero sconsiderato.

Inoltre, in tutta onestà, non vedo quali "buone basi" possa avere uno che esce con un libretto pieno di 18, visto e considerato che anche il migliore dei laureati deve studiare tanto per diventare un professionista decente.




Gli esami importanti nella nostra università sono una decina scarsi.

Per laurearsi bisogna dare 34 esami, quindi mi sembra che ne avanzino circa 24, che quanto meno definirei "poco utili" ai fini della formazione professionale di "futuri giuristi" ed avvocati, che di fatto DETERMINANO la media dello studente.

Il tuo discorso è molto relativo.
Un libretto pieno di 18 alla nostra università può non significare niente.

C'è gente che perde mesi a seguire corsi inutili, per prendere voti alti ad esami ancor più inutili e per fare ciò, butta via anni ed anni all'università.

Anni, che penso, sarebbe meglio sfruttare nel post-laurea facendo una buona pratica o magari facendo qualche master serio.
L'università insegna poco o nulla agli studenti, quindi prima si è fuori, meglio è.

Chi esce a 30 anni dall'università, per quanto sia preparato, ha certamente più bisogno di soldi di un 25enne...
ed ha certamente più fretta e meno pazienza.

clari89
00giovedì 1 luglio 2010 15:53
ma neanke per il concorso di notaio serve il voto?...a me hanno detto di si
jeffer
00venerdì 2 luglio 2010 09:00
Re: Re:
Il Bidello (che bello), 21/06/2010 18.36:




faccio concorsi.




che tipo di concorsi?
--letizia22--
00venerdì 2 luglio 2010 09:37
Re:
clari89, 01/07/2010 15.53:

ma neanke per il concorso di notaio serve il voto?...a me hanno detto di si




no [SM=x43799]
Genoveffa1
00venerdì 2 luglio 2010 09:42
ke angoscia..il voto conta eccome :-(
altrimenti come la fanno la selezione, la scelta, presso uno studio importante?
.pisicchio.
00venerdì 2 luglio 2010 15:18
Re: Re: Re: Re:
nando85, 01/07/2010 15.11:



Gli esami importanti nella nostra università sono una decina scarsi.

Per laurearsi bisogna dare 34 esami, quindi mi sembra che ne avanzino circa 24, che quanto meno definirei "poco utili" ai fini della formazione professionale di "futuri giuristi" ed avvocati, che di fatto DETERMINANO la media dello studente.

Il tuo discorso è molto relativo.
Un libretto pieno di 18 alla nostra università può non significare niente.

C'è gente che perde mesi a seguire corsi inutili, per prendere voti alti ad esami ancor più inutili e per fare ciò, butta via anni ed anni all'università.

Anni, che penso, sarebbe meglio sfruttare nel post-laurea facendo una buona pratica o magari facendo qualche master serio.
L'università insegna poco o nulla agli studenti, quindi prima si è fuori, meglio è.

Chi esce a 30 anni dall'università, per quanto sia preparato, ha certamente più bisogno di soldi di un 25enne...
ed ha certamente più fretta e meno pazienza.






Sulla prima parte hai ragione.

E' proprio per questo che molti studi chiedono un transcript degli esami sostenuti e relativi voti (eh gia')facendo particolare attenzione agli esami più importanti (privato, commerciale, etc.).

Io mi sono limitato a dire quello che so sulla base della mia esperienza.

Sono felice per quelli che, pur essendo particolarmente giovani, hanno idee tanto chiare su cosa fare e su come farlo.


roby_88
00venerdì 2 luglio 2010 16:57
Re:
Genoveffa1, 02/07/2010 9.42:

ke angoscia..il voto conta eccome :-(
altrimenti come la fanno la selezione, la scelta, presso uno studio importante?




in base alla capacità, spero
.pisicchio.
00venerdì 2 luglio 2010 19:11



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