STRAZIAMI! MA DI BACI SAZIAMI! il bacio e carezze son peccati mortali?

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Caterina63
00martedì 5 febbraio 2013 16:25

[SM=g1740758] Il bacio “colombino”. Dice che è peccato mortale…

Magritte-Gliamanti

Dice che il bacio è peccato mortale…

O della scoperta che il bacio “è peccato mortale”. Se è alla francese o, per dirla alla maniera dei manuali da confessori preconciliari, alla colombina (pure questo ho scoperto). Cronistoria di una discussione amena e tutta intra-ecclesiale (mica tanto scherzosa) su un facebook di giovani cattolici del XXI secolo; ma che sembrava la riesumazione di una oziosa discussione tra teologi trecenteschi circa il sesso degli angeli.

 

Ancora Monsignor Favella, qui splendido come un padre della Chiesa: “Tanto per dirvi la differenza fra cinquant’anni fa e gli errori modernisti dei tempi odierni: all’epoca si consigliava di imporre una penitenza di 5 Pater, Ave, Gloria per un solo bacio colombino non seguito da ulteriori atti sessuali, mentre due anni fa scoprii che un parroco mandava assolti dei ragazzi che praticavano sesso prima del matrimonio, sul presupposto che i penitenti avessero ammesso di essere innamorati veramente delle rispettive partners. Il peccato era derubricato, come se il ladro ammettesse di aver rubato, ma con l’intenzione di pagare in un secondo momento, magari”.

Antonio Margheriti Mastino dal sito papalepapale.com

In compagnia degliamici del suo Facebook

L’ALLERGIA PER I MORALISTI: FRA LASSISTA E GIANSENISTA, MEGLIO IL PRIMO

Mastino

Come Messori, sono convinto che laddove sovrabbonda il moralismo, è perché scarseggia la fede; che dove, in ambito cattolico, si parla troppo di morale, sino al monomaniacale, è perché forse qualcuno comincia a dubitare delle stesse verità di fede; o le sottovaluta, o le ha scordate, o le dà per scontate.

Fu questo darle per scontate tanto da tacerne, a tutto favore di un moralismo talora ossessivo, prima del Concilio, che rese più facile il ruolo dei demolitori dopo il Concilio; trovando tutti gli altri completamente incapaci di reagire, fondamentalmente impreparati, senza risposte adeguate. E con la scusa dello spalancare le finestre per dileguare questo stantio moralismo, ne approfittarono per scaraventare fuori pure l’Essenziale, bambino e acqua sporca. Proprio la moglie del Messori, Rosanna Brichetti, raccontò di essere scappata esausta negli anni ’50 dal collegio di suore dove studiava: l’avevano nevrotizzata parlando solo di calze e gonne sopra e sotto ginocchio, ma nessuno mai che le avesse parlato di quello Sconosciuto: Gesù. Lo incontrò dopo, per conto suo, fuori dalle mura clericali.

E ancora Messori marito – in una mail di questa sera (credo di non rivelare nulla di riservato), che aveva per protagonista Bernardino da Siena e quel certo (forse) moralismo – Messori, dicevo, mi sottolineava questa sua più volte ribadita “allergia” verso le esagerazioni di certi moralisti cattolici; e che, fosse stato costretto a scegliere, “tra due eccessi, un lassista e un giansenista” , avrebbe scelto il secondo.

Io magari sono meno “allergico”, ma al contempo non sopporto i monomaniaci… e nessuno è più monomaniaco di un moralista furioso, scrupoloso e rompicoglioni. E dentro di me, da quell’antico anticlericale che sono, nutro pure mezzo sospetto, che dietro al monomaniaco si nasconda sempre un maniaco. Perché se uno pensa senza sosta a condannare le mutandine ricamate delle femmine, mi sembra evidente che non pensa ad altro che alle mutandine ricamate delle femmine. Magari non lavate. E magari a quel che nascondono, quando lo nascondono.

Insomma, essere morali, ossia rispettare la Legge del Signore… tanto di cappello!, m’inchino, obbedisco. Ma morali sulle cose importanti, però. Fra le quali rientra anche il sesso prematrimoniale (poi, certo, uno può pure cadere, però può anche rialzarsi nel sacramento della riconciliazione) e la contraccezione. Ma sulle cazzate no, lasciamo beneficio d’inventario. Siamo umani, comportiamoci da umani, non da mostri.

SCUSATE, IO HO BACIATO. “È BELLO… E NON È PECCATO”. APRITI CIELO!

L’altro giorno mi viene la balzana idea di scrivere sul mio facebook cotante enigmatiche parole:

Cmq baciare è bello (cioè, dipende da chi: te deve piacè veramente una se no è ‘na pena), anche eccitante e non è manco peccato. Non ci avevo mai riflettuto. E…Baciami ancora. Baciami ancora. Tutto il resto è un rumore lontano”.

Apriti cielo! Moralisti d’assalto, cavillatori trecenteschi da sesso degli angeli, clericali legalisti, casisti gesuitici, lefebvriani granitici, untori di sacre rote, reggitori di cappe magne, vergini nati, dottori serafici, qualche burlone, mi hanno subissato di decine e decine di messaggi non dico indignati… ma appunto da moralismo surgelato e rinseccolito, rubricismo moralistico nel quale anche la Legge di Dio diventa un cavillo canonico. Mentre una cazzata viene elevata assiomaticamente a dogma sul quale tutto sta in piedi o cade, su cui tutto sacrificare, impalare, dare alle fiamme. Il Kerygma a ‘na certa, a starli a sentire, pare si regga non sulla resurrezione ma sulla tipologia di bacio, il quale a sua volta è Lucifero. E tutta la morale della favola è questa. Fariseismo? Legalismo? Moralismo? Ipocrisia? Eccesso di zelo? Tutti però, c’è da dirlo, da quelle persone perbene che sono, sembrano in buona fede. Sono io che non ci sto ad apparire la maddalena della situazione, e per giunta in malafede.

Va detto: io certe volte esagero, per rendere l’idea. Ma sono tutti amici che amichevolmente e simpaticamente m’hanno risposto. Magari per dirmi semplicemente che, ok, passi la pratica, ma se ne taccia, affinché il principio venga salvaguardato. Questo l’ho capito. Come ho capito pure che certe risposte erano sature di sano scetticismo pratico, scherzose. Ma sai com’è… scherza scherza fai come pulcinella, che scherzando diceva la verità.

MA SE NON LA BACI UNA RAGAZZA, QUELLA CHE PENSA? CHE SEI…

Baciare la fidanzata prima che un piacere è un dovere, oltre ad essere salutare… se non hai la mononucleosi; ed è anche da persone ammodo. È umano. Soprattutto non va sporcata con pensieri maligni una cosa che, al fondo, è pulita, umanissima: baciare una ragazza. Non va sporcata con sospetti “sessuali”, perché non necessariamente il bacio è un “preliminare” della copula. Può essere un semplicissimo gesto di affetto. Ok, anche di attrazione fisica… ma porcaeva, vogliamo o no comunicare a ‘sta poveraccia (e lei a noi), che sì, tu ragazza mi piaci, mi attrai, non mi fai schifo e te lo dimostro schiaffandoti la lingua in bocca. Come si fa a non farlo? Ma come, tu maschio, ti metti con una femmina e come minimo non le dai manco un bacio? E che deve pensare quella? Bene che ti vada che ti fa schifo; se ti va male, che sei ricchione. O un minchione, il che è peggio.

Insomma, sono stato calato per i capelli in un pozzo di sedicente scienza sacra dopo quelle mie “libertine” affermazioni, a sciacquarmene. Ma che avevo detto, dopotutto? Un bacio è! Sconcertato e confuso domando delucidazioni a una mia amica ciellina, che mi delucida con la classica praticoneria, scevra di complicazioni moralistiche, dei ciellini: “Ah guarda, io sono per il limonare duro!”. Sia benedetto don Giussani! Tuttavia, temo la disinvoltura dei ciellini, specie in fatto di morale, e molte volte non a torto.

E allora non resta che affidarci ai nostri crociati anti-bacio, e fra tutte le opinioni – tutte quante premunite di etichette prestampate di “ortodossia”, ossia di interpretazione letterale di ogni singolo comma di qualche catechismo pre o post e conciliare, “tridentino”, “di Pio V”, “di Pio X”, “ di Gregorio Magno”, “di Nicea”, di questo e quello – e fra le opinioni, dicevo, scegliere quelle che ci sembrano più ragionevoli. Ossia più umane. Ossia cattoliche. Perché, come diceva il cardinale Ratzinger, il cattolicesimo è una cosa seria, e se una cosa è stupida semplicemente non è cattolica. Il discernimento è anche questo. Io dopo aver scritto e letto tutto e tutti, ho deciso che il bacio è una cosa seria. Dunque è una cosa cattolica. Anche se è meglio non infilare la lingua punto e momento in qualsiasi bocca: qui pure, discernimento!

Ma vi lascio ai botta e risposta di questa oziosa disputa da teologi fancazzisti del Trecento, che se spesso ha rasentato il comico (e il ridicolo) – con la disputa circa la vexata quaestio se il bacio con la lingua doveva dirsi “interlabiale” o “prodromico”, se “alla francese” o non piuttosto “alla colombina” (cosa pericolosa stante l’assonanza con i gerghi ciociari e romaneschi “alla culumbrina” e “alla pecorina” che possono far sorgere dubbi, o, Dio non voglia, equivoci circa la natura di cotanto bacio, se è “pre-coito” o “sine coito”) – anche se ha rasentato il comico, dicevo, per altro verso dà un’interessante e colta panoramica canonistica. E psicologica. E morale. Di certo cattolicesimo d’oggigiorno, anche se sembra dell’altro millennio.

***

UN DIALOGO TRECENTESCO DEL TERZO MILLENNIO

Esordisco io: “Scusate il discorso da bimbomikia, ma non sono un monaco tibetano, non sempre almeno…”.
Arriva Maria Grazia: “Ah sì? Non è peccato?”
Intervieneun personaggio noto nel web tradizionalista ma fittizio, il simpatico ampolloso sedicente Mons. Favella, che chiosa: “La morale cattolica, circa il bacio, non è proprio lapalissiana e liberale come vuole darla intendere qualcuno!”
Puntualizza alla maniera propria dei lefebvriani, un econiano, Andrea: “E’ peccato mortale, se si tratta di bacio alla francese. Questo dice la dottrina…”
Monsignor Eleuterio Favella: “Nei manuali di un tempo per i confessori era definito bacio colombino“.
Arriva l’adolescente tritapalle, Edoardo: “Baciare con la lingua è peccato mortale… gli altri se non provocano polluzioni al massimo sono veniali… o così dice padre Bellon”.
Era doveroso il mio intervento lassista: “Se il bacio non è alla francese non è manco bacio. Ad ogni modo, non mostriamo la morale cattolica bacchettona come non è. Da che mondo è mondo tutti gli amanti del mondo si sono sempre baciati. Così come abbiamo baciato le immagini sante e venerabili: pure le suore lo fanno…”
Ancora il lefebvriano Andrea: “Nei manuali per confessori il tema del bacio è approfondito in modo molto dettagliato, si va dal bacio di devozione alle reliquie (meritevole), a quello alla bandiera della Patria (né mortale, né veniale), fino al peccato grave. Forse ne ho una copia…”
A questo punto quasi m’indigno e ripeto l’aneddoto succitato di Rosanna Messori , poi dico: “Proprio una certa Chiesa che a lungo s’è occupata della misura delle calze delle educante, del tipo di bacio (e già immagini con che languore ne scriveva il dotto fratacchione dalla fervida immaginazione), delle docce da farsi tutti vestiti e sotto vigilanza di qualcuno, proprio questa Chiesa qui, farisaica, s’è fatta sfuggire l’Essenziale, ha fornito le fondamenta agli eccessi opposti per reazione, di fatto ha reso asfittica certa educazione nei decenni prima del Concilio”.
Mi replica sempre Andrea: “Il bacchettonismo non mi piace e ancor meno il moralismo delle comari… ma questa è la Dottrina…”.
E io: “Ma siamo sicuri che Dottrina siano questa cazzate? Io credo che la Dottrina dovremmo preservarla e salvaguardarla, nelle cose importanti. Ho questo auspicio.”
Monsignor Favella commenta dicendo cose che non capisco: “Concordo con Andrea. Ubi commoda, ibi incommoda”.
Andrea pur conscio dei paradossi, non s’arrende: “Capisco, ma per la Dottrina vale il principio semper idem, oltre al fatto che i testi dotati di imprimatur della sede apostolica sono coperti dall’infallibilità in tema morale… Anzi! Si può dire che certi modernisti – quelli sì – brillino per bacchettonismo!”.
E manco io, che la butto sul chi va là: “Ad ogni modo il Concilio avrà stabilito qualcosa in proposito suppongo…”.
Maledettamente certi tradizionalisti hanno sempre una risposta pronta, Monsignor Favella, ad esempio: “Questo si deve chiedere a mons. Bettazzi che fece parte di una apposita commissione”.
Cerco di puntare sul buonsenso: “Che l’infallibilità dottrinale copra pure il bacio mi sembra troppo. Semmai è una debolezza umana, un peccato veniale, ma non MORTALE. Ma poi vorrei dire: l’arte è rivelatoria, pure in epoche ben più cristiane di questa, i pittori tranquillamente raffiguravano innamorati che si baciavano., pittori che un momento prima su commissione ecclesiastica avevano dipinto verginimarie. Senza che la Chiesa trovasse da eccepire; semmai faceva finta di non vedere. Magari apprezzava. E che dire di quel Dante: Quando leggemmo il disïato riso/ esser basciato da cotanto amante,/questi, che mai da me non fia diviso,/la bocca mi basciò tutto tremante. Erano Paolo e Francesca.”
Andrea, chiaramente: “Eheheh… ma quei due non finirono bene..! “
Un altro Andrea, infatti, precisa sadico: “Sì, ma poi lo stesso Dante li sbatte all’inferno…”.
Cerco di fare di rattoppare: “Sì, ma perché oltre alle corna, oltre al bacio… diciamo che pare trombassero pure”.
Mirabile e stavolta senza ampollosità conciona Monsignor Favella: “Esatto. Il discorso del Mastino è alquanto ozioso sul punto. Finiremo per dire che tutti i S. Sebastiano in giro erano motivati da innominabili pruderie. E magari anche di omosessualità latente nel solito clero pederasta e depravato”.
L’altro Andrea sibillino: “Sì ma una trombata comincia sempre con un bacio. A meno che non paghi…”.
Monsignor Favella: “Esatto! Era ciò che nel vecchio atto di dolore veniva definita occasione prossima di peccato. Ma mi pare che il Concilio l’abbia purgato…. o mi sbaglio?”.
L’adolescente Edoardo: “Perché vecchio atto di dolore? non si dice anche adesso?”.
Monsignor Favella: “Da decenni le parrocchie lo propongono in forme emendate, edulcorate, purgate per non spaventare i bambini, i catechisti e i preti specialmente. Cosicché non si capisce mai quale è il limite del lecito o il discrimine del peccato. E non è questione di creare una psicosi, come qualche benpensante può sostenere. Il discorso della sig.ra Messori è giusto – e certe congregazioni femminili dedite all’educazione si attiravano gli strali divertiti anche dei preti provveduti all’epoca – ma, oggettivamente, oggi si è caduti nell’opposto errore. Tanto che persone di provata fede cattolica, come il Mastino, giungono – ma nella fattispecie può scovarsi un vezzo intellettuale – a sostenere che il bacio profondo non sia peccato”.
Arriva puntualmente Scott, con le sue proverbiali questioni di lana caprina… apparentemente: “Chiedo venia, ma da profano… Il peccato MORTALE non dovrebbe essere la versione hardcore del peccato GRAVE (in cui manca la malizia di peccare per il gusto, appunto, di peccare)? Non per altro, ma perché altrimenti mi premunisco e m’alleno a stare in forno per 2-3 ore al giorno”.
Monsignore : “I peccati mortali sono quei peccati commessi in modo grave contro i comandamenti o i precetti generali della Chiesa o i doveri del proprio stato”.
Scott: “ E’ che son fortunato: il genere femminile si è unito in armi per sostenere la mia salvezza, negandomi l’occasione di peccare”.
S.e. Monsignore: “Roba protestante: sarà l’esercito della salvezza!”
Scott: “Maledette eretiche…”
Monsignor Favella: “La differenza fra noi e loro – e Dio sia lodato! – sta nel fatto che noi abbiamo il sacramento della confessione che ci permette la remissione dei peccati anche mortali. Ovviamente con penitenze che non sono oggigiorno nemmeno concepite dalla maggior parte del clero in esercizio”.
Gianluca, insegnante di religione, scrittore romano: “E vaiii! Pomiciamo co’ tutte. Che strano… Stavo sentendo proprio questo: http://www.youtube.com/watch?v=jsCCnpcGEWI . Baciami Ancora, la canzone del nuovo attesissimo film di Gabriele Muccino. Il film uscirà il 29 …”.
Ancora Monsignor Favella, qui splendido come un padre della Chiesa: “Tanto per dirvi la differenza fra cinquant’anni fa e gli errori modernisti dei tempi odierni: all’epoca si consigliava di imporre una penitenza di 5 Pater, Ave, Gloria per un solo bacio colombino non seguito da ulteriori atti sessuali, mentre due anni fa scoprii che un parroco mandava assolti dei ragazzi che praticavano sesso prima del matrimonio, sul presupposto che i penitenti avessero ammesso di essere innamorati veramente delle rispettive partners. Il peccato era derubricato, come se il ladro ammettesse di aver rubato, ma con l’intenzione di pagare in un secondo momento, magari”.
E io, alla fine scoraggiato, avvinto, deluso dinanzi a tante incrollabili leziose certezze: “Dinanzi a tutta questa rimozione della realtà in favore di questa sorta di rubricismo della morale, ricorro a Bernardino da Siena. “Conta l’intenzione”. Se io bacio una ragazza, perché mi piace, le voglio bene, voglio avere un contatto più profondo con lei, se questa è la mia INTENZIONE, non credo che sia peccato. Se la mia INTENZIONE è “cominciamo coi preliminari” e la lingua altro non è che un neppure troppo inconscio e simbolico sostituto della penetrazione, propedeutico all’atto sessuale vero, se la mia INTENZIONE dunque è “così poi me la scopo”, ecco che allora questa “INTENZIONE” produce il peccato. Che notoriamente è in pensieri, parola, opere, omissioni. Persino omissione di trombo.
Gianluca: “…Forse un tempo c’era un’attenzione un tantino maniacale a tutto ciò che atteneva al sesso …o sbaglio?”
Mastino: “Sì, si occupavano pure dei peli pubici, salvo non dire e non insegnare una mazza sull’aborto… clandestino. E infatti le procacciatrici di aborti vivevano indisturbate e benestanti in tutti i paese, e Gianluca sa bene de ‘sta storia. Da una parte bacchettoneria ossessiva sulle prurigini erotiche, dall’altra pudore di parlare di ragazze rimaste incinta… non sposate… e che andavano a seppellire i feti sotto gli alberi. Convinte che non fosse peccato, perché i parroci avevano avuto pudore di spiegarglielo… mentre sulla veste troppo scollacciata non avevano pudore di parlare con reprimende terribili. Ad ogni modo, erano altri tempi”.
Monsignor Favella sferzante: “La differenza risiede nel fatto che – a parità di porcherie, sozzure e/o peccati (perché il genere umano resta sempre tale) fra i fedeli praticanti – prima almeno si sentiva una necessità generalizzata ad accedere alla Confessione per ottenere la remissione, oggi nemmeno a parlarne. E i discorsi del Mastino, solo in parte condivisibili, sono il primo gradino che ha legittimato la successiva e generalizzata deboscia. Circa l’attenzione o meno dei tempi passati a certi temi, rammento che ai tempi di Michelangelo non parvero sconvenienti i nudi della Sistina, qualche decennio dopo essi vennero tutti coperti dal Braghettone, per essere poi – parzialmente – ridenudati in epoca recente. Altro è la fenomenologia storica, altro è la morale cattolica”.
Gianluca: “Me lo raccontò un noto Monsignore del Vicariato …prima della 194 mezz’Italia abortiva ma ai preti non fregava niente! Il problema aborto é nato DOPO la proposta di legge…”.
Monsignor Favella: “I Monsignori del Vicariato e del Vaticano non fanno testo”.
Matteo, un toscano stranamente: “Ragazzi, ma state scherzando? Per il combinato disposto del sesto e nono comandamento, il bacio può essere certamente peccato mortale. Id est quando ci si bacia fuori del matrimonio. Se ci si bacia con la fidanzata si ha peccato mortale se la si bacia prodromicamente alla copula; se con altra donna perché si ricade ipso fatto nella fattispecie del nono comandamento (che per chi non lo sapesse recita: non desiderare la donna d’altri, e neppure la donna single se sei già sposato). Anche perché se ci si bacia lo si fa con desiderio. Chiaro?”
Mastino: “Uuuhhh, più chiaro de così se more. Dov’è il cappio? Datemi una corda maledetta, porcaeva!… che se devo andare all’inferno per un bacio preferisco andarci per una cosa seria e che non è reato (sia mai sopravvivo alla nefandezza): suicidio!”
Filippo, giovane e scrupoloso siciliano: “Mi permetto un piccolo intervento: non è peccato mortale baciare ex se. Il bacio è un gesto d’affetto se non colombino (come l’ha definito qualcuno e lo definisce ancora qualche sacerdote di sana dottrina) e dunque non peccaminoso, mentre è gesto erotico quello colombino/alla francese (a livello psicologico è prodromico al sesso). In sé non è peccato mortale, ma può essere occasione di peccato (da evitare). Inoltre, alla luce della teologia del corpo di GPII (consiglio anche ‘Amore e responsabilità’) pure l’affetto (e quindi il bacio non colombino) va modulato con sapienza. Tutto si gioca sulla ricerca del sé o sulla ricerca del bene altrui: l’amore affettivo ricerca la propria felicità nell’altro ed è quindi un amore immaturo, un egoismo camuffato che può deviare facilmente verso la mancanza di castità. L’affetto è ben utilizzato se finalizzato a cercare di affermare all’altro la presenza nostra: insomma, se bacio in modo affettuoso per dirti: sono qui per te è amore. Altrimenti un egoismo camuffato. In tal caso, comunque non sarebbe che un peccato veniale (tranne che in casi patologici). Diciamo che bisogna essere molto solidi nella santità prima di sapere usare bene dell’affetto (e per non farsi abbagliare dai falsi amori)”.
Matteo: “Sì, ovvio. Ma io parlavo del bacio colombino. Non di quello che si dà alla mamma o alla nonna”.
Filippo: “Io parlavo comunque di bacio in bocca (non colombino). Non penso che la nonna la si baci così a meno che non si sia russi”.
Matteo: “E allora anche il bacio in bocca non colombino (possiamo chiamarlo ‘interlabiale’, dài) a chi si darebbe se non per desiderarlo/a sessualmente? La vedo dura”.
Mastino: “I teologi duecenteschi che discutevano del sesso degli angeli ce fanno ‘na pippa a noi”.
Monsignor e: “Sarebbe peccato, per la verità…”.
Mastino: “ Ahahhhah, Monsignore ella mi ricorda Marco Eugenio, ma non il pupazzo che circola su fb, bensì l’intransigente (scrupoloso e rompicoglioni… lo dico con un sorriso :D ) vescovo di Efeso al Concilio di Firenze nel Quattrocento, dove si confrontarono Orientali e Latini sul da dove procedesse lo Spirito, tanto per cominciare, e poi finirono col litigare su quale poltrona spettasse al papa e quale al patriarca di Costantinopoli”.
Monsignor Favella: “Solitamente in questa piazza virtuale passo per essere un burlone, ma tant’è ormai, vada pure per l’intransigente prelato efesino. Omettendo io l’altro attributo. Per rispetto all’abito talare che – sebbene indegnamente – indosso”.
Matteo: “Comunque, Monsignore, mi consenta di precisare o meglio correggere quanto lei ha scritto sopra e cioè che i pecccati mortali sono quei peccati commessi in modo grave contro i comandamenti o i precetti generali della Chiesa o i doveri del proprio stato. In verità la definizione di peccato mortale è la seguente: peccato commesso in materia grave (cioè contro i dieci comandamenti), con piena avvertenza e deliberato consenso”.
A questo punto, l’eccellentissimo prelato, Monsignor Eleuterio Favella impartisce la solenne finale benedizione a questa diatriba oziosa: “Avrei trattato successivamente della piena avvertenza e del deliberato consenso, ma non ve ne è stato spazio. La ringrazio comunque per la precisazione. Ai miei tempi, oltre i comandamenti erano considerati nel novero anche i precetti generali della Chiesa e i doveri del proprio stato”.

Sentinella, a che punto è la notte?

***

IL SUCCHIOTTO

Questi cari amici, hanno avuto la forza di farmi sentire uno sporcaccione, un ipocrita e uno che se muore mò, tutto d’un colpo finisce dritto all’inferno, per la lingua molteplici volte infilata in forse qualche centinaio di bocche nell’ultimo decennio, e senza mai sentire la necessità di confessare proprio questa cosa, perché non sapevo fosse – a quanto dicono – peccato, essenzialmente per non far scompisciare il prete in confessionale. Così credevo. E credevo male, a quanto pare: avrebbe dovuto essere invaso da sacra indignazione… forse… dice… pare… sostengono. E non vi dico i complessi d’inferiorità dinanzi agli aulici assiomi di cotanti santi padri della Chiesa. Tant’è che ho cercato dalla sera alla mattina di cambiar vita e redimermi, mondarmi.

L’occasione s’è presentata qualche giorno dopo, nel centro storico di Lecce, passeggiando a tarda sera, con alla mia destra e alla mia sinistra due nobilissimi principini del foro. “Quello davanti”, mi precisò un tempo uno di questi due togati. E credo non mentisse. Ebbene, camminavo con questi due giovani signori, quando uno di questi, quello scapolo, ridendo ha alluso a presunte incontinenze amatorie sue e soprattutto mie (che pubblicamente smentisco). Severo ma paterno, clericalmente l’ho ammonito: “Sei chiamato alla virtù, alla castità, prima di sposarti, non siamo lassisti!”.

L’altro giovane signore, non single, ascoltava scettico la mia predica. Poi perfido mi trafigge con una sola battuta degna di un avvocato di grido d’altri tempi: “Sta parlando proprio lui che l’altro giorno ha messo la sua foto su facebook e c’erano lui, una statua di Cristo e un megasucchiotto sul collo”.




[SM=g1740771]
Caterina63
00martedì 5 febbraio 2013 16:28
[SM=g1740758]evitando ogni moralismo....

:-D riporto, condensato , da un manuale per l’esame di coscienza del 1854:

La legge della carne è legge di morte; l’amore invece è vita inestinguibile e nasce nello spirito immortale.

Ogni legge che viene dalla carne conduce alla morte, non vi seduca la moda indecente di certa gioventù sfacciata, incapace di custodire l’amore al di fuori di occhi indescreti e preferiscono invece farsi ammirare mentre si strusciano e baciandosi pubblicamente danno di scandalo ai piccoli.

Quando le giovani cristiane erano più virtuose non avevano bisogno di dover dimostrare ai passanti d’impressionare che della loro virtù. Non avevano bisogno di dover dimostrare quanto amore animasse il loro animo per il proprio fidanzato il quale si compiaceva invece di tanta virtù, gioiva per il virtuoso atteggiamento della promessa in sposa.

Cosa veggono oggi i nostri occhi?
Si vede la lussuria fra i giovani non più curanti non solo della propria anima, ma anche di dare di scandalo a chi li vede in atteggiamenti che solo il talamo coniugale ha il diritto di custodire.

Oggi ci sentiamo dire: che male può fare un bacio? Sei tu forse, o prete, geloso di questi giovani innamorati?

Dovremmo loro rispondere che la loro stoltezza nel porci domande simili è superbia, non domanda!

Solo il cristianesimo ha reso puro e sacro l’amore fra l’uomo e la donna, talmente sacro che il talamo è il loro altare dove consumare un amore grande e produttivo.

Baci e carezze non sono peccato, la Santa Madre Chiesa non fa moralismo, imperciocchè educa in qualità di Madre le virtù dei suoi figli e li ammonisce del rischio dei vizi capitali che certi baci e carezze fatti in pubblico e senza l’ausilio del Sacramento del Matrimonio, conducono alla vergine di non essere più vergine e conducono l’uomo a contaminare un talamo che doveva cogliere vergine e tale mantenerlo, proteggerlo.

Prima del Matrimonio santo è San Giuseppe, lo sposo casto della Vergine Santa ad insegnare al fidanzato come deve comportarsi con la futura sposa: egli la deve proteggere da sguardi indiscreti, la deve proteggere affinchè mantenga intanta la sua purezza, affinchè resti vergine. Per questo la Chiesa che è Santa e Madre continua a proteggere i fidanzati ricordando loro la virtù della purezza, che nulla debbono fare prima del Matrimonio affinchè non si consumi un atto sacro che dona come frutto una nuova vita umana, trasformandolo in un atto profano.

Baci e carezze fuori del sacro vincolo sono un segno della perdita di fiducia nelle virtù per riporre sè stessi solo nella carne, ma la legge della carne è legge di morte; l’amore nella sua purezza di dono è invece segno di vita inestinguibile e nasce nello spirito immortale, si dona per amore, sa attendere il momento proficuo quando questi baci e carezze sono utili e giusti, non li usa come prova dell’amore stesso.

Baci e carezze non sono peccato, imperciocchè se usati come abbiamo esposto, tra fidanzati o persino senza intenzioni di Matrimonio, conducono il giovine a rompere con l’integrità di pensieri puri, essi si lasciano così ammaliare da pensieri impuri nei quali la carne prende il sopravvento e corrompe la virtù della verginità. La fidanzata non è più vergine nel suo animo e nei suoi pensieri corrotti da baci e carezze che provocano nei pensieri istessi e nel corpo i fremiti del desiderio erotico; il fidanzato provocato nel suo istinto da baci e carezze, raramente rigetterà la copula pretendendo dalla fidanzata la prova dell’amore, imponendole avanti la sofferenza di tanta passione a convincimento che ciò che sta facendo è un bene.

“… se sei caduto, confessati subito. Fà più comunioni ti è possibile partecipando alla Santa Messa, fuggi l’occasione del peccare affinchè Gesù sia subito schiodato e non inchiodato dalla tua bramosia carnale”, così diceva il Santo Curato d’Ars ai giovani fidanzati affinchè raggiungessero l’Altare incorrotti e vincitori delle tentazioni.

Baci e carezze non sono peccato, ma sono delle tentazioni dalle quali, se sommersi, ci conducono fin anche a commettere peccati mortali.

Non rimanere abbandonato a te stesso e non indurre la tua promessa sposa nel peccato. Se Nostro Signore Gesù ha istituito il Sacramento del Matrimonio, un motivo deve esserci! Anche tu, giovane ragazza, non indurre il tuo promesso sposo nella lussuria, pensa con divozione a quanto possa essere benedetto il ventre tuo dal quale fuoriesce il frutto benedetto del vostro amore, di ogni bacio e di ogni carezza dato a fin di bene, dato per far germogliare la vita e non giammai la lussuria.

;-)

A tutto ciò dobbiamo aggiungere onestamente che NON è il bacio in sè ad essere un peccato mortale, ma il dove conducano certi atti ;-)
Non è il bacio in sé che la dottrina condanna ma quando questo conduce alla LUSSURIA che è uno dei 7 vizi detti CAPITALI, ossia mortali se non confessati!

Facciamo l’esempio tratto da una delle immagini messe nell’articolo: il bacio del principe alla bella Addormentata non è lussuria, ma una necessità per rompere un cattivo incantesimo nel quale erano legati non solo loro due o solo la principessa, ma un intero reame :-)

mentre il bacio specialmente oggi tra “fidanzati” un termine che non si usa più ma si dice: la mia compagna, la mia donna…. non è certo un bacio innocente…

Dice Gesù NON è ciò che è esterno a noi a contaminarci, ma ciò che viene generato NEL PENSIERO se quei baci e carezze conducono al sesso e ai suoi fremiti siamo all’erotismo ergo alla lussuria [SM=g1740732]

E’ lo stesso di quanto sta accadendo oggi poi con l’omosessualità: non si condannano i sentimenti puri, il volersi bene, ma quei pensieri carnali che maturati da certi gesti e NON resistendo a certe tentazioni sfociano, appunto in quegli atti che sono condannati perchè NON producono frutti ;-)


[SM=g1740733]

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