entra kobal- prosa posseduta

Entra, la porta è aperta. Sento il tuo morso sul collo che già svelle ogni parola.
Perché esiti? Non sono io la mano scura che disegna i tuoi versi - la bocca dura
dove sbatti la tua barba fina come la costola del pennello?
Lo so, non è facile capire, quando una strofa valica le ossa, molesta la pelle
cede sul foglio. Non posso seguire ogni virgola dell’inchiostro - ho mani d’acqua
che, annegano dove le bolle del calamaio sbuffano ossigeno, come lapilli.

Ti guardo come un rubinetto che, lascia cadere le ultime gocce per liberare il ferro
da piccoli smalti di ruggine. Forse dovresti pensare di meno al pavimento,
le biforcazioni tra le mattonelle non sono l’inferno che hai lasciato –
non ti preoccupare, dunque, avanza.

Solca queste volte d’aria che, si arcuano dove il mento posa il timore di vederti.

Note:

"Un demone, Kobal, dirige l'orchestra dove una serie di artisti ricordano il loro contatto con l'arte medianica. Umanoide, adulto, Kobal, guida nei ludi infernali, è il capo dei demoni che coi loro strumenti musicali s'integrano con gli umani nel creare una sinfonia patafisica. Kobal è maestro di estetica e di gotico e di rarità e di kistch. Il suo aspetto è quello di un nobile negro, con pietre preziose al posto degli occhi, dei denti e delle unghie. Quanto ai poteri, insegna le più le più bizzarre emozioni e le perversioni dell'eros estetico."

Caleidos

diciamo che è l'incarnazione di un'arte dionisiaca, completa e che s'accetta nelle sue debolezze facendole apparire delle potenze

grazie cal