Memphis 7 Novembre 2014
Mi trovo nel corridoio di moquette del
seminterrato ai margini della Jungle Room.
A volte quanto si sente il bisogno di
svuotare la testa si vaga per i luoghi del
cuore e,per me il posto migliore per farlo
è qua,in questa famosissima casa degli USA.
Una vecchia canzone scritta e cantata da Marc
Cohn dice
"Ho indossato le mie scarpe di camoscio
blu e,sono salito sull'aereo.
ho toccato terra nel Delta Blues
nel mezzo di un temporale..."
La "stanza della giungla",il Suo
ritrovo preferito per divertirsi.Con quel
suo arredamento sgargiante e quasi comico;
con le sedie con le facce degli animali
scolpite,la moquette inchiodata al soffitto,
la cascata che gocciola costantemente sul muro
illuminato.Si forse è ridicolo,ma che uomo
che ci ha vissuto qua!!!
"Vuoi venire giù con me?
Si,ho un biglietto di prima classe,
ma sono triste,Lui non c'è"
Non c'è musica a Graceland.Questa è una
delle grandi curiosità,in questa Casa che
nessuno conoscerebbe se non fosse per la
musica,non si ascolta una nota...
I responsabili del luogo hanno la possibilità
di vagare in giro tranquillamente alla fine
della giornata senza la compagnia di gruppi
turistici da accompagnare.C'è silenzio sotto
il tetto,niente musica,ma la canzone che mi
ronzava nella testa (Walking In Memphis) dice
"Ho visto il fantasma di Elvis
sulla Union Avenue.
Lo seguii fino alla porta di Graceland,
poi l'ho visto attraversarla..."
Per tutto il divertimento che ha avuto qua,
Per gli scherzi,per tutta la sua solitudine.
Per tutte quelle persone che visitano questo
luogo,rimasto (più o meno) inalterato.A volte
mi ritrovo a pensare a questa casa;questa casa
che per il suo proprietario ha rappresentato,in
fondo,il primo premio del Sogno Americano che
era diventato.La prima volta che si è potuto
entrare "liberamente" fu il 17 Agosto 1977,il
giorno dopo la morte di Elvis Presley.Il padre
Vernon,con una decisione forse quasi incomprensibile,
ha permesso al pubblico di poter vedere la bara
aperta del figlio.Per tutti quegli anni,prima della
morte di Elvis,Graceland era stato un luogo sigillato
e privato,l'unico posto al Mondo dove Presley
poteva rimanere lontano da occhi indiscreti.Poi
è morto e 24 ore dopo chi voleva (fino a quando
la polizia non ha chiuso i cancelli) poteva entrare
e vedere il RE con gli occhi chiusi in abito bianco.
Ma tutto questo è stato tanto tempo fa,adesso vado
nella sala da pranzo,mi posso immaginare le risate
e le chiacchere,e proprio di fronte alla testa del
tavolo il grande televisore che la RCA aveva donato
alla sua Stella più luminosa e,che il padrone di casa
poteva guardare mentre cenava.
"Ora la sicurezza non lo vede
mentre aleggia sulla sua tomba.
Ci sono un bel po' di cose da fare
mentre aspettiamo il Re giù nella Jungle Room".
Mi sono fermato davanti alla stanza,era vuota,
nessuno poteva ferire i sentimenti di Elvis sulla
stranezza della Jungle Room,che come sappiamo è
iniziata tutto per scherzo acquistando in 30 minuti
tutti i mobili di un negozio di Memphis (Donald).
E' stato solo un qualcosa da fare quel giorno,
solo un passatempo divertente.Ma come spesso accade
le cose che si fanno con leggerezza,poi diventano
dei "simboli"che rimangono per sempre.C'è una targa
a Graceland,non di un filosofo antico,ma di Ed Sullivan
che dice "Voglio dire al Paese e ad Elvis Presley
che si tratta di un vero e decente bravo ragazzo"
Non c'è nessuno con cui discutere oggi,almeno non
nella stanza della giungla,dove l'unico suono è
il rumore della cascata sul muro fatta costruire,
a meno che non si consideri la musica nella testa.
