A thousand dreams I still believe
I'll make you give them all to me
I'll hold you in my arms
and never let go
I surrender
A distanza di un mese dal Concerto (e la C maiuscola non è una svista) trovo finalmente un paio d’ore di tranquillità per riascoltare il concerto con calma attraverso i video.
E, senza voler essere melensa o stucchevole, ancora non mi capacito del privilegio che ho avuto nell’assistere a quella serata davvero davvero speciale. Vorrei dire duemila cose e so già che non riuscirò a trasmettere nemmeno la metà delle sensazioni vissute quella sera.
A partire dalla corsa ingaggiata contro il tempo alla stazione di Bologna e terminata davanti all’Auditorium alle nove meno dieci. Ricordo solo che scesi dal treno a Roma io e il topomarito non abbiamo più smesso di correre: dopo il treno ci sono stati nell’ordine la metro, l’autobus e il taxi e il tutto è avvenuto correndo, compreso il check-in e cambio velocissimo d’abito in albergo. La faccia del receptionist che ci ha visti entrare dalle porte scorrevoli correndo e dopo cinque minuti uscire sempre di corsa tutti vestiti per benino è stata a dir poco impagabile. In tutto ciò l’ottimismo (o forse era una disperata speranza) non mi ha mai abbandonato: ho avuto la sensazione di correre letteralmente da Valerio e verso una serata speciale che non mi sarei persa per niente al mondo, neanche se mi fossi spezzata una caviglia nel tragitto. Ma fortunatamente siamo giunti incolumi all’Auditorium con ben dieci minuti d’anticipo, in cui si è nell’ordine ritirato i biglietti, mangiato e passati dalla toilette (notizia fondamentale). A ripensarci non so come ho fatto a mantenere la calma, ho la tachicardia solo a scriverne. Probabilmente ero talmente agitata da essere sotto shock.
Sulle scale che conducono alla Sinopoli ho ripercorso mentalmente le emozioni vissute l’anno prima, ma all’ingresso in sala non c’erano le stesse persone di fianco a me. Ho voluto fortemente la presenza del topomarito a questo concerto dal momento che la volta precedente non c’era; mi ero fatta promettere che semmai Valerio avesse nuovamente cantato all’Auditorium sarebbe venuto con me per vivere insieme la magia che Valerio sa creare in quella meravigliosa cornice. Scusate, sono una bimbaminkia dell’Auditorium e ho promesso a me stessa che mai e poi mai perderò un concerto di Valerio lì nei secoli dei secoli amen. Ero quindi indiscutibilmente felice, ma al tempo stesso confesso di aver pianto una volta seduta sulla poltroncina.
Le assenze si sono rivelate più pesanti. In primis quella della mia
Rose adorata, a casa ampiamente giustificata, considerato che otto giorni dopo sono arrivati i suoi cuccioli tanto attesi. Le altre assenze erano invece sedute qualche fila più avanti, e la malinconia è stata tanta.
Poi è arrivato
Valerio. Che posso dire che non sia già stato ampiamente scritto e sviscerato in ogni suo dettaglio? Non ho ancora capito come abbia fatto ad organizzare tutto da solo. I controc
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i che sa sfoderare all’occorrenza lasciano sempre ammirata la mannara insita in me. Lo stimo enormemente per la sua determinazione, risolutezza e consapevolezza. Una crescita secondo me evidente anche dal suo modo di stare sul palco (che ho trovato differente rispetto alle ultime volte) e dalla sua gestualità. Forte, a gambe ben piantate al centro del palco, sicuro, con la mano libera dal microfono ben aperta, come a dire
sono qui e mi dono completamente a voi senza pudore né riserve. Consapevole, a suo agio, un giovane uomo. Ma anche felice ed emozionato, è stato un flusso continuo quest’emozione che si respirava in tutta la sala. Un’atmosfera davvero elettrica, in cui aleggiava questo mix di sensazioni condivise fatte di attesa, aspettative, gioia ed orgoglio per essere ancora una volta lì tutti insieme. E io penso che ci siano stati parecchi momenti in cui i cuori in quella sala hanno avuto lo stesso battito all’unisono.
Ho amato moltissimo l’originalità che Valerio ha messo nella "costruzione" del concerto. Ha ripercorso le tappe salienti del suo percorso musicale e questo ai miei occhi ha confermato una volta di più la sua raffinatezza e il suo gusto musicale. Bellissima la selezione dei brani, sia delle cover che la scelta tra i suoi; meraviglioso l’arrangiamento dei medley, da quello più movimentato con
Liberamente/La mia coperta sul cuore/L’amore cambia a quello romantico
Amami/Mio/Dove sei/Se è vero che ci sei/Rondine. Stupendi i brani in inglese, menzione speciale per
Total eclipse of the heart, notoriamente vado in brodo di giuggiole quando canta in inglese. Davvero troppe le canzoni da citare e svariati i miei crolli emotivi durante il concerto, dico solo che sono rimasta basita dalla capacità di reggere uno spettacolo del genere, con canzoni di tale complessità vocale per due ore e mezza senza mai una nota fuori posto, ma piuttosto con bassi profondi e pieni e acuti precisi e potenti. Ho ascoltato
All By myself ad occhi chiusi, era la prima volta che la sentivo dal vivo e volevo gustarmela appieno e senza distrazioni. Ebbene, sull’acuto ho aperto di colpo gli occhi sgranandoli e ho istintivamente guardato verso l’alto per controllare il soffitto...ha cacciato un acuto talmente forte che ho temuto venisse giù!! Poche altre volte gliene ho sentiti fare di così potenti.
Devo dire che mi è piaciuto moltissimo anche il momento in cui ha, per così dire, presentato i suoi cuccioli. Di solito sono un po’ restia nei confronti di queste incursioni nel privato, ma devo dire che come sempre Valerio sa trovare la giusta misura nel condividere le sue cose personali e l’amore che è sprigionato da quei cinque minuti è stato talmente toccante da far sciogliere anche me (che in quanto cinofobica non sono propriamente un’appassionata di cani). Il suo buon gusto si manifesta attraverso le scelte musicali, vocali, ma anche nella misura nei discorsi e nella condivisione proprio della sua vita personale. E’, come sempre, il suo modo di donarsi ai fan senza riserve, un momento di grande confidenza da non dare per scontato ma che una volta ancora è lo specchio dell’amore reciproco. Io credo che sia questo il segreto del successo di Valerio e della sua serenità faticosamente conquistata, a discapito dei detrattori, delle inutili critiche distruttive, dei pregiudizi e della stampa omertosa, niente riuscirà a scalfire questo rapporto incredibile che credo valga più di mille passaggi televisivi o interviste. Siamo ormai una grande famiglia, visi familiari che si salutano ad ogni concerto e se le cose restassero come sono e Valerio continuasse a cantare all’auditorium e nei teatri io sarei la persona più felice del mondo. Non aspiro ai palazzetti, anche perché non credo siano la giusta dimensione per esaltare le sue qualità, non aspiro al milione di fan, certo mi spiace per chi se lo perde, ma io preferisco continuare a "gustarlo" così. Le ultime notizie sul live acustico confortano questa mia speranza e penso proprio che Valerio abbia imboccato la strada giusta. O almeno spero che sia quello che desidera e che ne sia felice.
Bellissimi i duetti con Ivana Spagna e Silvia Olari. Adoro il modo che Valerio ha di porsi nei duetti verso i suoi interlocutori, sia maschili che femminili, non è mai invadente, non sovrasta mai con la sua voce quella di chi ha di fronte (eppure potrebbe e saprebbe ampiamente farlo), sempre misurato e raffinato come solo lui sa essere. Spendo solo due parole sul duetto con Silvia, bravissima e bellissima, perché li ho trovati davvero carini nel manifestarsi la stima reciproca e ho trovato meravigliosa l’amalgama delle loro voci. Quando hanno finito di cantare avevo gli occhi a cuoricino e un’espressione ebete sulla faccia, mi hanno fatto davvero sognare e viaggiare con la fantasia, non la smettevo di battere le manine come una bimbaminkia della peggior specie finché non ho visto l’espressione allibita del topomarito, che ridere!
Ma ero in buona compagnia, riguardando i video ho notato che anche i coristi alle loro spalle avevano un bel sorriso stampato in faccia e applaudivano ammirati. A proposito di coristi una menzione speciale la merita assolutamente la cantante Lucy Campeti, che nella mia immensa ignoranza non conoscevo, e che mi ha lasciato a bocca aperta, davvero bravissima.
Ringrazio le famose urlatrici per aver risparmiato i nostri timpani, l’anno scorso in più di un’occasione hanno rischiato il linciaggio per aver gridato a sproposito durante momenti di particolare intensità nel corso dei brani, e invece quest’anno sono state composte o quantomeno hanno urlato solo tra un brano e l’altro. Grazie ragazze e brave!
La voce di Valerio diventa sempre più bella ogni volta che la ascolto, si arricchisce di sfumature calde e piene, credo che la sua complessità vocale non sia ancora emersa del tutto. Vedremo come maturerà, sono curiosissima di scoprirlo nei prossimi anni. In ogni caso,
GRAZIE VALERIO.
Grazie, perché le pazzie che faccio per seguirti non potrei farle per nessun altro. E’ stato fantastico anche dormire solo tre ore per poter prendere il primo treno e presentarmi in ufficio puntuale l’indomani mattina.
Non ho più l’età e neanche il fisico per reggere queste sfacchinate ma se domani tu annunciassi un nuovo concerto all’Auditorium rifarei tutto daccapo.
I have often dreamed of a far off place
Where a hero’s welcome would be waiting for me
Where the crowds will cheer when they see my face
And a voice keeps saying this is where I’m meant to be
Valerio,
YOU CAN GO THE DISTANCE. I tuoi fan ti amano di un affetto sincero, per cui incamminati tranquillo.