Cerco di spiegarmi
Carissimi, anzi carissime
dato che come sempre risulto poco chiara vengo a spiegarmi.
Dunque.
Io credo che il nostro cercare a tutti i costi un senso diverso da ciò che Agrippa letteralmente scrive sia un po'
affrettato. Non voglio dire che non possa essere così, ma solo che prima dovremmo cercare di comprendere il contesto
in cui Agrippa scrive.
Ragazze Agrippa era un essere umano, sdradicarlo dal suo contesto storico e culturale vuol dire derubarlo della sua umanità
e, insieme di quella scintilla divina che rende ogni essere umano magnifico, proprio per quel suo miscuglio di saggezza, follia
ingenuità e scaltrezza che lo rendono tanto unico.
Dimostrazione lo è che, come Agrippa scrisse secondo la propria cultura noi leggiamo secondo la nostra.
Haimè Ventunesimo Secolo, figlio del Positivismo e padre di Abominio e Magnificenza!
Sapete cosa mi pare che stiamo facendo, non solo con Agrippa ma anche con altri grandi uomini e donne del passato?
Orgogliosi, ciechi, arroganti cerchiamo di farli entrare afforza nei nostri schemi! Non comprendiamo la loro cultura
e le credenze che di questa cultura facevano parte, ci sembrano stupide, strane, ridicole e allora cerchiamo di trovare qualcosa
che le renda diverse da quel che sono.
Che mancanza d'amore, che arroganza, quanta tristezza, nel mio cuore per tutti noi.
Il Marchese ripora da Agrippa: "Le gatte amano tanto il puleggio selvatico, che lo strofinarsi contro una tal
pianta vale a farle concepire, anche senza l'intervento del maschio."
Ci imbarazza molto pensare che Agrippa ci credesse davvero perchè ci sembra una credenza stupida e dato che noi
dall'alto dlla nostra scienza abbiamo deciso che Agrippa è un saggio dobbiamo trovare un'altro senso a tutto ciò, o
non potremo più dire che lui era tanto saggio.
Sciocchi siamo ecco! E
arroganti lo ripeto.
Questa cosa ci sembra sciocca solo perchè siamo ignoranti. Si, avete letto bene. Noi
ignoriamo la cultura in
in cui Agrippa ha vissuto e così la cosa ci sembra ridicola e ci vergognamo per lui. Ai suoi tempi non era sciocco, così
come oggi non ci sembrano sciocche le nostre credenze.
Sapete, secondo quell'antica cultura se un gatto si lavava la faccia di lì a poco sarebbe piovuto, mi cascasse un braccio
mentre scrivo, vi assicuro che prima che piova i gatti si lavano la faccia.
Non so se Agrippa credeva o no che le gatte strofinandosi al puleggio potessero ingravidarsi da sè ma credo che le contadine
del suo tempo quando vedevano una gatta strofinarsi al puleggio si aspettassero poi, di ritrovarla gravida e, allo stesso modo
ritiravano la biancheria stesa fuori quando il gatto si lavava la faccia anche se il sole dardeggiava così potente da sciogliere
il cervello. Era stupida o saggia la contadina?
Nè l'uno nè l'altra.
Si fidava delle sue credenze come noi ci fidiamo delle nostre.
Ogni cosa è pervasa da Dio, ogni epoca genera grandi splendori e oscurità, ogni essere umano è figlio dell'epoca in cui vive,
anzi, più esso dona a quest'epoca meno le è alieno.
Galileo morì fermamente convinto che la Terra ruotasse intorno al Sole, pensate per questo che rifiutasse in blocco tutte le
credenze del Medioevo? Lo volete così alieno che credesse solo a quelle che
oggi noi crediamo intelligenti?
Scusate se mi sono lasciata trasportare, spero di non aver annoiato e di essere stata chiara, in caso contrario perdonatemi,
ma in ultima analisi, quello che voglio dire, è che si dovrebbero studiare i grandi del passato in profondità, nella loro umanità
Amarli per quella, cercare di comprenderla invece di giudicarla o di adattarla alla nostra realtà.
Agrippa non è un grande uomo perchè credeva solo in cose che noi riteniamo verosimili o che oggi sono dimostrate come
verosimili, ma perchè mise la sua umanità al servizio del mondo.
Perchè sapendo di non sapere, come ogni filosofo che si rispetti, non si vergognò della propria ignoranza, ma si denudò nei suoi
scritti, conscio che non tutto ciò in cui credeva fosse verità assoluta. Egli non scrisse perchè noi lo applaudissimo ma perchè
partendo da lui potessimo progredire come lui aveva fatto partendo da quanto altri avevano scritto e incespicando nei nostri stessi
problemi di attendibilità.
Per cui, non giudichiamolo, non cerchiamo in lui più saggezza ma amiamo la sua umanità, accettiamolo come uomo e troveremo
l'infinita saggezza del mago.
Se vi va, si potrebbe aprire un bel topic sulla cultura medioevale, dato che molti scritti risalgono a quel tempo per comprendere
meglio gli uomini eravigliosi che, senza paura delle beffe, con innocente umiltà e immensa generosità ci hanno donato tutto quanto
sapevano, verosimile e non.
Con immenso Amore,
la vostra Bimba.
P.S. Importante
Quando scrivo Dio mi rifaccio al concetto di Divino, ognuno gli dia la connotazione e il nome proprio della religione, fede credo
cui appartiene, atei compresi. Grazie.