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Non sono tantissime le grandi imprese faentine in uno stato di salute talmente positivo da sobbarcarsi anche una sponsorizzazione significativa nel basket femminile di vertice. La crisi c’è per tutti e, spesso, i primi tagli fatti sono quelli che non interessano il core business, ma che hanno ricadute per la comunità locale. Gli ex sponsor del glorioso Club Atletico non se la passano benissimo o non sono più presenti in città come l’Omsa, migrata in Serbia dove il costo del lavoro è decisamente inferiore e non ci sono dazi doganali con gli ex Paesi sovietici. Germano Zama naviga in cattive acque e ha tempo fino agli ultimi giorni di febbraio per presentare un piano di rilancio che passa per il concordato preventivo. Dovesse non essere accettato dal giudice, potrebbe anche fallire. L’Hs Penta, che opera nell’assai colpito settore della meccanica, ha ridotto negli ultimi anni il personale da 150 a 100 lavoratori e il gruppo Interpump che lo controlla sta da anni cesellando ogni piccola spesa in attesa che passi la tempesta.
Porte chiuse anche da parte di Bucci Industries. «La proposta ci è arrivata - commenta Massimo Bucci -, sia da parte della società che tramite intercessione del sindaco di Faenza Malpezzi, ma abbiamo rifiutato. Il momento economico non è dei migliori, e abbiamo preferito non prendere in considerazione l’ipotesi di una sponsorizzazione di questa entità. Oltretutto, non abbiamo praticamente mai avuto precedenti esperienze di questo tipo». Mentre Cisa preferisce sottoscrivere sponsorizzazioni con altre realtà faentine quali la lotta, società cui è legata da un rapporto di lunga durata, Agrintesa si trincera dietro il momento economico negativo, che non consentirebbe simili «filantropie». Poi ci sono altre crisi importanti con i colossi delle costruzioni Bentini e Morini che hanno visto decisamente tempi migliori e mancano di liquidità. Anche le ceramiche, altre imprese del territorio con fatturati elevati e quindi disponibilità superiori alle piccole e medie imprese, non navigano certamente nell’oro. «Come Gemos sponsorizziamo il basket con 2.500 euro, mentre da Caviro ne arrivano circa 7mila, perciò rimando le accuse al mittente - risponde Carlo Dalmonte, presidente della cooperativa di ristorazione e da un paio di settimane anche di quella vitivinicola -. Sono momenti difficili per le aziende e come Gemos siamo impegnati in tante sponsorizzazioni e tutte in ambito sportivo. Ci siamo impegnati nelle giovanili del Faenza Calcio, nella Cento Chilometri e in altre realtà. Penso che quelli investiti nello sport siano soldi bene spesi in educazione, ma non c’è solo il Club Atletico che, se vogliamo fare una provocazione, gioca pure a Castel Bolognese». Luca Panzavolta, responsabile di Conad Romagna, Marche, Friuli è sorpreso dallo stato del Club Atletico Romagna. «Noi non siamo mai stati contattati da nessuno fino a questo momento, neanche i nostri soci di Faenza hanno avuto segnalazioni o richieste di sponsorizzazioni dal basket femminile di A1. Noi a Faenza interveniamo già sul calcio, poi il budget sportivo dell’anno 2012-13 è già stato chiuso, altro spazio non ne abbiamo. Per il futuro si può ragionare, ma qualcuno della società si deve fare avanti, altrimenti è difficile fare alcuna ipotesi». Giovanni Tampieri del Tampieri Group preferisce tagliare corto, «I nostri rapporti con il Club Atletico non li vado certo a raccontare ai giornalisti», mentre Giuseppina Camata di Prink sostiene di non essere mai stata contattata dalla società: «Non ho molto da dire sull’argomento, non abbiamo avuto abboccamenti con nessun rappresentante del Club Atletico Romagna».