S.P.Q.R. (sempre preti qui regneranno) Le curiosità sul papa

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Ratzigirl
00mercoledì 17 gennaio 2007 02:05
....a proposito di ristoranti....

...leggete qua cosa ho trovato nelle mie peregrinazioni notturne (attenzione al finale della storiella!!!)



La bresciana che «sfama» i cardinali




di Lorenzo Cairoli

Tre anni fa mi proposero di scrivere dei pezzi sulla ristorazione romana. «Dai un’occhiata alle cose prima che altri le vedano» mi dissero. Non me lo feci ripetere due volte.
La mia idea era semplice. Ci sono più di cinquemila ristoranti a Roma, calcolando anche i pub, le pizzerie, gli etnici, le paninoteche, i bar coi microonde, le enoteche, i vini e porchetta e così via, però alla fine si parla sempre dei soliti noti : Beck, Ciarla, Checchino, un paio di trattorie a Testaccio, Sora Lella, il Bolognese. Eppure Roma è il luogo dove mezzo mondo viene a naufragare. La città è costellata di mercatini multietnici, i ristoranti sembrano fuggiti da un atlante; là c’è tutto quello che gli emigranti portano nelle loro valigie e nei loro fagotti - fast-food pakistani, tavole calde tamil, bettole coreane, cafeterias cubane ma anche trattorie sarde, friggitorie siciliane, bisteccherie toscane. In questa Roma inedita io avrei sguinzagliato la mia curiosità, a questa Roma che nessuno conosceva io avrei dato voce. «Ogni uomo ha nel cuore un organetto di Barberia che non vuol mai tacere» sosteneva Renard. Ma nei veri cuochi, nei cuochi di razza, il suono di questi organetti raggiunge una celestialità inimmaginabile. Basta solo saper ascoltare.
Il mio viaggio mi fece conoscere storie e personaggi straordinari. Scoprii, ad esempio, a due passi da casa mia, un cuoco abruzzese geniale e autodidatta che da giovane sfidava gli zingari nelle corse a cavallo. Cucinava sottobanco il tasso e l'istrice e spiazzava i commensali con le sue peschelle tartufate che tutti, lì per lì, scambiavano per olive ma che, in realtà, erano pesche raccolte dagli alberi quaranta giorni dopo la fioritura, fatte bollire in un court-bouillon di vino e aceto e messe a decantare in olio tartufato. Dalle parti di via Veneto, mi presentarono uno chef francese senza un braccio che quando spadellava sembrava la Dea Kalì ; ti accorgevi della sua disgrazia solo quando usciva dalla cucina. A Piazza Rovere conobbi una cuoca eritrea dalla mano lieve e gentile. Mi raccontò della sua cucina, dei giochi che giocava da bambina, del suo agnellino che si portava sempre sulle spalle, perché da loro le bambole non le avevano ancora inventate. Un giorno seppi dell’esistenza di un ristorante camuno. Si chiamava «Velando» lo chef era una donna e si trovava a Borgo Pio, più esattamente a Borgo Vittorio. Non conoscevo nessuno che lo avesse provato, ma bastò la parola «camuno» per mettermi le ali ai piedi.
Borgo è un intrico di vicoli a ridosso di Piazza San Pietro, molto caratteristico, tanto da sembrare, in alcuni punti, un set cinematografico. Nel Rinascimento pullulava di «stufe» - vie di mezzo tra saune e bagni pubblici - in cui artisti come Raffaello venivano a reclutare le loro modelle. Nel Seicento quando i nobili e i borghesi si trasferirono a Campo Marzio, Borgo diventò un quartiere popolare. Le strade vennero subito invase dalle bancarelle degli ambulanti, dalle botteghe dei Paternostrari, i venditori di articoli religiosi, da piccole fonderie specializzate soprattutto nella produzione di campane - l'ultima fonderia a Vicolo del Farinone, chiuse i battenti nel 1995. In questo febbrile crocevia di commerci solo i fabbricanti di ombrelli ebbero vita dura: vennero confinati con le loro botteghe ai margini di Borgo, in Vicolo degli ombrellari, a causa del lezzo pestilenziale che emanava la loro stoffa verniciata. Non tutti lo sanno ma Borgo era anche il quartiere dei boia.
Percorsi più volte Borgo Vittorio, senza trovare il «Velando». La strada era priva di insegne, il fogliettino col numero civico lo avevo dimenticato a casa, chiedevo ai passanti ma erano quasi tutti turisti, finché non sorpresi un ragazzo con una parannanza uscire da una porta a vetro su cui erano disegnati - stilizzati in piccole icone - gli inconfondibili graffiti degli antichi camuni : sciamani, pugnali, cervi, guerrieri. Eccolo finalmente il «Velando», un ristorante camaleonte, perfettamente occultato tra le case di Borgo; ci potresti passare davanti tutta una vita, pensando sia l'eremo di un pittore o lo studio di un architetto e invece è una luminosa bomboniera con poco più di trenta coperti.
Mangiai in modo divino. Mangiai slinzega con scaglie di Bagos, violini di capra, salame di Gorzone e soppressa di Bienno, còur dè sigorge, i cuori di tarassaco, scottati in acqua, sale e aceto e invasati nell'olio d'oliva, mangiai un manzo di una tenerezza commovente nappato come usano i camuni dell'Iseo con una salsa calda di acciughe e capperi, ma soprattutto mangiai dei casoncelli di una levità mozartiana. La pasta era un pretesto, un'ala diafana di libellula che avvolgeva una farcia di inaudita bontà.
Chiesi alla signora che mi aveva servito di conoscere questa Babette camuna e lei, torcendo le labbra in un buffo sorriso, mi disse «Lo chef sono io. Piacere, Patrizia Podetti». Le giurai che casoncelli così non ne avevo mai mangiati e lei mi confidò che li preparava secondo un'antica ricetta della Val Camonica. La farcia la otteneva impastando la più nobile salsiccia con parmigiano, prezzemolo, aglio, pane grattugiato e semi di pesco tritati - le megnòle.
Ma c'era un altro particolare che rendeva quel locale così insolito : i commensali. Erano tutti uomini di Chiesa o che con la Chiesa avevano a che fare. Tre cardinali, un alto prelato, due vescovi africani, l'ambasciatore venezuelano presso la Santa Sede. Pensai alla vicinanza col Vaticano, pensai a una coincidenza. Nessuna coincidenza. Patrizia mi raccontò la sua storia. Aveva sempre cucinato per diletto e per la gioia dei suoi amici di Boario, poi un giorno, spiazzando tutti, decise di aprire un ristorante a Roma. Comprò «Porta Portese» e nel giro di due settimane trovò il locale.
Gli inizi non furono esaltanti; a Roma un ristorante che preferisce i risotti alle paste e il pesce di lago a quello di mare, rischia la fine di Giordano Bruno. «I primi clienti? - sorride Patrizia - Leggevano 'tinca' sul menù e gli veniva uno sguardo da mal di mare». Il locale non si riempiva mai finché una sera non venne a cena un vecchio cardinale della Lomellina. Aprì il menù e alla voce «risotto» gli occhi gli si incendiarono. «Cara, davvero sa fare il risotto?» chiese il cardinale. «Certo» rispose Patrizia. Il cardinale si commosse; il risotto per lui era come rivedere la sua terra, le rane nei fontanili, i suoi compagni d'infanzia, sua madre. Ma la commozione svanì in un istante. «Dite tutti così a Roma, poi invece del risotto ci fate mangiare colla colorata». «Il mio no - gli ribatté Patrizia un po’ piccata - il mio è un risotto. Attende diciotto minuti, lo mangia all’onda, mantecato - scusi se mi permetto - da Dio». «E lo ruga continuamente col cucchiaio di legno?». «Lo rugo, eminenza, lo rugo».
Il cardinale promise a Patrizia che se quella sera avesse mangiato un vero risotto, sarebbe sempre venuto a cena da lei. Da allora il cardinale divenne il suo cliente più affezionato: ogni sera Patrizia si divertiva a sorprenderlo con un risotto diverso e lui ogni sera si presentava con un'eminenza diversa. Una volta il cardinal Ruini, un'altra il cardinal Sodano, un'altra ancora il cardinal Martino. Ormai in Vaticano tutti conoscevano il locale di Patrizia e con o senza il vecchio cardinale facevano la coda per mangiare da lei. Venne il portavoce del Papa, Joaquin Navarro-Vals, colto appassionato di vini delle Langhe, vennero le guardie svizzere (Patrizia ricorda ancora l'addio al celibato di un capitano ad altissimo tasso alcolico) e venne un cardinale tedesco che abitava proprio a Borgo Pio e che si invaghì della polenta di Patrizia e del risotto al rosmarino che la Babette camuna gli cucinò in occasione della sua nomina a decano del collegio cardinalizio.
Il cardinale Joseph Ratzinger, ma questa è una storia che san tutti, diventò poi Papa Benedetto XVI. Quello che invece pochi sanno è che di quel risotto al rosmarino il Papa ha sempre una gran nostalgia. Specie quando si fa sera e l’oscurità cala sulla Piazza di San Pietro come la frangia di un sipario. E forse una sera, considerando che Borgo Vittorio non è così lontano...
LadyRatzinger
00mercoledì 17 gennaio 2007 13:29
Re: ....a proposito di ristoranti....

Scritto da: Ratzigirl 17/01/2007 2.05

E forse una sera, considerando che Borgo Vittorio non è così lontano...



Insomma Benny,quando vuoi andare a cena fuori chiamaci!!! [SM=g27819] [SM=g27819] [SM=g27829] [SM=g27821] [SM=g27821] [SM=g27821] [SM=g27836] [SM=g27836] [SM=g27836] [SM=g27836] [SM=g27836] [SM=g27836]
Paparatzifan
00mercoledì 17 gennaio 2007 21:42
Mamma mia...
... che bel mangiare mi farei lì!!!! [SM=x40798]
Ratzigirl
00mercoledì 31 gennaio 2007 00:59
Spunta una testimonianza del dopo Conclave

Sul novello Papa (di allora) parla Padre Barrajón


Joseph Ratzinger, Sommo Pontefice, “uomo affabile e di grande preghiera”


Lontano dall’immagine dura e inquisitoria con cui taluni lo dipingono, Joseph Ratzinger – che dal pomeriggio di martedì è Sommo Pontefice con il nome di Benedetto XVI – è una persona affabile, di grande preghiera e che ha saputo rinunciare a se stesso per la Chiesa.

Padre Pedro Barrajón – professore di Antropologia Teologica presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma – ha avuto l’opportunità di parlare personalmente con il nuovo Papa, secondo quanto ha riferito a ZENIT qualche minuto dopo l’annuncio del nome del Romano Pontefice e la benedizione apostolica “Urbi et Orbi”, impartita dallo stesso, in una piazza gremita che ha vissuto un lungo momento di festa.

Padre Barrajón ha avuto modo di parlare con l’allora Cardinale Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, quando era impegnato a scrivere una tesi su San Bonaventura. Ratzinger conosce bene il Santo, per aver ottenuto la sua abilitazione alla docenza con un lavoro su “La teologia della storia di San Bonaventura”.

Gli chiesi un appuntamento e me lo concesse. Parlammo del suo libro – ricorda il padre Barrajón –; mi raccontò di come era nata l’idea di scrivere questo libro e le difficoltà che aveva incontrato nel farlo”; “fu affabile con me, sembrava che il tempo non esistesse. Successivamente gli inviai il mio libro e lui, a sua volta, mi rispose con una nota manoscritta, in cui mi faceva i complimenti per il testo. Questo avveniva circa otto anni fa”.

“Poi – prosegue – in diverse occasioni, come conferenze o cene, ho avuto l’opportunità di stare con lui; abbiamo parlato della situazione della Chiesa, ed ho potuto constatare che egli è tutto il contrario della figura da ‘inquisitore’ che molti organi di stampa gli attribuiscono. Secondo me egli incarna la fede del popolo bavarese, e di fatto quando si legge la sua vita lo si può constatare”.

Il popolo bavarese è un popolo ancora molto cattolico – spiega –; e Ratzinger proviene da una famiglia semplice, poco facoltosa ma di una grande fede”.

“Una cosa in particolare mi ha colpito molto come professore di teologia – prosegue il sacerdote –, qualcosa che lo stesso Ratzinger racconta in qualche suo scritto: egli afferma che la sua grande crisi sulla decisione per la vita sacerdotale era che sentiva una grande vocazione ad essere professore di teologia, e diceva: ‘Se sarò sacerdote, in qualsiasi momento la Chiesa mi potrà chiedere di rinunciare ad essere professore di teologia; sono disposto a questo?’. Disse allora: ‘Sì, sono disposto a questo perché vedo che Dio mi chiede di essere sacerdote, e se ad un certo momento Dio mi chiederà di rinunciare ad essere professore, lo farò, anche se mi costerà molto’”.

“Il momento è poi arrivato quando Paolo VI lo ha nominato arcivescovo di Monaco nel 1977”; Joseph Ratzinger allora “rinunciò alle diverse cattedre di cui era titolare – godeva anche di un grande prestigio a livello universitario – per essere pastore della diocesi”.

“Poi, in un secondo momento, il Papa Giovanni Paolo II lo chiamò a Roma. In un certo senso è stata per lui una rinuncia, perché gli sarebbe piaciuto dedicarsi completamente all’attività accademica”, osserva padre Barrajón. Ratzinger sperava di poter scrivere “una sorta di grande somma teologica, e lo avrebbe fatto molto bene, ma non ha avuto tempo: doveva dedicarsi ai doveri della Congregazione per la Dottrina della Fede”.

Il nuovo Papa “è un uomo, da un punto di vista intellettuale, fortemente influenzato da Sant’Agostino; è un po’ ‘agostiniano’, e allo stesso tempo è di una logica schiacciante”, ma con una logica “intuitiva”, spiega padre Barrajón.

Gli piace molto scorgere l’azione di Dio nella storia. Ed ha una forma espressiva molto chiara, diversamente da alcuni autori (teologi) tedeschi dal linguaggio molto ricercato; lo si ascolta abbastanza agevolmente. Questo perché a mio avviso, nel fare teologia, egli cerca la verità e non una sorta di erudizione”, constata.

“L’ho incontrato diverse volte in Piazza San Pietro, quando usciva per andare a lavorare; a volte lo salutavo e lui si fermava a parlare con me un momento. Tutta questa immagine che hanno costruito su di lui come uomo ‘duro’ non esiste assolutamente – afferma padre Barrajón –; e quando è dovuto intervenire come Presidente della Congregazione per la Dottrina della Fede, in questioni come il marxismo o la teologia della liberazione, lo ha fatto con una grande chiarezza, con un grande amore, senza mai opprimere la persona”.

“È un uomo affabile – insiste –. Le volte che ho parlato con lui, ho sempre notato la sua capacità di ascolto: ‘è tutt’orecchi’. Non è come chi continua a pensare agli affari propri. È un uomo molto affabile”, sebbene bisogna tenere a mente che “il suo temperamento certamente non è italiano, ma bavarese – cosa che si vede nel suo atteggiamento”.

Inoltre, “dalla testimonianza del suo segretario, il monsignor Clemens”, sappiamo che Ratzinger “è un uomo di grande preghiera – osserva –. Infatti non sarebbe possibile fare teologia come la fa lui, senza la preghiera che ne è la fonte”.

“Leggendo il suo libro (una breve autobiografia: “La mia vita. Ricordi, 1927-1977”, ndr) si può constatare che nel fare le sue scelte si domandava sempre: ‘qual è la volontà di Dio su di me?’”. E una persona non può fare questo tipo di scelte senza la preghiera”, conclude padre Barrajón.
ratzi.lella
00mercoledì 31 gennaio 2007 08:26
grazie miriam
veramente straordinaria questa intervista [SM=g27811]

intanto, a proposito di curiosita':

Un nuovo ''Papstbär'' per l’80mo compleanno del papa
di Barbara Marino



In occasione dell'80mo compleanno del papa, il 16 aprile, la Hermann-Spielwaren GmbH mette in vendita un nuovo orso papale da collezione. Terzo esemplare, dopo quello del 2005 per l’elezione e del 2006 per la visita in Baviera

Papst Benedikt XVI 2007, orso in edizione speciale prodotta da Hermann-Spielwaren GmbH in occasione dell'80mo compleanno del papa 2007 (16 aprile).



La nuova edizione speciale verrà presentata durante la Spielwarenmesse International Toy Fair, la Fiera Internazionale del Giocattolo di Nürnberg in Germania, dal 1° al 6 febbraio 2007. Lo ha annunciato l’amministratore Martin Hermann lunedì 29 gennaio a Coburg.


Lo stand di Hermann-Spielwaren GmbH alla Spielwarenmesse International Toy Fair di Nürnberg, dal 1° al 6 febbraio 2007, sarà allestito nel Padiglione 1, settore B61/C78

Il Papstbär, eseguito in felpa di mohair, riempito con paglietta di legno, con voce bassa e alto 40 cm, viene prodotto in una edizione limitata da 800 pezzi. L’orso è vestito con la classica talare bianca papale, accompagnata dallo zucchetto bianco, la mantellina ("pileolus") e la cintura, con la scritta "Zum 80. Geburtstag 2007 Papst Benedikt XVI." (in occasione dell’80mo compleanno 2007 di papa Benedetto XVI). Inoltre, l’orso papale porta al collo una croce di legna con corda.



La ditta di giocattoli tedesca Hermann-Spielwaren GmbH fu fondata da Max Hermann nel 1920 a Neufang bei Sonneberg. Il rinomato produttore tedesco di orsi da colazione attualmente ha sede in Coburg-Cortendorf. Ha vinto il Toby Industries Choice Award 2007 negli USA con 4 orsacchiotti. Da anni Hermann-Spielwaren GmbH produce orsi vestiti da personalità importanti.



Nel 2005, subito dopo l’elezione papale di Joseph Ratzinger, la ditta ha lanciato con successo mondiale il suo "orso papale".



Nel 2006, in occasione della visita di Benedetto XVI alla sua patria bavarese, la ditta ha prodotto un altro Papstbär, con mitra e pastorale.
www.korazym.org/news1.asp?Id=19013

Hermann-Spielwaren GmbH ha in catalogo anche un Petrus-Bär, un Schweizergarde-Bär e un Korbinians-Bär.


Il catalogo 2007 con le novità di Hermann-Spielwaren GmbH sarà disponibile a partire di luglio 2007.

La nuova collezione di orsacchiotti da collezione di Hermann-Spielwaren GmbH contiene circa 400 esemplari. Sono stati presentati più di 50 oggetti nuovi nella Fiera Internazionale del giocattolo a Nürnberg (Germania), Birmingham (Gran Bretagana), Sydney (Australia) e New York (USA). La ditta lavora continuamente alla sua collezione e introduce nuove orsacchiotti durante l’anno.



È risaputo che Benedetto XVI nella sua infanzia ha giocato con un orsacchiotto. Inoltre, nel suo stemma porta un Korbinians-Bär. Secondo la legenda, l’orso di san Corbiniano avrebbe sbranato il mulo del vescovo di Freising Corbiniano durante il suo viaggio a Roma. Per punizione l’orso fu costretto a portare il bagaglio del vescovo.



Per ulteriori informazioni

Hermann-Spielwaren GmbH
Im Grund 9-11
D-96450 Coburg-Cortendorf
Germania
Telefono: 49-9561-8590-0
Telefax: +49-9561-8590-30
E-mail info@hermann.de
Sito Internet www.hermann.de/


(da www.korazym.org/default.asp)

[Modificato da ratzi.lella 31/01/2007 8.33]

Paparatzifan
00mercoledì 31 gennaio 2007 21:49
Re: grazie miriam

Scritto da: ratzi.lella 31/01/2007 8.26

Un nuovo ''Papstbär'' per l’80mo compleanno del papa
di Barbara Marino



Io ne voglio uno, ma perché costano tanto?
Ratzigirl
00mercoledì 31 gennaio 2007 22:33
ma.....

qualcuno si è informato? quanto costano ordinandoli dall'Italia? [SM=g27833]
Etrusco
00lunedì 5 febbraio 2007 12:20
Re: ....a proposito di ristoranti....

Scritto da: Ratzigirl 17/01/2007 2.05

...leggete qua cosa ho trovato nelle mie peregrinazioni notturne (attenzione al finale della storiella!!!)



La bresciana che «sfama» i cardinali

....

Una volta il cardinal Ruini, un'altra il cardinal Sodano, un'altra ancora il cardinal Martino. Ormai in Vaticano tutti conoscevano il locale di Patrizia e con o senza il vecchio cardinale facevano la coda per mangiare da lei. Venne il portavoce del Papa, Joaquin Navarro-Vals, colto appassionato di vini delle Langhe, vennero le guardie svizzere (Patrizia ricorda ancora l'addio al celibato di un capitano ad altissimo tasso alcolico) e venne un cardinale tedesco che abitava proprio a Borgo Pio e che si invaghì della polenta di Patrizia e del risotto al rosmarino che la Babette camuna gli cucinò in occasione della sua nomina a decano del collegio cardinalizio.
Il cardinale Joseph Ratzinger, ma questa è una storia che san tutti, diventò poi Papa Benedetto XVI. Quello che invece pochi sanno è che di quel risotto al rosmarino il Papa ha sempre una gran nostalgia. Specie quando si fa sera e l’oscurità cala sulla Piazza di San Pietro come la frangia di un sipario. E forse una sera, considerando che Borgo Vittorio non è così lontano...




Grazie per la segnalazione: ci farò una capatina al più presto! [SM=x40801] [SM=g27811]
[SM=g27822]
rosa22253
00lunedì 5 febbraio 2007 12:39
So di essere controcorrente e di attirarmi l'ira di molti co-utenti [SM=g27828] ma trovo orrendo veder trasformare il nostro grande Papa in un orsacchiotto [SM=g27829] [SM=g27829] [SM=g27829] [SM=g27819]
Paparatzifan
00lunedì 5 febbraio 2007 18:58
Re:

Scritto da: rosa22253 05/02/2007 12.39
So di essere controcorrente e di attirarmi l'ira di molti co-utenti [SM=g27828] ma trovo orrendo veder trasformare il nostro grande Papa in un orsacchiotto [SM=g27829] [SM=g27829] [SM=g27829] [SM=g27819]


Beh, io ti perdono perché sei tu, Rosa! [SM=g27821] [SM=g27822]
Etrusco
00lunedì 5 febbraio 2007 20:45
Re:

Scritto da: rosa22253 05/02/2007 12.39
So di essere controcorrente e di attirarmi l'ira di molti co-utenti [SM=g27828] ma trovo orrendo veder trasformare il nostro grande Papa in un orsacchiotto [SM=g27829] [SM=g27829] [SM=g27829] [SM=g27819]



Si chiama Bu$in€$$ [SM=g27822]

Non ti piace? [SM=g27825]
ratzi.lella
00mercoledì 7 febbraio 2007 08:17
un dono speciale...
Un concerto di Natale nella Cappella Sistina. Il dono del papa al fratello Georg
di Serena Sartini

Un concerto privatissimo per il fratello don Georg in una cornice d'eccezione: la Cappella Sistina. È stato questo il dono che Benedetto XVI, ha voluto offrire a Georg Ratzinger, durante la permanenza in Vaticano per le feste natalizie.

Un regalo speciale: un concerto privatissimo per il fratello don Georg in una cornice d'eccezione: la Cappella Sistina. È stato questo il dono che Benedetto XVI, orecchio raffinato come quello del fratello maggiore, ha voluto offrire a Georg Ratzinger, durante la sua permanenza in Vaticano per le feste natalizie. Concerto di un'oretta realizzato il 4 gennaio - ma tenuto segretissimo - messo in piedi dal Coro della Cappella Musicale Pontificia 'Sistinà, guidato dal Maestro monsignor Giuseppe Liberto, da dieci anni alla guida del complesso musicale del Papa. "È stato un desiderio di Benedetto XVI offrire un concerto al fratello Georg. Si è trattato di un momento molto privato e intenso - racconta ad Apcom monsignor Liberto - un momento di grandissima emozione. Il Papa ascolta sempre con quella intelligenza intuitiva e offre alte risposte".

Un concerto speciale, realizzato ad hoc: "Abbiamo eseguito Palestrina, Bartolucci e tanti altri, e poi ho offerto il mio dono al Papa - afferma ancora il Maestro - un mottetto a sei voci scritto sul testo di Sant'Agostino. Mi ha detto: 'Stasera Sant'Agostino sarà stato molto contento a sentire questo mottetto. Dopo la prima parte del concerto - prosegue mons. Liberto - sono andato dal Papa dicendogli: 'Stasera si sta realizzando un sogno. Santità, dal cuore della sua cappella cantiamo al cuore del nostro Padre. E poi gli ho regalato il mottetto, eseguito per la prima volta a Pavia, in San Pietro a Ciel d'Oro, dove si recherà il Santo Padre il prossimo aprile". "Alla fine del concerto - prosegue nel racconto Liberto - abbiamo anche scherzato. Il Papa ha battuto le mani e ci ha ringraziato tanto. Poi si è messo al mio posto per salutare il coro e ha detto: 'State tranquilli, non voglio prendere il posto del vostro maestro. E io ho risposto: 'Santità, se vuole possiamo fare a cambio. Ci siamo messi a ridere".

Infine, qualche parola di Benedetto XVI al "suo" Coro. "Grazie per quest'ora di Paradiso che mi avete regalato. Di certo sappiamo che l'arte è fatica. I salmi ci dicono di cantare con arte e voi stasera avete cantato con arte. Quest'arte sappiamo che presuppone lavoro, fatica, donazione e ricerca. Grazie perché questa fatica quotidiana la vedo all'interno delle celebrazioni. Grazie per la bellezza sonora che ci date". "Il Papa - rivela Liberto - ha anche voluto regalare due ceste di cioccolatini ai nostri ragazzi". Anche don Georg, fratello del Papa, è rimasto soddisfatto dell'esecuzione del coro della Sistina. "Si è fermato a parlare con i pueri (i cantori più piccoli, ndr) - racconta il Maestro - e, rivolgendomi al Papa, ho detto: 'Santità, vede come sta bene suo fratello. Perché non ce lo regala così ci può istruire e aiutare? Ma voi siete così bravi - ha risposto il Papa - non avete bisogno di mio fratello".

Infine, Benedetto XVI ha voluto salutare uno ad uno e "ha voluto anche la partitura del concerto. Così mi ricorderò di questo momento con voi", ha affermato il Pontefice. Il Coro della Cappella Sistina sarà ora impegnato nelle celebrazioni liturgiche della settimana santa e della Pasqua, dalla messa del primo aprile per il secondo anniversario della morte di Giovanni Paolo II alle due celebrazioni del giovedì santo, la Via Crucis, la Veglia e la messa di Pasqua.

(da www.korazym.org/default.asp)

[SM=g27811]
euge65
00mercoledì 7 febbraio 2007 19:54
Re: un dono speciale...

Scritto da: ratzi.lella 07/02/2007 8.17
Un concerto di Natale nella Cappella Sistina. Il dono del papa al fratello Georg
di Serena Sartini

Un concerto privatissimo per il fratello don Georg in una cornice d'eccezione: la Cappella Sistina. È stato questo il dono che Benedetto XVI, ha voluto offrire a Georg Ratzinger, durante la permanenza in Vaticano per le feste natalizie.

Un regalo speciale: un concerto privatissimo per il fratello don Georg in una cornice d'eccezione: la Cappella Sistina. È stato questo il dono che Benedetto XVI, orecchio raffinato come quello del fratello maggiore, ha voluto offrire a Georg Ratzinger, durante la sua permanenza in Vaticano per le feste natalizie. Concerto di un'oretta realizzato il 4 gennaio - ma tenuto segretissimo - messo in piedi dal Coro della Cappella Musicale Pontificia 'Sistinà, guidato dal Maestro monsignor Giuseppe Liberto, da dieci anni alla guida del complesso musicale del Papa. "È stato un desiderio di Benedetto XVI offrire un concerto al fratello Georg. Si è trattato di un momento molto privato e intenso - racconta ad Apcom monsignor Liberto - un momento di grandissima emozione. Il Papa ascolta sempre con quella intelligenza intuitiva e offre alte risposte".

Un concerto speciale, realizzato ad hoc: "Abbiamo eseguito Palestrina, Bartolucci e tanti altri, e poi ho offerto il mio dono al Papa - afferma ancora il Maestro - un mottetto a sei voci scritto sul testo di Sant'Agostino. Mi ha detto: 'Stasera Sant'Agostino sarà stato molto contento a sentire questo mottetto. Dopo la prima parte del concerto - prosegue mons. Liberto - sono andato dal Papa dicendogli: 'Stasera si sta realizzando un sogno. Santità, dal cuore della sua cappella cantiamo al cuore del nostro Padre. E poi gli ho regalato il mottetto, eseguito per la prima volta a Pavia, in San Pietro a Ciel d'Oro, dove si recherà il Santo Padre il prossimo aprile". "Alla fine del concerto - prosegue nel racconto Liberto - abbiamo anche scherzato. Il Papa ha battuto le mani e ci ha ringraziato tanto. Poi si è messo al mio posto per salutare il coro e ha detto: 'State tranquilli, non voglio prendere il posto del vostro maestro. E io ho risposto: 'Santità, se vuole possiamo fare a cambio. Ci siamo messi a ridere".

Infine, qualche parola di Benedetto XVI al "suo" Coro. "Grazie per quest'ora di Paradiso che mi avete regalato. Di certo sappiamo che l'arte è fatica. I salmi ci dicono di cantare con arte e voi stasera avete cantato con arte. Quest'arte sappiamo che presuppone lavoro, fatica, donazione e ricerca. Grazie perché questa fatica quotidiana la vedo all'interno delle celebrazioni. Grazie per la bellezza sonora che ci date". "Il Papa - rivela Liberto - ha anche voluto regalare due ceste di cioccolatini ai nostri ragazzi". Anche don Georg, fratello del Papa, è rimasto soddisfatto dell'esecuzione del coro della Sistina. "Si è fermato a parlare con i pueri (i cantori più piccoli, ndr) - racconta il Maestro - e, rivolgendomi al Papa, ho detto: 'Santità, vede come sta bene suo fratello. Perché non ce lo regala così ci può istruire e aiutare? Ma voi siete così bravi - ha risposto il Papa - non avete bisogno di mio fratello".

Infine, Benedetto XVI ha voluto salutare uno ad uno e "ha voluto anche la partitura del concerto. Così mi ricorderò di questo momento con voi", ha affermato il Pontefice. Il Coro della Cappella Sistina sarà ora impegnato nelle celebrazioni liturgiche della settimana santa e della Pasqua, dalla messa del primo aprile per il secondo anniversario della morte di Giovanni Paolo II alle due celebrazioni del giovedì santo, la Via Crucis, la Veglia e la messa di Pasqua.

(da www.korazym.org/default.asp)

[SM=g27811]



CHE TENERI TUTTI E DUE [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811]
LadyRatzinger
00mercoledì 7 febbraio 2007 19:57
Re: Re: un dono speciale...

Scritto da: euge65 07/02/2007 19.54


CHE TENERI TUTTI E DUE [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811]



Cià! [SM=x40800] [SM=x40800] [SM=x40800] [SM=x40800] [SM=x40800]
Ratzigirl
00lunedì 26 febbraio 2007 14:57
Dal blog di Lella : una vera perla!!!

INDOVINA CHI VIENE A CENA: IL PAPA…


Come si riceve un papa a cena? Ormai la domanda è d’obbligo, visto che tre volte, nelle ultime settimane, Benedetto XVI ha lasciato in incognito il Vaticano per unirsi alle occasioni conviviali con le quali alcuni ecclesiastici hanno festeggiato i propri anniversari.
«Che cosa fa questa sera?» avrebbe chiesto il Pontefice a uno dei monsignori addetti alla sua anticamera. E visto che i tre invitati del monsignore erano vecchie conoscenze di Benedetto XVI, il festeggiato ha aggiunto: «Padre Santo, venga anche lei». Con cappotto nero e baschetto sull’abito bianco, il Pontefice si è presentato all’appuntamento.
A Monaco, la sera del 10 settembre scorso, Benedetto XVI aveva raggiunto un gruppo di amici a casa di una famiglia legata a Ratzinger. La notizia è stata taciuta dalla stampa tedesca: nel Nord Europa anche i papi hanno diritto alla privacy. Un’abitudine che dentro le Mura leonine ancora non vige, visto che sulla cena che il cardinale Angelo Sodano ha offerto al Pontefice il 20 febbraio le indiscrezioni circolavano già un mese prima.
In Vaticano alle uscite estemporanee dei papi sono abituati sin da Giovanni Paolo II. Memorabile resta la cena offerta dai legionari di Cristo per l’ordinazione episcopale di Stanislao Dziwisz. Entrando, inatteso, in sala da pranzo, Karol Wojtyla rassicurò i presenti dicendo: «Tranquilli, sono solo un amico di don Stanislao».
Paparatzifan
00lunedì 26 febbraio 2007 21:58
Re: Dal blog di Lella : una vera perla!!!

Scritto da: Ratzigirl 26/02/2007 14.57

INDOVINA CHI VIENE A CENA: IL PAPA…


Come si riceve un papa a cena? Ormai la domanda è d’obbligo, visto che tre volte, nelle ultime settimane, Benedetto XVI ha lasciato in incognito il Vaticano per unirsi alle occasioni conviviali con le quali alcuni ecclesiastici hanno festeggiato i propri anniversari.
«Che cosa fa questa sera?» avrebbe chiesto il Pontefice a uno dei monsignori addetti alla sua anticamera. E visto che i tre invitati del monsignore erano vecchie conoscenze di Benedetto XVI, il festeggiato ha aggiunto: «Padre Santo, venga anche lei». Con cappotto nero e baschetto sull’abito bianco, il Pontefice si è presentato all’appuntamento.
A Monaco, la sera del 10 settembre scorso, Benedetto XVI aveva raggiunto un gruppo di amici a casa di una famiglia legata a Ratzinger. La notizia è stata taciuta dalla stampa tedesca: nel Nord Europa anche i papi hanno diritto alla privacy. Un’abitudine che dentro le Mura leonine ancora non vige, visto che sulla cena che il cardinale Angelo Sodano ha offerto al Pontefice il 20 febbraio le indiscrezioni circolavano già un mese prima.
In Vaticano alle uscite estemporanee dei papi sono abituati sin da Giovanni Paolo II. Memorabile resta la cena offerta dai legionari di Cristo per l’ordinazione episcopale di Stanislao Dziwisz. Entrando, inatteso, in sala da pranzo, Karol Wojtyla rassicurò i presenti dicendo: «Tranquilli, sono solo un amico di don Stanislao».


WOOOOOOOOOWWWWW!!!!!
BENEDETTO... GREAT!!!!!!!!
[SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811]
Ma... attenzione al pancino con queste scappatine!!! [SM=g27821] [SM=g27822]
$anna67$
00lunedì 26 febbraio 2007 22:30
KRANDE!!!!!
MA GUARDA STO BRICCONCELLO NOI CREDIAMO CHE SIA LI A PREGARE O CHE SIA IN RITIRO SéIRITUALE E LUI CHE TI FA??? SE NE VA A CENA FORI CAMUFFATO COL SUO BASCHETTO E CAPPOTTINO!!!! EHHHHH!!!! IL VATICANO TI STA STRETTO E BEPPE??!!!! MA TI AMIAMO ANCOR DI PIU' COSI' !!!! THE BEST IN THE WORLD!!!!!!!!!!! [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828]
TERESA BENEDETTA
00martedì 27 febbraio 2007 00:29
Ma Anna, non e durante questo ritiro che si e uscito! Comunque, se e vero che abbia fatto qualche scappate di recente, che bello che il Papa ha una vita sociale privata piu che ne pensiamo se leggiamo soltanto le notizie!

Ma sappiamo che lui sempre dice com'e importante non perdere contatti con gli amici (ha detto ancora ai seminaristi la settimana scorsa) - e sappiamo dalle testimonianze ogni tanto di alcuni amici come lui mantiene le sue amicizie per lettere e telefonate. Qualsiasi immagine e stata fabbricata su di lui, sembra che non abbia mai vissuto in torre d'avorio. Bravissimo e grandissimo come sempre!

SUOR TERESA BENEDETTA
Ordine Benedettino delle Suore
delle Sante Coccole al Romano Pontefice
$anna67$
00martedì 27 febbraio 2007 08:49
TERESA BENEDETTA
SI SI SI LO SO CHE NON E' ANDATO IN QUESTI CIORNI MA IO L'HO DETTO PER SCHERZARCI SU ... IL NOSTRO BEPPE E' UN KRANDE!!!!!! MAI PERDERE L'AMICIZIA SONO MOLTO IMPORTANTI NELLA VITA DI OGNUNO DI NOI!!!!! CIAOOOOOOOOO!!!!!!!!

BRICCONCELLO BRICCONCELLO!!!!!!!! [SM=x40791] [SM=x40791]
LadyRatzinger
00martedì 27 febbraio 2007 14:56
Domenico Giani mi disse che Papino una sera(non so se lo fa sempre)dopo cena era uscito privatamente insieme a delle suorine,ma quelle suorine non eravamo noi!! [SM=g27826] [SM=g27826] A meno che qualcuna di voi abbia fatto una scappatella senza dirci niente! [SM=g27820]: [SM=g27820]: [SM=x40795] [SM=x40795] [SM=x40795] [SM=x40791] [SM=x40791] [SM=x40791] [SM=x40791] [SM=g27824] [SM=g27824]
-danich-
00martedì 27 febbraio 2007 17:32
Re: TERESA BENEDETTA

Scritto da: $anna67$ 27/02/2007 8.49
SI SI SI LO SO CHE NON E' ANDATO IN QUESTI CIORNI MA IO L'HO DETTO PER SCHERZARCI SU ... IL NOSTRO BEPPE E' UN KRANDE!!!!!! MAI PERDERE L'AMICIZIA SONO MOLTO IMPORTANTI NELLA VITA DI OGNUNO DI NOI!!!!! CIAOOOOOOOOO!!!!!!!!

BRICCONCELLO BRICCONCELLO!!!!!!!! [SM=x40791] [SM=x40791]



Già, già, mi aggiungo pure io al coretto: bricconcello!!!

Chissà quanto gli sarà costato in termini di libertà l'elezione a successore di Pietro.. pensavo certe volte ai tanti concerti che si organizzano a Roma... chissà quante volte gli sarebbe piaciuto andarci e non ha potuto, così come le cene fuori con gli amici.. in fondo Ratzi è una persona normale come tutti noi!!

Bravo, Papino, non perdere mai i contatti con gli amici, quelli veri sono davvero una delle cose più preziose che la vita ci dà!

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Paparatzifan
00martedì 27 febbraio 2007 21:00
Re:

Scritto da: LadyRatzinger 27/02/2007 14.56
Domenico Giani mi disse che Papino una sera(non so se lo fa sempre)dopo cena era uscito privatamente insieme a delle suorine,ma quelle suorine non eravamo noi!! [SM=g27826] [SM=g27826] A meno che qualcuna di voi abbia fatto una scappatella senza dirci niente! [SM=g27820]: [SM=g27820]: [SM=x40795] [SM=x40795] [SM=x40795] [SM=x40791] [SM=x40791] [SM=x40791] [SM=x40791] [SM=g27824] [SM=g27824]


Ma quali suorine? Come si permette!!! Voglio sapereeeeeee!!!! [SM=g27826] [SM=g27826] [SM=g27826] [SM=g27826] [SM=g27826]
TERESA BENEDETTA
00martedì 27 febbraio 2007 21:31
Non sarebbero le quattro Memores?
Sihaya.b16247
00martedì 27 febbraio 2007 21:34
Re:

Scritto da: LadyRatzinger 27/02/2007 14.56
Domenico Giani mi disse che Papino una sera(non so se lo fa sempre)dopo cena era uscito privatamente insieme a delle suorine,ma quelle suorine non eravamo noi!! [SM=g27826] [SM=g27826] A meno che qualcuna di voi abbia fatto una scappatella senza dirci niente! [SM=g27820]: [SM=g27820]: [SM=x40795] [SM=x40795] [SM=x40795] [SM=x40791] [SM=x40791] [SM=x40791] [SM=x40791] [SM=g27824] [SM=g27824]



Ooohhhhh..... [SM=g27831] [SM=g27837] Voglio esserci anche io!!!
Ratzigirl
00mercoledì 28 febbraio 2007 01:32
BELLISSIMO!!!

Dal blog di Lella una mini biografia di Joseph Ratzinger ricca di piccoli particolari che forze non tutti ancora conoscono!!! (e complimenti a Gemma!!!)

LA VITA DI JOSEPH RATZINGER, parte prima (a cura di Gemma)



Joseph Alois Ratzinger nasce in Baviera nella diocesi di Passau, a Marktl an Inn , il 16 aprile 1927 alle 4.15, Sabato Santo, da Joseph e Maria.
Viene battezzato il mattino successivo con l’acqua appena benedetta della “notte pasquale”. Come ricorda nella sua biografia, “La mia vita” , l’essere il primo battezzato della nuova acqua è sempre stato per lui un segno di benedizione, “un importante segnale premonitore di una vita fin dall’inizio immersa nel mistero pasquale”.
Indiscrezione della stampa tedesca, vuole che i genitori si siano conosciuti con l’aiuto di un annuncio pubblicato dal padre Joseph su una rivista cattolica. La madre Maria, ex cuoca, ha origini sud-tirolesi. Il padre viene descritto come uomo severo ma giusto, severità compensata dalla calorosa cordialità della mamma Maria.
Ha due fratelli, Maria e Georg, più grandi rispettivamente di 5 e 3 anni.
Marktl si trova vicinissimo ad Altotting, l'antico santuario mariano risalente all'epoca carolingia, luogo di grandi pellegrinaggi per la Baviera e l'Austria occidentale.
Il padre, gendarme, nei dieci anni successivi, deve spesso trasferirsi e, come dice lui stesso, “non è per nulla facile dire dove io sia di casa”.
Solo due anni dopo, si stabilisce a Tittmoning, piccola città sul Salzach, il cui ponte fa anche da confine con l’Austria (“Tittmoning, dall’architettura così marcatamente salisburghese, è rimasto il paese dei sogni della mia infanzia”).Di quel periodo racconta: “sentivamo che il nostro sereno mondo infantile non era affatto incastonato in un paradiso. Nelle adunanze pubbliche, mio padre doveva intervenire sempre più di frequente contro le violenze dei nazisti. Sentivamo molto chiaramente l’enorme preoccupazione che gravava su di lui e che egli non riusciva a scrollarsi di dosso nemmeno nei piccoli gesti di ogni giorno”. Così alla fine del 1932, dal momento che a Tittmoning si era esposto parecchio, decide di trasferirsi ad Aschau sull’Inn. A Tittmoning il piccolo Joseph riceve la Cresima dalle mani del Cardinale Michael Faulhaber, Arcivescovo di Monaco. Alla vista del porporato il cresimando Ratzinger disse: «Anch’io, un giorno, diventerò cardinale!». Il fratello Georg, pero', smorzo' subito quella frase che si sarebbe rivelata profetica: «Vabbè, due settimane fa volevi fare l’imbianchino!».

Ad Aschau la famiglia Ratzinger abita nel primo piano della villa di un contadino con annesso giardino e stagno dove il piccolo Joseph mentre gioca sta quasi per annegare.
La vita della famiglia procede secondo i ritmi della locale comunità cattolica e sempre presente e vivo è, fin dall’infanzia, l’interesse per la liturgia che accompagnerà Joseph Ratzinger per tutta la vita (”l’inesauribile realtà della liturgia cattolica mi ha accompagnato attraverso tutte le fasi della mia vita”…“ogni nuovo passo che mi faceva entrare più profondamente nella liturgia era per me un grande avvenimento”) .
Nel 1937, in seguito al pensionamento del padre, la famiglia si trasferisce a Traunstein , località a 30 km da Salisburgo, diventato in pratica il suo vero paese d’origine.
Il fratello Georg sviluppa grande passione per la musica e per primo entra in seminario, Maria frequenta la scuola media delle francescane, il piccolo Joseph fa spesso lunghe passeggiate col padre al quale in quel periodo si avvicina di più.

I bambini a casa durante i giochi si immedesimano spesso nella parodia del sacerdote e un aneddoto riportato in una biografia vuole che durante una “processione” prendano accidentalmente fuoco le trecce della sorella.

Nel 1939, su consiglio del parroco, entra anche lui nel seminario di Traunstein. Della fase iniziale di quell’esperienza dice: “ io sono tra quelle persone che non sono fatte per la vita in internato. A casa avevo vissuto e studiato in grande libertà, così come volevo, costruendomi un mio mondo infantile. Trovarmi a contatto in una sala studio con circa sessanta altri ragazzi era per me una tortura”, così come le due ore di sport odierne, essendo poco dotato per le attività sportive , più piccolo d’età e nettamente inferiore per forza fisica di tutti gli altri.

E’ il primo della classe ma non è malvisto dai compagni perché li lascia copiare.
Legge "con fervore Goethe, Schiller gli appare un po' troppo moralista", scrive poesie sulla vita quotidiana e la natura e da lezioni di recupero.
Nello stesso anno, a settembre, scoppia la guerra e nel 1943, a 16 anni, insieme agli altri seminaristi della sua classe, viene reclutato nei servizi di contraerea a Monaco (“è quasi superfluo ricordare che il periodo trascorso presso la contraerea causò delle situazioni imbarazzanti, soprattutto per un individuo così poco incline alla vita militare come me”) e alla fine assegnato ai servizi telefonici e dispensato dalle esercitazioni militari. Nel settembre 44 viene congedato ma, a casa, trova la chiamata al servizio lavorativo del Reich. (“Quelle settimane di servizio lavorativo sono rimaste nella mia memoria come un ricordo opprimente”. I superiori sono in gran parte provenienti dalla cosiddetta Legione Austriaca, “persone fanaticamente ideologizzate, che ci tiranneggiavano con violenza”. Racconta di essersi salvato in quel periodo dall’arruolamento volontario dichiarando insieme a qualcun altro, di essere intenzionato a diventare sacerdote cattolico. (“Venimmo coperti di scherni e insulti e ricacciati indietro, ma queste umiliazioni ci erano molto gradite, dal momento che ci liberavano dalla minaccia di questo arruolamento falsamente volontario e da tutte le sue conseguenze”). Sospesi i lavori, viene rimandato a casa ma di lì a poco arriva la chiamata alle armi con destinazione alla caserma di fanteria di Traunstein per il corso di addestramento. Da lì il trasferimento a varie località nei dintorni, anche se viene più volte esonerato dal servizio per malattia.
Durante l'arruolamento forzato, non sparo' mai nemmeno un colpo anche a causa di una ferita al pollice della mano sinistra, la cui cicatrice è tuttora visibile.

Secondo una biografia di un autore tedesco il giovane Ratzinger rischio' di morire di setticemia per quel taglio. Il medico militare consiglio' l'amputazione del dito, ma, grazie soprattutto alle cure della madre, non fu necessario procedere all'operazione.
Alla fine di aprile del 45 diserta e torna a casa ma all’arrivo degli americani, identificato come soldato, viene internato come prigioniero di guerra. Di quei giorni ricorda: “mi infilai in tasca un grosso quaderno e una matita – una scelta apparentemente poco pratica, mentre in realtà, quel quaderno si rivelò per me una meravigliosa compagnia, poiché, giorno dopo giorno, vi potei segnare pensieri e riflessioni di ogni genere; arrivai persino a cimentarmi con la composizione di esametri greci”. A giugno, viene rilasciato in libertà e torna a casa (“la Gerusalemme celeste in quel momento non mi sarebbe potuta apparire più bella”) e col ritorno anche del fratello Georg si ricostituisce l’unità familiare. (“I mesi successivi in cui potemmo gustare la ritrovata libertà , che ora avevamo imparato a stimare nel suo giusto valore, sono tra i più bei ricordi della mia vita”).
In quel periodo, insieme ad altri, partecipa con entusiasmo alla ricostituzione del seminario semidistrutto, adibito ad ospedale militare e comincia ad appassionarsi allo studio della teologia (“di libri, nella Germania distrutta ed economicamente prostrata, non era possibile acquistarne. Ma dal parroco e in seminario potevamo ricevere qualcosa in prestito, cercando così di muovere i primi passi sul terreno sconosciuto della teologia e della filosofia”)

[Povera Maria!!! Le hanno dato fuoco alle trecce!!!!Ahahahaha! Però confesso che non posso fare a meno di ridere dell'episodio!!!!]
LadyRatzinger
00mercoledì 28 febbraio 2007 13:26
Re: Re:

Scritto da: Sihaya.b16247 27/02/2007 21.34


Ooohhhhh..... [SM=g27831] [SM=g27837] Voglio esserci anche io!!!



Eheheh,chi non vorrebbe esserci! [SM=g27829] [SM=g27829] [SM=g27829] [SM=g27836] [SM=g27836] [SM=g27836]
TERESA BENEDETTA
00mercoledì 28 febbraio 2007 22:53

Povera Maria!!! Le hanno dato fuoco alle trecce!!!!Ahahahaha! Però confesso che non posso fare a meno di ridere dell'episodio!!!!]

Guarda caso, che ho appena ricevuto da Palma (dall'Ungheria) qualche notuzie dai giornali locali tedeschi nel luglio 2006 dove si racconta che Mons. Georg e venuto a Rimsting - paese dov'e cresciuta e vissuta da piu da 30 anni loro Mamma Maria - con 16 parentele (figuriamoci che ci sono tante, e che sembrano tutte ancora in contatti stretti!) per la presentazione d'un libro sulla famiglia di Maria Ratzinger, con delle ricerche che danno dati anche sulla carriere gendarmeresco di papa Joseph Ratzinger...

E proprio tra i racconti e quello delle finte 'liturgie' celebrate dai giovani Ratzinger, e la vicenda con le trecce di Maria. Ma in piu, hanno trovato anche le candele e altre cose che hanno usate nell'epoca, perche la casa dov'e cresciuta Mamma Maria e ancora li....

Ma ci sono tante novita...Spero di poter fare una traduzione presto (non subito purtroppo perche ho una conferenza inaspettata da preparare gia sul Powerpoint per domani!)
Ratzigirl
00giovedì 1 marzo 2007 01:57
Re:

Scritto da: TERESA BENEDETTA 28/02/2007 22.53

Povera Maria!!! Le hanno dato fuoco alle trecce!!!!Ahahahaha! Però confesso che non posso fare a meno di ridere dell'episodio!!!!]

Guarda caso, che ho appena ricevuto da Palma (dall'Ungheria) qualche notuzie dai giornali locali tedeschi nel luglio 2006 dove si racconta che Mons. Georg e venuto a Rimsting - paese dov'e cresciuta e vissuta da piu da 30 anni loro Mamma Maria - con 16 parentele (figuriamoci che ci sono tante, e che sembrano tutte ancora in contatti stretti!) per la presentazione d'un libro sulla famiglia di Maria Ratzinger, con delle ricerche che danno dati anche sulla carriere gendarmeresco di papa Joseph Ratzinger...

E proprio tra i racconti e quello delle finte 'liturgie' celebrate dai giovani Ratzinger, e la vicenda con le trecce di Maria. Ma in piu, hanno trovato anche le candele e altre cose che hanno usate nell'epoca, perche la casa dov'e cresciuta Mamma Maria e ancora li....

Ma ci sono tante novita...Spero di poter fare una traduzione presto (non subito purtroppo perche ho una conferenza inaspettata da preparare gia sul Powerpoint per domani!)



Ma la pazienza è il nostro cavallo di battaglia...sapremo aspettare..anche se non vediamo l'ora di poter gustare queste "chicche"! ...(penso di interpretare il desiderio di tutte quante le affamate di notizie... [SM=g27824] [SM=g27824] [SM=g27824] [SM=g27824] )
Paparatzifan
00giovedì 1 marzo 2007 21:12
Re: BELLISSIMO!!!

Scritto da: Ratzigirl 28/02/2007 1.32

Dal blog di Lella una mini biografia di Joseph Ratzinger ricca di piccoli particolari che forze non tutti ancora conoscono!!! (e complimenti a Gemma!!!)

LA VITA DI JOSEPH RATZINGER, parte prima (a cura di Gemma)


[Povera Maria!!! Le hanno dato fuoco alle trecce!!!!Ahahahaha! Però confesso che non posso fare a meno di ridere dell'episodio!!!!]


Ma che gioco pericoloso!!! Eheheheheh!!! [SM=x40791] [SM=x40791] [SM=x40791]
Sihaya.b16247
00sabato 3 marzo 2007 15:12
La domestica di Biffi...
magisteroecuriositabxvi.blogspot.com/index.html

RATZINGER RINGRAZIA BIFFI: UNA TEOLOGIA UN PO' AUDACE...
Fine esercizi spirituali, "eviterei Congregazione dottrina fede"

Città del Vaticano, 3 mar. (APCom) - Il Papa ha concluso oggi gli esercizi spirituali quaresimali iniziati domenica scorsa. E' stato lo stesso Benedetto XVI a volere il cardinale Giacomo Biffi in Vaticano per guidare lui, i cardinali e i vescovi di Curia nel consueto appuntamento meditativo in vista della Pasqua. E infatti Papa Ratzinger lo ha ringraziato calorosamente, oggi, non senza non rilevare - lui che è stato per anni 'guardiano' della ortodossia cattolica - che la teologia dell'esuberante arcivescovo emerito di Bologna è un pò "audace".

"Vorrei ringraziarla per il suo realismo, per il suo umorismo e per la sua concretezza", ha detto Papa Ratzinger a Biffi quando, questa mattina, si è conclusa nella cappella Redemptoris mater la settimana di ritiro. Benedetto XVI ha poi rivelato la "teologia un pò audace di una sua domestica", evidentemente citata da Biffi nel corso delle sue meditazioni. "Non oserei sottoporre queste parole 'il signore forse ha i suoi difetti' al giudizio della Congregazione per la dottrine della fede. Ma in ogni caso - ha concluso Ratzinger - abbiamo imparato ed i suoi pensieri, signor Cardinale, ci accompagneranno non solo nelle prossime settimane".

Il Papa, in particolar modo, ha ringraziato il cardinal Biffi per avere aiutato lui e la Curia "ad uscire da questa gravitazione delle cose di ogni giorno e ad entrare in questa altra gravitazione del Risorto e, così, a salire in alto". Le meditazioni erano intitolate: "Cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio: pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra".
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