DALL'OSSERVATORE ROMANO
Con il papa in Baviera insieme all’Osservatore Romano (4).
Un popolo in preghiera ad Altötting
di Wilhelm Schraml */ 30/08/2006
la Madonna Nera di Altötting
Un popolo in preghiera accoglie con gioia il papa nel Santuario di Altötting e a Marktl am Inn
di Wilhelm Schraml, vescovo di Passau
L’Osservatore Romano, 30 agosto 2006
Quando il 19 aprile 2005 il Collegio cardinalizio ha scelto il Cardinale Joseph Ratzinger come Successore di Pietro, la gioia nella diocesi di Passau è stata grande per due ragioni: da un lato vi è stata la gioia fondamentale perché la scelta era caduta sull'eminente teologo e Cardinale, dall'altro la gioia speciale perché il suo luogo natale fa parte della diocesi di Passau e perché, visto l'amore del Santo Padre per il Santuario di Altötting, esiste un rapporto intimo, in un certo senso familiare con il Santo Padre.
In tutta la diocesi di Passau la gente è molto felice che il Papa venga a visitare la sua patria, a celebrare l'Eucaristia, insieme con molte migliaia di fedeli, nel Santuario mariano al quale è personalmente e profondamente legato sin dall'infanzia, e a impetrare, dinanzi all'Immagine miracolosa, la protezione della Madre di Dio. E anche perché, al contempo, come primo orante, inaugurerà la Cappella dell'adorazione e darà inizio, dinanzi alla ostensorio esposto, all'adorazione del Signore nella specie del Pane eucaristico.
Diamo di cuore il benvenuto al nostro Santo Padre! L'11 settembre 2006, giorno in cui potremo salutare il Santo Padre a Altötting e a Marktl, è una giornata prominente nella lunga storia della diocesi di Passau, che vanta una ricca tradizione. Infatti, la visita del Santo Padre Papa Benedetto XVI è, dopo quella di Papa Pio VI nel 1782 e di Giovanni Paolo II nel 1980, la terza visita di un Successore di Pietro al Santuario mariano di Altötting e alla diocesi di Passau.
Le radici della diocesi di Passau
Le radici della diocesi di Passau risalgono ai primi secoli della tarda antichità. Infatti, già intorno al 300 la gente in questa regione incominciò a professare il Dio Uno e Trino. La fede era stata portata nella nostra regione da soldati e commercianti romani. All'inizio della cristianizzazione vi sono stati santi importanti, come il martire Floriano, il vescovo Valentino e Severino che, come statista e guida religiosa, nella confusione delle migrazioni dei popoli si occupò della gente e organizzò e consolidò una vita ecclesiale nella zona di Passau e fino a Vienna.
Fu poi san Bonifacio, spesso definito l'apostolo dei tedeschi, a proseguire, a completare l'opera dei primi missionari e a istituire canonicamente la diocesi di Passau nell'anno 739, nell'ambito della definizione dei confini delle diocesi. Nello stesso anno fondò le diocesi di München-Freising, Regensburg e Salzburg.
Grazie alla sua ubicazione presso tre fiumi e alle vie commerciali ad essa collegate, la città vescovile di Passau divenne un centro importante per la diffusione del cristianesimo lungo il Danubio, scendendo fino in Ungheria. Non a caso fu un sacerdote di Passau a battezzare re Stefano I d'Ungheria, figlio del principe degli Arpadi Géza, accelerando così la cristianizzazione dell'area ungarica. Così la Chiesa a Passau sviluppò una vita ecclesiale molto attiva fino in Ungheria, al punto da divenire la più grande diocesi per superficie del Sacro Romano Impero, poiché i suoi confini giungevano appunto fino all'Ungheria.
Nel corso del tempo, tuttavia, sempre più territori sono stati dismembrati dal territorio diocesano per formare delle Diocesi autonome. Così, la diocesi di Passau è la Diocesi madre dell'odierna Arcidiocesi di Vienna, nonché delle Diocesi di Linz e St. Pölten. Globalmente la diocesi di Passau ha perso sei settimi del territorio che aveva in passato. La secolarizzazione nel 1803 pose fine al governo secolare dei Vescovi principi di Passau, portando infine a una riduzione drammatica della vita ecclesiale.
La realtà attuale
Attualmente Passau è considerata tra le diocesi più piccole in Germania. Circa mezzo milione di cattolici formano, nella zona che va dal Santuario di Altötting, passando per le colline della Bassa Baviera, fino alla Foresta Bavarese, una popolazione cattolica omogenea (circa 91% di cattolici). Nelle 306 parrocchie e centri per la cura pastorale, riuniti in 113 nuclei pastorali, operano attivamente 220 sacerdoti e 21 diaconi permanenti. Anche 31 religiosi e 129 presbiteri in pensione aiutano nella cura delle anime. I sacerdoti sono sostenuti da 211 collaboratrici e collaboratori nel servizio pastorale. A questo si aggiungono numerose case degli Ordini religiosi, che per secoli hanno forgiato in modo duraturo la storia della diocesi e che, conformemente al carisma di ciascun Ordine, arricchiscono immensamente l'attività e la vita della Chiesa che è in Passau.
Come Vescovo di Passau, considero mio compito prioritario guidare le persone verso Gesù Cristo e farle sentire a casa nella Chiesa. Il programma della Chiesa per il futuro è quello di conoscere nuovamente Gesù Cristo, di amarlo e imitarlo, per vivere in Lui la vita del Dio Uno e Trino, dando così una nuova forma al Risorto nella storia. Per questo occorrono catechesi intense e radicate nella fede.
L'"Anno per le vocazioni"
Come in molte altre diocesi dell'area di lingua tedesca, anche la diocesi di Passau è colpita dalla forte diminuzione del numero di sacerdoti e di religiosi. Per questo, a dicembre inizierà un cosiddetto "Anno per le vocazioni religiose", che vuole rafforzare nei credenti la consapevolezza che la Chiesa rimarrà giovane e viva soltanto se in essa verranno risvegliate e promosse le vocazioni religiose.
Per questo occorrono cristiani, uomini e donne, che prendano sul serio la loro vocazione ad essere cristiani. E occorrono uomini e donne che percepiscano e vivano la loro particolare vocazione alla vita sacerdotale o religiosa. A questa grande sollecitudine pastorale servono, per esempio, la reintroduzione della "Ora sacra" mensile, e la preghiera per le vocazioni sacerdotali e religiose dinanzi al Santissimo Sacramento. A tal fine, Altötting è un luogo fondamentale poiché Maria desidera prenderci per mano e condurci verso suo Figlio, verso Gesù Cristo.
Durante la visita al Santuario mariano, il Santo Padre porrà attenzione, in modo particolare, alle vocazioni religiose. Sono molto contento che numerosi sacerdoti, diaconi, religiosi e alunni dei Seminari tedeschi abbiano accolto l'invito ad Altötting, tanto più che il pomeriggio della visita al Santuario sarà proprio all'insegna dell'incontro con i sacerdoti, gli uomini e le donne della vita consacrata e i candidati al sacerdozio. Così la giornata ad Altötting, la preghiera comune e la Celebrazione Eucaristica vogliono essere per noi un aiuto ad andare alla scuola di Maria e a lasciarci accompagnare da lei all'incontro con Cristo nella celebrazione dell'Eucaristia e nell'adorazione del Signore eucaristico.
Il ruolo prominente del Santuario mariano di Altötting è certamente all'altezza di questa importante questione: infatti, da più di 1250 anni Altötting è il centro spirituale della Baviera e da oltre 500 anni è il Santuario mariano più importante in Germania. Ogni anno oltre un milione di pellegrini vi si recano per pregare nella Cappella delle Grazie davanti all'Immagine miracolosa della Madonna Nera.
I pellegrinaggi di Joseph Ratzinger
Sappiamo che sin da bambino il Santo Padre si recava, con il padre e i familiari, in pellegrinaggio presso l'Immagine miracolosa di Nostra Signora di Altötting. E vi si recò anche nel 1934 per la Canonizzazione di Fratel Corrado da Parzham. Le celebrazioni sono rimaste indelebili nel ricordo del giovane Joseph Ratzinger. In seguito è ritornato spesso in visita, privata o ufficiale, in questo luogo che occupa un posto speciale nella devozione mariana. Durante l'anno giubilare di Altötting, nel 1989, il Cardinale Joseph Ratzinger ha celebrato la Santa Messa solenne di apertura, nella Basilica di Sant'Anna.
Dieci anni dopo, nel 1999, è venuto a Altötting come oratore ufficiale in occasione del IV centenario della fondazione della Congregazione religiosa maschile mariana. Nel 2001 ha accompagnato migliaia di pellegrini giunti a piedi da Regensburg nell'ultima tappa fino al Santuario mariano.
A gennaio del 2005 - pochi mesi prima di salire sulla Cattedra di Pietro - ha compiuto un pellegrinaggio privato a Altötting, accompagnato dal fratello, Mons. Georg. Non stupisce, dunque, che il Santo Padre abbia detto di Altötting: "È il cuore della Baviera e uno dei cuori dell'Europa".
Possa la visita del Santo Padre nel cuore della Baviera e in uno dei cuori dell'Europa spronare i credenti, specialmente nella diocesi di Passau, a inquadrare il centro proprio della fede, a vivere partendo da questo centro e a forgiare la società e la storia. Questo centro può essere vissuto e sperimentato nella celebrazione dell'Eucaristia e nell'adorazione del Signore eucaristico esposto nell'ostensorio. Lasciamoci guidare da Maria, Madre di Dio, verso questo mistero della nostra fede. Possa da ciò crescere l'amore dei fedeli per la Chiesa di Gesù Cristo e rafforzarsi la loro fedeltà al Successore di Pietro.
In quanto agli uomini e alle donne che qui, nella nostra terra, da secoli vivono la loro fede, possiamo essere fiduciosi che la Chiesa che è in Passau è giovane e vigorosa per servire, anche nel Terzo Millennio, le persone partendo dalla fede. Ci affidiamo alla protezione di Nostra Signora di Altötting.
* Mons. Wilhelm Schraml è vescovo di Passau. Riproduzione su Korazym.org per gentile concessione de L’Osservatore Romano.
Altötting: un luogo di speranza, dove si vive la tenera e forte esperienza di essere figli
di Giampaolo Mattei
L’Osservatore Romano, 30 agosto 2006
"A Te, Madre, dinanzi alla tua immagine miracolosa di Altötting, affido il futuro della fede in questo antico Paese cristiano, e memore delle afflizioni dell'ultima terribile guerra, che ha inferto ferite tanto profonde soprattutto ai popoli d'Europa, Ti affido la pace del mondo. Possa tra questi popoli nascere un nuovo ordine, fondato sul pieno rispetto del diritto di ogni singola Nazione e di ogni singolo uomo nella sua Nazione, un ordine veramente morale, nel quale i popoli possano vivere insieme come in una famiglia attraverso il dovuto equilibrio di giustizia e libertà".
Con questa preghiera il Servo di Dio Giovanni Paolo II, il 18 novembre 1980 - nove anni prima della caduta del Muro di Berlino -, concludeva il suo pellegrinaggio al Santuario della Madre della Misericordia di Altötting, principale luogo di pellegrinaggio della Germania.
Ad accompagnare Papa Wojtyla c'era, quel giorno benedetto, l'allora Cardinale Joseph Ratzinger, Arcivescovo di München und Freising, nativo di un paesino (Marktl am Inn) vicino al Santuario. Di quell'evento, visibilmente commosso, Benedetto XVI ha fatto memoria di recente in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria di Altötting (7 giugno 2006): "Il filo dei ricordi si dipana fino alla Visita del Papa del 1980. Indimenticabile! In quella occasione potei accompagnare Giovanni Paolo II nella Cappella delle Grazie e nei dintorni ed egli percepì il cuore cattolico della Baviera e percepì che lì vi è la fede autentica, c'è la Madre di Dio e le persone la amano e si rivolgono a Lei".
Nel 1989 - proprio l'anno della caduta del Muro di Berlino - il Santuario ha celebrato i cinquecento anni dal primo miracolo che fu all'origine di questa straordinaria, ininterrotta e sempre nuova storia di devozione e di pietà popolare, ancora oggi estremamente vitale. È un fatto significativo e singolare che il quinto centenario del Santuario mariano più caro al popolo tedesco coincidesse con l'inizio di quei grandi rivolgimenti che avrebbero ristabilito la libertà in tanti Paesi vicini, nell'Europa centrale e orientale.
Il legame spirituale, filiale, di Benedetto XVI con Altötting è profondissimo. Sono numerosi i pellegrinaggi che egli, fin da piccolo, ha compiuto per rendere omaggio alla Madre di Dio. Ha detto, ad esempio, il 28 agosto 2002 ad Altötting: "Qui sperimentiamo la bontà della mamma e la forza insuperabile della Madre Chiesa. Preghiamo Maria affinché sia conservata viva la fede nel nostro Paese. Un grazie cordiale a tutti quelli che lavorano con intensità in questo Santuario perché continui a rimanere un luogo di grazia e di fede". L'ultimo pellegrinaggio compiuto dal Cardinale Joseph Ratzinger ad Altötting prima di divenire Benedetto XVI è avvenuto nel mese di gennaio del 2005. Era accompagnato dal fratello, Mons. Georg.
È da 1250 anni che Altötting è il cuore spirituale di questa terra. Se infatti l'Immagine è venerata in questo luogo dal 1330, sono stati due miracoli a incrementare enormemente la devozione e i pellegrinaggi. Nel 1489 una donna aveva deposto il figlioletto di appena tre anni, esanime dopo essere caduto in ruscello, ai piedi di una statua della Vergine con il Bambino, scolpita nel legno di tiglio, proveniente dalla Valle del Reno, e collocata dai Padri cistercensi di Ratienhaslach nell'antico Battistero di Altötting. Dopo qualche minuto, il piccolo si rianimò e riprese a respirare normalmente.
Poco tempo dopo, in seguito a questo episodio, l'intercessione della Madre di Dio venne invocata per un bimbo di sei anni, gravemente ferito dopo essere stato travolto da un carro. Anche in questa occasione il piccolo ottenne una pronta guarigione. La notizia di questi avvenimenti ad Altötting si diffuse rapidamente e, dagli ultimi anni del Quattrocento, ebbero inizio i primi consistenti movimenti di pellegrini. I fedeli arrivavano dai Paesi germanici, dall'Austria, dalla Boemia, dall'Ungheria, dalla Francia, dall'Italia, dalla regione balcanica.
La povertà e gli stenti dei secoli successivi, segnati dalle epidemie di peste, dalle carestie, dalla fame, contribuiscono a spiegare la grande attrattiva che la piccola Immagine mariana di Altötting esercitò, senza soluzione di continuità. Il pellegrinaggio ha sempre accomunato, cinquecento anni fa come oggi, uomini e donne di ogni provenienza e rango.
Tutti i sovrani bavaresi, si pensi alla casata dei Wittenlsbach, erano soliti recarsi ad Altötting per rendere omaggio alla Vergine. Proprio questi ultimi vollero che il cuore dei defunti della famiglia, custodito in un'urna d'argento, fosse collocato in una nicchia nel muro prospicente la statua. Alcuni imperatori hanno ricevuto la corona proprio nel Santuario bavarese. Anche Papa Pio VI, nel 1782, si recò pellegrino in questo luogo di preghiera.
Caratteristica del Santuario bavarese è quella di aver conosciuto un'affluenza continua e sempre crescente, arrivando ad accogliere, negli ultimi tempi, fino a un milione di pellegrini ogni anno. I festeggiamenti per il quinto centenario hanno contribuito a rivitalizzare questa popolare forma di devozione. Altötting esercita una speciale attrattiva sui più giovani, i quali, sull'esempio del tradizionale pellegrinaggio autunnale dalla regione dell'Hallertau, si recano numerosi, a piedi, nella Bassa Baviera. Alla metà del Seicento, invece, risale il cammino dell'Alto Palatinato, che coinvolge ogni anno migliaia di fedeli e si rinnova con puntualità da oltre trecento anni.
Il Battistero originario, dove è collocata la statua, è oggi una Cappella, racchiusa nella Chiesa a navata unica che fu costruita nel Seicento per accogliere le folle dei pellegrini che qui sono venuti anche nei momenti più difficili della storia. Testimonianza della fede dei pellegrini e dell'intercessione della Vergine di Altötting sono i tantissimi "ex voto", in parte anche molto antichi, che ricoprono le pareti della chiesa.
Siamo, dunque, nel cuore della Mitteleuropa e non si può non pensare al vicino, non solo geograficamente, Santuario mariano di Mariazell, in Austria. Alla venerata Immagine di Maria di Altötting, testimone del grande bisogno di intercessione e di guarigione di interi popoli dell'Europa centrale, nel 1980 Giovanni Paolo II ha affidato la Chiesa che è in Germania. Essa - ebbe a dire Papa Wojtyla - "esiste da molti secoli in questo Paese, e rappresenta una grande comunità di credenti". E volle rivolgere alla Madre di Dio questa accorata preghiera, rimasta scolpita nella storia e nella coscienza del popolo tedesco: "A Te raccomando tutta la sua storia e tutto il suo instancabile servizio nei confronti di tutti gli abitanti del Paese come pure per tutte le numerose Comunità e Chiese nel mondo, alle quali i cristiani di Germania forniscono aiuti con tanta disponibilità e magnanimità".
In quegli anni non lontani, era dunque il 1980, ma ancora profondamente segnati dalla divisione dell'Europa in due blocchi contrapposti, Giovanni Paolo II affidava a Maria "ciò che sembra essere più importante nel servizio della Chiesa in questo Paese: la sua potente testimonianza di fede nei confronti della nuova generazione di uomini e donne, di fronte ad un crescente materialismo e all'indifferenza religiosa. Possa questa testimonianza parlare con le chiare parole del Vangelo e trovare così accesso ai cuori, soprattutto a quelli delle nuove generazioni".
* Riproduzione su Korazym.org per gentile concessione de L’Osservatore Romano.
Nella foto: Altötting
L'essenziale e travolgente dimensione mariana del pellegrinaggio del papa ad Altötting
di Matthias Leineweber
L’Osservatore Romano, 30 agosto 2006
Tornerà nei luoghi della sua infanzia e della sua giovinezza Benedetto XVI quando, lunedì 11 settembre, visiterà Altötting, il Santuario più conosciuto e frequentato della Germania, per poi rivedere Marktl am Inn, suo paese natale. Sono due luoghi geograficamente molto vicini: già da bambino Joseph, insieme con la sua famiglia, si recava in pellegrinaggio al Santuario della Madonna Nera di Altötting, da cui si può ammirare un paesaggio suggestivo delle Prealpi, nel cuore della Baviera.
Dall'VIII secolo la città è il centro spirituale del Paese e da più di cinquecento anni il Santuario mariano è il più importante della Germania. Meta di milioni di pellegrini ogni anno, la Madonna Nera è sempre stata anche per il piccolo Joseph e per la sua famiglia un punto di riferimento spirituale.
In un'intervista del 1989 l'allora Cardinale Ratzinger parlando di Altötting disse: "In questo Santuario mi trovo a casa spiritualmente". E anche negli "anni romani" non è mancata mai una visita privata durante le vacanze estive, oltre alle tante occasioni in cui vi si è recato da Cardinale per celebrare liturgie di grandi anniversari e di grandi eventi. Benedetto XVI non è il primo Papa a compiere un pellegrinaggio al Santuario di Altötting. Pio VI nel 1782 venne a visitare il centro spirituale della Baviera in tempi non facili, a causa dei problemi con l'imperatore Giuseppe II d'Austria. Vi giunse da Vienna dopo un incontro molto freddo, mentre trovò ad Altötting un'accoglienza affettuosa da parte dei pellegrini. E celebrò la Santa Messa nella Cappella.
Un viaggio carico di ricordi
Anche Papa Pio XII tenne buoni rapporti con il Santuario da quando, nel 1917, era Nunzio Apostolico in questa terra e vi si recò più volte in pellegrinaggio. Una suora di Altötting lavorò a casa sua a lungo. Infine anche Giovanni Paolo II si fece pellegrino al Santuario mariano durante il suo primo Viaggio Apostolico in Germania nel 1980 e fu accolto dall'allora Cardinale di München und Freising, Joseph Ratzinger. Papa Wojtyla visse con grande partecipazione spirituale quella visita al Santuario per il suo profondo legame con Maria, nel segno del "Totus Tuus".
Il pellegrinaggio di Benedetto XVI fa parte di un itinerario personale carico di significato che ricorda la casa e la patria. Per la cultura bavarese la patria, Heimat, assume un significato carico di sentimenti e di valori, presenti fin dalla giovinezza di Joseph Ratzinger.
La dimensione mariana della spiritualità di Benedetto XVI si fonda senza dubbio su questa esperienza decisiva e bellissima di Altötting. Già da giovane, egli poteva sperimentare la protezione e la benevolenza di una Casa e di una Madre che danno sicurezza anche in tempi difficili e bui, come quelli del nazismo e della Seconda Guerra Mondiale. Ad Altötting si poteva trovare la pace del cuore in tempi di guerra, si ascoltava una "voce" che parlava di amore e non di odio, di riconciliazione e misericordia e non di morte.
Ad Altötting egli ritrova gli anni della sua infanzia e soprattutto la memoria della sua famiglia, a lui così cara. La sua visita alla Madonna Nera avrà per lui un significato particolare: ritrovarsi in famiglia, tra le braccia della Madre che mostra il Bambino Gesù. Questo aspetto sembra un punto importante anche nella pietà mariana del Papa: è Maria, immagine della Chiesa, che aiuta i credenti a trovare Gesù, a contemplare la sua misericordia ed il suo amore. Per questo l'incontro con la Madre di Dio ci introduce all'incontro con il Signore, all'Eucaristia. La Madre non fa altro che accogliere a braccia aperte l'umanità intera che guarda con occhi pieni di misericordia e mitezza, e indica ai fedeli il suo Figlio. La grandezza di Maria sta anche nel la sua umiltà e nel suo servizio al Figlio.
Con le braccia aperte al mondo
Questo aspetto si ritrova molto bene nella bella Immagine della Madonna Nera di Altötting, che osserva con amore i suoi figli. La Chiesa di oggi, così sembra desiderare il Papa, deve andare incontro agli uomini con le braccia aperte, con lo sguardo mite e misericordioso, insomma con "simpatia". Il Papa con le braccia aperte che saluta i pellegrini è ormai un'immagine familiare, fin dal giorno della sua Elezione.
Anche nell'intervista televisiva in preparazione del suo viaggio, il 5 agosto scorso, il Santo Padre ha sottolineato che la Chiesa vuole innanzitutto mostrare l'aspetto positivo della fede: il cristianesimo, il cattolicesimo, non è un cumulo di proibizioni, ma una opzione positiva ed è molto importante che lo si veda nuovamente, poiché questa consapevolezza oggi è quasi completamente scomparsa. Si è sentito dire tanto su ciò che non è permesso, che ora bisogna dire che noi abbiamo un'idea positiva da proporre. Questo aspetto positivo della Chiesa sembra un'esperienza personale molto viva di Benedetto XVI, che si comprende ancora meglio partendo dal suo rapporto molto intimo con il Santuario di Altötting.
Il pellegrinaggio avviene l'11 settembre, una data simbolo che ricorda il terribile attentato alle "torri gemelle" di New York. Quella giornata è divenuta nel mondo sinonimo di violenza, terrorismo e guerra. Il Santo Padre, che personalmente ha conosciuto la tragedia della guerra nella sua giovinezza, porterà nel cuore la sofferenza di tanti che vivono l'esperienza della violenza, in tante regioni della terra. L'Immagine della Madonna di Altötting può dare un'indicazione profonda di speranza a un mondo dominato dall'egoismo.
La giornata si concluderà con una tappa a Marktl am Inn, luogo di nascita del Santo Padre. Anche se è vissuto poco tempo a Marktl, rimane in lui la memoria di un luogo vicinissimo al Santuario di Altötting e di una maternità di duplice aspetto: familiare ed ecclesiale. Quando rivedrà la casa della sua nascita, dove ha mosso i primi passi e ha imparato la sua prima preghiera, avrà certo presente che la vera Casa del cristiano è la Chiesa, una Chiesa che si fa veramente Madre con le braccia aperte, perché tutti gli uomini possano dire: in questo luogo - la Chiesa - mi sento a casa spiritualmente.
In ginocchio davanti alla Madonna Nera di Altötting
Il cuore di Altötting è il cuore della Madre di Dio che è il senso, la meta, la speranza di ogni pellegrinaggio. È il centro spirituale della Baviera dove ogni anno si reca a pregare oltre un milione di persone, non solo dalla Germania. Insieme con i Santuari di Lourdes, Fátima, Czestochowa e Loreto, Altötting è considerato uno dei cinque maggiori Santuari d'Europa.
L'Immagine della Madonna
La Madonna Nera è venerata nella Gnadenkapelle (secolo IX), una piccola chiesa a pianta ottagonale situata al centro della Kappellplatz, la piazza delle processioni, a sua volta centro di Altötting (la città oggi conta circa 13.000 abitanti). Qui, dunque, è custodita la trecentesca Immagine veneratissima della Vergine - in legno di tiglio annerito dal fumo delle candele - racchiusa in una artistica cornice di argento e circondata da oltre duemila "ex voto". Di fronte alla statua, si trovano le urne in argento con i cuori dei Wittelsbach, la famiglia reale della Baviera.
L'Immagine miracolosa è una statua della Madonna con Bambino. È alta 65 centimetri. Sia la Madonna sia il Bambino portano sulla testa una corona. Gli abiti della Madonna sono barocchi con ricche decorazioni. Tuttavia, in ultimo l'immagine è "vestita" e "incoronata" dalla fede dei pellegrini, che da oltre 500 anni vengono ad Altötting per presentare alla Madre di Dio le loro preghiere. Così un'Immagine che riunisce le persone nel nome di Cristo è, in effetti, un'immagine miracolosa. L'origine della statua non è del tutto chiara. Sembrerebbe essere giunta ad Altötting dalla Burgundia, passando per il monastero cistercense di Raitenhaslach.
L'Altare delle Grazie
I numerosi pellegrini che ogni giorno visitano il più importante Santuario tedesco si recano innanzitutto a pregare nella Cappella delle Grazie. Questa cappella ospita, come detto, su un altare, l'Immagine miracolosa, posta al centro di una struttura in argento.
Inizialmente qui si trovava anche un altare gotico intagliato con le figure delle sante Caterina e Margherita. Ben presto, per proteggere il tutto venne realizzata un'inferriata, alla quale era possibile appendere i doni votivi in argento. Intorno al 1590 l'altare era rivestito ancora di velluto nero. Nel 1645 il principe elettore Massimiliano I fece dono del tabernacolo per l'Immagine miracolosa. Nel 1678 Philipp Wilhelm Wittelsbach, duca di Pfalz-Neuburg, donò la magnifica parete con la Santissima Trinità e gli angeli. Nel 1670 lo scultore Balthasar Ableitner e Franz Oxner, orefice di corte del principe elettore, realizzarono l'albero genealogico di Jesse, composto da 14 mezze figure lavorate a sbalzo in argento per le pareti laterali della nicchia dell'altare.
Davanti, di lato all'altare, sono inginocchiati il cosiddetto "principe d'argento" e Fratel Corrado: la statua di Fratel Corrado in preghiera è stata fusa in argento nel 1931 dallo scultore Georg Busch. La figura genuflessa del principe ereditario Giuseppe è stata realizzata, a sbalzo in argento, nel 1737 dallo scultore neerlandese Vilhelm de Groff. Suo padre, il principe elettore Carl Albrecht, la offrì in dono per rendere grazie per la guarigione del figlio.
Di particolare forza simbolica sono i cuori reali dei Wittelsbach, che sono stati deposti e conservati in elaborate urne d'argento. Nella Cappella delle Grazie sono sepolti i cuori di dieci regnanti bavaresi, di altri tre principi, di undici donne di origine principesca e di cinque Vescovi. Nelle nicchie sulla parete si vedono 13 urne con i cuori, mentre altre 13 riposano nel suolo insieme con tre corpi. L'urna più imponente è quella dell'imperatore Wittelsbach Carlo VII, realizzata nel 1745 dallo scultore di corte di Monaco, Johann Baptist Straub.
La Cappella di Santa Maria
Al centro di Altötting, dunque si erge Santa Maria, la Cappella delle Grazie, detta anche Cappella Santa, dominando l'ampia Kapellplatz. Il Santuario mariano è meta di migliaia di pellegrini che ogni giorno visitano il più importante luogo di pellegrinaggio in Germania. È considerata una delle opere architettoniche religiose più importanti e conosciute della Baviera. L'edificio è realizzato in stili diversi. L'ottagono, ossia la rotonda con otto vetrate semicircolari, è probabilmente di epoca preromanica. Il Battistero originale dovrebbe essere stato realizzato intorno al '700 da un maestro longobardo. Lo indicherebbe, secondo alcuni esperti, la base ottagonale. Si narra che proprio in questa cappella il Vescovo san Ruperto di Salisburgo abbia battezzato il primo duca bavarese cristiano. Ciò indicherebbe che la Cappella delle Grazie è anche una delle chiese più antiche in Germania.
Intorno al 1330 giunse ad Altötting l'Immagine miracolosa della "Madonna Nera", che rese il luogo uno dei Santuari mariani più importanti in Germania. Dopo due guarigioni miracolose nel 1489, l'immagine divenne meta di migliaia di credenti. Un bambino di tre anni, annegato nel vicino ruscello, tornò in vita dinanzi all'Immagine mariana e un bambino di cinque anni, investito da un veicolo pesante, in seguito alle suppliche rivolte alla Madre di Dio guarì improvvisamente.
Dall'inizio del XVI secolo la Cappella delle Grazie è costituita da una navata tardo gotica con una torretta campanaria appuntita, come pure da un ambulacro coperto intorno all'ottagono. Lungo questo ambulacro, nel corso dei secoli sono state appese oltre 2.000 tavolette votive, che ricordano le preoccupazioni e gli affanni che i pellegrini portano dinanzi alla Madre di Dio. Spiccano in modo particolare 50 tavole di miracoli in grande formato, realizzate tra il 1500 e il 1520 circa da un pittore vicino alla cosiddetta scuola danubiana. Ancora oggi i pellegrini si caricano sulle spalle croci di legno e, pregando, le portano intorno al Santuario.
Anche sulle pareti laterali interne sono numerose le immagini votive. Gli altari laterali risalgono al 1668. I dipinti sopra gli altari mostrano rispettivamente una Pietà e una Madonna con Gesù Bambino e sant'Anna. All'ottagono del Santuario si accede attraverso un portale ornato da colonne. Accolti da luce crepuscolare, lo sguardo cade sull'Altare delle Grazie in argento con al centro l'Immagine miracolosa. All'interno si vedono preziose lampade a olio, una delle quali è stata donata da Papa Pio IX nel 1854. Nelle nicchie, a tutto sesto, i doni votivi in argento di epoca barocca testimoniano la fede dei pellegrini.
Il portale occidentale, che guarda sulla Kapellplatz, è ornato da un timpano rococò. La snella torretta sopra la navata e il tetto a punta dell'ottagono danno alla cappella delle grazie di Altötting il suo aspetto caratteristico.
La Basilica di sant'Anna
La Basilica di sant'Anna fu costruita tra il 1910 e il 1912, su iniziativa del Guardiano di allora, Padre Josef Anton Kessler, in stile neobarocco per avere un luogo sacro spazioso in grado di accogliere i sempre più numerosi pellegrini. È stata progettata dall'architetto Johannes Schott. Oggi è la chiesa più grande di Altötting: lunga 83 metri, è larga 27,5 metri e altra 24 metri. Ha 12 altari laterali e un imponente altare maggiore.
Consacrata il 13 ottobre 1912, è stata elevata al rango di Basilica da san Pio X nel 1913. C'è uno degli organi più grandi della Germania. Nel 1989 l'allora Cardinale Joseph Ratzinger ha celebrato qui la Santa Messa in occasione dell'anno giubilare per i cinquecento anni dei pellegrinaggi ad Altötting.
La chiesa conventuale di san Corrado da ParzhamDopo la beatificazione e canonizzazione del cappuccino Corrado von Parzham (Johann Birndorfer, 1818-1894), frate portinaio del convento di Altötting, la sua tomba è divenuta meta di pellegrinaggi. La chiesa a lui dedicata è molto semplice, autenticamente francescana.
In questa chiesa, sotto l'altare, racchiuse in una figura in argento, sono custodite le reliquie del santo. La storia della chiesa, che ha preso il nome attuale solo in questo secolo, inizia dopo la guerra dei Trent'anni.
Il Cardinale von Warenberg, allora Prevosto della collegiata, nel 1654 chiamò i francescani ad Altötting. Qui costruirono la loro chiesa e il loro convento. La loro patrona era sant'Anna. Durante la secolarizzazione, nel 1802 i francescani furono cacciati e ad Altötting giunsero i cappuccini. Inizialmente all'Ordine non era consentito accogliere novizi. Ciò divenne nuovamente possibile solo con re Ludwig I. È suo anche il merito per la straordinaria ripresa dell'Ordine.
Nel 1848 il trentunenne Johann Birndorfer entrò a far parte dell'Ordine. Nel 1930 venne beatificato e nel 1934 canonizzato. Nel 1934 Joseph Ratzinger, che all'epoca aveva sette anni, partecipò con i suoi genitori ad Altötting alle celebrazioni per la canonizzazione di Fratel Corrado. Per quarant'anni il frate cappuccino aveva vissuto, come portinaio, una vita esemplare nella povertà e nell'umiltà, sempre volto all'adorazione eucaristica.
La chiesa di san Corrado è caratterizzata dalla semplicità francescana, senza troppe decorazioni. Negli anni '60 è stata ristrutturata dallo scultore altoatesino Siegfried Moroder. Fu lui a creare il gruppo della crocifissione nell'abside e l'altare centrale con il baldacchino. Sotto a questo altare, un sarcofago in vetro custodisce la figura del santo e la reliquia principale (la testa).
Durante la sua visita nel 1980, Giovanni Paolo II piantò simbolicamente un "tiglio del Papa" nella Bruder-Konrad-Platz, per ricordare il suo pellegrinaggio.
La chiesa dei santi Filippo e Giacomo
Sulla Kapellplatz si affaccia anche la Stiftspfarrkirche (parrocchiale) dedicata ai santi Filippo e Giacomo (St. Philipp und Jakob), chiesa tardogotica costruita agli inizi del Cinquecento che conserva un fonte battesimale romanico. Nella parte centrale della piazza si trova la fontana barocca dedicata alla Madonna (Marienbrunnen), opera di Santino Solari nel 1637.
La chiesa di santa Maddalena
Sempre sulla Kappellplatz si trova la chiesa barocca di santa Maddalena, costruita alla fine del Seicento dai gesuiti. Il convento è affidato ai cappuccini nel 1874. I gesuiti nel 1591 furono chiamati a Altötting per prendersi cura dei pellegrini. Dopo il loro arrivo, costruirono un convento e una piccola chiesa. Dal 1697 al 1700 Thomas Troyer, un fratello laico gesuita, costruì la chiesa attuale. Si tratta di una costruzione a lesene, nello stile barocco.
Risaltano soprattutto i ricchi stucchi, realizzati presumibilmente da artisti ignoti dell'alta Italia, e i magnifici altari laterali tardo barocchi, con dipinti dell'artista di corte di Monaco, Johann Caspar Sing. Spiccano inoltre l'altare maggiore (1795) con un dipinto di santa Maddalena ai piedi della croce, opera del pittore di corte di Monaco, Christian Winck.
A pochi minuti, a piedi, dalla Kappelplatz, al numero 10 di Gebhard-Fugel-Weg, si trova il "Panorama", un monumentale dipinto circolare del 1903 che rappresenta Gerusalemme al momento della crocifissione (ha ben 1.200 metri quadrati di superficie).
Il nuovo museo dei pellegrini
Preziosi doni votivi, regali importanti per il pellegrinaggio ad Altötting e straordinarie vesti liturgiche: finora erano stati esposti in parte nella cosiddetta camera del tesoro della chiesa conventuale. Ma ora la diocesi di Passau allestirà un nuovo museo del pellegrinaggio. In alcuni spazi dell'amministrazione diocesana nella Kapellplatz verrà creato un museo centrale, o meglio: una nuova camera del tesoro per il Santuario.
I tesori raccolti finora, verranno integrati e presentati conformemente alla loro importanza, al loro significato liturgico e storico. Nel museo verranno esposti anche opere d'arte e oggetti liturgici.
L'esposizione, progettata didatticamente e teologicamente, occuperà inoltre locali più ampi rispetto a quelli utilizzati finora, di modo che in futuro anche gruppi più grandi, scuole o associazioni, possano conoscere e apprezzare l'importanza e la tradizione del pellegrinaggio ad Altötting attraverso il materiale esposto. Per questo, nel giardino retrostante all'amministrazione diocesana verrà aggiunto un tratto museale.
Il materiale esposto finora rappresenta, infatti, solo una piccola parte del tesoro originario, che durante la secolarizzazione è stato notevolmente ridotto. Tra i pezzi più antichi e preziosi europei si conta, il "Goldenes Rössel", un elaborato lavoro di oreficeria, donato per il nuovo anno dalla regina Isabeau de Bavière, originaria della Baviera, al consorte re Carlo IV di Francia. Il gruppo, realizzato prevalentemente in oro e riccamente decorato con pietre preziose e perle, mostra re Carlo IV accompagnato dal suo maresciallo, mentre venera la Madre di Dio in trono davanti a una pergola di viticci. Lo staffiere che tiene il cavallo reale attende il ritorno del regnante. Proprio dal servitore e dal cavallo questa opera d'arte prende il nome "Goldenes Rössel".
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