S.Caterina da Siena scrive al Papa e ai Vescovi

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Caterina63
00giovedì 18 dicembre 2008 23:08
 

S.CATERINA DA SIENA UNA VITA SPESA PER LA PACE...

Le Lettere al Papa e ai Vescovi


Oggi si parla spesso della Nuova Evangelizzazione. In quale modo oggi, noi, possono accogliere questa sfida?

Nella città di Siena, anzi nello stesso quartiere di Caterina, c'erano famiglie indigenti che vivevano nella miseria...


Molte volte Caterina si alzava presto di buon mattino, prima di recarsi alla Messa, portando con sè una sporta di cibarie e di indumenti. Delle volte le deponeva con cura davanti alle porte e in silenzio se ne andava senza farsi vedere, altre volte si fermava se era a conoscenza che in quella casa c'era qualcuno da consolare, o da accudire....

Caterina, forse perchè proprio illetterata, aveva sempre avuto il desiderio di scrivere, infatti è veramente ricco l'epistolario che ci è giunto fino a noi: scriveva a tutti, dalla gente semplice alla più imponente; alle persone semplici per ricordare loro il cammino cristiano nella fedeltà alla Chiesa; alle persone che reggevano i governi per ricordare loro che il loro potere non gli apparteneva ma che gli veniva offerto da Dio per poter custodire l'uomo da Lui tanto amato!


" Io voglio che facciate la Pace con Dio e con i nemici vostri" (Lett.103);

" Non con le lotte e le divisioni, ma con la Pace e le orazioni e i sacrifici si rinnoverà la Chiesa di Cristo..."(Dialogo 86)


Possiamo dire, a ragione degli storici, che Caterina è stata una primizia, fra i laici, della e per la Riforma vera della S.Chiesa; ricordava a Papa Urbano VI: " Pare, santissimo Padre, che questa Verità eterna voglia fare di voi un altro Lui; e si perché siete suo vicario di Cristo in terra, e si perché nell’amaritudine e nel sostenere vuole che riformiate la dolce Sposa sua e vostra, che tanto tempo è stata impallidita (…). Ora è venuto il tempo che Egli vuole che per voi, suo strumento, sostenendo le molte pene e persecuzioni, la Sposa sia tutta rinnovata. Di questa pena e tribolazione ella nascerà come fanciulla purissima…" (Lett. N.346). ...." La Riforma della S.Chiesa non si fa negando o rinnegando la Chiesa, ma soffrendo per essa, orando senza mai stancarci, mettendoci il fuoco del Santo Battesimo, e dando la vita per Lei così come il nostro Gesù Amore la diede per Lei....."

Caterina da Siena ha capito che per evangelizzare occorre un rinnovamento innanzi tutto interiore, occorre restare fedeli alla Chiesa, dice ancora a Papa Urbano VI: " Voi non potete di primo colpo levare i difetti delle creature, ma potete lavare il ventre della santa Chiesa, cioè procurare a quelli che vi sono presso e intorno a voi, spazzarlo dal fracidume, e ponervi quelli che attendono all’onore di Dio e vostro, e bene della santa Chiesa; coloro che non si lascino contaminare dalle lusinghe o dai denari. Se reformate questo ventre della sposa vostra, tutto il corpo agevolmente si riformerà; e così sarà onore a Dio, utilità a voi, santità delle membra e si spegnerà l’eresia.." (Lett. 364).


Caterina da Siena intuisce il pericolo dei vescovi che non obbediscono al Magistero e che seminano l’errore insegnando dottrine diverse. Per una nuova evangelizzazione, fa capire, occorre essere ben radicati nel Magistero della Chiesa, occorre far emergere la virtù dell’obbedienza.


Caterina da Siena poteva permettersi di usare questo linguaggio semplicemente perché viveva in pienezza il santo Vangelo. Aveva saputo armonizzare e fondere il Vangelo con la Carità, la Carità con la difesa della Verità. In questo modo Caterina fu veramente una luce per la Chiesa, una nuova evangelizzazione per il suo tempo nel quale si parlava di Riforme.

Ne è un esempio la Lettera 310 scritta a tre vescovi che si erano posti contro il Papa Urbano VI, Caterina ha parole dure, ma anche cariche di amore vero e di speranza, dice:
 

"- solo nell’obbedienza al Papa – stanno coloro che hanno lume, che con lume conoscono la verità, e conoscendola, l’amano! (…) Voi foste posti a nutrirvi al petto della santa Chiesa (…). Chi mi mostra che voi siete ingrati ? La persecuzione che voi, con gli altri insieme, avete fatta e fate a questa Sposa, nel tempo che dovevate essere scudi, e resistere ai colpi dell'eresia...Nella quale, sapete e conoscete la verità.…(…) Ora voi voltate le spalle, come vili e miserabili cavalieri: ma l’ombra vostra v’ha fatto paura. Siete partiti dalla verità che vi nutriva, per accostarvi alla bugia, che indebolisce l’anima e il corpo…Chi è il responsabile? Il veleno è il solo amor proprio, quell’orgoglio che avvelena il mondo…"


Le parole forti di Caterina sono più attuali che mai: scismi ne abbiamo, ma ancor più gravemente abbiamo sacerdoti che ancora dentro la Chiesa insegnano però contro il Magistero, indebolendo le dottrine cattoliche, seminando confusione. La Chiesa di ogni tempo ha sempre tentato di riformarsi, i Santi sono stati coloro che inviati da Dio hanno incendiato sempre i nuovi modi di evangelizzare, oggi tocca a noi!
Ogni battezzato è chiamato ad operare in prima linea, maggiormente lo è un Laico Domenicano che riceve da Cristo i talenti del Carisma Domenicano quali doni dello Spirito per poter affrontare le nuove sfide di oggi.

" Và e predica" è stata una recente occasione di un incontro della Famiglia Domenicana ( Frati, Suore, Monache e Laici) nelle cui conclusioni, l’allora Maestro G. p. Timothy diceva: " S. Domenico intese le richieste che gli venivano dalle nuove correnti religiose, avvertì la sete di una parola di vita che gli veniva dai cristiani e inviò i suoi frati nelle città e nelle università, e sognò di andare ad evangelizzare paesi lontani. E’ a partire dalle attese e dalle domande che intendete, dalle sofferenze e dalle ferite che toccano la vostra compassione, che voi potete capire verso dove dovete incamminarvi…
Ascoltiamo domande difficili che toccano problemi etici inediti alle frontiere della vita e della morte, che lanciano una sfida al loro rapporto con la creazione o che parlano di impoverimento e di esclusioni. Vediamo dei volti feriti dalla violenza, quella delle parole come quella delle armi, quella del passato come quella presente, che vivono in esilio in un nuovo paese o nel proprio. Conosciamo battezzati che non hanno che una vaga idea della fede cristiana o che la seguono con affanno e senza fiducia. Sappiamo di persone che cercano di dare un nome al radicale desiderio che è in loro, ma non sanno verso chi rivolgersi per risolvere il mistero che li attanaglia. E voi che cosa vedete, cosa intendete che vi dia il gusto di mettervi in strada per predicare? Dove volete andare? …"


Evangelizzare è una sfida, Caterina da Siena lo intuisce che opera della Chiesa è soprattutto evangelizzare per questo il suo messaggio, oggi, è più attuale che mai, per questo è Patrona d’Italia e Compatrona d’Europa, non sono titoli onorifici di facciata, bensì sono titoli che partono da un atto eroico pienamente vissuto, sono titoli che spiegano l’evoluzione della stessa Chiesa attraverso i Figli che l’hanno resa gloriosa, sono titoli che ci invitano a metterci "sotto la sua protezione" e cosa vuol dire questa "protezione" se non quell’imparare i metodi della santificazione attraverso chi ci è passato e l’ha vissuto testimoniandolo?

Per non rendere idolatria il culto dei santi e dunque il ricordare la Festa di S.Caterina da Siena (29 aprile), è necessaria l’obbedienza alla Chiesa e la fedeltà al Papa, cioè al Magistero, affidarsi a lui e metterlo in pratica come appunto hanno fatto i santi. Non abbiamo altra scelta sia per noi stessi, cioè per la nostra stessa formazione, sia per l’evangelizzazione.


Chiediamoci dunque in quale modo noi, oggi, viviamo il Vangelo e in quale modo viviamo e diffondiamo la Carità e la Verità. In quale modo ricordiamo a noi stessi e al prossimo che il nostro motto è appunto "VERITAS", cosa vuol dire per noi e in che modo possiamo usarlo nella sfida per la Nuova Evangelizzazione?

Caterina63
00giovedì 18 dicembre 2008 23:18

Il sangue di Cristo e il "cognoscimento di sé"

Alcuni brani estratti dalle celebri Lettere, scritte tra il 1370 e il 1380, in cui la santa celebra l’amore di Dio ed esorta gli altri a seguirlo.

La bocca sua non diceva se non, Gesù, e, Catarina. E, così dicendo, ricevetti il capo nelle mani mie, fermando l’occhio nella divina bontà e dicendo “Io voglio”.

Allora si vedeva Dio-e-Uomo, come si vedesse la chiarità del sole; e stava aperto, e riceveva il sangue; nel sangue suo uno fuoco di desiderio santo, dato e nascosto nell’anima sua per grazia; riceveva nel fuoco della divina sua carità.
Poiché ebbe ricevuto il sangue e il desiderio suo, ed egli ricevette l’anima sua, la quale mise nella bottiga aperta del costato suo, piena di misericordia; manifestando la prima Verità, che per sola grazie e misericordia egli il riceveva, e non per veruna altra operazione.
O quanto era dolce e inestimabile a vedere la bontà di Dio! con quanta dolcezza e amore aspettava quella anima partita dal corpo! Voltò l’occhio della misericordia verso di lei, quando venne a intrare dentro nel costato bagnato del sangue suo, il quale valeva per lo sangue del Figliuolo di Dio. Così ricevuto da Dio per potenzia (potente a poterlo fare); e il Figliuolo, sapienza Verbo incarnato, gli donò, e fecegli partecipare, il crociato amore, col quale egli ricevette la penosa e obbrobriosa morte… e le mani dello Spirito Santo il serravano dentro.

(Lettera 273, p. 1150)


Perché si trova il fuoco nel sangue? Perché il sangue fu sparto con ardentissimo fuoco d’amore.
O glorioso e prezioso Sangue, tu se’ fatto a noi bagno, e unguento posto sopra le ferite nostre. Veramente, figliuola mia, egli è bagno; ché nel bagno tu trovi il caldo e l’acqua, e il luogo dove egli sta.

(Lettera 73, p. 1036)


Fa’, figliuola mia, due abitazioni; una abitazione attuale nella cella, ché tu non vada discorrendo in molti luoghi se non per necessità o per obedienzia della priora o per carità.
E un’altra abitazione fa’ spiritualmente, la quale porti congiuntamente teco: e questa è la cella del vero cognoscimento di te; dove troverai il conoscimento della nìbontà di Dio in te.

(Lettera 49, p. 929)


Santa Caterina da Siena
Dalle Lettere
- Brani estratti da Le lettere, a cura di U. Meattini, Milano 1987.


                                                              





Nel Sangue di Gesù: la testimonianza dell'Amore di Dio
 
" Io Caterina, serva dei servi di Cristo, scrivo e vi conforto, e a voi mi raccomando, nel prezioso Sangue di Cristo crocefisso, con desiderio di vedere il cuore e l'affetto vostro consumato nell'ardentissimo suo Amore" (Lettera 246).
"Dio è somma bontà e tutto ciò che ha fatto e fa, è per sconfinato Amore. Per Amore Egli ci ha creati alla immagine e similitudine Sua, per farci partecipi della somma eterna bellezza Sua, v'imploro, lasciatevi plasmare dal Suo Cuore, immergetevi nel Sangue Suo, nutritevi della Sua Carne..."(Lettera 5).
"E poichè per la colpa commessa non si compiva questa volontà in noi, fu necessario che la nostra colpa fosse punita per poter essere lavata dal Sangue Suo. Per questo Dio ci mandò il Verbo Unigenito Suo Figliolo, ed è stato Suo volere che per mezzo del Sangue Suo riavessimo la grazia per sempre. Ed Egli, Figliolo obbediente, corse all'obbrobriosa morte della Croce, corse incontro all'umiliazione, nulla risparmiò delle sue doti divine, corse come innamorato della salute nostra..."(Lettere 184-354).
"O Amore inestimabile! Per ricomprare il servo hai dato in cambio il Tuo proprio Figliolo; per renderci la vita, desti a Te la morte..."(Lettera 78).
" Sicchè il Sangue di Gesù Amore ci manifesta che Dio non vuole altro che la nostra santificazione, perchè se Egli avesse voluto altro non ci avrebbe dato il Verbo e il Figliuolo non ci avrebbe dato la vita.....non essere cieco nè sordo, umilia la tua superbia ai piedi della Croce, umilia la tua umanità nel seno della santa Madre Chiesa, lasciati prendere per mano e lasciati condurre nel lavacro della Santa Eucarestia. Non ti curare dei pastori che fanno imputridire le piaghe del Signore, preoccupati di soffrire per loro e di invocare costante misericordia per la loro salvezza. L'Eterno Padre si occupa della Sua Chiesa, tu occupati di salvare l'anima tua, preoccupati di non smembrare la Chiesa, di non aggiungere piaga su piaga, immergiti nel Sangue del divin Figlio e come figlio grato e meritevole di avere la Chiesa come Madre, offriti a Dio per la Sua salvezza, offriti a Lui per la Sua crescita, perchè possa raggiungere tutti i confini della Terra..."

(da diverse lettere e dal Dialogo della Provvidenza)



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