Re:
Scritto da: Paolo C. 26/03/2004 8.56
CUT
Comunque, per tornare al nostro discorso; mi chiedevo come fai a identificare con sicurezza come 'extraterrestre' l' 'incontro' che hai vissuto: non potrebbe essere un'entità dei piani astrali inferiori?(hai letto Aurobindo?) Uno dei loro 'compiti' è proprio quello di trascinarci verso il basso, l'importante è NON AVERNE PAURA. Fa parte del gioco. Purtroppo, tra i possibili rischi ed 'effetti collaterali' della pratica spirituale, certi problemi vanno messi in conto.
Ciao
questo è quello che in effetti penso mi capiti anzi mi sia capitato la maggior parte delle volte. Parte delle percezioni sono in comune con entrambe le esperienze. E infatti sto lavorando molto sulla paura, indubbiamente è una chiave importantissima.
Ma quell'incontro è stato diverso. E' difficile da spiegare perché i mezzi di cui al momento disponevo per conoscere la realtà non sono facilmente descrivibili a parole. Ci provo, ma finirò per ripetermi e dilungarmi.
Qualcosa dentro di me, qualcosa di diretto, di più veloce della velocità del pensiero - qualcosa frutto non della deduzione ma di una 'conoscenza immediata'
- mi 'suggeriva' che quello era un 'extraterrestre' (ancor prima di rendermi conto che parlava un linguaggio elaborato e mai sentito); allo stesso tempo capivo che questa parola non era veramente completa al fine di descrivere quell'essere, ma, per quanto concerne le possibilità espressive del linguaggio umano, (sentivo che) non ve n'era di migliore
.
All'epoca non sapevo nulla di ufologia, e anche se occasionalmente in tv avevo visto servizi sugli extraterrestri, li consideravo come eventualità 'separate' da me, così come appaiono essere tutte le cose e le persone, nella realtà odierna. Quindi la mia idea di extraterrestre era quella di un qualche mostriciattolo
su di un qualche veicolo che svolazzasse qua e là.
Insieme all'ipotesi di essere pazza che una parte di me ha portato avanti per almeno due anni (e in seguito ho compreso che questa idea era meno 'destabilizzante' del prendermi sul serio
), ipotizzai anche che quella fosse una creatura 'astrale extraterrestre' nel senso che avesse 'vibrazioni' diverse dalla 'qualità umana', e che io fossi incappata sul suo cammino per caso.
Detto così però è riduttivo: ogni parte di me mi suggerisce che non si trattava di una semplice 'forma energetica astrale' ma di un qualcosa di più, appartenente ad un mondo che 'ingloba' la realtà fisica
.
Ti ripeto, sapevo che era un extraterrestre non perché l'ho dedotto ma perché sapevo che era così. Lo so che sembra un assolutismo, e forse in un certo senso lo è; pensa a quelle sensazioni che ad esempio ha una mamma quando 'sa' che il proprio figlio, che magari vive lontano, sta male. E moltiplica all'ennesima potenza la percezione.
Per questo mi fido di questa informazione, perché non proviene dal mio cervello ma da una grossa parte intuitiva. Quale? Vorrei tanto saperlo
.
Certezze assolute, ad ogni modo, non ne ho né credo esistano.
Infatti ho valutato decine di ipotesi, tanto che finora tutte quelle proposte non mi risultano nuove.
Operando deduttivamente, invece, penso che io mi sia accorta di quell''incontro' in quanto quello era un periodo di buone intuizioni
. Pochi giorni prima, prendendo l'autobus, sapevo che avrebbe fatto una deviazione, sapevo che alla sera una certa amica mi avrebbe chiamato, sapevo come si sentivano le persone quando si avvicinavano etc... ... e poche sere dopo 'avrei saputo' che quello era un extraterrestre.
Ci tengo a sottolineare che non so ben definire né dò un significato particolare alla parola 'extraterrestre' so solo che al momento sentivo fortemente che era la più adatta.
L'ipotesi che si trattasse di un incontro casuale (a volte con le creature astrali accade, ne passano così tante...) viene meno, dal mio punto di vista, perché mentre vivevo la situazione, sentivo che i miei incubi di vent'anni - quelli con i dinosauri - erano legati a quello che stava accadendo. Non avevo nessun motivo per pensare ai miei incubi, questa situazione non gli assomigliava (almeno per il mio conscio) e da diverso tempo non ne facevo; in momento di 'urgenza' non mi metto a pensare ad altro!
Sono tornata ieri sera da Roma e l'ereo è stato dirottato da Cagliari ad Alghero, con un volo durato più di due ore invece che 40 minuti... tempaccio da lupi e il pilota si è buttato a capofitto sulla pista (...) con già i pompieri che già ci aspettavano. Ci sono stati momenti in cui ho creduto di non farcela (e non sono una fifona visto che mentre altri urlavano io stavo ancora scambiando battute 'sdrammatizzanti', avendo fatto 'gruppo casinista' con un genovese, un romano, un napoletano ed un'arzilla vecchietta cagliaritana). Insomma, voglio dire che confermo ancora una volta che - al dunque del pericolo - non si pensa ad altro che a quello che sta accadendo.
Tornando al punto, mentre mi sentivo trascinar via dal corpo, non vedo perché avrei dovuto pensare ai miei sogni.
Invece la sensazione - forte e diretta - è stata proprio come trovarsi con in mano l'ultimo tassello del puzzle necessario per decifrare quei sogni
.
Cosa però che poi non sono riuscita a fare.
E' ancora tutto così misterioso per me
.
Sempre ragionando per deduzione, non posso ignorare la quantità di sintomi che ho in comune con i presunti addotti. Ma non vi avrei mai prestato particolare attenzione se non avessi vissuto in primissima persona quanto descritto. Così questa volta la parte di me più razionale e diffidente, non ha trovato il modo di prevalere.
Ora ho deciso di smettere di dubitare di tutto e tutti e soprattutto di quello che ho vissuto, e di usare il peso logico come unico mezzo valutativo.
Lo so che per molti sbaglierò ma intanto le intuizioni sono aumentate e mi aiutano a vivere meglio accelerando le mie scelte. Per me conta questo. Conta cercare di capire quale sia il significato, nel senso di capire come posso imparare ed evolvermi, piuttosto che arroventarmi il cervello in definizioni di vero-falso e categorie varie.
Oggi mi sento benissssimmmmoooo e lieta di stare con i piedi a terra!
LightMatrix