I monologhi in auto del marito di Melania Rea
Ci sono anche tre monologhi fatti da Salvatore Parolisi nella propria auto, e riportati nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip Carlo Calvaresi, frutto di intercettazioni ambientali, sotto la lente degli inquirenti. Tre monologhi che, si legge nell’ordinanza, “non trovano spiegazione nell’ambito di una innocenza di Salvatore Parolisi ma, al contrario, la trovano nell’ambito di una responsabilità di Parolisi per l’omicidio della moglie”, Melania Rea.
LUDOVICA “NON CAPISCE”Il primo monologo “è significativo per la ‘non trasparenza’ di Salvatore – si legge nell’ordinanza – che cerca di occultare i segni e le tracce del suo rapporto in corso con Ludovica e si lamenta di come Ludovica ‘non capisca’ e che non deve contattarlo”: si tratta di un monologo fatto il 2 maggio, subito dopo una conversazione telefonica fatta da una cabina con Ludovica e in cui Salvatore la rimproverava per avergli mandato sms e gli chiedeva di cancellare ogni traccia del loro rapporto e di dire che il loro rapporto era terminato da un anno.
“E’ TOSTA”
Immediatamente dopo la fine della conversazione in questione Parolisi, salito di nuovo a bordo della propria autovettura, commenta: “Era solo per amicizia e basta e se non capisce ma poi solo l’amicizia rimane, poi solo per amicizia punto e basta ah… Lo deve capire lei, deve capire.. ma chi cazzo è… Gli dico non mi chiamare e lei mi manda il messaggio… Ehhh… Gesù mio… E no che te l’ho detto e se non te lo dicevo che faceva… Ma guarda che questa è davvero scema questa ragazza… Ah… Ma che ignoranza veramente… Guarda… Questa è… Questa è proprio… per chiamare io devo prendere un telefono… Devo riuscire a prendere… mannaggia quella non capisce io gli dico di lasciare stare e lei insiste, quella insiste… Quella è tosta”.