Saluto tutti quanti i partecipanti del forum e ricambio i saluti ricevuti da Maria, Michele, Mimmo Viviani, Mimmo Bonanno, Peppe, Tony, Celeste.
Mi fa molto piacere la partecipazione di Roberto nel forum che saluto cordialmente. Sintetizza più di altri la necessità di concretezza
Informo tutti che ho inviato a Celeste nuovi documenti da potere inserire nella cartella “Documentazione”. Aveva ragione Maria, sulla necessità di verificare la possibilità di un nuovo Piano Europeo. Ho verificato: alla fine di settembre 2005 è stato emanato il nuovo Regolamento Europeo (N.1698/2005) relativo al periodo 2007-2013. Il Governo Italiano ha adottato, alla fine del mese di ottobre nell’ambito della conferenza Governo – Regioni, il Piano Strategico Nazionale (PSN) assegnando alla Calabria ingenti risorse. La Regione Calabria sta discutendo sul Piano Strategico Regionale che dovrà essere adottato entro la fine dell’anno ma che ha già predisposto lo scorso mese di giugno
Per chi vuole agire nell’ambito dell’agricoltura vi è bisogno anche di questa normativa.
In verità la maggior parte della documentazione che ho trasmesso a Celeste riguarda il percorso attraverso il quale alcuni prodotti possono ottenere i marchi DOP – DOCG – IGP.
E’ evidente che vi sono a Carfizzi prodotti che meritano di ottenere tali denominazioni. Vi sono tanti produttori di ottimo miele ad esempio. E’ ottimo quello di Pino, mio cugino ed ottimo anche quello di Battista Spadafora. Li ho assaggiati entrambi. So poi che producono un ottimo miele Federico Varipapa, Casimiro Amato ed altri. A Carfizzi vi è sempre stata una tradizione secolare di tale prodotto. Mi ricordo come se fosse ieri Michele Bastone, il papà di Vittorio Bastone, quando vicino alla casa di Mario Madera, alla “luzza e marioghes”, alla sera richiamava all’alveare le api con il suono di un campanellino.
Ottenere il DOP per il miele, significherebbe per i produttori e per l’intero paese una enorme risorsa.
Diceva bene anche Mimmo Viviani, un altro prodotto tradizionale da rivalutare è il vincotto che, in realtà, è un mosto cotto.
Ma ce ne sono altri. Le crocette: fichi secchi aperti, incrociati con il ripieno di noci. Tutti questi prodotti ed altri possono ambire per ottenere le denominazioni.
Non si tratta di titoli vuoti. Ottenere queste etichettature significa avere una maggiore possibilità di commercializzarli e significa ottenere un prezzo di mercato ben superiore a quello attuale.
Non è poco.
Il mio pensiero, l’ho sempre detto, è rivolto ai carfizzoti. Molti si trovano davanti al dilemma se partire e trovare lavoro altrove o restare a Carfizzi. Molti si trovano davanti al dilemma se restare altrove (Germania per es. Milano, Torino, per es.) o tornare a Carfizzi.Tanti si trovano, come scriveva Maria nel post dell’1 dicembre, in questa situazione. Scriveva Carmine Abate in una sua poesia di qualche tempo fà: “restare o partire” (Bleiben oder gehen -nella raccolta Radici di cui non mi ricordo l’editore – In effetti cito un po’ a memoria il testo che ho lasciato a Carfizzi).
Nel concreto, più ci penso e più mi convinco che vi sia una via d’uscita. Lo avevo accennato questa estate durante la serata del 12.8.2006. La via d’uscita è l’agricoltura.
Esistono a Carfizzi tante terre incolte dei nostri genitori. Molti stanno s-vendendo, a prezzi irrisori, ad altri, non di Carfizzi, alcune di queste terre. Mi diceva quest’estate Francesco Basta (l’impiegato comunale, fratello di Michele) che a Carfizzi con questa sistema si sta creando un nuovo latifondo che sta erodendo il territorio dei Carfizzoti.
E’ mia opinione che per dare concretezza al nostro progetto vi è bisogno di creare una cooperativa agricola che chieda in gestione molte di tali terre incolte. La forma contrattuale tra cooperativa e proprietari dei terreno potrebbe essere quella dell’affitto.
La cooperativa, che dovrebbe diversificare le attività, potrebbe occuparsi della produzione di olio, miele, vincotto, funghi, considerare ed approfondire la novità dei tartufi.
Tutti questi prodotti, in primis l’olio, per cui vi è una grande produzione dovrebbero ottenere l’etichettatura europea.
In quest’ottica vi è bisogno di investimenti privati. Io stesso, in quest’ottica, mi autotasserei anche a fondo perduto. Conterei anche sui finanziamenti pubblici, perché no! Non ci trovo nulla di disdicevole.
E’ evidente che la strada per questo progetto è lunga. 1)Bisogna prima trovare le persone che vogliono cimentarsi in questa impresa: quanti che abitano a Carfizzi e quanti che abitano altrove che hanno intenzione di tornare. 2)Bisogna trovare le terre da coltivare. 3)Bisogna qualificare i prodotti nel segno della regolamentazione CE. 4)Bisogna, infine, ma primo per importanza pensare a come commercializzare i prodotti. Oltre che pensare ai supermercati, perché non offrire i prodotti tra i Carfizzoti nel Nord Italia, in Germania, a Ludwigshafen a Remscheid, magari facendo aprire piccoli punti vendita o nel modo in cui suggeriva Pasquale? Per questo ho inserito tra la documentazione quella relativa ai G.A.S. (gruppi di acquisto solidale) Sono idee che vanno naturalmente approfondite.
In questo contesto ci vedo benissimo giovani come Roberto Scarpelli ed altri come lui armati di grande forza di volontà.
Altra via di sviluppo è sicuramente quella del turismo inscindibilmente connessa con l’attività agricola che ho prospettato. Si chiedeva Roberto quali debbano essere i fruitori del turismo che immaginiamo. Non è certo un turismo rivolto ai giovani. Soprattutto se pensiamo al turismo di massa che ha bisogno di grandi discoteche e spazi di svago e di evasione. Non è nemmeno quello che vogliamo.
Credo che per come è fatto Carfizzi sia possibile un turismo rivolto alle famiglie, soprattutto a quelle che hanno figli piccoli che riescono ad integrarsi in poco tempo nella realtà carfizzota. Ragazzi che possono partecipare ai tornei di calcio nel tardo pomeriggio dopo essere tornati dal mare. Che possono partecipare al “corri il verde”. Che possono seguire durante alcune serate le rappresentazioni teatrali all’anfiteatro. Che possono partecipare insieme ai genitori o da soli alle sagre rionali al Palacco, davanti alla canonica come si sono svolte negli ultimi anni, a partecipare alle escursioni lungo il corso del Manzella riscoprendo la via dei mulini fino alla cascata del Giglietto. Partecipare alla festa di Santa Veneranda, alla processione. Andare al mare durante le ore più calde della giornata.
Fare di Carfizzi un intero paese agrituristico. Proprio così come qualcuno di voi ha già detto. Ma in effetti Carfizzi è un paese agrituristico. Chi di voi che ha avuto ospiti del Nord o dell’estero non li ha portati nella propria campagna non ha fatto mangiare loro direttamente dall’albero le pere “imperiali”, l’uva direttamente dalla vigna, le olive fatte in casa, “ghignet te konza”
Non vi sembra già un progetto turistico l’”OASI” come l’ha definita Roberto?
Ognuno di noi potrebbe fare da cassa di risonanza per cercare di reclamizzare l’iniziativa e così l’offerta turistica.
Non so fino a che punto ma molti di quei ragazzi che negli anni sono venuti a Carfizzi dall’estero oggi sono sicuramente madri e padri di famiglia. Molti di essi hanno nel cuore Carfizzi. Credo che ci tornerebbero volentieri se l’offerta turistica fosse allettante, ricca nel senso culturale di cui sopra, economica.
Trovo giusta l’idea di Michele sul recupero edilizio ma credo che sia ancora prematura. Sono certo che se il progetto di cui parlavo decollerà, allora, non vi è dubbio, la ricostruzione, la ristrutturazione del paese sarà necessaria.
Vediamo prima quante case vi sono già a disposizione da affittare, quante saranno affittate nei prossimi anni, quanta domanda di affitti ci sarà. Se la domanda dovesse essere in aumento, l’offerta di case dovrebbe aumentare naturalmente ed i proprietari richiederebbero senza dubbio di porle in affitto, previa ristrutturazione. Comunque se Michele crede che un mercato degli affitti vi sia già, vada avanti con la sua idea. Gli darò tutto l’appoggio possibile. Qualsiasi cosa di positivo si faccia mi troverà alleato. Non sono mai contro in maniera pre-giudiziale. Parteciperò a qualsiasi iniziativa che voglia il bene del paese.
A proposito colgo l’occasione per chiedere a Dea di inserire nella cartella documentazione, se può, il Piano Regolatore vigente ed ogni delibera di rilevante importanza. Ad esempio il materiale sul distretto arbereshe, la delibera riguardante la ristrutturazione del “Currituri” che per quanto mi risulta ha come destinazione “casa albergo” ecc..
Buon lavoro a tutti.
[Modificato da vinbasta 04/12/2006 17.57]
[Modificato da vinbasta 04/12/2006 18.12]