A NAPOLI LE POSE INEDITE E IRONICHE DEL FOTOGRAFO AMERICANO
La Chapelle espone i "Very Important Portraits"25/3/2006
Scendono dall'Olimpo e accettano di giocare su quanto di loro sta più caro al mondo, l'immagine. Il pianeta Terra chiama i "Vip", e loro ci stanno: lasciandosi "acconciarè in pose inedite e ironiche per l'esposizione del fotografo statunitense David La Chapelle - da 24 marzo al Museo di Capodimonte a Napoli - dedicata ad alcuni "Very important portraits".
Si inaugurano nello stesso giorno a Capodimonte la mostra di Tiziano e, irriverente contro-canto, un percorso di foto dell'erede scanzonato e piccante di Andy Warhol, che porta a Napoli i volti celeberrimi, in pose decisamente inedite, di modelle, attori, cantanti.
Tutti gli hanno detto sì: Madonna e Leonardo Di Caprio, Simon Le Bon e gli Smashing Pumpkins, Pamela Anderson e Daniel Day Lewis. Sottoponendosi alle torture del fotografo che, dopo averli immortalati per copertine, riviste, sfilate, ha voluto rileggerli nella chiave che gli calza meglio: la lente esasperata in grado di raccontare l'incontenibile euforia del mondo 'vip'.
Marilyn Manson non può che essere Marilyn Manson. E c'è. La provocazione però è materia prima sotto l'occhio vispo di La Chapelle, e non richiede che la "stoffa" del soggetto sia sensazionale. Il fotografo è in grado di coglierla, sovresponendola, in qualsiasi forma umana a portata di scatto, per predisposizione innata. Perchè è così che l'artista vede e quindi propone il mondo. Quindi ecco Naomi Campbel che in uno sfondo blu, nuda sul pavimento versa il latte bianco sulla pelle nera. O Eminem che tiene in mano un candelotto acceso, pronto ad esplodere, evitando in questo modo di essere del tutto nudo. Più mansueto lo sguardo su Hillary Clinton, per cui la posa è tradizionale.
Il risultato complessivo è certamente più ironico che sorprendente. Conditi con i trucchi, esasperata ogni eccentricità, nudi come madre natura li ha fatti, coperti a malapena sfiorando l'effetto Mapplethorpe. Tatuati, traforati, attraversati, incubati. Semplicemente scoppiati. E tutti in definitiva compiaciuti.
È provocatorio anche quello che viene definito, anche nelle sue mani, il ritratto classico: quello borghese di Liz Taylor, imbalsamata in un vestito viola che stordisce i sensi, con il cane a fianco e il residuo di un cocktail a farle compagnia.
Nella mostra si intravede il percorso di David La Chapelle, che ha lavorato a lungo a New York con Andy Warhol per la rivista Interview; che ha collaborato con Vogue, Vanity Fair, The face, The London Sunday Times. Che ha firmato le campagne pubblicitarie per Lavazza, L'Oreal, Iceberg, Mtv, Diesel. Le copertine di Madonna, Elton John, Withney Huston, Macy Gracy, Moby. Che ha lavorato nella moda con Jean Paul Gaultier e Armani, (per cui ha girato anche un cortometraggio, «Salvation Armani»).
Nel 1995 fu riconosciuto come il miglior fotografo dell'anno dalla rivista Photo, e da American Photo. Nel 1998 ricevette dalla rivista "Life" l'Alfred Eisenstandt Awards «per lo stile fotografico più interessante». È già da tempo anche un autore da bestseller. Oggi è ritenuto fra i primi dieci fotografi del mondo.
Un percorso che lo porta a noi: con una serie di ritratti che hanno l'intenzione di dissacrare le divinità del terzo millennio, immergendole in una sequenza ironica e provocatoria, per poi riportarle sull'orbita sovrumana che le distacca dal resto del mondo. Il gioco infatti non scompone di un capello le nostre icone, che sembrano al contrario rinvigorirsi nell'immaginario comune. Riprendono i loro panni e tornano rapidamente al loro posto, fra le "mirabilia" del mondo post-contemporaneo: esattamente laddove sono state prese in prestito, per appena il tempo di uno scatto.
Qualche napoletano/a ci va a fare un salto e scatta una foto alla foto di Simon per postarla qui? sono troppo curiosa!!!