NATUZZA EVOLO LA MASSAIA DI DIO

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Caterina63
00domenica 1 novembre 2009 11:55
....san padre Pio ci insegna che non esiste il caso....e proprio stanotte, VIGILIA DI TUTTI I SANTI,
Novembre: Festa liturgica di Tutti i Santi e dei Nostri cari Defunti

la nota mistica Natuzza Evolo è stata chiamata dal Padre dopo una vita di preghiere, di sofferenze, di evangelizzazione....

Alla Chiesa spetta il pronunciamento finale delle attività di Natuzza, ma occorre dire che MAI c'è stato un pronunciamento contrario all'insegnamento di questa signora considerata anche dal suo vescovo "UNA MISTICA SERIA ED UMILE".....


Natuzza Evolo

Apparizioni di Paravati  (Vibo Valéntia)

Nel periodo della Quaresima di ogni anno le stigmate di Natuzza si arrossano, si ingrandiscono e si aprono producendo perdite ematiche e sofferenza. Il sangue sgorgato genera sovente delle "emografie", raffigurando immagini sacre.


A partire dal 15 agosto 1938 la vergine apparve a Natuzza Evolo (1924), sposata con un falegname e madre di tre figli. La veggente è una persona umile e semplice; analfabeta, ma dotata di particolari carismi, con una intensa vita spirituale e con elevate doti mistiche vissute in povertà.

Ha ricevuto il dono delle stimmate ed ogni anno rivive sul suo corpo la Passione di Cristo in croce; suda sangue, che forma sulle garze o sulla biancheria delle scritte in varie lingue. Ha ricevuto il dono della bilocazione, che non avviene mai di sua spontanea volontà, ma come lei stessa chiarisce:" Mi si presentano dei defunti o degli angeli e mi accompagnano nei luoghi dove è necessaria la mia presenza".

La veggente opera guarigioni; parla lingue straniere pur non avendole studiate: è l'angelo che gliene dà la facoltà quando è necessario. Oltre la Madonna, ha visioni di Gesù, dell'angelo custode, di santi e di vari defunti, con i quali può dialogare. All'età di 10 anni le apparve san Francesco da Paola.

Il 13 maggio 1987 ha fondato l'associazione "Cuore Immacolato di Maria rifugio delle anime", finalizzata all'assistenza per i giovani, handicappati e anziani. Quello di Natuzza è un messaggio di religiosità popolare; è la logica del Signore che parla ai poveri. Oltre Che Gesù, anche la Madonna ha dato a Natuzza molti messaggi. Quarantacinque anni fa le ha chiesto di costruirle una chiesa. Il 2 luglio 1968 le disse:"
Prega per tutti, consola tutti perché i miei figli sono sull'orlo del precipizio, perché non ascoltano il mio invito di Madre, e l'eterno Padre vuol fare giustizia".

Il 17 aprile 1981 le spiega:"Se non fosse per voi anime vittime e per i bambini innocenti, Gesù avrebbe scatenato la sua ira"; e ancora il 15 agosto 1968:" Una giornata della tua sofferenza può salvare mille anime!".

Mentre il 1° aprile 1982 le annunciò che "Gesù è triste, tutto l'intero mondo rinnova la sua crocifissione; gli uomini pensano solo a tutto ciò che è terreno, trascurando le cose spirituali e quindi l'anima. Non si rendono conto che la vita terrena è breve; possono guadagnare tutto l'intero mondo, ma se non sono con Gesù perdono la loro anima. Pensate finché siete in tempo, perché Gesù è buono e misericordioso, però dice:" Non abusate della mia misericordia".

Il 13 marzo 1984 le annuncia:"Io sono l'Immacolata Concezione, figlia mia. Lo so che stai soffrendo...il Signore ti ha affidato un compito doloroso e difficile, ma non ti scoraggiare, c'è Lui che ti protegge e ti aiuta...Con la tua sofferenza salvi tante anime".

Notizie tratte dal libro:"Apparizioni mariane" di M.Gamba Ed. Segno


Natuzza Evolo, madre perfetta di cinque figli, è, nello stesso tempo, dotata del più straordinario carisma, da lei messo con umiltà e sacrificio al servizio del prossimo. Natuzza non evoca i defunti chiedendo loro di venire da lei, le anime le appaiono per loro stessa volontà con il permesso di Dio. Quando la gente le chiede messaggi o risposte particolari dai propri cari trapassati, lei risponde che ciò dipende soltanto dal Signore ed esorta a pregarLo affinché il permesso venga accordato.

Nata a Paravati, in provincia di Catanzaro, dove tutt’ora risiede, Natuzza mostrò fin da giovanissima i segni di una medianità particolare: sudorazioni ematiche non spiegabili scientificamente si trasformano, a contatto con bende o fazzoletti, in disegni e simboli di carattere sacro e in testi di preghiere non soltanto in italiano, ma anche in latino, greco, ebraico e in altre lingue. Le immagini e le figure mistiche consistono in Santi aureolati e semplici pellegrini, angeli, raffigurazioni della Madonna, ostie ed ostensori raggiati, calici, scale, porte, cuori, corone di spine e simili.

Le scritture riproducono passi della Bibbia, inni, motti religiosi, Salmi, sentenze, versetti e preghiere. Il fenomeno della sudorazione ematica, continuo ed appariscente, diventa nella Evolo più evidente durante la Quaresima per l’aggiunta delle stigmate. Fin da bambina Natuzza, oltre a conversare con i defunti, ha manifestato fenomeni paranormali, tutti raccolti in numerosi scritti e confermati da medici e studiosi e da centinaia di testimoni.


Una prova che Natuzza vede realmente gli angeli, consiste nella immediatezza, sicurezza, intelligenza ed esattezza delle sue risposte date a chi è invece del tutto incerto su quale sia la soluzione del problema che lo affligge. Questo tipo di verifica, concessa ad un’infinità di persone, comprende innumerevoli consulti di ordine medico forniti con grande precisione: risposte riguardanti la salute, lo stato delle infermità, la necessità di subire o meno operazioni chirurgiche, la maggior parte delle quali si sono rivelate esatte.

Natuzza ha sempre affermato di attingere le sue informazioni dall’Angelo Custode, proprio o altrui e di ripetere esattamente quanto costui gli suggerisce. Le diagnosi mediche vengono effettuate dai defunti o da altre personalità, come ad esempio da parte di Padre Pio. Innumerevoli le persone che hanno acquisito una fiducia incrollabile nella sua capacità diagnostica, ma Natuzza ha sempre dimostrato disinteresse materiale per la propria opera, rifiutando ricompense e offerte. Essendo però a conoscenza di tanti casi di persone bisognose, è stata promotrice dell’Associazione Cuore Immacolato di Maria, che ha dato vita, con il contributo di tanti, ad un progetto di opera assistenziale per giovani portatori di handicap e anziani attraverso una grande struttura di accoglimento, gestita da un Consiglio di Amministrazione il cui presidente è il parroco di Paravatti, don Pasquale Barone.

Fin dall’età di 10 anni, Natuzza incominciò ad avere delle piccole lesioni dolorose, piccoli fori nei polsi e ai piedi che apparivano spontaneamente senza una causa naturale. La bambina tenne per sé il segreto, solo il nonno ne fu partecipe medicandole le ferite. Con il trascorrere degli anni, le lesioni divennero più estese e più profonde, interessando anche la zona al di sotto della mammella sinistra e la spalla destra, ovvero tutti i punti dove la tradizione colloca le piaghe di nostro Signore Gesù Cristo. Perfino il marito, Pasquale, si avvide delle stigmate in direzione del cuore dopo molti anni dalla loro comparsa. Per lungo tempo la mistica nascose alla gente le sue piaghe, fino al 1965, quando non poté più negare l’evidenza.

Nel periodo della Quaresima di ogni anno le stigmate di Natuzza si arrossano, si ingrandiscono e si aprono producendo perdite ematiche e sofferenza. Il sangue sgorgato genera sovente delle "emografie", raffigurando immagini sacre.

La bilocazione di Natuzza avviene in vari modi, coinvolgendo tutti i sensi idonei a tale scopo, cioè per mezzo della vista e dell’udito, con l’audizione di voci e rumori, con percezioni di profumi, con sensazioni tattili e durante lo stato di sonno. Altre volte Natuzza lascia delle tracce oggettive del suo passaggio bilocativo modificando l’ambiente, producendo delle azioni fisiche permanenti, oppure, trasportando degli oggetti da un posto ad un altro. In alcuni casi eccezionali, le macchie di sangue rimaste sul luogo dello spostamento dell’oggetto hanno assunto la forma di emografie, dal chiaro significato simbolico.

Tutti i fenomeni di Natuzza sono autentici - autentica la bilocazione e l’emografia - e sembrerebbero non rientrare nel campo naturale né in quello del paranormale. Natuzza non ha mai acconsentito a collaborare ad indagini parapsicologiche, ella considera infatti quello che le appartiene come doni mistici da custodire nell’umiltà. Una volta, un padre Gesuita volle conoscere Natuzza e si recò da lei in incognito indossando degli abiti civili. Parlò di varie cose e poi le disse che stava per sposarsi e che voleva un suo consiglio sulle nozze imminenti. Natuzza si alzò in piedi ed inchinandosi gli baciò la mano. Il gesuita stupito per quel gesto, chiese spiegazioni e Natuzza gli rispose: "Voi siete un sacerdote!" l’altro replicò cercando di mantenere l’anonimato, ma lei aggiunse: "Vi ripeto siete un sacerdote, un sacerdote di Cristo, lo so perché quando siete entrato ho visto che l’angelo vi stava accanto sulla destra. Mentre a tutti gli altri, i laici, l’Angelo è a sinistra".

In alcuni casi numerose persone hanno avvertito emanare dalla persona di Natuzza un profumo di fiori senza che vi fosse una spiegazione naturale. Il profumo sprigiona misteriosamente anche dagli oggetti da lei toccati: corone del rosario, crocifissi, ed immagini sacre regalate. Il profumo si sente, a volte per qualche istante, altre, a distanza di tempo, oppure è avvertito contemporaneamente e indipendentemente da più persone. Ed ha ha una sua specificità: emana anche in posti distanti dove non vi è alcun oggetto toccato precedentemente da Natuzza. È molto probabile che questo sia semplicemente l’odore della Santità, un dono straordinario che il Signore si compiace di dare ai suoi eletti.

Ritengo, conoscendola bene, che Natuzza possegga una mirabile virtù spirituale, nella grandezza della sua umiltà e carità e, che mette a disposizione di chi si affida alle sue preghiere, elargendo sollievo e conforto. Personalmente, allorché ci siamo incontrati, ha comunicato pace e serenità oltre a donarmi alcune emografie ed un crocifisso che lei stessa ha portato per 13 anni. Per me il bene più prezioso. I fenomeni di Natuzza non potranno mai essere spiegati dalla scienza, né oggi, né domani. La bilocazione con l’intrinsecazione a distanza del suo sangue va al di là dei limiti imposti dalle leggi della natura, così come i disegni emografici, che superano le barriere opposte dalle pieghe del fazzoletto, disponendosi in bell’ordine all’interno.

Le dolorose stigmate non sono spiegabili a livello fisiologico o patologico, la sua chiaroveggenza angelica - con un elevatissimo numero di successi e sempre orientata verso gli aspetti morali-religiosi - va ben al di là della chiaroveggenza paranormale. Sono innumerevoli le guarigioni e le diagnosi esatte che Natuzza pronuncia quotidianamente; un dono del Signore, che ha scelto lei, piccola donna dell’estrema punta Sud del nostro Paese, per comunicare agli uomini tutta la sua franchezza, tutta la sua misericordia.

Nicola Cutolo

Notizie tratte dal sito www.edicolaweb.net


http://www.apparizioni.com/I%20Fatti/natuzza_evolo.htm


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Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle anime




(Teofilo)
00domenica 1 novembre 2009 12:47

Natuzza Evolo per oltre 60 anni ha presentato manifestazioni non ordinarie che sono state oggetto di studi e verifiche scientifiche. Quanti lo hanno conosciuto attestano la sua semplicità e la genuinità della sua fede. Rimaniamo in attesa del discernimento della Chiesa ma la sua fede ha conquistato molti al Signore.

Caterina63
00lunedì 2 novembre 2009 11:31



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Non so come si pronuncerà la Chiesa, ma trovo questa storia di Natuzza davvero una Provvidenza di Dio...
Il fatto che il Padre l'abbia presa nella solennità di tutti i Santi, lo trovo un segno di attestazione del Padre e vedo Natuzza nella Comunione dei Santi che continuerà a pregare per noi....
Una Donna davvero Mariana e profondamente Cattolica...
Grazie Natuzza, Prega per noi e che il Signore ti abbia in Gloria a Suo e nostro vantaggio...


qui a seguire la storia di Natuzza in 36 minuti di video interessante...


Ho sempre creduto a Natuzza per i seguenti motivi:

1) è sempre stata obbediente al vescovo e non ha mai operato senza prima averlo ascoltato....cosa che non avviene per esempio a Medjugorje dove si da molto più risalto in continua disobbedienza ai vescovi del luogo....con la COMPLICITA' DEI GIORNALISTI....

2) Natuzza non si è mai arricchita...non ha mai comprato case... non si è mai spostata dalla sua zona...ha operato, in un certo senso, molto similmente a san Padre Pio...

3) era in sostanza analfabeta non essendo mai andata a scuola, eppure in quelle poche parole che spiega nelle interviste le sue spiegazioni semplici, sono ricchissime di profonda TEOLOGIA pura ed incontaminata....

4) indubbiamente, come disse il vescovo che accompagnò Natuzza nel 1992 dal Papa: "sono qui a testimoniare che Natuzza è una Donna SINCERA, di preghiera e di sofferenza, DI OBBEDIENZA E FEDELTA' ALLA CHIESA, tutto il resto non deve avere alcun peso, non bisogna fermarsi ai fenomeni essi sono strumenti non lo scopo nè la santificazione di una persona, Natuzza è una Donna davvero sincera e di preghiera..."

Anzi, voglio dire da qui un Grazie a Natuzza, che Dio l'abbia in Gloria per il Suo progetto e per il nostro Bene...
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Caterina63
00martedì 3 novembre 2009 20:47
Vibo Valentia, 3 nov. - (Adnkronos) - La diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea supportera' l'iter burocratico per la canonizzazione di Natuzza Evolo, la mistica di Paravati. Lo ha detto monsignor Luigi Renzo nell'Omelia in occasione delle esequie che si stanno tenendo nel piccolo centro del vibonese.

"Il riconoscimento ufficiale -ha detto- e' un problema nostro, non suo perche' lei e' gia' santa". Il prelato ha detto che "sara' Dio stesso a dettare i tempi se lui vorra' e sembra che lo voglia". Monsignor Renzo ha aggiunto che la presenza di tanti vescovi alla celebrazione "da' il significato dell'importanza di questa grande donna". Questa sua ultima frase e' stata accolta da un grande applauso dei fedeli.


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 Sorriso a me è sempre piaciuta Natuzza....

e confesso che ho un fatto strano che conservo....quando mi interessai per la prima volta alla sua storia (una decina d'anni fa, ossia entrando in internet), ebbi la sensazione che il volto non mi era nuovo...era come se l'avessi conosciuta da sempre ma non ho la memoria di dove...
Le nostre strade nel mondo non si sono mai unite nè incrociate, nè ho mai avuto amici o parenti legati alla sua figura...nè mai un opuscolo che me ne parlasse...
Ma poi non è una questione di viso, ma una sensazione a pelle...mi sono sentita, cioè, sempre in comunione con lei fin da quando mi interessai alla sua storia....
Non saprei spiegarvelo...e non mi sono mai interessati i fenomeni in sua dotazioni, anzi, non li ho mai cercati...ma è un qualcosa di più profondo, forse di fede comune...e il sapere che c'era mi dava sempre tanta gioia e tranquillità...

Mi auguro davvero che presto la Chiesa la riconosca.... Sorriso


Gabbianella1.
00giovedì 5 novembre 2009 09:46
Qta è la prima volta che leggo la sua storia...


...


La Bellezza dell'anima contagia...
a leggere la sua storia umilissima e straordinaria io provo una grande commozione e piango come una sciocca....
mi contagia labonta' e la semplicita' di qta donna....
e mi risuona nel cuore il Magnificat della nostra cara Madonna.
Caterina63
00giovedì 5 novembre 2009 14:16
Re:
Gabbianella1., 05/11/2009 9.46:

Qta è la prima volta che leggo la sua storia...


...


La Bellezza dell'anima contagia...
a leggere la sua storia umilissima e straordinaria io provo una grande commozione e piango come una sciocca....
mi contagia labonta' e la semplicita' di qta donna....
e mi risuona nel cuore il Magnificat della nostra cara Madonna.



[SM=g1740722] Esatto Gabbianella...ed è un ottima occasione per scoprire la Grazia di Dio operante attraverso gli umili e i semplici del nostro tempo.... [SM=g1740733]

La storia di Natuzza è bellissima per molti aspetti non certo per le sue doti soprannaturali... [SM=g1740733]
per scoprire questo suo rapporto con la Vergine occorre non lasciarsi suggestionare dai fenomeni che viveva... solo dopo aver appreso come PREGAVA E COME VIVEVA Natuzza, come esercitava l'umiltà e la fede, allora si apprezzeranno anche i fenomeni che viveva....

E' una storia bellissima che mi ha sempre affascinata...facciamola conoscere anche noi... [SM=g1740722]


Il Vescovo raccoglie l'eredità di una mistica, Natuzza Evolo


“Per noi lei è già santa perché adesso è in paradiso”, dice al funerale




ROMA, giovedì, 5 novembre 2009 (ZENIT.org).- Circa 30.000 persone provenienti da tutta Italia e anche dall'estero hanno sfidato questo martedì la pioggia della Calabria per unirsi al funerale di Natuzza Evolo, considerata una mistica dei tempi moderni, fondatrice dei Cenacoli di preghiera.

“Per noi lei è già santa perché adesso è in paradiso”, ha detto nell'omelia della celebrazione il Vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, monsignor Luigi Renzo.

Secondo la testimonianza delle numerose persone che accorrevano a chiederle preghiere o consigli, sul suo corpo apparivano nel periodo quaresimale ferite sanguinanti per le quali non è mai stato possibile trovare una giustificazione scientifica.

Spesso si è parlato anche dei casi di emografia che l’avrebbero riguardata e soprattutto dello stato di trance che l’assaliva. La prima volta si registrò il 26 luglio 1936, quando per sette ore i medici cercarono di capire cosa stesse accadendo, secondo quanto ha documentato “Avvenire”, il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana.

L'episodio più significativo, invece, avvenne nel 1944, quando Natuzza raccontò di aver avuto una visione e di essersi sentita annunciare la costruzione di “una grande casa per alleviare le necessità di giovani, anziani e di quanti altri si troveranno nel bisogno, con una grande chiesa che si chiamerà 'Cuore immacolato di Maria rifugio delle anime'”.

Quarantatrè anni dopo, il 13 maggio 1987, l’allora Vescovo di Mileto, monsignor Domenico Tarcisio Cortese, diede l’assenso alla nascita di un’associazione, poi divenuta fondazione, che portava quel nome ed era finalizzata tra l’altro alla realizzazione dell’opera.

Proprio davanti al cantiere di questa struttura, a Paravati, piccola frazione di Mileto, è stato allestito l’altare sul quale si è celebrata la liturgia funebre per Natuzza, deceduta all'età di 85 anni il 1° novembre. All'annuncio, nel giorno dei Santi, le campane del suo paese hanno suonato a festa.

“Mi chiedono cosa pensi la Chiesa di Mamma Natuzza – ha riconosciuto monsignor Renzo –, e la risposta è nella partecipazione a questa cerimonia di tanti confratelli Vescovi”. Accanto al presule, sull'altare, c'erano cinque Vescovi, i pastori delle tre Diocesi di Locri-Gerace, Catanzaro-Squillace e Lamezia e due emeriti. Li circondavano più di cento sacerdoti.

Natuzza, sposata con un falegname con cui ha avuto cinque figli, fin dall’adolescenza era stata al centro di fenomeni inspiegabili, ritenuti da alcuni paranormali.

“Sono fenomeni di grande suggestione e se vogliamo di sensazionalismo, ma restano sempre marginali – ha affermato il Vescovo –. Natuzza non è grande per questi fenomeni, anche se appariscenti. Natuzza è grande per la sua fede, per il suo amore, per il suo 'sì' totale dato a Gesù sofferente”.

Monsignor Renzo ha rivelato nell'omelia che “Natuzza, donna debole nella salute, ma forte nella fede, ha mostrato il suo coraggio, la sua grandezza d’animo, soprattutto al momento della morte. E’ in quel momento che ha testimoniato a me e agli altri vicini al suo letto di agonia quale fosse la sua tempra spirituale e come la sua fede e il suo amore a Dio fossero tutto per lei”.

Il Vescovo ha ricordato di averla vista poche ore prima della morte e di averle chiesto: “Natuzza, volete baciare il Crocifisso?”. “Come se si fosse svegliata da un torpore di sofferenza, ha aperto gli occhi, ha fatto cenno di sì e porgendo e avvicinando le labbra ha baciato il Crocifisso. In quello stato di dolore e sofferenza ha dimenticato se stessa e ha baciato il Crocifisso riprodotto sulla mia Croce pettorale”.

Per ulteriori informazioni sui Cenacoli di preghiera, www.rifugiodelleanime.org



Caterina63
00martedì 14 maggio 2013 10:35

natuzza-f9c5fa

NATUZZA EVOLO

L’anomala vita di una normale donna del

Sud 

Nella quale irrompe (ma è vero?) il Soprannaturale…“parlo con i morti”, confessa..

 Prima parte



Sarà un anno pieno di fatti straordinari. Che la porteranno al manicomio.

Al termine delle crisi, si succedono le apparizioni ora della Vergine, ora di Gesù, ora degli Angeli e di diversi defunti del Purgatorio, dice.

Per onestà, dobbiamo ricordare l’errore commesso da Natuzza, quello di aver comunicato, nel 1940, la data della sua morte che sarebbe avvenuta entro il 26 luglio. Non essendosi verificato alcun trapasso, questo non solo screditò la ragazza agli occhi di molti, ma offrì a padre Gemelli l’opportunità di chiudere il caso dichiarando la stessa schizofrenica e isterica. Inoltre, non ritenendo neppure necessario una visita più accurata, ne consigliava, per il suo stesso bene, il ricovero nel manicomio

 

di Dorotea Lancellotti dal sito papalepapale.com

“…il Padre Pio presenta le note caratteristiche di una deficienza mentale di grado notevole con conseguente restringimento del campo della coscienza”.

Con queste dure parole di condanna, padre Agostino Gemelli apriva la strada ad una diagnosi di follia non solo riguardo a San Pio da Pietralcina, ma anche nei confronti di tutti coloro che manifestassero in qualche modo dei segni soprannaturali. Probabilmente, se ci fosse stato lui all’epoca di santa Caterina da Siena, avrebbe avuto da ridire anche sulla Patrona d’Italia, dato il suo comportamento.

Lo stesso triste verdetto toccò a Natuzza Evolo, quando, nel 1940, l’allora Vescovo di Mileto, Paolo Albera, inviò a padre Agostino Gemelli una documentazione sulla ragazza. Padre Gemelli, senza neppure visitarla, senza neppure consultarla, senza parlare con lei di persona, si prese l’onere di giudicarla e condannarla come “soggetto ignorante con atteggiamento tipico della schizofrenia”.

Mentre a Padre Pio venne risparmiato il ricovero in manicomio, questa dolorosa prova toccò alla povera Natuzza. La donna accettò con somma obbedienza e docile sottomissione.

“Gesù stesso aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella sua patria” (Gv. 4,44): questa frase di solito viene utilizzata contro la Chiesa, per giustificare quando, da Madre e Maestra, condanna qualcuno per eresia. In verità, questa frase indica una certa difficoltà che i santi riscontrano proprio nell’ ambiente ecclesiale, dove dovrebbero essere accolti, invece, con più serenità. La frase di Gesù viene pronunciata dopo che i suoi manifestarono un netto rifiuto nel voler credere alle sue manifestazioni.

QUELLA DONNA UMILE CHE NON PIACE A PADRE GEMELLI

Padre Agostino Gemelli: personaggio controverso che ne azzeccò poche in vita sua, convertito ma con una mentalità molto razionalistica, fu spesso fiero oppositore delle persone che presentavano segni soprannaturali.

Senza dubbio la Chiesa, in qualità di Madre e Maestra, ma anche il cristiano, è chiamata al discernimento e a “provare gli spiriti”. Nulla ci impedisce di pensare che padre Gemelli sia stato chiamato dalla Provvidenza Divina  come colui che doveva provare “al crogiolo”. In certo qual modo, la robustezza nella fede autentica di queste persone è dimostrare, al di là delle opinioni personali, le realtà divine soprannaturali che esse dicono di vivere.

Vedremo infatti come l’atteggiamento stesso dei vescovi del luogo cambierà in merito a Natuzza, della quale, anticipiamo, è già stata avviata l’inchiesta diocesana, iter ordinario, per procedere poi con il processo di beatificazione.

Natuzza era stata allevata ed educata all’obbedienza e per obbedienza   – lei che voleva farsi suora ma che a causa dei segni soprannaturali non verrà accolta - accontenta la nonna e si sposa per “procura” essendo il fidanzato sul fronte di guerra: un felice matrimonio, dal quale nasceranno ben cinque figli.

Riguardo a San Pio da Pietrelcina, Natuzza diceva in un’intervista: “Io non mi posso paragonare a Padre Pio, perché lui era un santo, era un prete, aveva tutto (del santo), toccava Nostro Signore vivo e vero ogni mattina ed io che cosa faccio? Io sto solo (qui) per ascoltare e per dare un consiglio a quelle persone che il Signore mi manda. Io, con Padre Pio, non posso essere alla stessa altezza”.

Il Vescovo di Mileto (dal 1979 al 2007, deceduto nel 2011), mons. Domenico Cortese, che ben conobbe Natuzza e contribuì alla Casa per anziani, disse: “Natuzza è una “Parola di Dio” come lo sono io e come lo siete voi. Però la Parola di Dio deve essere saputa leggere; il guaio è che Natuzza spesso non è saputa leggere! Natuzza è una donna di fede, è una donna che si nutre di speranza, una donna che vive di carità. Il Vescovo di questo luogo vi può dire che è una donna intanto molto umile. E’ uno degli elementi positivi e questo lo devo dire a tutta la comunità in qualità di vescovo ed anche come uomo; è una donna profondamente umile e veramente povera di spirito. Questa donna è davvero umile e soprattutto ubbidiente al vescovo…”

DAL CIELO ARRIVA UN “CATECHISTA” SPECIALE…

San Francesco di Paola: uno dei catechisti speciali di Natuzza.

La rete brulica di biografie perciò ci limiteremo a riportare gli elementi più essenziali. Fortunata Evolo nasce a Paravati, una frazione di Mileto, in provincia di Vibo Valentia, il 23 agosto del 1924, da Fortunato Evolo e Maria Angela Valente. La sua infanzia è complessa e difficile: il padre emigra in Argentina, ma invece di mantenere fede alle promesse di un ritorno, si risposa e non torna più a casa, abbandonando la famiglia. La mamma, in paese, non gode buona fama e così il clima di diffidenza si abbatte anche sulla piccola Natuzza che non potrà partecipare costantemente alla formazione catechetica. Tuttavia, sarà proprio in questo clima di umiliazioni che la piccola si distinguerà subito dalle sue coetanee per il suo carattere mite, dolce e soprattutto paziente. A causa anche dell’estrema povertà, Natuzza resterà pressoché analfabeta, specialmente a riguardo della dottrina della Chiesa, e proprio questa situazione di innocente ignoranza renderà ancora più credibile la sua prima esperienza con il mistero e il soprannaturale avuta all’età di dieci anni.

Un giorno (secondo quel che Natuzza racconta) mentre era in casa, la bambina sente bussare alla porta, apre e si trova davanti un monaco dalla “statura imponente e con gli occhi luminosi”. Natuzza lo vede così talmente naturale che subito pensa che egli sia lì per chiedere l’elemosina o un po’ di pane. D’impulso va ad aprire la madia per fargli vedere come anch’essi vivevano in miseria. Il monaco le sorride e lei si sente incoraggiata: istintivamente gli chiede una grazia che subito le viene concessa. Quale era questa grazia?

Natuzza era una bambina, abbandonata dal padre e con una madre contro la quale, a torto o a ragione, si scagliavano le chiacchiere di paese. La bambina non era una stupida: al contrario, dimostrava una forte volontà verso la ricerca del bene, la sua intelligenza era vispa. Era anche molto umile e aveva imparato ad affidarsi alla Mamma di Gesù. All’età di nove anni comincia a pregare con forte intensità e profonda fede, si sente attratta dal Cielo e vorrebbe conoscerlo, imparare qualcosa, e prega incessantemente che “Qualcuno” da lassù alla fine le risponda.

Quel santo frate, scambiato da lei per il monaco della questua, allora “si presenta”: è “inviato dal Cielo” e le assicura che la sua supplica ha commosso il Cuore di Dio e, per mezzo del Cuore Immacolato di Maria “Rifugio delle Anime”, egli è lì per assolvere al compito: di alleviare le sue sofferenze e per istruirla. È san Francesco di Paola, santo molto amato in Calabria e altrove.

Da questo momento in poi, egli sarà il suo “amico, confidente, catechista”.

Natuzza avrà per tutta la vita dei “catechisti” davvero speciali, a quanto dice: la Vergine Santissima, l’Angelo Custode e san Francesco di Paola.

E ANCHE MARIA LE FA VISITA…

Il rapporto tra la Vergine Maria e Natuzza fu sempre molto intenso.

Un giorno, secondo quanto racconta, la Madonna le appare e la saluta con affetto materno attraverso una carezza. Natuzza dice con semplicità: “O Mamma, ogni tanto aspetto la vostra carezza, perché non ne ho mai avuta da nessuno: solo la vostra e quella di Gesù…”. La Vergine allora le avrebbe chiesto: “Perché le altre ti sembrano false?”

Natuzza risponde: “Mi viene il dubbio che me le fanno per la loro necessità”.

Interessante la risposta della Madre di Dio: “Non li giudicare! Tutti ti vogliono bene. Certo a modo loro vogliono più bene a te che a Gesù, e questo a Gesù dispiace….”

Un’altra volta Natuzza raccontò come la Madonna le avrebbe spiegato le ragioni della sua sofferenza: Figlia mia, stai soffrendo? - mi chiese la Mamma Santissima – Lo sai che Gesù si è poggiato a te con la spalla per salvare il mondo! La gente non capisce tutto questo e giudicano Gesù chi in un modo, chi in un altro. Dicono: “Se Gesù voleva bene a questa donna non la faceva soffrire”! Ma così non capiscono che è nel progetto di Dio, che Gesù si appoggia a te per la salvezza delle anime. Io e Gesù siamo molto tristi per come tanti giovani si perdono e so che anche tu lo sei…”

Sì, Natuzza sapeva e soffriva. Una volta disse: “Io non dico che tutti hanno il cuore malato, particolarmente i giovani, perché i giovani sono candidi, sono bellissimi! Sapeste come li vede bene la Madonna, questi cuori sono puri, solo che vengono corrotti da molta gente malvagia che vuole fare soldi e li conducono alla droga, a rubare, alla prostituzione, a tutte queste cose malvagie, ma loro se solo fossero aiutati, se i genitori fossero più credenti, sarebbero subito pronti a cambiare e a farsi aiutare… ci sono tanti giovani destinati a grandi cose ma che nessuno li aiuta e molti di loro muoiono senza sapere che avrebbero potuto fare tante cose belle e sante….”

Nel giorno della sua Prima Comunione, racconta, le accade qualcosa di eccezionale: appena riceve la sacra particola sulla lingua, sente di avere la bocca piena di sangue. Prova senza dubbio sconcerto e vorrebbe richiamare l’attenzione del sacerdote, ma poi istintivamente, sapendo di aver ricevuto il “Corpo e Sangue” di Gesù Crocefisso, lo ritiene del tutto normale e quindi si sente quasi in dovere di non dare peso alla cosa.

IL CALVARIO DI NATUZZA: SUDORAZIONI DI SANGUE, DIALOGHI CON LE ANIME PURGANTI, ESORCISMI…

Un giovane san Pio da Pietrelcina. Ha vissuto un “calvario” simile a quello di Natuzza.

Quanto abbiamo letto fin qui (se così sono davvero andate le cose) ci predispone a comprendere come la Divina Provvidenza abbia preparato la piccola Natuzza ad eventi non solo più grandi di lei, ma che la introdurranno alla Via Dolorosa che lei accoglierà prontamente e senza riserve, affidandosi sempre alla Vergine, al suo Angelo Custode e a san Francesco di Paola.

Siamo nel 1938: sarà un anno pieno di fatti straordinari che, come abbiamo detto all’inizio, la porteranno al manicomio.

Natuzza ha 14 anni e presta servizio presso la casa di un avvocato di Mileto. E’ una ragazza seria e servizievole e tutti le vogliono bene. Qui iniziano le trasudazioni ematiche prima ad un piede, senza la presenza di alcuna ferita aperta, e poi alle mani, al volto, al petto, sulle spalle, sempre senza alcuna ferita. Cominciano anche ad apparirle i defunti che le preannunciano quanto le dovrà accadere: una serie di sudorazioni sanguinolente accompagnate da disturbi di tipo convulsivo che saranno scambiate per crisi epilettiche (solo più avanti riceverà vere stigmate e ferite aperte dolorose e sanguinanti, specialmente in Quaresima e nei Venerdì di passione).

Al termine delle crisi, si succedono le apparizioni ora della Vergine, ora di Gesù, ora degli Angeli e di diversi defunti del Purgatorio. Per questi ultimi, la giovane Natuzza esprime subito sentimenti di pietà che spesso la fanno prorompere in un pianto dirotto. Solo con il tempo imparerà a familiarizzare con la presenza di queste anime e a controllare le sue emozioni, diventando loro confidente e amica.

Non deve scandalizzare, pertanto, se all’inizio tutta questa serie di eventi suscita perplessità, dubbio, sospetto. “Parlare” con i defunti non è una attività normale. E non è nemmeno paragonabile a quella esercitata dai “medium tradizionali”: infatti, le anime del Purgatorio che interpellano Natuzza invitano alla “penitenza e raccomandano che i loro parenti si accostino ai Sacramenti specialmente della Confessione e della Comunione, per poter meritare suffragio a loro stesse ma anche per salvare le loro anime ancora pellegrine sulla terra…”.

Tuttavia le lamentele non si placano e Natuzza è sottoposta ad alcuni esorcismi nella Cattedrale di Mileto. La giovane non si scompone e, mentre la esorcizzano, invoca Maria Santissima e supplica il Cielo di aiutarla a capire cosa deve fare. Non perde mai la pazienza: dopo gli esorcismi ringrazia e benedice tutti. Una sera, durante questi esorcismi, le appare persino san Tommaso d’Aquino che le assicura: ” Ora una benedizione te la do io, da ora in poi vedrai i defunti più spesso, sia di giorno che di notte”.

Natuzza dirà di non aver capito all’inizio in che senso potesse essere per lei una “benedizione” quella fatta da san Tommaso d’Aquino che neppure conosceva, ma ritenne che se così doveva essere, prima o poi avrebbe capito.

QUELLA DATA SBAGLIATA…

La mano di Natuzza, segnata dalle stimmate.

Sta di fatto che da quel giorno la visione delle anime del Purgatorio sarà praticamente giornaliera. Le anime si presentano a lei e si qualificano, chiedono suffragi e si prodigano affinché i propri parenti viventi ma in stato di grave peccato, possano convertirsi e salvarsi. Inutile dire che qui siamo sugli stessi standard della Simma la cui storia troverete qui, e qui.

Per onestà, dobbiamo ricordare l’errore commesso da Natuzza, quello di aver comunicato, nel 1940, la data della sua morte che sarebbe avvenuta entro il 26 luglio. Non essendosi verificato alcun trapasso, questo non solo screditò la ragazza agli occhi di molti, ma offrì a padre Gemelli l’opportunità di chiudere il caso dichiarando la stessa schizofrenica e isterica. Inoltre, non ritenendo neppure necessario una visita più accurata, ne consigliava, per il suo stesso bene, il ricovero nel manicomio. Di questo episodio, dirà: “fu colpa mia! Non era facile neppure a me capire cosa mi accadeva, tutto è servito per servire meglio Gesù…”.

L’agire del vescovo fu legittimo ed ispirato da ottimi motivi di prudenza: la cautela in questi casi è un dovere verso la comunità ma anche verso la persona stessa interessata da questi fenomeni. Come per Padre Pio, anche per Natuzza era necessario che trascorresse del tempo per dare ai fatti indiscutibili quegli elementi fondamentali atti a convalidare giudizi positivi.

 

IL “VANGELO SECONDO NATUZZA”: I CONVIVENTI? NÉ CARNE NÉ PESCE.

Natuzza mostra i segni della Passione

Sbaglieremmo se volessimo analizzare questo caso guardando solo ai fenomeni corporali cui ella era soggetta. I “fenomeni”, se autentici, non sono lo scopo né l’effetto di un contatto col mondo soprannaturale, ma sono dei mezzi che il Signore ritiene utili per determinate persone al fine di seminare la Verità riguardo un mondo Celeste che è vero e che spesso gli uomini dimenticano. Anche il ricorso sovente alla richiesta di suffragi per le anime del Purgatorio è una vera costante nella vita di queste persone scelte da Dio.

Natuzza vive, diffonde ed insegna una religiosità squisitamente popolare, semplice, genuina, che va alla sorgente del Vangelo stesso.

Un esempio di questa semplicità dottrinale è data quando dice di vedere gli Angeli Custodi accanto alle persone che vanno da lei per chiederle intercessioni. Natuzza impara divinamente che gli Angeli Custodi dei sacerdoti stanno alla loro sinistra perché, essendo i sacerdoti ministri di Dio che celebrano il Santo Sacrificio, sono considerati superiori agli Angeli. Un giorno andò da lei un gesuita in incognito che voleva toccare con mano quanto di lei si diceva. Vi andò vestito da civile e si inventò che, dovendosi sposare, era lì per chiederle qualche consiglio sulla sua vita coniugale. Natuzza, senza giudicare, si alzò immediatamente in piedi e, inchinandosi, gli baciò la mano. Il gesuita, stupito, ritirando la mano, chiese ragione di quel gesto. Natuzza rispose: “Voi siete un sacerdote!”; il gesuita tentò di negare, ma Natuzza, sorridendo, con dolcezza rispose: “E io vi ripeto che voi siete un sacerdote di Cristo, non m’ingannate perché quando siete entrato ho visto il vostro Angelo Custode darvi la sua destra, posto alla vostra sinistra, mentre con tutti gli altri egli dà la sua sinistra, alla destra della persona…”.

Natuzza insegnava questo: “La prima cosa che bisogna fare è di pregare per tutte le anime che cadono morte. Sì, c’è chi muore in eterno e c’è chi muore e risuscita. Che vi voglio dire? Se voi pregate esse pur morendo si salvano l’anima e perciò vivono, se non pregate muoiono ma sono dannate perciò non vivono bene eternamente, avete capito? Chi offende il prossimo non muore in pace, chi muore con il desiderio di vendicarsi di qualcuno muore dannato, chi muore sapendo di aver offeso Dio e non vuole pentirsi muore dannato, ma se voi fate cenacoli di Preghiera e amate questo prossimo che muore, lo aiutate a morire in pace. E poi quando uno è morto ha sempre bisogno dei suffragi e di tanti rosari. Non dimenticateli mai ché poi vengono da me a dirmi che li avete dimenticati e soffrono in Purgatorio…”.

Fazzoletto emografato: un altro dei segni soprannaturali relativi a Natuzza.

Anche se la mia opinione non conta, sono convinta che certi fenomeni donati dal Signore a certe anime elette, non mettono a dura prova solo chi li subisce, ma anche noi che siamo chiamati a fare discernimento e quindi a far emergere da questi fenomeni il vero contenuto del messaggio divino.

Natuzza non sapeva praticamente leggere né scrivere, eppure ha ricevuto anche il dono delle lingue. Spesso le leggevano lettere in francese, tedesco, inglese che riceveva da tutto il mondo e lei simultaneamente le traduceva senza sbagliare un verbo.

A noi può sembrare una cosa “dell’altro mondo” ma ci dimentichiamo che questo è ciò che accadde nel giorno di Pentecoste: «Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei? E com’è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa? (…) e li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio». Tutti erano stupiti e perplessi, chiedendosi l’un l’altro: «Che significa questo?». Altri invece li deridevano e dicevano: «Si sono ubriacati di mosto»(Atti 2,8-13).

A Natuzza non le dissero che fosse ubriaca, ma schizofrenica e la mandarono al manicomio.

 

Fine prima parte



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Caterina63
00martedì 21 maggio 2013 22:47

La massaia rurale di Dio (forse): Natuzza Evolo. Parte 2

NATUZZA

L’eredità di

NATUZZA

 

Parte seconda, fine


Natuzza è la donna che sembra l’anello di congiunzione tra la sapienza popolare e la dottrina della fede. A chi le chiedeva conto dei fenomeni strani che le accadevano, rispondeva con semplicità: «io da bambina volevo solo vedere il Cielo». Il paragone con Padre Pio. L’eredità spirituale e i frutti concreti di Natuzza. L’invito a recitare sempre il Santo Rosario e le tante opere di misericordia.

 

di Dorotea Lancellotti

Per religiosità “popolare” la Chiesa intende la semplicità della fede, dell’annuncio, della pratica, una fede genuina ma non per questo priva di dottrina. Natuzza dimostra in tutta la sua esistenza il perfetto connubio fra dottrina e religiosità popolare, e forse per questo è avversata. Probabilmente succede per il suo continuare a prendere sempre l’Eucaristia in bocca, per il suo confessarsi ogni settimana e, in certi periodi anche tutti i giorni. A qualche coppia che arrivava da lei da convivente diceva nel salutarli: “Figlioli, mi raccomando, vedete di regolarizzare la vostra unione, perché così non siete nè carne nè pesce, e fate un dispiacere al Signore, alla Madonna, ai vostri Angeli Custodi e alle anime dei vostri defunti….”A chi le chiedeva la causa di questi fenomeni e di come lei li vivesse, sorridendo rispondeva: “Che vuoi che ne sappia? Io fin da bambina volevo solo vedere il Cielo. E’ stato poi un sacerdote che mi ha insegnato il passo delle parole di san Paolo ai Colossesi: da allora credo che la mia vita così doveva e debba essere, ma io sono felice, mi dovete credere, ché verme della terra sono, bisognosa anche delle vostre preghiere. Se Gesù è felice di come io gli obbedisca, allora anch’io sono felice, tutto il resto va e viene, solo la gioia di Gesù è importante ed eterna”. Il brano a cui si riferisce è Colossesi 1,24: “Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa”.

Natuzza

Natuzza ha raccontato poi questo episodio: “Venne da me una signora una sera che stavo sudando perché stavo particolarmente male e mi disse che aveva il dono della guarigione e voleva impormi le mani sulla testa dicendomi: – così vi tolgo tutti i mali e starete bene -. Quelle parole non mi sono piaciute, ho avvertito un tremore e nella mente invocavo il mio Angelo Custode per capire chi avessi davanti. Capii che avevo davanti una signora non cattolica che vedeva le mie pene come opera del demonio, ma lei non aveva alcun potere di guarire perché non riceveva i Sacramenti della Confessione e dell’Eucaristia e nessun potere ad imporre le mani perché non era un prete. Per non offenderla le dissi che queste sofferenze non sono opera diabolica, ma un dono del Signore come ci ricorda l’apostolo e quindi preferisco tenermele, e quando Lui lo vorrà me le toglierà, ma per le mani di un sacerdote…”

E ancora: “Venne un giorno una signora e vedendo mio marito che aveva un forte dolore ad un ginocchio, è andata da lui e gli ha imposto le mani lisciandolo più volte e il giorno dopo gli ha chiesto come stava. Sto peggio di ieri, rispose mio marito. Io lo dico di stare attenti perché è un peccato di superbia farsi imporre le mani dai laici: è un peccato persino grave per chi lo fa e per chi lo riceve. Nessuno può fare guarigioni, solo Dio e nessuno può imporre le mani ma solo i sacerdoti…”

A chi le chiedeva come pregare, rispondeva: “Dite tanti Rosari, imparate a memoria le giaculatorie così non maledirete più e invocherete sempre grazie sulle anime e su voi…”

DAI FRUTTI LI RICONOSCERETE… 

Si fanno spesso accostamenti fra lei e Padre Pio. Tralasciando ora i fenomeni soprannaturali di cui è piena la rete, vogliamo invece accennare almeno alle opere perché, alla fine, ciò che contano sono le opere che una fede autentica deve maturare e produrre.

Padre Pio fu anche attenzionato per il fiume in piena di ingenti somme di danaro che gli provenivano da tutto il mondo e con il quale fondò il grandioso ospedale che ben conosciamo. Anche a Natuzza è accaduto, forse non per ingenti somme ma di certo per somme sostanziose. Come li ha spese? Cosa ci ha fatto? Come è vissuta?

Natuzza non ha mai chiesto denaro, ha sempre rifiutato le interviste dietro pagamento, rispondendo alle domande solo se queste erano finalizzate al bene e non per soddisfare qualcuno o per tentare qualche strumentalizzazione dei fatti. Una volta, durante una intervista, essendosi accorta che le stavano estorcendo delle risposte con domande a tranello, finalizzate al sensazionalismo, s’interruppe e, chiedendo scusa, si rifiutò di rispondere. Era davvero una donna libera; mai un compromesso, mai una caduta di stile o di dottrina, mai una disobbedienza al Vescovo.

Natuzza giovane, col marito e il primo figlio

Nel 1987 è la Madonna stessa che le suggerisce dove indirizzare la raccolta di fondi: un centro per l’assistenza medica e per giovani in difficoltà, anziani, disabili, il cui cuore è un Santuario, il fulcro stesso della neo Associazione, il “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”. Ad oggi si è realizzato, per metà, il Santuario e il centro per gli anziani bisognosi, dentro al quale Natuzza visse gli ultimi anni e morì il 2 novembre 2009, giorno della memoria di tutti quei defunti verso i quali ella ebbe materna cura. È stato realizzato anche il centro per i servizi alla persona dedicato a san Francesco di Paola. Natuzza ha dato il via: resta ora a quanti le hanno creduto, convertendosi, continuare queste opere e a non sprecare ciò che la Provvidenza ha mandato negli anni in cui lei ha operato. L’Associazione è stata portata al cospetto del Vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, mons. Domenico Cortese, il quale l’ha benedetta. Oggi l’opera continua con il successore, mons. Luigi Renzo.

Natuzza muore poco dopo aver ricevuto la visita del suo vescovo, quello attuale, che racconta: “Le chiesi se voleva baciare il Crocefisso. Come si fosse svegliata da un torpore di sofferenza, ha aperto gli occhi, ha fatto cenno di sì e porgendo le labbra ha baciato il Crocefisso riprodotto sulla mia croce pettorale. In quello stato di sofferenza finale, vedevo davvero un anima santa in procinto di abbracciare Colui che aveva teneramente amato per tutta la sua vita”.

TUTTE LE OPERE DI MISERICORDIA DI NATUZZA

Natuzza Evolo: analfabeta, ma ricca di una grande sapienza popolare e religiosa.

Natuzza aveva anche un “motto”: fate opere di misericordia, senza trascurarne alcuna. Le opere di misericordia fanno parte del Catechismo della Chiesa e sono sette più sette ossia sono due blocchi unici, corporali e spirituali e vengono dal Vangelo.

Le corporali: dar da mangiare agli affamati; dar da bere agli assetati; vestire gli ignudi; alloggiare i pellegrini; visitare gli infermi; visitare i carcerati; seppellire i morti.

Le spirituali: consigliare i dubbiosi; insegnare agli ignoranti; ammonire i peccatori;  consolare gli afflitti;  perdonare le offese;  sopportare pazientemente le persone moleste;pregare Dio per i vivi e per i morti.

Natuzza le ha vissute tutte e quattordici, non ne ha trascurata alcuna: tutta la sua esistenza si è sviluppata avendo come fondamento queste richieste del Vangelo. Tutte le ha insegnate e per ognuna di queste opere si è prodigata in tutta la sua esistenza.

La sua stessa abitazione, con marito e 5 figli, era diventata un via vai di persone bisognose. Si alzava alle cinque del mattino per potersi dedicare, dopo aver sistemato i figli, a queste opere e a quanto la Provvidenza le mandava in casa.

La rete è piena di video in cui Natuzza viene intervistata: sappiatela ascoltare e leggere la sua vita con il Cuore stesso di Maria. Quando le chiedevano sulla spinosa questione fra il bene e il male e di quanto ne avesse ricevuto, rispondeva: ” Sì, sì, meglio ricevere il male che farlo! Benedire sempre chi ti fa del male perché ti purifica, ti aiuta a fare più bene e a offrire tutto a Gesù. E poi, quando fai un bene, dimentica di averlo fatto, non lo annunciare ai venti: ho fatto questo, ho fatto quello, no, non va bene. Ciò che fa la tua destra non lo deve sapere neppure la tua sinistra, il bene bisogna farlo e basta, quasi di nascosto, e farlo pensando sempre a Gesù, è Lui che ci da di che avere perché possiamo distribuirlo a chi meno ha….”

In un altra occasione diceva: “Non sono io che compio guarigioni, io prego e offro tutto quello che il Signore mi manda affinché chi mi chiede guarigioni possa ottenerle. Quando vengono da me e mi dicono “Natuzza grazie, la Madonna m’ha fatto il miracolo!” io sono contenta perché Gesù non ha ascoltato solo me, ma anche a chi chiedeva la grazia. Io la preghiera gli faccio, ma poi è la Madonna che mi dice chi deve essere guarito e Gesù fa il resto per mezzo suo. Soffro quando mi vengono a dire che io ho fatto il miracolo, non è vera questa cosa, io non faccio nulla; tutti noi possiamo fare le opere di misericordia ed è attraverso queste opere che il Signore può fare i miracoli quando e come vuole Lui”.

DITE TANTI ROSARI

Natuzza primi anni ’70

Una delle giaculatorie quotidiane di Natuzza viene da Fatima, quella che l’Angelo insegnò ai pastorelli: “Mio Dio io credo, Ti amo, Ti adoro, spero. Ti chiedo perdono per quelli che non credono, non Ti amano, non Ti adorano e non sperano”. Lei aggiungeva anche questa: “Signore, Ti amo per quelli che non Ti amano, Ti adoro per quelli che non Ti adorano, Ti prego per chi non Ti prega; salva tutte le Anime”.

Altra opera sono i cenacoli di preghiera i quali, come ben sappiamo, furono “fondati” già da Padre Pio come “Gruppi di Preghiera”. Anche Natuzza quindi li predilige: cenacoli non di chiacchiere e pettegolezzi, ma di preghiera, soprattutto il Rosario da applicare per i vivi e per i defunti. Pregare per non spettegolare.

Accadde una volta che un sacerdote si rifiutò di accogliere uno di questi cenacoli nella sua parrocchia. Natuzza, interpellata, rispose: “Se tu il prete non lo puoi trovare… o nella sua parrocchia non vi accoglie, fate il cenacolo di preghiera in una casa. Se ti è possibile bisogna parlarne al Vescovo, a noi è lui che ci ha autorizzati. Se il Vescovo, avvisato, non vuole, oppure egli stesso vi indica il prete dove andare, obbeditegli all’istante. Se vi manca il prete perché altri non ve ne sono, fate ugualmente cenacolo in una casa: non fate pettegolezzi e dite più Rosari per i vivi e i Defunti. State sereni e sempre obbedienti al Vescovo, e il Signore Gesù sta in mezzo a noi, non ti preoccupare…”

Natuzza, ultraottantenne, negli ultimi tempi della sua vita

Gli stessi funerali di Natuzza furono celebrati dal suo Vescovo in una solenne concelebrazione: un segno tangibile di evangelico rapporto fra le pecore e il proprio pastore, dall’inizio fino alla fine della sua vita terrena, in perfetta obbedienza e letizia.

Evitiamo dunque, di ridurre la storia di Natuzza Evolo alla sola questione dei segni soprannaturali! Cerchiamo di conoscere bene la sua vita e la sua storia, i suoi insegnamenti ed incitamenti soprattutto alla conversione, alla preghiera costante, ai Sacramenti, all’obbedienza al Vescovo, al rispetto verso i sacerdoti…

Vogliamo concludere con le parole di Natuzza da una sua preghiera:

“Inginocchiata dinanzi a Te, stringendo la Tua Corona – Restiamo così, o Mamma Santa? Sì, restiamo così! Affinché dopo tante lacrime e sospiri versati ai tuoi piedi, potrò venire a ringraziarTi per la grazia speciale da Te fatta”. Così sia.

***

fonti:

Diversi video che troverete su youtube nei quali è la stessa Natuzza che risponde alle domande fornendoci un quadro lucido e diretto, senza intermediari; il tascabile “365 giorni con Natuzza” di Don Marcello Stanzione; dal libro “Il miracolo di una vita”, 452 pag. di Luciano Regolo – lo ritengo il libro più serio sull’argomento.



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Caterina63
00venerdì 4 agosto 2017 09:02
 

Dopo un decreto del vescovo di Vibo, la Fondazione nata su ispirazione della mistica Natuzza Evolo sceglie un nuovo presidente: fuori tre sacerdoti, due dei quali padri spirituali della donna per la quale è avviata la causa di beatificazione. Dentro, come presidente, l'attuale vice: l'avvocato Marcello Colloca, che appartiene alla massoneria calabrese. Un fatto curioso, chissà cosa ne pensa il vescovo di questa doppia "obbedienza", visto che è ritenuta non conciliabile dal Magistero.

di Lorenzo Bertocchi

Dopo il decreto del vescovo, monsignor Luigi Renzo, la Fondazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime” nomina il nuovo presidente nella persona dell'avvocato Marcello Colloca. Il nuovo incarico, che pone l'avvocato vibonese a capo della fondazione nata su ispirazione delle mistica Natuzza Evolo, è arrivato il 2 agosto al termine di una seduta del Consiglio di amministrazione che affrontava il terremoto seguito al decreto del vescovo.

Natuzza Evolo (1924-2009), sposata e madre di cinque figli, è una mistica calabrese che avrebbe vissuto fenomeni straordinari quali apparizioni della Vergine Maria, il dono delle stimmate, il sudare sangue che forma sulle garze delle scritte in varie lingue, ha visioni di Gesù, dell'angelo custode, santi e vari defunti. Una mistica cattolica, figlia obbediente della Chiesa, che ha ricevuto nella sua casa migliaia di fedeli e di cui è aperta la causa di beatificazione nella sua fase diocesana.

Lo scorso 1 agosto la diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea diffonde il decreto in cui si revoca lo statuto della fondazione e così, in forza di questo atto, si vieta alla fondazione stessa di «organizzare pubbliche attività di "Religione e culto" di qualsiasi natura, dentro e fuori la propria sede» e «di utilizzare per qualsiasi attività di pastorale e culto pubblico la chiesa del "Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle anime", non ancora consacrata». Infine, il decreto richiama il Motu proprio  di Papa Francesco Maiorem ac dilectionem, per ricordare che non si può dare in alcun modo per certa la santità di un servo di Dio quando ancora non si sia conclusa l'inchiesta canonica.

Proprio questo passaggio sarebbe al cuore della richiesta del vescovo, che pure ha mostrato più volte di voler molto bene a Natuzza, in quanto l'obiettivo è togliere dallo statuto il riferimento al testamento spirituale della mistica dove c'è il richiamo a un messaggio diretto della Madonna per la costituzione dell'associazione stessa e della chiesa dedicata al Cuore Immacolato di Maria. Non sembra vi sia null'altro nel contendere, visto che per quanto riguarda i beni questi erano della fondazione e della fondazione restano.

Lo scorso 22 luglio l'assemblea straordinaria dei soci votanti, circa 130, riuniti nell'auditorium della fondazione, avevano risposto picche alle variazioni dello statuto, solo una decina degli aventi diritto avrebbero detto “sì” alla ridefinizione con esclusione del testamento. Eppure il vescovo aveva sottoscritto le modifiche anche con don Barone, nonché con «i pareri autorevoli sulla nuova Bozza di Statuto espressi dall'Ufficio Giuridico della Cei, dal Nunzio Apostolico in Italia, dalla Segnatura Apostolica, dalla Segreteria di Stato Vaticano».

Nella seduta del 2 agosto del consiglio di amministrazione si sono dimessi dagli incarichi nella fondazione, don Pasquale Barone, presidente, il tesoriere, padre Michele Cordiano, entrambi padri spirituali storici di Natuzza Evolo, e il parroco di Santa Maria degli Angeli, don Francesco Sicari (che verrà anche trasferito in altra parrocchia insieme al suo vice). Non avevano altra scelta, perché se non lo avessero fatto li attendeva la sospensione a divinis. Al loro posto, appunto, l'avvocato Colloca, già vicepresidente della fondazione, nonché nel gruppo originario di 50 persone che nel 1987 diede vita all'Associazione poi trasformata in fondazione (da ragazzina Natuzza Evolo prestò servizio nella facoltosa famiglia Colloca e conosceva perciò l'avvocato Marcello fin da bambino).

L'elezione del noto avvocato vibonese dovrebbe portare a una gestione molto più morbida e dialogante rispetto alle richieste del vescovo che vuole la modifica dello statuto «allo scopo esclusivo di tutelare e salvaguardare l'ecclesialità dell'opera e della spiritualità di Natuzza Evolo».

Marcello Colloca è certamente uomo esperto di dialogo, anche per le sue non celate appartenenze alla massoneria calabrese, notoriamente una organizzazione capace di grande trasversalità. Il nome dell'avvocato vibonese in qualità di eminente frammassone compare in un'inchiesta del settimanale L'Espresso del marzo 2014in quanto figura impegnata a raccogliere voti interni alla loggia. E poi il suo nome è anche in un'altra inchiesta, sempre de L'Espresso, del febbraio 2017. Tra l'altro l'avvocato Colloca, in qualità di presidente del collegio circoscrizionale dei maestri venerabili della Calabria, nel febbraio 2016 presentava in qualità di esperto il libro Massonerie vibonese.

Nell'attesa che si faccia chiarezza sulla questione dello statuto, quello che per ora si può registrare è che alla Fondazione della mistica Natuzza Evolo tre sacerdoti vengono in qualche modo allontanati per essere sostituiti da un fratello che oltre alla sue fede cattolica mostra di avere (da tempo) anche altre “obbedienze”. Per ora la questione sembra non aver mai fatto sollevare obiezioni. Il che è un fatto curioso, chissà cosa ne pensa monsignor Luigi Renzo di questa doppia appartenenza, visto che è ritenuta non conciliabile dal magistero della Chiesa cattolica.





Caterina63
00martedì 19 settembre 2017 13:33

  Trovate le confessioni di Natuzza: “Ho visto i morti, ecco come sarà l’aldilà e cosa si fa”



 



 


In questo articolo  riportiamo quanto scritto da don Marcello Stanzione sulle esperienze di Natuzza Evolo, mistica di Paravati, scomparsa ormai da qualche anno, sull’aldilà raccontato dalle anime che la visitavano in spirito.
Molti anni fa discorrevo con un noto sacerdote carismatico che aveva fondato un gruppo ecclesiale riconosciuto da alcuni Vescovi. Iniziammo a parlare di Natuzza Evolo e, con mia grande sorpresa, il sacerdote affermò che, secondo lui, Natuzza faceva dello spiritismo a buon mercato. Rimasi molto contrariato da questa affermazione, per una forma di rispetto non risposi al famoso sacerdote ma, nel mio cuore, subito pensai che tale grave affermazione nasceva da una forma non nobile di invidia verso una povera donna analfabeta alla quale migliaia di persone si rivolgevano ogni mese ottenendone sempre un sollievo nell’anima e nel corpo.

Con gli anni cercai di studiare il rapporto di Natuzza con i defunti e mi resi completamente conto che la mistica calabrese non andava assolutamente considerata come una “medium”. °°Infatti, Natuzza non invoca i defunti chiedendo loro di venire da lei e …… le anime dei morti le compaiono non per sua decisione e volontà, ma unicamente per volontà delle anime stesse grazie ovviamente al permesso divino. Quando le persone le chiedevano di avere dei messaggi o delle risposte alle loro domande, da parte dei loro defunti, Natuzza rispondeva sempre che questo loro desiderio non dipendeva da lei, ma unicamente dal permesso di Dio ed invitava loro a pregare il Signore affinché questo loro pio desiderio venisse esaudito. Il risultato era che alcune persone ricevevano messaggi da parte dei loro trapassati, ed altri invece non erano esauditi, mentre Natuzza avrebbe desiderato accontentare tutti.

Comunque, l’angelo custode la informava sempre se tali anime nell’aldilà avevano più o meno bisogno di suffragi e di sante Messe. Nella storia della spiritualità cattolica apparizioni di anime del Paradiso, del Purgatorio e talora anche dell’Inferno, sono avvenute nella vita di numerosi mistici e di santi canonizzati. Per quanto riguarda il Purgatorio, possiamo tra i numerosissimi mistici, ricordare: San Gregorio Magno, da cui è derivata la pratica delle Messe celebrate di seguito per un mese, dette appunto “Messe Gregoriane”; santa Geltrude, santa Teresa d’Avila, santa Margherita da Cortona, santa Brigida, santa Veronica Giuliani e, più vicini a noi, pure santa Gemma Galgani, santa Faustina Kowalska, Teresa Newmann, Teresa Musco, san Pio da Pietrelcina, Edwige Carboni, Maria Simma e tanti altri.

E’ interessante sottolineare che mentre per questi mistici le apparizioni delle anime del Purgatorio avevano l’obiettivo di accrescere la loro stessa fede e a spronarli a maggiori preghiere di suffragio e di penitenze, così di affrettare il loro ingresso in Paradiso, nel caso di Natuzza, invece, oltre ovviamente a tutto ciò, questo carisma le è stato accordato da Dio per un’ampia attività di consolazione del popolo cattolico e in un periodo storico in cui, nella catechesi e nella omiletica, il tema Purgatorio è quasi completamente assente, per rafforzare nei cristiani la fede nella sopravvivenza dell’anima dopo la morte e nell’impegno che la Chiesa militante deve offrire a favore delle Chiesa sofferente.

I defunti ribadivano a Natuzza l’esistenza del Purgatorio, del Paradiso e dell’Inferno, a cui venivano inviati dopo la morte, come premio o castigo per la loro condotta di vita. Natuzza, con le sue visioni, confermava l’insegnamento plurimillenario del Cattolicesimo, cioè che immediatamente dopo la morte, l’anima del defunto viene condotta dall’angelo custode, al cospetto di Dio e ne viene perfettamente giudicata in tutti i minimi particolari della sua esistenza.

Coloro che venivano inviati nel Purgatorio, richiedevano sempre, tramite Natuzza, orazioni, elemosine, suffragi e soprattutto sante Messe affinché fossero loro abbreviate le pene. Secondo Natuzza, il Purgatorio non è un posto particolare, ma uno stato interiore dell’anima, la quale fa penitenza “negli stessi luoghi terreni dove ha vissuto ed ha peccato”, dunque anche nelle stesse case abitate durante la vita. Talvolta le anime fanno il loro Purgatorio anche dentro le chiese, quando è stata superata la fase di maggiore espiazione. Il nostro lettore non deve meravigliarsi di queste affermazioni di Natuzza, perché la nostra mistica, senza saperlo, ripeteva cose già affermate da papa Gregorio Magno nel suo libro dei Dialoghi. Le sofferenze del Purgatorio, benché siano alleviate dal conforto dell’angelo custode, possono essere molto aspre.

A testimonianza di ciò a Natuzza capitò un singolare episodio: Ella vide una volta un defunto e gli chiese dove si trovasse. Il morto le rispose di trovarsi tra le fiamme del Purgatorio, ma Natuzza, vedendolo sereno e tranquillo, gli osservò che, a giudicare dal suo aspetto, ciò non doveva essere veritiero. L’anima purgante le ribadì che le fiamme del Purgatorio se le portava con sé, dovunque andasse. Mentre proferiva queste parole ella lo vide avvolto dalle fiamme. Credendo che si trattasse di una sua allucinazione, Natuzza gli si avvicinò, ma venne investita dal calore delle fiamme che le procurarono una fastidiosa ustione alla gola e alla bocca che le impedì di nutrirsi normalmente per ben quaranta giorni e fu costretta a rivolgersi alle cure del dottor Giuseppe Domenico valente, medico condotto di Paravati. Natuzza ha incontrato numerosissime anime sia illustri che sconosciute. Lei che ha sempre detto di essere ignorante ha incontrato anche Dante Alighieri, che le ha rivelato di aver scontato trecento anni di Purgatorio, prima di poter entrare in Paradiso, perché anche se aveva composto sotto ispirazione divina, le cantiche della Commedia, purtroppo aveva dato spazio, nel suo cuore, alle proprie simpatie ed antipatie personali, nell’assegnare i premi e le pene: da qui il castigo di trecento anni di Purgatorio, trascorsi però al Prato Verde, senza soffrire altra sofferenza che quella della mancanza di Dio.

Numerose testimonianze sono state raccolte sugli incontri tra Natuzza e le anime della Chiesa sofferente. La professoressa Pia Mandarino, di Cosenza, ricorda: “In seguito alla morte di mio fratello Nicola, avvenuta il 25 gennaio 1968, caddi in uno stato di depressione e persi la fede. Mandai a dire a Padre Pio, che avevo conosciuto tempo prima: “Padre, rivoglio la mia fede!”. Per motivi a me ignoti non ricevetti subito la risposta del Padre e, nel mese di agosto, andai a trovare Natuzza per la prima volta. Le dissi: “Io in chiesa non ci vado, la Comunione non la faccio più…”. Natuzza si fece una risatina, mi accarezzò e mi disse: “Non ti preoccupare, che verrà presto il giorno nel quale non ne potrai fare a meno. Tuo fratello è salvo, ed ha fatto una morte da martire. Ora ha bisogno di preghiere ed è dinnanzi ad un quadro della madonna, in ginocchio, che prega. Soffre perché sta in ginocchio”.

Le parole di Natuzza mi rasserenarono e, qualche tempo dopo, mi arrivò, tramite Padre Pellegrino, la risposta di Padre Pio: “Tuo fratello si è salvato, ma ha bisogno di suffragi”. La stessa risposta di Natuzza! Come Natuzza mi aveva predetto, sono ritornata alla fede ed alla frequenza della Messa e dei sacramenti. Circa quattro anni fa ho appreso da Natuzza che Nicola è andato in Paradiso, subito dopo la prima Comunione dei suoi tre nipotini che, a San Giovanni Rotondo, hanno offerto la loro prima Comunione per lo zio”. La signorina Antonietta Polito di Briatico sul rapporto di Natuzza con l’aldilà porta la seguente testimonianza: “Avevo avuto un litigio con una mia parente. Poco tempo dopo, recatami da Natuzza, ella, posandomi la mano sulla spalla, mi disse: “Vi siete bisticciata?”. “E voi come lo sapete?”. “Me lo ha detto il fratello (defunto) di quella persona. Vi manda a dire di cercare di evitare questi litigi perché lui ne soffre”. Io non avevo parlato per nulla di questo fatto a Natuzza e lei non poteva averlo saputo da nessuno. Mi nominò esattamente la persona con la quale avevo litigato.

Un’altra volta Natuzza mi disse a proposito di questo stesso defunto che era contento perché la sorella gli aveva ordinato le messe gregoriane. “Ma chi ve lo ha detto?”, le chiese, e lei: “Il defunto”. Molto tempo prima le avevo domandato notizie di mio padre, Vincenzo Polito, morto nel 1916. mi chiese se avessi una sua foto, ma le risposi di no, perché in quell’epoca non se ne facevano ancora, da noi. La volta seguente che andai da lei mi informò che da molto tempo era in paradiso, perché andava in chiesa mattina e sera. Io non sapevo di questa sua abitudine, perché quando mio padre morì avevo appena due anni. mia madre, poi, da me interpellata, me lo confermò”.

La signora Teresa Romeo di Melito Portosalvo ha dichiarato: “Il 5 settembre 1980 morì una mia zia. Lo stesso giorno dei funerali una mia amica andò da Natuzza e le chiese notizie della defunta. “E’ salva!”, le rispose. Quando furono trascorsi quaranta giorni, io mi recai da Natuzza, ma mi ero dimenticata della zia e non avevo portato con me la sua foto, per farla vedere a Natuzza. Ma questa, appena mi vide, mi disse: “O Teresa, sai chi ho visto ieri? Tua zia, quella vecchierella che è morta per l’ultima (Natuzza non l’aveva mai conosciuta in vita) e mi ha detto “Sono la zia di Teresa. Ditele che sono contenta di lei e di quello che ha fatto per me, che ricevo tutti i suffragi che mi manda e che prego per lei. Io mi sono purificata sulla terra”. Questa mia zia, quando morì, era cieca e paralizzata a letto”.

La signora Anna Maiolo residente a Gallico Superiore narra: “Quando mi recai per la prima volta da Natuzza, dopo la morte di mio figlio, ella mi disse: “Vostro figlio è in un luogo di penitenza, come del resto avverrà a tutti noi. Beato chi può andare in Purgatorio, perché ce ne sono che vanno all’Inferno. Ha bisogno di suffragi, ne riceve, ma ha bisogno di molti suffragi!”. Io allora feci fare varie cose per mio figlio: feci celebrare molte messe, feci fare una statua della Madonnina Ausiliatrice per le Suore, comprai un calice ed un ostensorio in sua memoria. Quando tornai da Natuzza ella mi disse: “Vostro figlio non ha bisogno di niente!”. “Ma come, , Natuzza, l’altra volta mi avevate detto che aveva bisogno di tanti suffragi!”. “Basta tutto quello che avete fatto!”, mi rispose. Io non l’avevo informata di quanto avevo fatto per lui. Sempre la signora Maiolo testimonia: “Il 7 dicembre del 1981, vigilia dell’Immacolata, dopo la Novena, io ritornavo a casa mia, accompagnata da una mia amica, la signora Anna Giordano. In chiesa avevo pregato Gesù e la Madonna, dicendo loro: “Gesù mio, Madonna mia, datemi un segno quando mio figlio entrerà in paradiso”. Giunta vicino a casa mia, mentre stavo per salutare la mia amica, di colpo, vidi nel cielo, sopra la casa, un globo luminoso, della grandezza della luna, che si muoveva, ed in pochi secondi disparve. Mi sembrava che avesse una scia azzurrina. “Mamma mia, cosa è?”, esclamò la signora Giordano, impaurita come me. Corsi dentro a chiamare mia figlia ma il fenomeno era già cessato.

Il giorno dopo chiamai l’Osservatorio geofisico di Reggio Calabria, chiedendo se la sera prima ci fosse stato qualche fenomeno atmosferico, o qualche stella cadente di grandi dimensioni, ma mi risposero di non aver osservato niente. “Avete visto un aereo”, mi dissero, ma ciò che io e la mia amica avevamo visto non aveva nulla a che fare con gli aerei: era una sfera luminosa simile alla luna. Il 30 dicembre successivo mi recai con mia figlia da Natuzza, le narrai il fatto, ed ella mi spiegò così: “Era una manifestazione di vostro figlio che entrava in paradiso”. Mio figlio era morto il 1° novembre 1977 ed il 7 dicembre 1981 era dunque entrato in paradiso. Natuzza, prima di questo episodio, mi aveva sempre assicurato che lui stava bene, tanto che, se io lo avessi visto nel posto dove stava, gli avrei certo detto: “Figlio mio, stai pure là” e che pregava sempre per la mia rassegnazione. Quando io dicevo a Natuzza: “Ma non aveva fatto ancora la cresima”, ella avvicinandosi a me, e parlandomi col volto, come fa, con la lucentezza dei suoi occhi, mi rispondeva: “Ma era puro di cuore!”.

Il professor Antonio Granata, docente all’Università di Cosenza, porta quest’altra sua esperienza con la mistica calabrese: “Martedì 8 giugno 1982, durante un colloquio, mostro a Natuzza le fotografie di due mie zie, di nome Fortunata e Flora, morte da un paio d’anni e alle quali sono stato molto affezionato. Ci scambiammo queste frasi: “Queste sono due mie zie morte da qualche anno. Dove si trovano?”. “Sono in un luogo buono”. “Sono in paradiso?”. “Una (indicando la zia Fortunata) è al Prato Verde, l’altra (indicando la zia Flora) è in ginocchio davanti al quadro della Madonna. Comunque sono salve tutte e due”. “Hanno bisogno di preghiere?”. “Potete aiutarle ad accorciare il loro periodo d’attesa” e, prevedendo una mia ulteriore domanda aggiunge: “E come potete aiutarle? Ecco: recitando qualche Rosario, qualche preghiera durante il giorno, facendo qualche comunione, o se fate qualche opera buona la dedicate a loro”.

Il professor Granata continua nel suo racconto: “Nei primi giorni del luglio successivo faccio un pellegrinaggio ad Assisi con dei Frati francescani e rivengo in contatto con la realtà dell’indulgenza della Porziuncola che conoscevo superficialmente già da anni (infatti già molte volte avevo visitato la Porziuncola) ma alla quale non attribuivo alcun significato particolare non avendo riacquistato la fede. Ma adesso una indulgenza plenaria mi sembrò una cosa strabiliante, “dell’altro mondo”, e decido subito di lucrarla per le mie zie. Stranamente, per quanto mi informi, non riesco ad ottenere chiare informazioni sulla corretta prassi da seguire: penso che essa possa essere lucrata in ogni giorno dell’anno e così infatti faccio durante quel pellegrinaggio chiedendola per entrambe le mie zie.

Fortunatamente, alcune settimane dopo, nella mia parrocchia, trovo nel fogliettino della Messa domenicale la prassi corretta, da eseguirsi tra il 1° e il 2 agosto e a favore di una sola persona. Il 1° agosto 1982, dopo varie peripezie (non è facile confessarsi e comunicarsi nel mese di agosto!), chiedo l’indulgenza per la zia Fortunata. Mercoledì, 1° settembre 1982, ritorno da Natuzza e mostrandole le foto delle mie zie accenno alle risposte da lei datemi precedentemente e alla mia richiesta dell’indulgenza della Porziuncola. Natuzza ripete tra di sé: “L’indulgenza della Porziuncola” e guardando le foto risponde subito senza esitazioni: “Questa (indicando la zia Fortunata) è già in paradiso; questa (indicando la zia Flora) non ancora”. Io rimango molto sorpreso e contento e chiedo per conferma: “Ma è stato proprio per l’indulgenza?”.
Natuzza risponde: “Sì, sì, l’indulgenza della Porziuncola”.

Voglio aggiungere che io rimasi molto stupito e confortato da questo episodio: stupito di come una grazia così grande sia stata concessa dietro pochissima fatica da parte mia; confortato e felice del fatto che una preghiera detta da un poveretto come me sia stata ascoltata. Sento come se con questa grazia sia stato suggellato il mio recente ritorno alla Chiesa. Riguardo alla zia Flora chiedo l’indulgenza plenaria il 1° novembre successivo e giovedì 18 novembre 1982 ricevo da Natuzza la seguente risposta: “Adesso (Flora) si trova in paradiso si trova al Prato Verde; è andata lì per i suffragi ricevuti”. Il dottor Franco Stilo racconta: “Nel 1985 o nel 1984 mi sono recato da Natuzza e le ho fatto vedere le foto di una mia zia e di mio nonno, defunti. Le feci vedere prima la foto di mia zia.

Natuzza, immediatamente, con una rapidità impressionante, senza nemmeno pensarci minimamente, si illuminò nel volto e, tutta contenta, disse: “Questa è santa, si trova in paradiso con la Madonna”. Quando prese la foto di mio nonno, cambiò invece espressione, e disse: “Questo ha molto bisogno di suffragi”. Io rimasi stupefatto per la rapidità e la sicurezza con la quale diede le risposte.

La zia, Antonietta Stilo, nata il 3.3.1932 e morta l’8.12.1980 a Nicotera, fin da bambina era religiosissima e a 19 anni andò a Napoli per diventare suora, ma subito dopo si ammalò e non potè proseguire, ma pregava sempre, era molto buona e gentile con tutti, ed offrì sempre la sua malattia al Signore; mio nonno Giuseppe Stilo, invece, il padre della zia, nato il 5.4.1890 e morto il 10.6.1973 non pregava mai, non andava mai a messa, qualche volta bestemmiava e forse non credeva in Dio, mentre la zia era tutto l’opposto. Natuzza di tutto ciò naturalmente non poteva sapere nulla ed io, ripeto, rimasi meravigliatissimo per la rapidità eccezionale con la quale Natuzza mi diede le risposte”. Il professor Valerio Marinelli, uno scienziato autore di diversi libri sulla Evolo, una volta le domandò: “Soffrono anche il freddo, ad esempio, le anime del Purgatorio?”. E lei: “Sì, anche il vento e il gelo, a seconda dei peccati hanno una pena particolare. Ad esempio ai superbi, ai vanitosi ed agli orgogliosi, è destinato di stare nel fango, ma non è un fango normale, è un fango di putredine. Il tempo nell’aldilà è come questo qua, ma sembra più lento a causa della sofferenza. Nessuno conosce i misteri dell’aldilà, e gli scienziati conoscono solo la millesima parte di quello che c’è qui nel mondo terreno”.

Il dottor Ercole Versace di Reggio Calabria ricorda: “Un mattino di tanti anni fa, mentre io, mia moglie e Natuzza pregavamo insieme nella cappellina a Paravati, e non c’era nessun altro con noi, ad un certo punto Natuzza divenne luminosa in volto e mi disse: “Dottore, voi avevate un fratello che è morto quando era piccolo?”. Ed io: “Sì, perché?”. “Perché è qua con noi!”. “Sì, e dove sta?”. “In un prato verde, bellissimo”. Si trattava di mio fratello Alberto, che morì a quindici anni, il 21 maggio 1940, per un attacco appendicolare, mentre studiava a Firenze al Collegio della Quercia. Natuzza non aggiunse altro”.

Suor Bianca Cordiano delle Missionarie del Catechismo, dichiara: “Ho chiesto molte volte a Natuzza dei mie parenti defunti. Quando le ho domandato di mia madre mi ha detto subito, con un’espressione di gioia: “E’ in paradiso! Era una santa donna!”. Quando le domandai di mio padre, mi disse: “La prossima volta che venite vi darò la risposta”. Quando la rividi, Natuzza mi disse: “il 7 ottobre fate celebrare una Messa per vostro padre, perché salirà in paradiso!”. Rimasi colpita profondamente da queste sue parole, perché il 7 ottobre è la festa della Madonna del Rosario e mio padre si chiamava proprio Rosario. Natuzza non conosceva il nome di mio padre”.

E’ opportuno adesso riportare una parte dell’intervista del 1984 concessa dalla mistica calabrese al noto professore Luigi Maria Lombardi Satriani, docente di antropologia di estrazione marxista che però ha sempre lodato Natuzza Evolo, insieme all’illustre docente anche la giornalista Maricla Boggio intervistò Natuzza, utilizziamo le iniziali D. per Domanda e R. per risposta:

“D. – Natuzza, sono ormai migliaia le persone che sono venute da lei e continuano a venire. Per che cosa vengono, quali bisogni vi dicono, quali richieste vi fanno?
R. – Richieste per malattie, se il medico ha indovinato la cura. Domandano per i morti, se sono in paradiso, se sono in purgatorio, se hanno bisogno o no, per consigli.

D. – E voi come fate a rispondere loro. Per i morti, ad esempio, quando vi domandano dei morti.
R. – Per i morti li riconosco se li ho visti per esempio 2, 3 mesi prima; se li ho visti un anno prima non li ricordo, ma se li ho visti da poco tempo li ricordo, attraverso la fotografia li riconosco.

D. – Quindi vi mostrano la fotografia e voi potete anche dire dove si trovano?
R. – Sì, dove si trovano, se sono in paradiso, in purgatorio, se hanno bisogno, se mandano a dire qualche messaggio ai parenti.

D. – Voi potete anche riferire ai morti messaggi dei vivi, dei familiari?
R. – Sì, pure dei vivi.

D. – Ma una persona, quando muore, voi subito dopo potete vederla o no?
R. – No, dopo quaranta giorni.

D. – E dove si trovano durante questi quaranta giorni le anime?
R. – Non dicono dove, non hanno mai parlato di questo.

D. – E loro possono essere al purgatorio o al paradiso o all’inferno?
R. – O all’inferno, sì.

D. – O anche in qualche altro posto?
R. – Loro dicono che il purgatorio lo fanno sulla terra, dove hanno vissuto, dove hanno commesso i peccati.

D. – Voi certe volte parlate del prato verde. Che cos’è il Prato Verde?
R. – Loro lo dicono, che è l’anticamera del paradiso.

D. – E voi come fate a distinguere, quando vedete le persone, se sono vive o se sono morte. Perché voi le vedete contemporaneamente.
R. – Non sempre le distinguo, perché tante volte mi è capitato di dare la sedia ad un morto perché non distinguo se è vivo o se è morto. Distinguo solo le anime del paradiso perché sono sollevate da terra. Le altre invece no, le piglio per vivi. Infatti quante volte do loro la sedia e loro mi dicono: “Non ho bisogno perché sono un’anima dell’altro mondo”. E poi mi parla del parente presente perché tante volte capita che, quando viene, per esempio, una persona, è accompagnata dal fratello morto o dal padre che mi dice tante cose da suggerire al figlio.

D. – Queste voci dei morti le ascoltate solo voi? Gli altri nella stanza non le sentono?
R. –No, solo io, io ripeto quello che sento.

Lo scienziato Valerio Marinelli che, a lungo, ha studiato i fenomeni paranormali di Natuzza raccogliendo varie testimonianze, ricorda: “Nel 1985 la signora Jolanda Cuscianna, di Bari, mi incaricò di chiedere a Natuzza della mamma Carmela Tritto, morta nel settembre del 1984. questa signora era stata testimone di Geova e la figlia era preoccupata per la sua salvezza.

Già padre Pio, quando la mamma era ancora in vita, le aveva detto che si sarebbe salvata, ma la signora Cuscianna voleva la conferma di Natuzza. Natuzza, alla quale non parlai del responso di Padre Pio, ma dissi solo che era stata testimone di Geova, mi disse che quell’anima era salva, ma che aveva bisogno di suffragi. La signora Cuscianna pregò molto per la mamma e le fece celebrare anche le Messe gregoriane. Quando fu richiesto a Natuzza, un anno dopo, ella disse che era andata in paradiso”.

Sempre il professor Marinelli ricorda, riguardo alla tematica del Purgatorio: “Padre Michele la interrogò dopo su questo tema, e Natuzza gli ribadì che effettivamente le sofferenze del Purgatorio possono essere molto acute, tanto che si parla di fiamme del Purgatorio, per farci capire l’intensità del loro dolore. Le anime del Purgatorio possono essere suffragate dagli uomini vivi, ma non dalle anime dei defunti, nemmeno da quelle del paradiso; soltanto la Madonna, tra le anime del cielo, può aiutarle. E durante la celebrazione della Messa, disse Natuzza a padre Michele, molte anime si affollano all’interno delle chiese, aspettando come mendicanti la preghiera del sacerdote a loro vantaggio.

Il 1° ottobre del 1997 ebbi l’occasione di incontrare Natuzza presso la Casa Anziani, alla presenza di padre Michele, e tornai ancora con lei su questo argomento. Le chiesi se fosse vero che le sofferenze della terra sono poca cosa rispetto a quelle del Purgatorio, e lei mi rispose che le pene del Purgatorio sono sempre commisurate ai peccati compiuti dalla singola anima; che le sofferenze terrene, se accettate con pazienza ed offerte a Dio, hanno grande valore, e possono accorciare di molto il proprio Purgatorio: un mese di sofferenza terrena potrebbe evitare, ad esempio, un anno di purgatorio, come capitò a mia madre; mi ricordò Natuzza, che con la sua malattia avuta prima di morire ebbe risparmiata una parte di Purgatorio e andò quasi subito al Prato Verde, dove non si soffre pur non avendo ancora la visione beatifica. Le sofferenze del Purgatorio, aggiunse Natuzza, possono essere talvolta più aspre perfino di quelle dell’Inferno, ma le anime le sopportano volentieri perché sanno che prima, o dopo, avranno la visione eterna di Dio e sono sorrette da questa certezza; inoltre arrivano a loro i suffragi che mitigano ed abbreviano le loro pene. Qualche volta hanno il conforto dell’angelo custode.

Tuttavia a qualche anima che aveva gravemente peccato, ha raccontato Natuzza, è capitato di essere rimasta per molto tempo in dubbio sulla propria salvezza, stando sopra un precipizio da dove da una parte c’era il buio, da un’altra il mare, e dall’altra il fuoco, e l’anima non sapeva se fosse in Purgatorio oppure all’Inferno. Solo dopo quarant’anni apprese di essersi salvata, e fu felicissima”. Le testimonianze sulle visioni di Natuzza sul Purgatorio sono in accordo con i dati del Magistero, inoltre esse costituiscono una conferma preziosa di verità di fede professata. Natuzza ci fa capire che cosa significhi infinita misericordia e infinita giustizia di Dio, che non sono in contrasto tra di loro, ma si armonizzano mirabilmente senza nulla togliere né alla misericordia né alla giustizia.

Natuzza sottolinea spesso l’importanza delle preghiere e dei suffragi per le anime del Purgatorio e soprattutto la richiesta di celebrazioni di sante Messe ed in tal modo sottolinea l’infinito valore del sangue di Cristo Redentore. La lezione della Evolo è estremamente preziosa oggi in un periodo storico nel quale impazzano il pensiero debole relativista ed il nichilismo. Il messaggio di Natuzza è un forte richiamo alla realtà e al buonsenso. In particolare Natuzza invita ad avere un profondo senso del peccato. Una delle grandi disgrazie di oggi è appunto la perdita completa del senso del peccato. Le anime purganti sono in numero enorme. Ciò ci fa capire sia la misericordia di Dio, che salva quanto più è possibile, e sia i difetti e le carenze anche delle anime migliori.

La vita di Natuzza è servita non solo ad aiutare le anime sofferenti in Purgatorio, ma a rinvigorire la coscienza di tutti coloro che si rivolgevano a lei sulla gravità del peccato e così impostare una vita cristiana molto più rigorosa e impegnata moralmente. Natuzza parlava spesso del Purgatorio ed anche questo è un suo grande insegnamento perché purtroppo, assieme ai Novissimi, anche il tema del Purgatorio è quasi completamente scomparso dalla predicazione e dall’insegnamento di molti teologi cattolici. La ragione è costituita dal fatto che oggi tutti (anche gli omosessuali) ci crediamo talmente buoni da non poter meritare altro che il Paradiso!

Qui c’è certamente la responsabilità della cultura contemporanea che tende a negare il concetto stesso di peccato, cioè proprio di quella realtà che la fede lega all’Inferno e al Purgatorio. Ma nel silenzio sul Purgatorio c’è anche qualche altra responsabilità: la protestantizzazione del cattolicesimo. In conclusione l’insegnamento di Natuzza sul Purgatorio può essere sommamente utile alla salvezza dell’anima dei cattolici del XXI secolo che vorranno ascoltarla.



     

 


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