Max-30
00mercoledì 25 ottobre 2006 23:19
Il mio nome??
Ha poi così tanta importanza?
In fondo, siamo tutti giudicati dall’apparenza, il nostro curriculum conta relativamente specialmente quando la tua fama ti precede. Non siamo giudicati per quello che siamo, ne per quello che facciamo… Siamo solo nomi, pedine nella scacchiera di questo mondo.
L’uomo continuava a torturarsi il braccio con una vecchia lama arrugginita, il sangue scendeva denso concedendosi allo sporco pavimento dell’abitazione, poche lacrime significative solcavano il volto dell’individuo, volto chino… Senza parola alcuna, con una sola ferita ed un tormentato passato che lentamente si riproponeva innanzi a lui.
La fieve luce lunare prese a filtrare da una socchiusa finestra posta nell’estremità alta della spoglia camera, il nauseabondo tanfo sanguigno inasprì la camera di un profumo insopportabile, una puzza che rese il vomito inevitabile.
Il mio passato??
Ha poi così tanta importanza?
Davvero, non riuscite a giudicare una persona per quello che è, davvero non riuscite a prescindere da quello che era? Che stupida domanda, non cerco la risposta in effetti, la so di mio, inutile soffermarsi su futili formalità, molto meglio andare avanti.. Provando a crearsi un’ero dignitoso.
Il sudore scendeva freddo dalle membra dell’uomo, il dolore divenne con il tempo sempre più insopportabile.. Valeva davvero la pena martoriare le sue membra per sfuggire dalla sua psiche?
Sporca quella camera, le pareti preoccupate da innumerevoli infiltrazioni, le ossa della costruzione spezzate alla radice in miliardi di crepe alquanto preoccupanti.
La notte sfuggiva nel suo buio rendendosi indistinguibile, la sua fuga proteggeva l’uomo, il cui volto tendeva sempre più al pallido. La mano prese a tremare, nell’ennesimo affondo tra le sue carni venne represso un’urlo e scacciato un ricordo.
Non conta il mio nome, non conta il mio passato...
Parlava, rivolgendosi al vuoto, discutendo con un’immaginario interlocutore, la sua voce era rotta dalla sofferenza patita, le iridi dell’uomo vennero in poco tempo private di tutta la loro vitalità, le gambe persero forza, il peso della sua persona divenne eccessivo, proprio come quello della sua anima. Stramazzò al suolo battendo forte il cranio, mentre il fiume composto dal suo sangue, sfociò nella parete più vicina, costretto a stagnar lì per molto tempo.
Qualunque segno di vita era ora mai ben lungi dall’avvicinarsi all’esanime carcassa. Furono pochi i secondi che lo portarono dal dolore all’incubo, così sottile la linea di confine che divideva la sua vita dall’inferno.. Così simili per lui le due cose.
Una buia distesa di nulla, l’ennesima, una voce guida.. La prima nella sua angosciante vita.
Morte, Vita..
Breve la linea di confine..
Cammina per il nulla, posando i piedi sul nero, circondato dal nero, senza la vista, senza l’olfatto.. Vagabondo, senza un nome, senza un passato… Senza un futuro.
Guidato da una voce mai udita prima, spinto da un desiderio troppe volte assaporato, un desiderio che troppe volte lo ha tentato.
Morte..
È questo quello che vuoi?
Fai la tua scelta.. Straniero.
Fai la tua scelta.. Uomo senza nome.
Un momento di blocco, la sagoma prese a riflettere. Il suo nome? Chi era? Dubbi che lo tormentarono, poteva ricordare tutto, tranne chi veramente lui fosse. Un buffo scherzo del destino, un tiro mancino destabilizzante.
Seguimi
Sorridi al tuo mondo
Tributa il giusto ringraziamento ai tuoi amici.. Sono tutti intorno a te.
Un’altra lacrima, il misterioso uomo si osservava intorno, tutto buio, non un solo insignificante spiraglio di luce, non una sola presenza, non un solo nome.. Il suo nome. Prese a camminare, i passi lenti e interminabili, il nulla tutto intorno una strana sensazione, il solito inseparabile desiderio sostituito solo momentaneamente dalla fama di sapere, la fama di conoscere le sue origini… il suo nome. Inspiegabilmente così importante.
Cosa hai?
Qualcosa non va?
Non piangere uomo.. Non ora.
Una lacrima, mentre le sue gambe si abbandonano al suo viaggio senza meta. Al suo viaggio in quel fottuto nulla. Infine una luce, abbaiante, maestosa ed imponente.. Crolla al suolo, acciecato. Infine riapre gli occhi.
Una stanza cupa, una pozza di sangue… Il suo volto tinto di rosso, mentre le lacrime si fondono al suo denso sangue... Una lama arruginita a pochi passi dall’individuo, la osserva, mentre si rialza a fatica, si specchia dentro essa, osservandosi offuscato dalla stessa ruggine. Nei suoi occhi una rabbia inaspettata, una determinazione devastante..
La sua mole privata di forza, con stretta blanda cerca un appiglio nella poltrona più vicina. Prova a rialzarsi e sorridere davanti al suo essere insignificante.
Il volto tinto dal suo stesso DNA, le braccia lacerate dal suo passato. Lo sguardo fuori dalla finestra, la luna splende tra la nebbia.. Proprio come il suo nome, sfocato dal suo stesso sangue si esprime attraverso pochi segnali.
Non importa il mio nome, non importa il mio passato. La mia vita è fatta di battaglie, un ciclo continuo che mi ha portato a perder me stesso, non importa. Non importa perché la mia rinascita, non ha legami con il passato, la mia sete di sangue non viene intaccata dal mio nome.
Poiché il mio nome corrisponde a quello di colui che porterà a termine la tua scalata, poiché il mio nome è quello di colui che in nome della sua fame, porterà il suo messaggio... Dolore.