Morto Mitch Mitchell, mito di Roger Taylor!

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baffonemercury
00giovedì 13 novembre 2008 18:01
a noi fan dei Queen il suo nome è molto familiare. ..

"cercasi batterista stile Ginger Baker/Mitch Mitchell per un nuovo gruppo".

Questo fu il messaggio che Brian May e Tim Staffell affissero nella bacheca dell'imperial college intorno al 1968. A questo messaggio rispose tale Roger Taylor,il resto è storia...

Purtroppo Mitch Mitchell è morto ieri in una stanza d'albergo a Portland, negli Stati Uniti, batterista di uno dei più formidabili gruppi rock di tutti i tempi: la Jimi Hendrix Experience. Mitchell, 62 anni, si trovava nella città dell'Oregon per riposarsi dopo aver concluso venerdì scorso un tour della West Coast con la sua band. Secondo i primi accertamenti, il musicista inglese sarebbe morto per cause accidentali, ma sarà comunque un'autopsia a dire l'ultima parola.

Con lui se ne va l'ultimo membro dello storico gruppo di Jimi Hendrix che, sul finire degli anni Sessanta, rivoluzionò la scena rock mondiale. Qualche anno fa, nel 2003, era infatti scomparso anche il bassista Noel Redding. Venne trovato morto nella sua abitazione, nella contea di Cork in Irlanda. Anche lui piuttosto giovane: aveva 57 anni.



E' una maledizione quella che si è abbattuta su una delle più famose band degli anni Sessanta e la cui prima vittima fu proprio il leggendario chitarrista americano. Era il 18 settembre 1970 quando Jimi Hendrix, all'acme della popolarità, morì in circostante mai del tutto chiarite in un hotel nei pressi di Notting Hill a Londra. Aveva solo 27 anni.

Non ne erano passati neppure cinque da quando era nato il suo gruppo, la Jimi Hendrix Experience. Si trattava di una band costruita a tavolino da Chas Chandler, il bassista degli Animals che - dopo aver scoperto il talento di Hendrix a New York - decise di portare il chitarrista nero nel Regno Unito per farne una star.

Per raggiungere l'obiettivo era necessario un gruppo che affiancasse l'esuberante mancino di Seattle. Le audizioni portarono in dote John "Mitch" Mitchell che, fino a quel momento, aveva lavorato nel mondo dello spettacolo con qualche particina in tv e come attore delle fiction radiofoniche in voga all'epoca. E il chitarrista Noel Redding che venne convinto, seppur controvoglia, a suonare il basso. Era l'autunno del 1966. Il mondo della musica stava cambiando e, con esso, l'universo giovanile.

Il successo del gruppo fu immediato. I devastanti concerti dal vivo, con i vestiti sgargianti e le esplosive performance chitarristiche di Hendrix lanciano la band nell'olimpo del rock. Alla fine dell'anno esce il singolo "Hey Joe" che vola subito in classifica. Nel 1967 arriva il manifesto della psichedelia hendrixiana, l'album "Are You Experienced?" che contiene classici del calibro di "Foxy Lady", "Fire" e "Manic Depression".

Il successo del gruppo è confermato dalla straordinaria partecipazione al Festival Pop di Monterey quando Hendrix incendia la chitarra sul palco, mandando il pubblico in visibilio.

Alla fine dell'anno viene pubblicato il secondo album del gruppo, "Axis: Bold As Love", mentre nel 1968 esce l'ultimo ambizioso disco della band, il doppio "Electric Ladyland" che contiene, tra l'altro, una versione stravolta di "All Along The Watchtower" di Bob Dylan.

I concerti si susseguono a ritmi frenetici e il gruppo non regge più la pressione della vita "on the road", tutta sesso, droga e rock'n'roll. I rapporti personali si incrinano e, nonostante il successo, la band si dissolve. Il primo a gettare la spugna è il bassista Noel Redding che abbandona il gruppo e si dedica ai suoi progetti personali come chitarrista, prima di ritirarsi nella tranquillità della campagna irlandese. Il batterista Mitch Mitchell prosegue per un periodo con Hendrix, prima di mollare anche lui e suonare, nel corso degli anni, con musicisti importanti quali Jeff Beck o John McLaughlin.

Hendrix continuerà la sua straordinaria avventura artistica ancora per un anno, assoldando altri compagni di viaggio con i quali regala ancora esibizioni straordinarie come quella, memorabile, di Woodstock. La Jimi Hendrix Experience rimane comunque la sua formazione migliore. Quella che tutti ricordano. E che da ieri, con la scomparsa di Mitch Mitchell, non c'è più.
baffonemercury
00venerdì 14 novembre 2008 17:21
Anche Brian ricorda Mitch Mitchell sul suo sito, usando il mio stesso esempio!

MITCH MITCHELL

In 1970, when I was looking for a drummer to form a new band, I put a notice up on the Imperial College Union noticeboard, saying (approximately) "Brilliant Drummer wanted for Heavy Guitar Band - must be able to play like Mitch Mitchell, Ginger Baker, Keith Moon". A young medical student answered the ad, by the name of Roger Meddows Taylor. He said ... "Yes, I can do that - Mitch Mitchell is my greatest influence - we (Bri and Rog) obviously speak the same language".
Roger and I (and Freddie) went to many shows to see the Jimi Hendrix Experience ... the first one I saw was at Brian Epstein's Saville Theatre in 1967. Jimi was of course mind-blowingly brilliant, but the combination of Jimi's creativity and Mitch Mitchell's unique talent for Jazz rhythms spun a magic web. You really could not figure out how they had so much rapport - going through gradual builds in intensity and pace, but also sudden U-turns and changes in rhythm which made it seem like Jimi and the brilliant Mitch were connected by an invisible thread. Mitch was a long way outside the mainstream of what became a whole lineage of Hard Hitting Heavy Rock Drummers - he was fast, intricate and furiously inventive ... matching and refuelling Jimi's unique passion and improvisational skills. We all thought there could be no other drummer who could have kept up.
My favourite bit? The piece near the end of track "Axis Bold As Love" (at the end of the album of the same name); just when you think it's all over, Mitch starts into a stunning slow-motion tape-phased reprise), and all the way through the introductory fill, he's already accelerating into the entry of the guitar and bass ... so the reprise proper sounds like it has been launched by a rocket.
We loved ya, Mitch. Wish I'd had a bit more chance to let you know.
Brilliant. Wonderful. Magic.

RIP

Bri

© brianmay.com
Suzeanne la Petite
00venerdì 14 novembre 2008 18:12
Vero, l'ho letto anch'io... cioè, ho provato a leggerlo, non ho capito proprio tutto [SM=g27819] Il senso però era chiaro. Certo che 60anni sono un po' pochini [SM=g27813]

Bri's sweet sister
00venerdì 14 novembre 2008 18:52
Povero Mitchie!Certo è brutto vedere tutti i miti di una volta andarsene uno dopo l'altro... [SM=g27825] ...almeno fossero tutti longevi come ad esempio B.B. King, poi!!!
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