- Pigmenti d’autore -
Lo scrittore Gilbert Sinoué apre una finestra sul ‘400 italiano ed europeo, regalandoci un thriller mozzafiato sulle ali della percezione dell’arte che caratterizzò così fortemente quel tempo.
Firenze giugno del 1441, il caldo dell’estate toscana è molto afoso quell’anno, ma nonostante ciò uno scultore lavora senza sosta per ultimare l’opera, commissionatagli quasi quaranta anni prima, che diventerà la più famosa della sua produzione: la porta in bronzo del Battistero di San Giovanni, che si trova davanti al duomo e al celeberrimo campanile di Giotto. Il questa piazza bellissima che mantiene fortunatamente intatto il suo fascino anche ai giorni nostri, Lorenzo Ghiberti è impegnato negli ultimi e minuziosi dettagli da apporre sulle sculture della porta, quando l’uccisione di un giovane messaggero mandato da Donatello che doveva porgergli un invito, suscita clamore. E’ solo il primo di una serie di omicidi che verranno compiuti in diverse zone d’Europa, e in ambienti strettamente legati all’arte. Da Firenze si passa a Bruges, dal Ghiberti e Donatello si arriva a Van Eyck, inventore della tecnica ad olio. In casa sua è presente un ragazzo che gli fa da attendente e quindi a tutti gli effetti suo apprendista, Jan, ed è attraverso lui che i fatti vengono visti, vissuti e narrati, perché è il protagonista, è il “ragazzo di Bruges”. In casa del grande pittore fiammingo il giovane armeggia olio bollente, pigmenti, trita ed impasta colori raffinati, e si evince un rapporto particolare tra i due, basato su affetto e stima, come un maturo padre può serbare ad un figlio. Egli è di fatto l’unico a cui è consentito accedere a quel laboratorio che il pittore definisce “cattedrale”. Van Eyck è all’apice del successo come artista ed è ben visto dalla nobiltà delle fiandre e dall’Europa intera, tanto che Bruges diventa pellegrinaggio di giovani artisti che desiderano approfondire e studiare le tecniche innovative del maestro. Sempre nel 1441 l’uccisione di due apprendisti di Van Eyck a Tournai ed Anversa, mettono in allarme e in pericolo lo stesso maestro. Gli assassini hanno una connotazione rituale, infatti le vittime sono entrambe sgozzate, e la loro bocca è colma di “terra di Verona”, un impasto utile per creare un particolare tipo di colore verde. Il cerchio si stringe: una vittima a Bruges anch’esso con la gola squarciata e gli occhi strappati e il verde che esce dalla bocca, mettono in allarme lo stesso Van Eyck… sarà lui la prossima vittima?
“Il ragazzo di Bruges” è un giallo storico indubbiamente di valore. E’ scritto dall’autore Gilbert Sinoué con attenzione nei minimi particolari, con amore verso l’arte e la storia e con raffinatezza percepibile a tutti. L’architettura narrativa è creata per suscitare interesse sia sugli avvenimenti che su quell’esplosione artistica che caratterizzò il ‘400 italiano ed europeo. Entrare in quel contesto e avere la possibilità di vedere muoversi in un tessuto narrativo artisti come Van Eyck, Antonello da Messina, Ghiberti, Donatello, Frà Angelico e Brunelleschi, risulta essere una fortunata intuizione a servizio della trama. In questo giallo atipico la presenza che si percepisce sempre e comunque è lo stile del suo autore che con sagacia, malinconia e servendosi alcune volte di ironia, racconta un thriller pieno di colpi di scena, perfettamente inserito nelle file di un romanzo storico impeccabile, che garantisce intense emozioni.
(di Svevo Ruggeri)
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