La Grande Ungheria degli anni 50

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Nick the Toll
00domenica 19 settembre 2004 20:30
La prima metà degli anni '50 è stata l'epoca d'oro del calcio danubiano. In quegli anni, i successi della Honved di Budapest e della squadra nazionale ungherese conquistarono l'ammirazione di tutti gli appassionati di calcio, grazie ad una generazione di giocatori straordinari e ad alcune sapienti innovazioni tattiche. La stella della nazionale era Ferenc Puskas, attaccante tecnico e potente, dotato di un tiro forte e preciso. Altri giocatori di classe erano l'altro attaccante Sandor Kocsis e il centravanti arretrato Nandor Hidegkuti, regista della squadra. Ma tutto il team era composto di giocatori di grandi qualità tecniche e fisiche, in grado di interpretare un modulo di gioco tutto particolare.

In quegli anni tutta Europa adottava ormai il WM di derivazione inglese, anche detto "sistema": un modulo tattico che oggi descriveremmo come 3-2-2-3. La caratteristica principale del sistema era il gioco in velocità, fatto di passaggi rapidi tesi a lanciare i tre attaccanti verso la porta: il suo elemento portante era il "quadrilatero" di centrocampo, formato dai due mediani e dalle due mezzali. Gli ungheresi, come qualcuno scrisse all'epoca, rovesciarono la "M" creando l'attacco a "W": le mezzali divennero le due punte, mentre le ali e il centravanti arretrarono ad occupare la zona avanzata del centrocampo. In questo modo le ali partecipavano più attivamente all'impostazione della manovra d'attacco, e c'erano maggiori possibilità di sfruttare le fasce laterali. Il punto di riferimento della squadra diventava il "centravanti arretrato", neologismo ispirato proprio dagli ungheresi, che partiva sovente dal cerchio di centrocampo ed effettuava l'ultimo passaggio verso le due punte. Il tutto funzionava grazie a movimenti collettivi perfettamente sincronizzati, eseguiti con grande velocità: i cronisti usavano dire che l'Ungheria "attaccava in massa" l'avversario, portando con pochi passaggi i cinque giocatori più avanzati nei pressi dell'area di rigore avversaria.

La nazionale ungherese si mise in evidenza alle Olimpiadi di Helsinki del 1952, dove si aggiudicò la medaglia d'oro schierando la nazionale titolare contro le squadre di dilettanti dei paesi occidentali: come tutti ricordano, il professionismo non esisteva formalmente nei paesi comunisti, i cui atleti erano chiamati "dilettanti di stato". Due anni dopo, gli ungheresi furono i primi ad espugnare lo stadio di Wembley, infliggendo all'Inghilterra una storica sconfitta in amichevole con il punteggio di 6-3, e confermarono di lì a poco la loro superiorità anche a Budapest, con un'altra sonora vittoria per 7-1. Questo accadeva alla vigilia dei mondiali svizzeri del 1954: la squadra danubiana appariva come la grande favorita per la vittoria finale.

Le prime fasi del torneo sembrarono giustificare la previsione. L'Ungheria superò agevolmente il girone iniziale, battendo per 9-0 la Corea del Sud e per 8-3 la Germania Ovest. In questo secondo match, però, Puskas venne toccato duro dal difensore tedesco Liemrich, e non potè essere impiegato nelle due partite seguenti. Nei quarti di finale l'Ungheria superò per 4-2 il Brasile in quella che ancora oggi viene ricordata come "la battaglia di Berna": la partita fu molto tesa e fallosa, con espulsioni da entrambe le parti e un arbitraggio non impeccabile, ma la vera rissa si scatenò al rientro negli spogliatoi, coinvolgendo giocatori e dirigenti di entrambe le squadre, e dovette intervenire la polizia svizzera per riportare l'ordine.

Dopo la vittoria anche in semifinale per 4-2 ai danni dell'Uruguay, l'Ungheria affrontò di nuovo la Germania Ovest in finale. Nessuno aveva dubbi nel pronosticare l'Ungheria campione del mondo. Già dopo otto minuti i magiari conducevano per 2-0, con reti del rientrante Puskas e del mediano Czibor. Sembrava l'inizio di una nuova goleada, ma a quel punto il match prese un'altra direzione. I tedeschi pareggiarono nel giro di dieci minuti, e alzarono un muro difensivo contro le iniziative dell'attacco ungherese. Chi era a Berna quel giorno si accorse che, con il passare del tempo, gli ungheresi sembravano sempre più stanchi, specialmente Puskas che non aveva recuperato pienamente dopo l'infortunio, mentre i tedeschi continuavano a correre senza dare segni di cedimento. E avvenne l'incredibile: a sei minuti dalla fine, la Germania si portò in vantaggio per 3-2, con un gol di Rahn. La reazione rabbiosa degli ungheresi produsse il gol del pareggio, che venne però annullato per un dubbio fuorigioco di Puskas. Al fischio finale, i tedeschi si ritrovarono campioni del mondo.

A distanza di cinquant'anni, resta il sospetto di doping sugli atleti tedeschi, che furono tutti ricoverati in ospedale pochi giorni dopo la vittoria. Ma soprattutto resta il ricordo di quella formidabile squadra ungherese, spazzata via dalla tragica invasione sovietica del 1956. La Honved si trovava all'estero e diversi giocatori decisero di non rientrare a Budapest. Puskas si trasferì dopo qualche tempo a Madrid, dove diventò una delle stelle del Real... ma questa è un'altra storia.
ugo.p
00lunedì 4 ottobre 2004 16:42
Nick carissimo mi era sfuggita questa chicca. Ancora una volta permettimi di farti i complimenti, in queste tue cronache sportive riesci a ricreare l'atmosfera di quel periodo, le leggende, gli eroi le emozioni. L'avevo gia apprezzato nella discussione su Charlton, secondo me qui ti sei superato.
Io non ero ancora nato, pero' ricordo da bambino al bar con quale rispetto i " grandi" parlavano dell'ungheria del '56. Per molti anni i suoi giocatori sono stati presi a termine di paragone. centravanti alla Hidekguti, la classe di Puskas erano veramente frasi entrate nella terminologia quotidiana calcistica. Ho sentito molti affermare che i giocatori della Germania si erano bombati come cavalli, tanto che dovettero essere ricoverati in blocco in ospedale, non so se sia vero o meno ma leggendo le varie cronache dell'epoca e ricordando i commenti di chi quei tempi l'ha vissuti, sembrerebbe piu' che probabile, perche' una squadra come l'Ungheria di quegli anni era assolutamente imbattibile. una di quelle combinazioni direi storiche che si verificano molto raramente. Penso che emozione deve esser stato per chi l'ha vista, l'invidia piu' grande poi la provo nei confronti di chi ha visto Inghilterra= Ungheria. quella si che e' Storia ( con la "S" maiuscola).
Bravo Nick.
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