Intervista a Franco Causio, 15 dicembre 2016
Intervista al sito ilposticipo.it a Franco Causio prima della partita di cartello Juventus-Roma.
“Vincere è l’unica cosa che conta” è il titolo del suo libro. E’ ancora così nel calcio?
«I fatti lo dimostrano. Lo dimostra la Juve di oggi. Non è bellissima, ma sta ancora lì, in testa alla classifica. Piano piano il gioco migliorerà, ma è sempre la squadra da battere. Merito di una organizzazione, di squadra e societaria, che ha puntato a rinforzare la squadra indebolendo le avversarie».
La mentalità: è questa la differenza incolmabile tra Juventus e Roma?
«Non solo con la Roma. La differenza tra la Juve e tutte le altre è ancora evidente. La Roma è la squadra che le si può avvicinare maggiormente. Anche il Napoli è un buon avversario, capace di esprimere buone giocate, ma che in questa fase manca certamente di qualcosa in avanti».
Il blocco italiano juventino è il vero segreto della squadra di Allegri?
«Il reparto difensivo della Juve è straordinario negli uomini, che non a caso formano anche il blocco della Nazionale. Ma il livello dei calciatori che giocano nei bianconeri è superiore in tutti i reparti».
Che partita sarà quella di sabato tra Juventus e Roma?
«Mi aspetto 90 minuti intensi, con fasi di gioco molto aggressive, una partita “maschia”. Ma spero che lo resti solamente nel campo di gioco, mi auguro che non ci siano polemiche, né tantomeno incidenti sugli spalti».
A proposito di polemiche, quando c’è Juve-Roma sembra impossibile evitarle.
«Confido nell’intelligenza delle persone. Spero soprattutto negli allenatori e nei dirigenti, che devono essere superiori a tutto e mostrare il buon esempio».
Franco Causio ha scoperto Alessandro Del Piero…
«Non voglio assolutamente vantarmi di questa cosa, facevo l’osservatore ed è capitato di scovare questo ragazzo. Ci tengo in particolar modo a ricordare e condividerne il merito con Piero Aggradi (direttore sportivo del Padova, ndr) e Franco Landri (consulente di mercato della Juve, ndr), due straordinarie persone e ottimi professionisti, che oggi non ci sono più. Alessandro Del Piero è stato un giocatore immenso. Dal Mondiale ’82 a oggi ci sono tre giocatori italiani per me inarrivabili: Roberto Baggio, Alessandro Del Piero e Francesco Totti. Autentici fuoriclasse».
Tutti e tre numeri 10. Ma un numero 7 come Franco Causio lo rivedremo sui campi di calcio?
«Il calcio di oggi è molto cambiato. Il mio ruolo, l’ala destra, è interpretato in maniera differente. Prima sbocciavano campioni come Bruno Conti, Sala, prima di me Domenghini, dopo Roberto Donadoni. C’è stato anche Beckham, forse ultima ala del calcio moderno. Cristiano Ronaldo indossa il 7, ma non è certo un’ala pura».
Come si faceva l’ala destra all’epoca?
«Per prima cosa erano le squadre a essere costruite in maniera diversa, asimmetrica. C’era l’ala tornante da una parte e il terzino fluidificante dall’altra, un trequartista e poi gente che faceva gol. Il mio compito era fornire assist».
Un sorta di esterno alto. Dove giocherebbe oggi Franco Causio?
«Nei moduli moderni mi vedo bene in un 4-3-3. Io a destra, Bruno Conti a sinistra e Higuain in mezzo. Lo avremmo fatto divertire parecchio con i nostri assist. Un tridente niente male».
Come finisce Juventus-Roma?
«Da juventino dico 1. Conosco Spalletti, c’ho lavorato a Udine. Un grandissimo tecnico. Ma la Juve secondo me ne ha di più».
Sfida decisiva per lo scudetto?
«Non penso. Manca ancora tanto. C’è l’incognita Champions che porta via molte energie. Bisogna vedere in che stato psicofisico la squadra di Allegri arriverà in primavera e con quale eventuale vantaggio in classifica. Sarà utile per gestire le risorse».
Con la vittoria della Champions questa squadra passerà alla storia come la Juve più forte di sempre?
«Avendo già vinto 5 scudetti possiamo già considerare questa squadra nella storia. Con il sesto titolo di fila o una vittoria della Champions ci troveremmo di fronte a un’impresa straordinaria, più che di storia, dovremmo parlare di leggenda».
Intervista a Causio