Il Valore del Tempo ...

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
softstudio2
00lunedì 25 maggio 2009 23:02
... in fotografia
<<... Una delle cose che mi piacevano di più era prendere la macchina ed andarmene in giro in cerca di luoghi che immaginavo adatti alla fotografia del paesaggio. Quando volevo esplorare a fondo una particolare regione vivevo letteralmente nella mia auto anche per intere settimane ... Non sono mai riuscita a scattare un gran numero di fotografie nel corso di questi viaggi. Una volta ho calcolato che per ogni fotografia percorrevo anche più di 150 km e che da un viaggio durato due settimane rientravo con NON più di 8 fotografie. Era un processo estremamente lungo e lento, ma anche molto soddisfacente >>
Catherine Ames Fotografa Paesaggista


<< ... Durante uno dei miei viaggi negli Stati Uniti mi sono imbatturo in una struttura di arenaria ... sapevo di aver scoperto qualcosa che meritava di essere rappresentato in tutta la sua potenza e la sua gloria ... non era una immagine da fotografare in fretta, studiai la struttura ... provai diverse inquadrature ed ottiche .... eseguii svariati schizzi ... quando ebbi trovato una inquadratura soddisfacente mi disposi ad aspettare la "luce perfetta" e l'attesa fu lunga. Solo un ANNO più tardi trovai le condizioni di luce per me eccellenti ....>>
Michael Fatali Fotografo Paesaggista


<< ... il successo di una foto è quasi sempre questione di istanti. Anche in un paesaggio che è relativamente statico occorre tener conto della dinamicità della luce e del cielo e di altri elementi in movimento ... pianificare una scatto e riflettere su come ottenere il risultato desiderato è una grande idea, ma potreste rimanere spiacevolmente sorpresi del fatto che il tempo non resta immobile a vostro beneficio ... Ma in una situazione che può cambiare in un secondo, quello che è perso, è perso per sempre. "Quando è troppo tardi" ha scritto Cartier-Bresson "allora capisci esattamente per quale ragione sei risultato insufficiente".
Michael Freeman




softstudio2
00lunedì 25 maggio 2009 23:11
Secondo Voi è il genere fotografico che stabilisce i tempi, od è il nostro bioritmo fotografico che si va a cercare il suo "GENERE" più adatto ...

Ha ragione Freeman per il quale "ogni lasciata è persa" (e che quindi scatta necessariamente in digitale) oppure come dice Fatali si deve aspettare a lungo il momento giusto ( magari usando una PHILIPS fuori serie 8x10") ?

....

... non possa fare a meno di pensare all'amico MACERIC seduto sul suo sgabello .... ! [SM=g27989]
Mauroq
00martedì 26 maggio 2009 07:01
Il Freeman mi sembra fuoristrada, non so chi sia ne che genere fotografico faccia, ma l'approccio e' tipico street, anche quello mentale, l'attimo.....e' un altra cosa, e non lo penso accostabile al paesaggio, e' vero che c'e' un momento per scattare anche nel paesaggio, ma lo scatto serio chiede tempi lunghi, anche piu' di un anno, per la street inoltre devo dire che lo scatto al momento giusto e' un po' una favoletta, talvolta anche le foto di Bresson (lo adoro)sono scelte da una decina fatte nello stesso contesto, basta guardare lo Scrapbook.

Quello che e' perso, e' perso per sempre......mah

Se l'hai perso, vuol dire che l'hai visto e non hai scattato, problema tuo.

Se l'hai perso perche' in quel momento non c'eri, allora non lo sai che lo hai perso, perche nemmeno l'hai visto.

Se non c'eri come fai a capire che sei stato insufficiente ?
Enrico-53
00martedì 26 maggio 2009 08:52
la mia idea, mi pare di capire sovrapponibile a quella di Mauro, è che non esiste un tempo ma un preciso istante, nel quale la fotografia "c'è". è questione di luce giusta nel paesaggio, che magari si crea dopo sei mesi, ma può esserci anche nell'istante in cui siamo li, è questione di commistione di elementi nella street, di espressione di un ritratto, eccetera! l'importante è avere la preparazione culturale-tecnica per saper capire e cogliere il momento giusto, che sia adesso, tra un minuto o fra tre mesi.
maceric
00martedì 26 maggio 2009 12:53
"sparare" fotografie.
Quello del fotogrfare è un atto nel "tempo", nel quale qualcosa viene strappato al suo momento e trasferito in una diversa forma di continuità.
si pensa sempre che ciò che viene strappato al tempo si trovi "davanti" alla macchina fortografica.
Ma non è del tutto vero.
Fotografare è infatti un atto bidirezionale: in avanti e all'indietro.
certo, si procede anche "all'indietro".
Il paragone non è poi tanto stravagante.
Come il cacciatore appoggia il suo fucile, mira davanti a lui,
preme il grilletto,
e quando parte il proiettile viene spinto indietrodal contraccolpo.
così anche il fotografo viene spinto indietro verso se stesso...
...una fotografia è sempre una immagine duplice: mostra il suo oggetto e - più o meno visibile- "dietro" il controscatto:
l'immagine di colui che fotografa...cosa è dunque il contraccolpo del fotografo?...in tedesco esiste una parola "disposizione"
In senso psicologico o morale è l'atteggiamento col quale qualcuno si
"predispone a qualcosa" ovvero si prepara a qualcosa per poi
ri-prenderla..."


Wim Wenders "to shoot pictures"


per questo io sono anni che fotografo sempre la stessa fotografia anche se il davanti non è mai lo stesso.



Non partiremo mai

Antonio, noi non partiremo mai.
Navigheremo sempre antichi mari di sogno
sotto la luce fragile
del paralume giapponese.
Non sentiremo l'urlo
della sirena nei distacchi amari
lungo i moli di nebbia.
Restiamo, io non ho più voglia
di vedere
oltre i colli
della fanciullezza.
Il Mare delle Antille
ha un colore meraviglioso

spiegato sulla scrivania.



Tratto da "I Banchi di Terranova"
GUERRRINI
00martedì 26 maggio 2009 13:15
Secondo Voi è il genere fotografico che stabilisce i tempi, od è il nostro bioritmo fotografico che si va a cercare il suo "GENERE" più adatto ...

si,per me il bioritmo di ognuno di noi stabilisce il genere prediletto...io ad esempio odio la fotografia di strada,non come genere in se'...ma perchè non la capisco e non sarei mai in grado di farlo.
Non ho l'istinto...devo pensare 3mila robe prima di schiacciare il bottone ed addio attimo fuggente,inoltre mi imbarazza andare in giro a fotografare le persone che si fanno i fatti loro.

Io preferisco fotografare isolandomi dal mondo,il mio ritmo di preparazione è bradipesco,mi sento a mio agio solo se non c'è nessuno nel raggio di 100 metri.

La foto di paesaggio è certemente il genere che più si addice al mio modus operandi,certo se vado in un posto per fare uno scatto, la foto la faccio si!
Non ci torno di certo un anno dopo...anzi mi è capitato di andare in un posto a scattare e procedere nonostante le condizioni non ottimali,alla fine non mi sono pentito [SM=g28002]

a volte bisogna crearsi la foto.
VM-Marina
00mercoledì 27 maggio 2009 21:20
molto suggestive e veritiere le varie sfaccettature del perché si fotografa come e quando

secondo il mio modesto parere,
il momento giusto è inconscio.
l'immagine che si realizza deve dare delle sensazioni
se questo avviene si è colto nel segno,
e significa che l'attimo è stato raccolto


Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 19:29.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com