Il teatro aveva appena chiuso le sue porte, in sala rimbombavano gli echi degli applausi e i cori dei "bis" mentre il silenzio cavalcando il vento si trascinava lento e maestoso sulla platea. All'improvviso un topolino bianco fa capolino fra le scene, è spaesato un po' impaurito, tutte quelle voci quei rumori, che prima lo avevano travolto e sorpreso nel suo dolce dormire, a un tratto lo avevano abbandonato lasciandolo solo con il battito del suo cuore frenetico.Nel suo piccolo girovagare in cerca di briciole, si ferma piu' volte ...sfrega le zampine si lecca il musino. Davanti al sipario intanto si addormentano vellutate le poltroncine e le balconate, coperte dal buio dei fari. Ora è tra i costumi e le maschere, che lo osservano pettegole e divertite,lui le guarda sospettoso e continua il suo vagare, a un tratto è li' in mezzo al palco, le tende che lo sovrastano e le scenografie dietro di lui sembrano per illusione e per magia aprirsi e muoversi, le luci accendersi, la musica suonare... "Calano le lune e le stelle di cartone, le prime donne sono sirene dai corpi sinuosi e gli occhi diamantati, truccate su scogli di tessuto e su mari finiti li dove cieli e oceani si incontrano in una reale simmetria. L'occhio del ciclope si apre e si chiude e tutto ricopre con la sua luce. Le armonie si alternano :a volte onde che si fracassano, altre volte concerti di cicale estive"...lui è ancora li piccolo e incosciente, ma per una fatata sera gli incantesimi, il trasporto, forse solo la magia del teatro lo hanno reso protagonista di questa favola...
Bargigli Danilo
PS: la favola è stata presa dal seguente link:
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