Cobite
00mercoledì 9 marzo 2005 00:04
Coricate sulla sabbia come armento pensoso
volgono gli occhi verso l'orizzonte marino e i piedi
che si cercano, le mani ravvicinate hanno dolci
languori e brividi amari.
Le une, cuori innamorati di lunghe confidenze, nel
folto dei boschetti sussurranti di ruscelli, vanno
riandando l'amore delle timide infanzie e incidendo
il legno verde dei giovani arbusti;
altre, camminano lente e gravi come suore
attraverso le rocce piene di apparizioni, dove
Sant'Antonio vide sorgere, come lava, i seni nudi e
purpurei delle sue tentazioni;
e ve n'è che ai bagliori di resine stillanti, nel muto
cavo di vecchi antri pagani, ti chiamano in soccorso
delle loro febbri urlanti, o Bacco, che sai assopire
gli antichi rimorsi.
Altre, il cui petto ama gli scapolari e nascondono il
frustino entro lunghe vesti, mischiano, nelle notti
solitarie e nei boschi scuri, la schiuma del piacere e
le lagrime degli strazi.
O vergini, o demòni, mostri, martiri, grandi spiriti
spregiatori della realtà, assetate d'infinito, devote o
baccanti, piene ora di gridi ora di pianti,
o voi, che la mia anima ha inseguito nel vostro
inferno, sorelle, tanto più vi amo quanto più vi
compiango per i vostri cupi dolori, per le vostre seti
mai saziate, per le urne d'amore di cui traboccano i
vostri cuori.
Vitale Tagliaferri
00mercoledì 9 marzo 2005 14:03
Me la ricordavo, ma è stato bello leggerla qui.
Grazie per la tua scelta.
rezgit
00lunedì 16 maggio 2005 22:12
......
-Scendete giù, scendete, miseri cuori afflitti,
per le vie dell'inferno che già, quasi, vi afferra;
sprofondate nel baratro, ove tutti i delitti,
flagellati da un vento che viene di sottoterra,
ribollono confusi. Ombre folli, correte,
verso il miraggio vano dei vostri desideri:
voi non potete mai saziar la vostra sete:
il castigo è nei vostri insaziati piaceri.
Non un raggio che penetri nelle vostre caverne:
miasmi febbricosi filtrando per i muri
incrinati, s'accendono come strane lanterne,
e i vostri corpi imbevono dei lor profumi impuri.
L'aspra sterilità del vostro godimento
v'acuisce la sete e dissecca la pelle,
e la concupiscenza, cieca furia di vento,
vi fa garrir le carni come vecchie drappelle.
Lungi dal popol vivo, dannate ed errabonde,
correte come lupi per terre desolate:
seguite il vostro fato, anime sitibonde,
fuggendo l'infinito ch'entro di voi portate.
....C. Baudelaire (Poesie condannate da "I FIORI DEL MALE")
Vitale Tagliaferri
00lunedì 16 maggio 2005 22:16
Vi prego, non smettete, di offrirmi
queste perle di Grande Poesia......
rezgit
00giovedì 19 maggio 2005 08:09
Ti dono questi versi
Ti dono questi versi, perché se un giorno il mio nome approderà felicemente alle epoche lontane e farà sognare qualche sera i cervelli degli uomini, vascello assecondato da un gran vento,
il ricordo di te, pari alle vaghe favole, affatichi il lettore come un timpano, e resti appeso come un fraterno e mistico anello alle mie rime altere;
essere maledetto cui, dagli abissi profondi sino al più alto dei cieli, nulla all'infuori di me risponde! O tu, che come un'ombra dall'effimera orma,
calpesti con piede leggero e sguardo sereno gli stupidi mortali che t'hanno giudicato amara, statua dagli occhi metallici, grande angelo dalla bronzea fronte!
Baudelaire