CHARLES BAUDELAIRE

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blacky23
00lunedì 6 dicembre 2004 18:36
Fu certo il più grande lirico della passione amorosa dell'età moderna. Charles Baudelaire (1821-1867), qui a sua volta egregiamente tradotto da un poeta dei nostri giorni, Giovanni Raboni, passione che nei Fiori del male(1857) si atteggia e riatteggia di continuo, in perenne metamorfismo, come l'araba fenice del mito: basta guardare, per convincersene, all'ultimo verso della poesia che segue.

Grandezza e ignominia dell'amore

Ti porteresti a letto il mondo intero,
o impura, o crudele per noia! A questo gioco strano
devi, per tenerli in esercizio, ogni giorno
metterti almeno un cuore sotto i denti.
Chiari come vetrine, fiammeggianti
come le luminarie d'una festa, i tuoi occhi
usano, insolenti, d'un potere non loro,
ignari della legge onde son belli.

Macchina cieca, sorda, feconda in crudeltà!
Strumento salutare, sanguisuga del mondo,
non hai vergogna, dunque, non hai visto
spegnersi in ogni specchio le tue grazie?
E la forza del male in cui ti credi esperta
non ti fa indietreggiare di spavento
quando, grande nelle ascose sue trame, la natura
si serve di te, femmina, regina di peccati,
di te, vile animale! perchè un genio abbia vita?

Sublime infamia, altezza verminosa...
:AR
Sara:BF
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