ADI - Chiese Cristiane Evangeliche - Assemblee di Dio in Italia

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roberto.testimonidigeova
00giovedì 19 gennaio 2012 14:22
Riconosco di non avere le idee chiare riguardo a loro.
Non mi riferisco alla loro dottrina, ma alla loro organizzazione.
Hanno una struttura piramidale, teocratica simile a quella riscontrabile fra i Testimoni di Geova o la Chiesa Cattolica, oppure ogni comunità è semi-indipendente sullo stampo congregazionalista (simile a quello dei primi studenti biblici) aderendo semplicemente a un credo comune?
Inoltre: Le ADI sono un'unica religione, o più gruppi confederati fra loro?
Come vengono nominati i loro pastori? La loro dottrina si può definire di stampo battista, metodista, riformata o cos'altro?
Quali altre informazioni è utile sapere sul loro conto?

Qualcuno sa qualcosa?
LeonardoN
00giovedì 19 gennaio 2012 15:15
www.assembleedidio.org/

it.wikipedia.org/wiki/Assemblee_di_Dio_in_Italia

www.cesnur.org/religioni_italia/p/pentecostali_03.htm

Le Assemblee di Dio in Italia

Assemblee di Dio in Italia (ADI)
Via dei Bruzi, 11
00185 Roma
Tel.: 06-491518
Fax: 06-4463591
E-mail: adisede@assembleedidio.org
URL: www.assembleedidio.org
Le Assemblee di Dio in Italia prendono il loro nome dal rapporto di intesa stipulato nel 1947 dalla maggioranza delle congregazioni pentecostali italiane con le Assemblee di Dio americane. Benché questa intesa non vada in nessun modo considerata come una identificazione, rimane interessante premettere alcuni cenni sulla storia della denominazione americana e internazionale. A Hot Springs, nel 1914, le Assemblee di Dio nascono come semplice network destinato a fornire alle comunità che ne fanno parte alcuni servizi essenziali e a metterle in regola con le leggi degli Stati che richiedono la loro “registrazione” come enti religiosi. I partecipanti al convegno di Hot Springs dichiarano con enfasi di non volere costituire una denominazione, “un’organizzazione umana che decida leggi o articoli di fede”, perché questo tipo di organizzazione è “contraria alle Scritture”.

Tre sviluppi, che risalgono all’epoca della Prima guerra mondiale e agli anni successivi, trasformano le Assemblee di Dio da network in denominazione. Il primo è la decisione – presa a maggioranza, e contro l’opinione di una vivace minoranza pacifista – di appoggiare lo sforzo bellico americano nella Prima guerra mondiale: una mossa che, giudicata retrospettivamente, trasforma molti pentecostali – secondo l’espressione di Edith L. Blumhofer – da “pellegrini” che attendono la fine dei tempi rimanendo estranei alla società in “cittadini” a pieno titolo. Il secondo è la fondazione di istituzioni educative, prima delle quali il Central Bible Institute (CBI) – oggi Central Bible College –, con sede a Springfield (Missouri). All’anti-pentecostalismo di molte istituzioni accademiche protestanti, le Assemblee di Dio non rispondono rifiutando l’istruzione accademica, ma fondando istituzioni proprie. Almeno a partire da questi sviluppi degli anni 1920, è senz’altro inesatto presentare le Assemblee di Dio come un semplice insieme di credenti entusiasti, dove l’esperienza prevale sulla dottrina. Anche se poveri e di limitata cultura secolare, molti pastori delle Assemblee di Dio hanno avuto – fin da prima della Seconda guerra mondiale – una formazione teologica a livello di studi superiori. Il terzo sviluppo è l’impegno, quasi immediato, in ambiziosi programmi missionari internazionali. I successi saranno spettacolari.

Le istituzioni accademiche e lo sforzo missionario, a loro volta, favoriscono maggiori contatti fra le Assemblee di Dio e altri evangelici, anche non pentecostali, superando la “separatezza” che aveva caratterizzato i primi anni della denominazione. Per la verità, questa “separatezza” – più che scelta dalle Assemblee di Dio – era stata imposta dall’esterno, a causa delle violente critiche che soprattutto il mondo fondamentalista rivolgeva al pentecostalismo e alla glossolalia. Proprio la “questione pentecostale” finisce per favorire una chiara distinzione fra il mondo evangelical e il mondo fondamentalista. Il primo – che costituisce nel 1942 la National Association of Evangelicals (NAE) – è disponibile a collaborare con i pentecostali (classici), all’insegna di una comune interpretazione della Bibbia, mettendo tra parentesi le divergenze sulla glossolalia. I fondamentalisti invece – che non aderiscono alla NAE – mantengono una rigida opposizione anti-pentecostale. Le Assemblee di Dio partecipano alla NAE fin dalla fondazione, e nell’ambito della NAE – e anche indipendentemente da questa – stabiliscono rapporti di regolare collaborazione con altre denominazioni pentecostali classiche.

Dopo la Seconda guerra mondiale, i pentecostali classici (sia quelli “wesleyani”, sia quelli chiamati impropriamente “battisti”) sono uniti dalla necessità di riaffermare il loro radicamento biblico e dottrinale, e la loro struttura denominazionale, di fronte al rinnovato ultra-congregazionalismo delle Chiese pentecostali libere e ai nuovi fenomeni carismatici del Latter Rain Movement e dei guaritori indipendenti (che costituiscono la cosiddetta “seconda ondata” pentecostale). Negli anni 1960 e 1970 le Assemblee di Dio seguono con curiosità – ma anche con diffidenza – il rinnovamento carismatico di Chiese protestanti non pentecostali e della Chiesa cattolica. Un rapporto pubblicato nel 1972 conclude che “il vento dello Spirito sta soffiando liberamente al di fuori delle organizzazioni pentecostali normalmente riconosciute”. “Le Assemblee di Dio non possono approvare quanto è evidentemente non scritturale nella dottrina e nella condotta, ma neppure vogliono categoricamente condannare tutto quanto non si conforma totalmente ai nostri parametri. È importante trovare la nostra strada sul cammino scritturale, evitando i due estremi di un ecumenismo che compromette i principi della Scrittura e di un esclusivismo che non è fedele al vero cristianesimo” (Executive Presbytery, “Charismatic Study Report”, Advance, novembre 1972, p. 3).

Continua ....
LeonardoN
00giovedì 19 gennaio 2012 15:17
La diffidenza nei confronti del cattolicesimo in genere induce le Assemblee di Dio a mantenersi comunque molto riservate nei confronti dei carismatici cattolici. Alcuni teologi e predicatori si spingono più in là nella collaborazione sia con il Rinnovamento carismatico cattolico, sia con il Concilio Ecumenico (o Mondiale) delle Chiese, simbolo di un ecumenismo ritenuto inaccettabile dalle Assemblee di Dio. Fra questi, figure importanti nelle Assemblee di Dio fuori degli Stati Uniti come Donald Gee (inglese, 1891-1966) e David Du Plessis (sudafricano, più tardi naturalizzato americano, 1905-1987). La maggioranza delle Assemblee di Dio non segue quella che considera una fuga in avanti, e nel 1962 Du Plessis è costretto a rinunciare alle sue credenziali di pastore della denominazione (che riotterrà peraltro nel 1980). Per le Assemblee di Dio, non si tratta tanto di criticare altre Chiese quanto di preservare gelosamente una integrità dottrinale spesso percepita come in pericolo.

Negli anni 1980 il problema diventa particolarmente acuto, con la proliferazione di ministeri e parachiese specializzate nazionali e internazionali, che tentano di acquistare preminenza rispetto alle comunità locali, suscitando numerose critiche. La “caduta” nella seconda metà del decennio dei telepredicatori Jim Bakker e Jimmy Swaggart – entrambi provenienti dalle Assemblee di Dio, che prendono provvedimenti contro di loro quando sono accusati di frodi e immoralità – confermano i pericoli insiti in questi ministeri autonomi, specialmente quando sono collegati alle grandi somme di denaro che ruotano intorno alla predicazione televisiva. I telepredicatori, peraltro, non sono rappresentanti tipici delle Assemblee d Dio e del loro stile. Mentre voci all’interno della denominazione incitano a lottare contro la stanchezza e l’“imborghesimento” che si manifestano nelle congregazioni più ricche, è significativo che – anche soltanto dal punto di vista statistico – la maggiore crescita della denominazione (che oggi sfiora nel mondo i trentacinque milioni di membri) si verifichi negli Stati Uniti, negli anni 1990, all’interno delle congregazioni di lingua spagnola, che operano spesso in condizioni materiali molto difficili. È in queste semplici congregazioni ispano-americane, e in migliaia di Chiese simili dei paesi in via di sviluppo – più che nelle poche megachurches statunitensi oggetto di interesse giornalistico e televisivo – che il visitatore può ancora percepire qualche cosa dello stile e dello spirito dei primi pionieri.

Il pentecostalismo italiano si forma fin dalle origini fra gli italo-americani in un ambiente dottrinalmente vicino a quello delle Assemblee di Dio, ma la radice “indigena” rimane nettamente prevalente. Il percorso organizzativo dei pentecostali italiani non incontra le Assemblee di Dio fino al dicembre 1945, quando il pastore svizzero Hermann Parli (1916-1998) viene in Italia per verificare le condizioni del pentecostalismo italiano dopo la persecuzione e la guerra su incarico delle Assemblee di Dio del Regno Unito. Cercando – per dotarsi di una struttura giuridica di fronte allo Stato – una intesa formale con un’organizzazione straniera, gli italiani si rivolgono dapprima alla Chiesa Cristiana del Nord America (in cui sono confluite la maggioranza delle Chiese pentecostali italo-americane); ma questa non dispone a sua volta di un riconoscimento giuridico adeguato. Si arriva così al Convegno di Napoli del 16-18 agosto 1947, quando le Assemblee Pentecostali Italiane, “riconosciuta l’urgente necessità di regolarizzare la propria posizione giuridica e, constatato che l’unico mezzo attualmente a disposizione del movimento è quello dell’affiliazione a fratellanze straniere, accettano l’affiliazione cristianamente offerta dalle Assemblee di Dio degli Stati Uniti”, pure mantenendo “la più alta indipendenza”.

Quella che si era chiamata Chiesa cristiana evangelica pentecostale assume così il nome di Assemblee di Dio in Italia in base all’intesa sottoscritta il 13 dicembre 1947. L’atto costitutivo delle Assemblee di Dio in Italia è sottoscritto il 22 maggio 1948; il primo presidente è Umberto Gorietti (1904-1982) e il segretario Roberto Bracco (1915-1983). Nonostante l’“affiliazione” (tecnicamente, piuttosto una “intesa”) statunitense, la situazione non è facile, e la nuova denominazione deve subire quella che Eugenio Stretti chiama “persecuzione democristiana”, mediante la continua applicazione della circolare Buffarini-Guidi, di epoca fascista, che sarà dichiarata “non più in vigore” solo il 16 aprile 1955. Pure tra queste difficoltà, le comunità nello stesso anno 1955 sono già oltre trecento, con più di ventimila membri. Nel 1951 erano venuti in Italia i pastori Antonio Piraino (1915-1992), delle Assemblee di Dio americane, e Antonio di Biase (1897-1974), della Chiesa Cristiana del Nord America. Piraino chiama in Italia Giuseppina Furnari (1917-1988), che dà un impulso decisivo alla creazione di una vasta rete di scuole domenicali. Nel 1954 si apre l’Istituto Biblico Italiano – grazie all’aiuto delle Assemblee di Dio degli Stati Uniti e di pentecostali italo-americani che, sotto la guida di Vincenzo Burchieri (1893-1962) di San Cataldo (Caltanissetta), costituiscono una Italian Christian Educational Foundation allo scopo di sostenerlo economicamente –, e nel 1956 iniziano le trasmissioni radiofoniche e l’attività dell’Orfanotrofio Betania per i bimbi disagiati – oggi Istituto Evangelico Betania-Emmaus –, fondato da Eliana Rustici (1912-1966), seguita da altre iniziative caritative.

Finalmente, con D.P.R. 5 dicembre 1959, n. 1349, le ADI – nel frattempo cresciute fino a oltre quattrocento Chiese – ottengono (dopo un tormentato itinerario, e dopo avere prevalso nel 1954 contro il Ministero dell’Interno in un ricorso presentato al Consiglio di Stato) il riconoscimento della personalità giuridica. Nel 1960 cessano i sussidi alle ADI da parte di Chiese sorelle straniere, determinando una serie di difficoltà economiche cui si riesce a fare rapidamente fronte (anzi, dal 1963 le ADI raccolgono fondi per missioni all’estero, e sono oggi particolarmente impegnate nel Burkina Faso, costituendo in seguito il Servizio Evangelico di Assistenza Sociale per i soccorsi umanitari alle popolazioni indigenti di ogni nazione, lingua e religione). Nel 1976 le ADI siglano accordi di intesa e “affiliazione spirituale” anche con la Chiesa Cristiana del Nord America e con le Chiese Cristiane Italiane del Nord Europa (sorte per l’impegno della prima tra gli italiani emigrati in altri paesi europei), sottolineando così il carattere non unico del rapporto con le Assemblee di Dio americane. Nel 1983 è accolta nelle ADI la Missione Evangelica Zigana, che conta circa settecento aderenti fra i sinti e i rom di fede evangelica.

Continua ...
LeonardoN
00giovedì 19 gennaio 2012 15:18
La crescita continua e nel 1986 è siglata l’Intesa con lo Stato italiano da parte del nuovo presidente Francesco Toppi – succeduto a Umberto Gorietti, dimissionario nel 1977 per motivi di salute –, che guiderà le ADI fino al 2007, quando al suo posto è nominato l’attuale presidente, Antonio Loria. L’Intesa è trasfusa nella legge 11 novembre 1988, n. 517. Il testo detta norme per l’assistenza spirituale, l’istruzione religiosa, il riconoscimento civile del matrimonio religioso, la partecipazione alla ripartizione della percentuale IRPEF attraverso il meccanismo dell’otto per mille (senza partecipazione alla ripartizione della quota non designata, rifiutata dalle ADI, e con impegno di utilizzare le somme unicamente per interventi sociali e umanitari, esclusi i fini diretti di culto). Manca invece la previsione della procedura per l’eventuale riconoscimento giuridico di enti facenti capo alle ADI. L’omissione non è casuale, ma risponde a una precisa scelta della confessione, che ritiene evidentemente di non volere nel proprio ambito ulteriori enti dotati di personalità giuridica che non siano quelli già previsti nella stessa legge n. 517. Tale legge, all’art. 14, dispone che – ferma restando la personalità giuridica delle ADI, ente morale riconosciuto con il D.P.R. n. 1349 del 1959 – con l’entrata in vigore della legge stessa sono civilmente riconosciuti tre istituti evangelici: il già citato Betania-Emmaus – per i minori indigenti o abbandonati e per gli anziani –, le case di riposo per anziani Eben-Ezer e Betesda – quanto alla prima, è in corso un contenzioso legale, trovandosi essa associata alla Chiesa Cristiana Evangelica Assemblee di Dio del Risveglio (ADR), su cui si veda l’apposita scheda – nonché l’Istituto Biblico Italiano di Roma, che provvede alla formazione teologica e alla cultura biblica. A questi si è aggiunto – riconosciuto dalla Regione Piemonte nel 1996 – l’Istituto Evangelico Kades di Melazzo (Alessandria), comunità di recupero per alcolisti e tossicodipendenti. Secondo dati aggiornati al 2011, le ADI contano 1.151 Chiese e gruppi in tutta Italia, con oltre 140.000 aderenti. Inoltre, dal 1946 le ADI pubblicano il mensile Risveglio pentecostale e dal 1988 il quindicinale Cristiani Oggi, nonché – dal 1954 – una rivista trimestrale, Manuale di Studio per le Scuole Domenicali.

Il Servizio Pubblicazioni ADI-MEDIA provvede alle pubblicazioni di carattere edificativo, dottrinale ed evangelistico, e il Servizio Audiovisivi produce programmi televisivi e videocassette sempre distribuiti unicamente nell’ambito delle comunità. Numerose sono poi le radio comunitarie locali sparse su tutto il territorio nazionale. Se la crescita – come ha notato, in una serie di scritti, lo stesso presidente Francesco Toppi – ha creato nelle Assemblee di Dio italiane problemi per qualche verso simili a quelli riscontrati negli Stati Uniti, gli elementi di solido radicamento nella realtà italiana – a somiglianza, ancora, di quanto avviene nella denominazione americana – sono quelli di una forte base biblica e di una crescente attenzione allo studio e all’approfondimento teologico, in esplicito e consapevole contrasto con il primato dell’esperienza caratteristico di altre realtà pentecostali e neo-pentecostali.

B.: Sugli Stati Uniti: Margaret M. Poloma, The Assemblies of God at the Crossroads. Charisma and Institutional Dilemmas, The University of Tennessee Press, Knoxville (Tennessee) 1989; Edith L. Blumhofer, The Assemblies of God. A Chapter in the Story of American Pentecostalism, 2 voll., Gospel Publishing House, Springfield (Missouri) 1989; Eadem, Restoring the Faith: The Assemblies of God, Pentecostalism, and American Culture, University of Illinois Press, Urbana-Chicago 1993. Sull’Italia: Eugenio Stretti, Il movimento pentecostale. Le Assemblee di Dio in Italia, Claudiana, Torino 1998; David A. Womack - Francesco Toppi, Le radici del Movimento pentecostale in Italia, ADI Media, Roma 1989; F. Toppi, E Mi Sarete Testimoni. Il Movimento Pentecostale e le Assemblee di Dio in Italia, ADI-Media, Roma 1999. Su singole figure cfr. le seguenti opere di Francesco Toppi, tutte pubblicate da ADI-Media, Roma: Luigi Francescon (1866-1964), 1997; Giuseppe Beretta (1853-1923), 1997; Pietro Ottolini (1870-1962), 1997; Michele Palma (1884-1963), 1998; Giacomo Lombardi (1862-1934), 1998; Massimiliano Tosetto (1877-1948), 1998; Pietro Menconi (1874-1936), 1998; Michele Nardi, 2002; Madri in Israele. Donne del Movimento Pentecostale Italiano, 2003.
jwfelix
00giovedì 19 gennaio 2012 15:31
[SM=g7405] Leo, siamo in contemporanea 15:15 entrambi
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