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Nuova influenza: non è aggressiva

Ultimo Aggiornamento: 07/05/2009 10:13
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Ma chi è in ansia rischia di più



Parola di virologo: il virus A/H1N1, responsabile della nuova influenza, "non è aggressivo. L'influenza si presenta in una forma piuttosto blanda. Ma è ancora presto per poter stilare un giudizio definitivo. Come ripete l'Oms, va ancora disegnato il suo profilo. Dobbiamo aspettare le prossime settimane". Lo ha detto Maria Capobianchi, direttrice del laboratorio di virologia dello Spallanzani di Roma dove sono stati effettuati i primi esami al ragazzo romano risultato positivo al virus A/H1N1.

L’esperta spiega al quotidiano Il Messaggero: "Sapevamo che sarebbe arrivato un nuovo virus. Dopo ogni intervallo, che può essere dai 10 ai 20 anni circa, se ne diffonde uno diverso. Pensavamo che sarebbe stato generato dall'aviaria e invece la trasformazione l'abbiamo avuta con l'influenza suina che si è adattata all'uomo. Sia chiaro, però, i maiali e i loro derivati non costituiscono un pericolo".



Per diagnosticare un caso di influenza A/H1N1, spiega l’esperta, si segue un percorso a tre livelli di controllo. Uno è il test rapido: se il paziente dai sintomi è considerato un caso sospetto è sottoposto ad un tampone delle secrezioni respiratorie. La seconda fase prevede un test molecolare e la terza la tipizzazione mediante sequenziamento genico, per completare la carta di identità del virus. Secondo la direttrice del laboratorio di virologia dello Spallanzani, "abbiamo tutti i mezzi per fronteggiare qualsiasi emergenza infettiva. Dai farmaci alle stanze per l'isolamento ai sistemi di controllo e sorveglianza con altri paesi". Tra l'altro, anche in Messico "l'allarme si sta ridimensionando: il numero dei morti legati a questo virus è più basso di quello che ci si aspettava all'inizio".

Dunque non c’è nessun motivo di allarme, né tanto meno l’utilità di ricorrere ai farmaci antivirali i quali, ricordano gli esperti, non funzionano in modo preventivo ma solo quando il virus è presente nell’organismo. Al contrario, può essere proprio la paura a esporci al maggiore rischio di ammalarci. "La paura provoca un indebolimento del fisico da vari punti di vista. Un fisico debole non reagisce bene ai vari virus che possono colpirlo". Lo sostiene Paola Vinciguerra, psicologa e psicoterapeuta, Presidente dell'Eurodap (associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico). Riferendosi ai dati relativi alle migliaia di telefonate giunte al numero verde del ministero del Welfare, la psicologa ha dichiarato: "Recenti studi hanno dimostrato che lo stress prolungato nel tempo diventa un'infiammazione cronica che crea vari disturbi. Come dire: gli stati emotivi possono agire sul corpo e influenzarne, diminuendola, la sua capacità di difesa. Secondo la Vinciguerra bisognerebbe vivere questo momento di allarme con consapevolezza, ma senza angosce.

Nonostante i segnali incoraggianti che arrivano dal Messico e dagli Stati Uniti, dopo i primi casi confermati in Italia non è il momento di abbassare la guardia. E’ possibile che nelle prossime settimane il virus dell'influenza suina, complice il caldo, sembri sparire. Ma è possibile che la cosa non finisca qui. Spiega il virologo dell'università degli Studi di Milano, Fabrizio Pregliasco: "In autunno, con condizioni climatiche più favorevoli, il virus potrebbe tornare e diventare uno dei microrganismi responsabili dell'influenza stagionale, con gli stessi effetti e danni che potrebbero essere moltiplicati". La normale influenza stagionale nella passata stagione "è degenerata in complicanze per circa 4 milioni di italiani, uccidendone almeno 4.500. Possiamo pensare - stima l'esperto - che la nuova influenza si diffonderà il triplo, con 12 milioni di casi, uccidendo anche tre volte di più". Di questa minaccia si terrà conto nel disegnare il vaccino anti-influenzale per la prossima stagione.

tgcom
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