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Rapaci con le ali spezzate e cervi uccisi per la carne

Ultimo Aggiornamento: 10/02/2008 18:53
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10/02/2008 13:39
 
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Lasciati morire nel lager degli animali

Rapaci con le ali spezzate e cervi uccisi per la carne

Da www.lastampa.it/lazampa/

MAURIZIA BRICI
PONTE A VALTELLINA (Sondrio)
Centro Recupero Fauna Selvatica, 18 mila metri quadrati in Alta Valtellina. Lo annuncia un cartello all’ingresso. Qui, ufficialmente, si prendono cura degli animali. Ma per molti di loro l’ingresso nella struttura, della Provincia, è solo l’inizio di un incubo che li porta spesso, troppo spesso alla soppressione. «Le cure sono superficiali, inadeguate, non sufficienti», spiegano le Guardie Forestali, che nei giorni scorsi hanno aperto un’inchiesta. Rapaci dichiarati idonei a riprendere il volo precipitano al suolo; cervi, colpevoli di aver ricevuto durante la degenza l’imprinting dell’uomo e quindi non idonei a riacquistare la libertà, macellati e la carne venduta all’asta. Una lager senza controlli sanitari e reso più inquietante se si considera che tutto ciò avviene in un centro recupero animali selvatici.

Ufficialmente il Centro, non riconosciuto dalla Regione Lombardia, ospita numerosi animali selvatici soccorsi da contadini, animalisti, cacciatori e da agenti della polizia provinciale. C’è di tutto, dagli ungulati (caprioli, cervi, camosci) ai rapaci. Esemplari con patologie tali che se non curate dall’uomo li porterebbero a dolorose agonie. La struttura, come le altre 5 autorizzate in Lombardia, non è aperta al pubblico. La situazione, tra le «mura» del Centro, è di incuria e degrado. Nessuno durante il giorno si prende cura degli animali. Ad accedere al ricovero è solo il custode che porta il cibo agli animali, che poi restano abbandonati a se stessi. I primi sospetti di maltrattamento erano affiorati già alla fine del 2006 quando uno splendido gufo reale era stato trasferito d’urgenza presso il centro recupero del Wwf di Valpredina nella bergamasca. Al rapace, che per settimane non aveva ricevuto cure veterinarie: veniva accertata una frattura scomposta di vecchia data con necrosi dei tessuti. Per poterlo strappare alla morte si è amputata una parte dell’ala. «Se lo avessero curato - spiega Gianluca Cavallari il veterinario del centro bergamasco - avrebbe potuto essere recuperato. Adesso non potrà più volare». Per legge, tutti gli animali di un centro di recupero devono essere identificati, norma non rispettata nel centro valtellinese. Lo dimostra il fatto che lo scorso anno almeno due grossi cervi maschi ristabiliti e quindi pronti per la libertà sarebbero stati soppressi e la carne venduta all’asta, perché hanno troppo familiarizzato con l’uomo il che avrebbe reso più difficile il loro reinserimento in natura.

«Nel nostro centro - ci tiene a sottolineare Maria Ferloni, tecnico faunistico e vice comandante della Polizia Provinciale - abbattiamo solamente gli animali che per il veterinario presentano patologie incurabili». Ma secondo le indagini della Forestale non è così. Un altro episodio risale ad alcune settimane fa. La Provincia, forse per cercare di tacitare le critiche di animalisti e volontari, decide di pubblicizzare la liberazione di un gufo reale curato nel Centro. Il rapace era stato dichiarato guarito. Ma il gufo, dopo un breve volo, è precipitato al suolo. Recuperato dalla polizia provinciale di Lecco, è stato trasferito al centro Wwf di Valpredina. E qui, ancora una volta, gli esami clinici hanno fornito un quadro allarmante. Il gufo aveva la frattura intercondilodea completa, la lussazione radio ulnare con rottura legamentosa: il suo recupero è compromesso per sempre.

Al Centro oggi sono ospitati una decina di piccoli di caprioli, una cerva e un camoscio. Nel corso di una visita si è potuto osservare quale sia lo stato di abbandono dell’infermeria. Sul tavolo operatorio vi sono sacchi di pane raffermo e stracci. Nel dicembre scorso era stato sequestrato, e trasferito al centro, un capriolo che per dieci anni aveva vissuto con un pastore, che lo aveva chiamato Luigi, anche se femmina, «l’ho trovato il giorno si San Luigi». L’animale salvato a pochi giorni di vita era stato accudito con amore, era «uno di famiglia», come racconta chi lo ha salvato da sicura morte. Ma la legge impone la denuncia erntro 48 ore. Cosa che non era stata fatta. Di qui, dopo 10 anni, il sequestro del capriolo e il trasferimento al Centro. Una decisione disastrosa. Luigi sta male, vive prigioniero in una specie di bunker in cemento armato. In due metri quadrati di sporcizia, il fetore è insopportabile, invaso dalle mosche. Luigi ha macchie biancastre sul corpo. Secondo la Veterinaria Monica Corvi l’animale è affetto da patologie legate al cambio del manto, ma il suo stato fisico e il suo lamento continuo, quasi un pianto, potrebbe significare che si sta lasciando morire. Di crepacuore. Solo e abbandonato tra fredde pareti di cemento, senza raggi del sole, senza il verde dei boschi. Senza l’affetto che per anni lo aveva circondato. Occorre fare in fretta.

"La vera bellezza non si percepisce con gli occhi, ma col cuore"


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Sesso: Femminile
10/02/2008 18:53
 
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Bisogna riconoscere un merito al tg 2: noto da molti mesi che sta dimostrando una certa sensibilità, mai vista prima tra i fatti di cronaca, verso le tematiche legate ai maltrattamenti animali. Ogni giorno non mancano di farlo.
Proprio oggi in coda al notiziario hanno messo un servizio (neanche troppo breve) su quel vergognoso "centro di recupero" x selvatici in quel di Sondrio, menzionando le storie dei due poveri gufi che "grazie" alle cure non prestate loro da chi avrebbe dovuto non potranno più volare... [SM=x1169400]
Del povero capriolo Luigi, soccorso anni fa da un signore del posto che dopo averlo curato lo teneva come un figlioletto, ne avevano parlato tempo addietro, raccontando l'ennesimo episodio che dimostra l'assurdità della burocrazia italiana: gli era stato sottratto perchè non era "legale" tenere presso di sè un selvatico... [SM=x1169400]
Oggi il tg 2 ha aggiornato, come nell'articolo postato da Akela, sulle condizioni del povero Luigi, allontanato dalla creatura che amava, trascurato nel fisico e debilitato comprensibilmente anche nello spirito...Che tristezza e che rabbia!!!
Ad ogni modo, oltre a queste denunce informali di stampa e tv, se ho ben capito ora c'è anche la denuncia ufficiale della Forestale.
Speriamo riescano a fare qualcosa!
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