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PAGANESIMO GRECO: Nemesi

Ultimo Aggiornamento: 10/11/2011 05:32
22/06/2007 11:41
 
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Nemesi è una figura mitologica afascinante.Figlia dell'Erebo e della Notte, divinità primigenie. Molto enigmatica. Solo un mito ci narra direttamente di lei e della sua fuga da Zeus. Egli, preso d'amore per lei, la insegue attraversando i continenti. Ed ella, per sfuggirgli, si trasforma continuamente in vari animali. Infine, ella anatra e lui cigno, Zeus riesce a farla sua, ed ella genererà l'uovo che verrà poi trapiantato nel ventre di Leda e darà alla luce elena di troia, unica figlia femmina di Zeus tra gli uomini.

Ecco il significato della parola Nemesi che ho trovato su Wikipedia.
Spiega in parte anche le funzioni che la Dea aveva nella mitologia.
Essa è una dea punitrice. Una legislatrice.


"Nemesi viene dal greco ??µes?? (nèmesis), derivato dal verbo ??µ? (nèmo, "distribuire"), dalla radice indoeuropea nem-.

La parola viene usata con il significato di "sdegno", "indignazione", da scrittori come Omero (Odissea) ed Aristotele (Etica Nicomachea), mentre ha il significato di "vendetta", "castigo" per scrittori come Erodoto, Eliano (Varia historia) e Plutarco. Nella Theologumena arithmeticae di Iamblico ha il valore numerale di 5.

La parola ha il valore di "giustizia compensatrice" o "giustizia divina". Infatti originariamente la dea greca distribuiva gioia o dolore secondo il giusto, e quindi con "nemesi" si intende l'evento negativo che segue un periodo particolarmente fortunato come atto di giustizia compensatrice distribuito dal fato. L'idea che soggiace al termine è che il mondo risponda ad una legge di armonia, per cui il bene debba essere compensato dal male in egual misura."

E volevo riportarvi ora un brano del libro di Calasso che ci parla di lei.

" Di Nemesi come figura divina conosciamo pochi dettagli, spesso enigmatici.
In mano, Nemesi teneva una squadra, o un paio di redini, o un ramo di melo.
La ruota del destino la accompagnava, e poteva diventare la ruota del suo carro trainato da grifoni. Reggeva l'urna delle sorti. "Regina delle cause ed arbitra delle cose.", aveva sempre il potere di stringere gli uomini nella "rete indissolubile della necessità".
Spesso Nemesi si portava una mano alla spalla, come per aggiustarsi il chitone.
E spesso il suo sguardo era chino sul petto, come riflettesse.
[...]
Anche altri autori classici non sanno rendere conto di tutti gli attributi di Nemesi.
La squadra era la misura, la regola cosmica che colpisce ogni travalicare.
Ma quel melo afroditico a che cosa accennava?
E perchè quel gesto, sempre ripetuto, di portarsi una mano alla spalla, alla fibbia in forma di grifone, suo animale prediletto?
Era per coprirsi meglio o per aprire quella fibbia?"

[SM=g27838]




Il castello del calice

"Chi sarò quando l'ultimo strato sarà alle mie spalle?
Ripercorrerò a ritroso la via concedendomi al primo strato oppure oserò sognare un altro ignoto oltre l'ignoto?
Forse il mio destino è non avere un destino;
ma destino è definitiva conclusione, la mia vicenda, invece, è interminabile prolungamento
di domande senza esito"
HARIA



[Modificato da stregaviolet )O( 22/06/2007 13.10]

22/06/2007 13:23
 
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Stupendo.. Nemesi è una delle divinità che preferisco, tanto che anni fa, il suo nome è stato il mio "nome magico"... Mi sentivo legata a quel nome perchè richiamava qualcosa che poi solo con gli anni ho compreso.
Nemesi si dice derivi da "distribuire", ma come hai scritto anche tu (è documentato [SM=g27822] ) deriva dalla radice indo-europea "nem". E "nem" è profondamente legato al Nemeton, è il Bosco Sacro in cui anticamente ci si consultava delle cose sacre e probabilmente si prendevano anche decisioni particolarmente importanti, le più importanti.
Nemesi la sento molto legata a Nemetona, nonostante facciano parte di due culture diverse. La radice di Nemesi, "nem", però cancella la distanza di queste due divinità perchè nasce dalla stessa sorgente indo-europea, quindi è profondamente legata ai celti e alla loro cultura.

La Nemesi che conosciamo è colei che distribuisce ciò che è bene e ciò che è male. Fa un dono a chi lo merita e scaglia la sua vendetta su chi ha commesso qualche cosa di grave.
E' la Dea che distribuisce.
Tra le sue mani vi sono doni di vita e di morte, di gioia e di sofferenza. E la sua vendetta è terribile.
Leggo che portava in mano la squadra, che potrebbe proprio indicare la "regola", oppure le redini, che di nuovo possono richiamare al "controllo", il controllo di tutto, perchè Nemesi controlla e regola, secondo ciò che sappiamo di lei dalla Grecia classica.
Ma il ramo di melo?
Il ramo di melo è forse una reminescenza di ciò che lei era anticamente, overo una Dea dei boschi sacri, dei frutteti, dei luoghi come i Nemeton.
Il ramo di melo è un suo particolare estremamente significativo che ci può condurre proprio a riprendere ciò che lei era stata, prima di subire una trasformazione e diventare una Divinità così austera e rigida.

Ed è quando, anni fa, ho scoperto questa sua profonda connessione con i boschi, con i luoghi naturali sacri (in cui si decideva, si scerglieva di "distribuire" il premio o la punizione) che ho capito perchè la sentissi così tanto vicina.
Il suo nome mi incantava... perchè nel suo nome risiedevano le radici della sua Essenza.

Violet


22/06/2007 14:01
 
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[SM=g27838] [SM=g27838] [SM=g27838]

Lo sapevo, lo sapevo che ti sarebbe piaciuto un post su Nemesi [SM=g27838] !

Non avevo proprio fatto caso alla somiglianza del nome Nemesi al nome di Nemetona, ed alla loro comune radice.
Bello!!!!!! [SM=g27836]
Il ramo di melo è anche quello che la fanciulla offre a Bran quando giunge nell'isola delle donne, alla Avalon irlandese.
Ci potrebbe essere un collegamento anche il tal senso? è da stamattina che ci penso! Ma forse non ha senso.

Bacini a tutti

22/06/2007 14:20
 
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Forse il ramo di melo indica il Giardino incantato, quello che anche in Grecia si sognava per le sue Mele che donano il profondo nutrimento.
Sicuramente non vi è molta differenza tra la Mela "celtica" e quella "greca". Vi sono simboli e essenze che vivono al di là delle culture.
Per questo Nemesi mi porta lontano, mi porta alla sua origine arcaica, e quindi all'origine arcaica del simbolo che porta.
Il Ramo di Melo viene donado a Bran prima del suo Viaggio che lo condurrà in un mondo magico, alla mitica Terra delle Donne.
Il Ramo di Melo è quello che ci viene forse donato ancora prima della nostra nascita, con un messaggio sussurrato alla nostra Anima... "trova l'albero dal quale è stato reciso questo ramo magico... trova Avalon".
E il nostro Viaggio ha inizio.
Forse Nemesi è Colei che distribuisce anche questo.
Distribuisce ciò che in vita dovremo seguire...
Incontrare Nemesi con il Ramo di Melo significa ricevere la Benedizione di un Viaggio che forse ci porterà ad Avalon...
E ogni nostro passo sarà un piccolo respiro che ci separerà meno da Essa.

[SM=g27838] [SM=g27838] [SM=g27838]





"Oltre ogni tempo e tuttavia nel cuore del tempo."
Haria

"Incappucciate e velate, con le trecce color notte, le Fate porteranno ciò che nessun profeta intuì."
Lord Dunsany

Il Tempio della Ninfa

[Modificato da stregaviolet )O( 22/06/2007 14.21]

25/06/2007 21:05
 
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credo che si debba disdinguere il significato che la Dea ha prima e dopo l'avvento del patriarcato, che in questo mito è rappresentato dalla violenza che Nemesi subisce da Zeus...

In ogni caso, è una fgura che ho sentito Sempre Molto Vicina, che mi ha dato conforto e forza...

vi riporto qualche cosina che ho trovato in rete:

Nemesi è, nella mitologia greca, una delle figure della Necessità. Così come le sue sorelle, anch’ella non ha un volto definito e fa parte del mondo primigenio, remoto, regno della potenza ancora astratta. Mentre Crono sognando "calcola le misure dell’universo", queste figure distribuiscono equamente ad ogni essere vivente la propria parte. Fra loro Nemesi, la Vendetta, è la più bella ed ha quale inseparabile amica Aidòs, il Pudore. Ciò che unisce le due amiche è l’offesa: Aidòs trattiene gli uomini dal compierla, Nemesi interviene come ineluttabile conseguenza, contro chi non ha prestato ascolto a Pudore.
Zeus, padre di tutti gli dei, aveva sempre guardato a donne mortali per le sue avventure galanti, mai a figure fatali quali quelle della Necessità. Ma accadde, e invano Nemesi cercò di sottrarsi all’incontro con il dio, a nulla valse percorrere tutte le terre e assumere innumerevoli forme perchè alla fine il dio riuscì, con un’astuzia, ad unirsi a lei. Da questa unione nacque l’unica figlia terrestre di Zeus: Elena. Nacque da ciò che gli uomini definiscono una contraddizione: dalla "possente necessità" di un dio di "sedurre" la Necessità, affinchè generasse la bellezza.

fonte


Musiche della antichissima e antica Grecia
Mesomedes di Creta:

Inno a Nemesi.
Alata Nemesi dall’occhio azzurro,
dea, bilanciatrice di vita, figlia di Giustizia,
tu che domi con rude freno le vane superbie dei mortali,
e odiando la rovinosa furia dei bruti reprimi ogni negra invidia,
sotto la tua ruota vaga senza lasciar orme la sorte lieta degli uomini,
vaga e gira, e poi, tu incurante, d’un tratto te ne vai, piegata la cervice altera.
Sotto il tuo cubito sempre la vita ci misuri,
aggrotti le ciglia serpentine tenendo stretto alla mano il giogo.
Sii a noi propizia, bella giustiziera,
Nemesi alata, bilanciatrice di vita.
Nemesi io ti canto, dea incorruttibile,
vittoria dalle ali smisurate che infallibile piombi,
compagna di giustizia,
tu che la grande vigoria dei mortali sai sprofondare,
sdegnosa, nell’Erebo.


fonte



da una presentazione che credo sia stata fatta ad un convegno di psicologi, cito:

Per sedurre Nemesi, Zeus chiese aiuto ad Afrodite che nelle sembianze di un’aquila avrebbe inseguito Zeus trasformato in un cigno. Nemesi vide un meraviglioso cigno inseguito da un’aquila. Il cigno spaventato si avvicinava a Nemesi che lo accolse tra le gambe. Nemesi si addormentò e finalmente Zeus “si unì a lei a causa della potente necessità ” (Cypria).

Il mito raffigura non la realtà ma il vissuto: mentre violenta, l’uomo raggiunge un eccitante sentimento di onnipotenza e la vittima è presa da un terrore paralizzante della vittima che diventa inaspettatamente incapace di reagire, come se fosse davanti a qualcosa di ancora peggiore di un uomo aggressivo: è davanti alla folgore devastante di Zeus.

Hubris = pretesa di essere come un dio, “l’arrogante violazione dei limiti posti dalle divinità o dalla società umana”

Narcisismo = grandiosità + mancanza di empatia

“Questo giovane – Narciso – era così inebriato d’amore per la sua bellezza, pieno di un “orgoglio così spietato”(Ovidio, Metamorfosi) che, in preda all’hubris, disdegna le avance delle ammiratrici, particolarmente della ninfa Eco. E invocata dalle disdegnate ninfe, Nemesi discende spinge Narciso a fissare la sua immagine riflessa in uno stagno, che lo induce a sfiorire e morire” (Ronfeldt, 1994 p20-21).

fonte

Infine, ho trovato un frammento di Saffo, il numero 60, ma le interpretazioni sono dubbie...

...avendo ottenuto... che dunque tu voglia di tutte ... dai compimento al mio pensiero... invoco ... subito secondo l' animo ... tutto quello che tu vuoi... combattere con me... (Andromaca?) confidando in una voluttuosa... e tu infatti sai bene... (Nemesi) prevale su tutti





I come from the darkness and in the darkness rest.
My appearance is black, my spirit is white and red is my flow. 

With a hand I wound and with the other cure, my lips enchant and my eyes bind.
I am not good and am not bad, am not hatred and am not love. I live from always,
I was born yesterday and I will die tomorrow,

showing my light to who has the courage to catch up me ...
Do not follow me, you would not find I ...

Guess me in of you, in that dark place of the soul where the conscience shines without beliefs ...
I will so show myself at your side patiently smiling to your tender fears ...

[Modificato da Ithilla 25/06/2007 21.07]

25/06/2007 21:21
 
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ih ih ih, Il primo brano citato è ripreso direttamente dal libro di Calasso! [SM=g27836] [SM=g27828]

La poesia poi, è davvero bellissima!

Pensavo al ramo di melo, al fatto che, come ha fatto notare Violet, è legato al giardino delle esperidi, il paradeisos dove uomo e natura sono un tutt'uno.
Ebbene, il giardino delle esperidi non è forse, ancora una volta, il sacro Nemeton?
Nemeton, Nemetona, Nemesi.
Nemesi è davvero colei che, col ramo di melo, schiude le porte verso l'altrove.
Proprio come ha detto tanto bene Violet.
Ma io l'ho capito davvero solo oggi.

[SM=g27838]

02/07/2007 10:59
 
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Su un libro di Sarh Perini, ho trovato questa citazione:

"alla voce Nimue della Women Enciclopedia of Miths di Barbara Walker, leggiamo:
Dea celtica della luna, collegata alla Dea greca Nemesis e a Diana dei boschi detta Nimidae. Nei testi medioevali è la donna maga che incantò Merlino e lo imprigionò nella sua caverna di cristallo in un sonno eterno, nel cuore del suo bosco incantato nella foresta di Broceliande. Il suo nome significa Fato. Era anche chiamata Viviana
La Dea Diana era conosciuta dai romani come Regina del Cielo, una triplice dea possedente i tre aspetti di Vergine Lunare, Madre delle Creature e Cacciatrice Distruttrice. Il suo nome greco era Artemide. I maggiori centri di pellegrinaggio erano Efeso e Nemi il Sacro Bosco. Altri epiteti erano Dione, Diana Nemorensis, Nemetona, Nimidae, Diana cacciatrice e Dea del Bosco della Luna"
In un testo di Markale ho letto che per i celti nem significa cielo, nel senso spirituale del termine.
Un luogo sacro è sempre un luogo di contatto tra il cielo inteso come altromondo e la terra e quindi è indubbiamente una dea "del tempio" che infatti i celti chiamavano nemeton.
Ma tornando al significato di colei che porta giustizia divina nel bene e nel male, nei testi arturiani Nimue/Viviana è colei che imprigiona Merlino nella sua grotta del sonno eterno, ovvero, come afferma Sarah Perini, che era stata scelta da Merlino stesso per compiere questo destino di passaggio verso l'aldilà.
Devo dire che quello che mi ha colpito è l'associazione tra Diana e Nemesi al quale non avevo mai pensato, nonostante il bosco di Nemi dove sono i resti del tempio di Diana Nemorense, la quale presiedeva alla caccia ma anche alle nascite, e quindi come dispensatrice di vita.

Un bacio e un sorriso per voi:
li affido su una foglia di quercia al vento di Avalon
profumato di mele, di gocce di lago, di salsedine
e di resina dei boschi incantati che salgono sulla verde collina fino al Tor



[Modificato da Niviene 02/07/2007 11.01]

02/07/2007 13:31
 
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Sì, l'associazione è particolare ma bellissima, e come si può vedere sono i nomi stessi che sono simili (Nimue, Diana Nemorensis, Nemetona, Nemesi, "Nimidae").
Ed è vero che "Nem" significa cielo, ma era anche un termine che richiamava il bosco sacro in sè, le radure bagnate dai raggi della luna, che per questo erano un po' il Centro del bosco nel quale si svolgevano i riti antichi.
Forse il bosco sacro (anche se non è tanto un "forse" [SM=g27824] ) era quello che lasciava intravedere la Luna in tutto il suo splendore, e che quindi era a cielo aperto. I druidi leggevano anche il Destino nelle stelle ed è chiaro che un luogo simile dovesse avere una visuale ben aperta sugli astri luminosi.
Le Dee che vegliavano su questi luoghi quindi erano probabilmente legate alla comunione tra terra e cielo, ovvero tra Bosco e Luna, in un incanto tutto femminile.



10/11/2011 05:32
 
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" Dea celtica della luna, collegata alla Dea greca Nemesis e a Diana dei boschi detta Nimidae. "

Mi hai aperto un mondo, Niviene, confermando un collegamento che dentro di me cercavo da anni, ma di cui non avevo mai trovato notizie esterne. [SM=g27836]

Violet, forse non ci crederai ma Nemesis è stato anche il mio nome magico. [SM=g27819]
Per questo motivo, anni fa feci delle ricerche su di lei e su Sequana, la dea celtica della Senna, un'altra divinità che sentivo stranamente vicina. Entrambe sono legate dallo stesso animale: l'oca.

Cercando ho trovato questo appunto di Alfredo Cattabiani, autore di " Volario. Simboli, miti e misteri degli esseri alati. ", in cui afferma che l’oca sia « la Terra stessa, un’immagine della materia materna », e ne sottolinea la forte partecipazione all’universo simbolico della Grande Madre.
Oca e cigno quindi, sarebbero manifestazioni del principio femminile e maschile, pertanto la seduzione di Zeus ai danni di Nemesi forse potrebbe assumere una sfumatura diversa, distaccandosi dal semplice stupro.

Tra le altre associazioni c'è la nemesite, una pietra preziosa che si credeva ricavata dall'altare della Dea stessa, e una stella dallo stesso nome, probabilmente una nana rossa o una nana bruna che, trovandosi a transitare ogni trentamila anni ad una distanza dalle cinquantamila alle centomila unità astronomiche dal sole, creerebbe delle perturbazioni nelle orbite delle comete della nube di oort, generando una sorta di bombardamento cometario a danno delle regioni interne del sistema solare. A tali eventi periodici, la teoria di elaborata nel 1984 dai paleontologi David Raup e Jack Sepkosk, farebbe risalire il succedersi sulla terra di quelle grandi catastrofi a carattere planetario, delle quali una è avvenuta circa sessantacinque milioni di anni orsono, causando la scomparsa dei dinosauri.

In ultimo, ma non per questo meno importanti, mi sento di citare le nemèsie, solennità celebrate nell'antica grecia in onore della dea, per lo più collegate con il culto dei morti e con finalità apotropaiche.
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